Sparatoria in strada nel Pisano, un morto

Pisa, un uomo è morto in seguito a una sparatoria in strada avvenuta in serata a Sasso Pisano, frazione del comune di Castelnuovo Vai di Cecina, in provincia di Pisa.

I contorni della vicenda sulla quale stanno indagando i carabinieri sono ancora poco chiari ma la vittima sarebbe stata raggiunta da colpi di un’arma da fuoco. L’uomo rimasto ucciso nella sparatoria aveva 36 anni, questo quanto si apprende da da fonti investigative e stando a una prima ricostruzione l’uomo sarebbe stato colpito da un’arma da fuoco mentre si trovava in un’auto guidata da un’altra persona, la stessa che ha percorso alcune centinaia di metri per raggiungere un locale pubblico dove chiedere aiuto.

Le persone presenti hanno tentato invano di rianimare l’albanese colpito ma è morto. Gli spari ci sarebbero stati prima di cena, intorno alle 19.30 lungo una strada fuori dall’abitato e non è ancora chiaro se vi siano stati altri testimoni. Ma almeno due persone, secondo quanto emerge dalle prime ricostruzioni, sarebbero però riuscite a fuggire a bordo di un’altra auto di colore scuro.

La zona intorno al locale dove è stato dato l’allarme è in prossimità del cosiddetto Parco delle fumarole, l’area della geotermia. Il luogo dell’omicidio è stato transennato e non è possibile avvicinarsi.

Sul posto i carabinieri della compagnia di Volterra e del nucleo investigativo che stanno conducendo le indagini. Le ricerche dei fuggitivi sono in corso in tutta l’Alta Val di Cecina, area interamente rurale, con casolari isolati, molti boschi e un dedalo di strade secondarie da dove è possibile allontanarsi in tutte le direzioni. Il centro meno distante più noto è Volterra.

Uomo si getta in Arno alle Cascine per sottrarsi al controllo dei Carabinieri

Firenze, nel pomeriggio di sabato, i Carabinieri della Compagnia di cittadina hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio all’interno del Parco della Cascine.

Durante i controlli, l’attenzione dei Carabinieri veniva attirata dall’atteggiamento di un uomo che, in viale Lincoln, tra il parco delle Cascine e il ponte della tranvia, alla vista dei militari, cominciava a correre in direzione del ponte per poi scavalcare il parapetto e lanciarsi nel vuoto, impattando con il suolo lungo la riva dell’Arno.

Immediatamente raggiunto dai militari, l’uomo, apparentemente illeso, dopo essersi disfatto del proprio smartphone, subito recuperato, si immergeva nel fiume raggiungendo a nuoto la riva opposta. Qui, dopo un prolungata interlocuzione con i militari, l’uomo, che, nel frattempo aveva atteso in acqua nel tentativo di sfuggire al controllo, si convinceva ad uscire, venendo affidato alle cure dei sanitari del 118, fatti accorrere per la circostanza, che lo trasportavano in ospedale.

Una volta identificato, veniva accertato che l’uomo, con precedenti per reati inerenti al traffico di stupefacenti, era gravato dalla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Firenze, misura che aveva quindi violato e per la quale verrà richiesto l’aggravamento all’Autorità Giudiziaria.

Oltre a lui, altri due persone sono stati denunciati per reati inerenti all’immigrazione.

Racket dei servizi sicurezza dei locali di intrattenimento, 3 arresti e 9 indagati

Livorno, un’inchiesta condotta dai carabinieri di Livorno e coordinata dalla procura della città toscana ha portato alla scoperta di un presunto racket dei servizi di sicurezza nei locali di intrattenimento.

Tre le persone arrestate, nove indagate: “Disarticolata – spiega l’Arma – una violenta organizzazione criminale italo-albanese”, che avrebbe operato nel territorio Livornese e che sarebbe stata interessata “ad accaparrarsi anche la gestione del servizio di controllo e sicurezza di alcuni locali della provincia di Pisa”.

In particolare, i carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Livorno, coadiuvati dai militari delle compagnie di Livorno e Pisa, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip livornese, nei confronti di 3 indagati a vario titolo per associazione per delinquere, estorsione aggravata, illecita concorrenza con minaccia o violenza, porto abusivo di armi da sparo ed altro.

Le indagini, si spiega dall’Arma, sono scattate a fine 2018, a seguito della denuncia del titolare di un’agenzia di sicurezza privata che dichiarava “di essere vittima di intimidazioni da parte di soggetti riconducibili ad una analoga società operante in quel settore”. Sarebbe poi “emerso un vero e proprio racket nella gestione dei servizi di vigilanza e sicurezza” in diversi locali della provincia di Livorno: gli indagati, italiani e albanesi, avrebbero “promosso e costituito un’organizzazione criminale con il preciso intento di acquisire il monopolio della gestione della sicurezza dei locali notturni”.

Numerosi, spiegano gli inquirenti, gli episodi documentati di minacce, aggressioni, rapine e danneggiamenti contro titolari e dipendenti delle agenzie concorrenti, tali da costringere le vittime ad abbandonare la gestione del servizio a cui poi sarebbero subentrati gli indagati.

Secondo quanto spiegato dall’Arma a partire dal 2018 si sarebbe assistito “a una escalation di episodi violenti: emblematica, come definita dal gip nel provvedimento cautelare, la denuncia sporta da due cittadini maghrebini che hanno riferito di essere stati vittime di un pestaggio” e di una rapina il 30 settembre 2018.

“Ancor più significativa della pericolosità degli indagati” poi “la violenta aggressione” a 3 carabinieri da parte di uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare: fermato in auto per una serie di gravi infrazioni, il 20 luglio 2019, aggredì i militari con un coltello, ferendoli lievemente. Tra gli episodi agli atti delle indagini anche il danneggiamento dei quattro pneumatici di un’auto nel settembre 2018 e, nel gennaio 2019, l’incendio di uno scooter, in uso a concorrenti.

“L’organizzazione – si spiega ancora – faceva leva sulla forza intimidatrice derivante dalla prestanza fisica di taluni sodali ma, soprattutto, sulla disponibilità di armi da sparo. La disponibilità delle armi da sparo sarebbe emersa nel corso delle indagini e riscontrata il 28 febbraio 2019” quando, nel corso di un controllo a Pisa sull’auto con a bordo due degli indagati furono trovati 3 pistole, 4 manganelli, 3 mazze da baseball, un pugnale ed un taser.

Il 15 dicembre 2020, lo stesso albanese che aveva aggredito i 3 carabinieri, era stato poi arrestato dalla polizia di Livorno: durante un inseguimento si sarebbe disfatto di una pistola risultata rubata. Nei confronti di alcuni indagati sarebbero emerse anche “responsabilità in ordine alla detenzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti”.

‘Ndrangheta in Toscana, operazione dei carabinieri collegata all’indagine ‘keu’

Firenze, operazione anti-‘ndrangheta, è infatti in corso di esecuzione da parte dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Livorno un decreto di sequestro di beni disposto dall’ufficio misure di prevenzione del tribunale di Firenze.

L’operazione viene effettuata su richiesta della procura distrettuale fiorentina, nei confronti di un imprenditore originario di Guardavalle (Catanzaro), da anni residente nel Pisano, “considerato – spiega l’Arma – elemento di spicco della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata ‘cosca Gallace’, già condannato in passato, a 22 anni di reclusione per la cosiddetta ‘strage di Guardavalle’ avvenuta nell’agosto del 1991″.

Il sequestro antimafia è scaturito, si spiega ancora, dalla ricostruzione patrimoniale sviluppata dall’operazione “‘Geppo/Calatruria’ conclusasi nell’aprile 2021 con 17 arrestati, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare ed altro, nonché associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale” e alla detenzione a fine di spaccio di droga, e favoreggiamento personale “il tutto aggravato sia dal metodo mafioso che dall’avere agevolato la ‘cosca Gallace’ di Guardavalle”.

Un’inchiesta, si ricorda, “collegata all’indagine ‘keu’ dei carabinieri forestali di Firenze”. Gli accertamenti avrebbero verificato una sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio dell’imprenditore ipotizzando così un illecito arricchimento per via dei reati contestati. È così scattato il provvedimento di sequestro antimafia: tra i beni oggetto del decreto una “società attiva nel settore agricolo e il relativo compendio aziendale, 6 unità immobiliari ubicate nel comune di Terricciola (Pisa), 5 tra” auto, moto e mezzi agricoli e 9 conti correnti.

Rifiuti edili abbandonati contenenti documenti, identificato responsabile

Firenze, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di San Casciano Val di Pesa, durante un servizio di controllo volto alla prevenzione e repressione dei reati contro l’ambiente, hanno rinvenuto in area boscata in località San Vincenzo a Torri nel comune di Scandicci, un abbandono di rifiuti di varia natura.

I materiali rinvenuti dai Forestali erano rifiuti derivanti da attività edilizia e c’erano anche numerosi secchi di vernice vuoti o semivuoti. Inoltre, c’erano 19 sacchi di plastica di colore nero, chiusi con nastro adesivo e con dentro pezzi di forassiti e di tubo isolante, raccordi idraulici dismessi, vecchie prese della corrente e rifiuti indifferenziati di vario genere. In un sacco c’erano pure i documenti che hanno permesso ai Cc Forestali di rintracciare il presunto autore dello smaltimento illecito.

La persona è stata immediatamente contattata per fornire spiegazioni in merito ai materiali ritrovati e lo stesso ha ammesso di aver fatto lavori in economia nella sua abitazione per la sostituzione della cucina e degli arredi della stessa, ma non ha fornito la documentazione che attestasse di aver smaltito regolarmente i rifiuti.

I Carabinieri, ritenendo compatibili i rifiuti rinvenuti nei sacchi neri con quelli prodotti dai lavori svolti in economia per la sostituzione della cucina, hanno contestato all’autore dell’abbandono una sanzione amministrativa dell’importo di 600 euro, ai sensi del Testo unico ambientale.

L’abbandono dei rifiuti è stato segnalato al Sindaco del Comune di Scandicci che provvederà all’emissione dell’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi.

Firenze, sparatoria in un palazzo, feriti due uomini

Firenze, i carabinieri fanno sapere che una sparatoria si è verificata nel primo pomeriggio di domenica, all’interno di uno palazzo in via Baracca, dove due uomini hanno esploso colpi arma da fuoco, l’uno all’indirizzo dell’altro.

Al termine della sparatoria entrambi gli uomini sono stati ricoverati all’ospedale di Careggi, dove uno dei due verserebbe in gravi condizioni. I Carabinieri sono intervenuti sul posto insieme al PM di turno della Procura della Repubblica di Firenze.

Secondo quanto emerso tutto sarebbe avvenuto nelle scale condominiali. Le indagini sono seguite dai carabinieri del reparto operativo.

E’ in prognosi riservata all’ospedale di Careggi uno dei due uomini mentre è ferito in modo più lieve l’altra persona portata sempre a Careggi. Al momento gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo sull’accaduto. Sul posto intervenuti carabinieri e pm di turno.

Le due persone rimaste ferite sono entrambe già conosciute alle forze dell’ordine. In particolare, si spiega ora dai carabinieri, il più anziano dei due, 72 anni, si trovava agli arresti domiciliari, l’altro, 52 anni, non risulta fosse residente nel palazzo dove è avvenuta la sparatoria, in via Baracca, alla periferia di Firenze.

 

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