Due tecnici indagati e perquisiti dai Carabinieri, nel caso delle infermiere spiate

Firenze, due tecnici sono stati indagati, interrogati e perquisiti dai carabinieri nei giorni scorsi per la vicenda della microcamera installata nel vano docce femminile dell’ospedale di Empoli.

Lo riportano i quotidiani La Repubblica e Il Tirreno secondo cui i due tecnici avevano accesso alla stanza di servizio dove era installato un monitor collegato via cavo alla micro-cinepresa fissata nel muro della doccia usata da infermiere e dottoresse dell’ospedale. Sono circa cento le sanitarie che usufruiscono di quelle docce, in parte si tratta anche di personale assegnato al reparto Covid.

Le perquisizioni avrebbero avuto lo scopo di rintracciare materiale video eventualmente in possesso dei due sospettati. Secondo quanto riportato, entrambi risultano manutentori di ditte esterne che lavorano per l’ospedale San Giuseppe.

La procura di Firenze ha aperto un’indagine con l’ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico protetto da misure di sicurezza, ma secondo i giornali si affaccerebbe pure l’ipotesi di un eventuale caso di ‘revenge porn’. La stanza col monitor è accessibile solo a persone autorizzate dipendenti dell’ospedale e di ditte in appalto.

Una “forte denuncia” e un monito: “Episodi che qualcuno potrebbe anche giudicare insignificanti poggiano su stereotipi e pregiudizi di bassa lega, inaccettabili, che vogliono la donna relegata ancora ad oggetto sessuale a disposizione dell’uomo”. Sull’episodio interviene, in una nota, la Commissione toscana per le pari opportunità, presieduta da Francesca Basanieri, che sul caso intende “tenere alta l’attenzione” e manda un messaggio di “grande sostegno alle donne che sono uscite dal silenzio e hanno trovato la forza e il coraggio di denunciare ogni forma di violenza”.

“Siamo di fronte – scrivono le componenti la commissione – all’ennesimo esempio della tradizione maschilista e sessista che attribuisce alle donne, accanto ai ruoli santificati di madre e di moglie, quello, deumanizzato, di oggetto sessuale a disposizione dell’uomo ‘cacciatore’ per natura. Questa tradizione maschilista fortemente radicata nella cultura del nostro Paese accoglie questo tipo di fatti con una indignazione solo apparente, ma che invece nasconde compiacimento: se guardare dal buco della serratura una donna svestita ha sempre rappresentato una bravata, non c’è da stupirsi se oggi ci si attrezza con la tecnologia per vederla sotto la doccia. E invece si tratta di un reato”, denunciano presidente e consigliere.

‘Spari alle Cascine’, arresti convalidati a poliziotto e compagna

Firenze, convalida dell’arresto e misura di custodia cautelare ai domiciliari per il poliziotto coinvolto nel caso degli ‘spari alle Cascine’ di giovedì scorso.

Così ha deciso il gip di Firenze oggi in merito al caso del poliziotto 47enne e della sua compagna 45enne, che dopo gli ‘spari alle Cascine’, erano finiti agli arresti domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale.

Il fermo dei due era avvenuto, sempre giovedì scorso, per aver ostacolato una perquisizione nella loro casa a Firenze, effettuata dai carabinieri che avevano individuato l’agente come l’uomo che la mattina del 19 maggio, avrebbe ferito al volto con un coltello un uomo originario del Gambia e poi sparato due colpi di pistola in circostanze ancora da chiarire.

Per di più, durante la colluttazione, avvenuta nell’abitazione dei due arrestati in occasione della perquisizione, una donna carabiniere era rimasta ferita.

Da quanto appreso la 45enne si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre il poliziotto avrebbe reso dichiarazioni solo riguardo alla sua condotta in occasione ella perquisizione, ma non su quanto accaduto alle Cascine.

Per i fatti riguardanti gli spari, il poliziotto è stato quidi denunciato a piede libero. Il poliziotto ieri è stato sospeso dalla questura di Firenze dove aveva preso servizio da non molto tempo.

Il cadavere di un uomo scoperto in container della raccolta differenziata

Empoli, in provincia di Firenze, il cadavere di un giovane straniero è stato trovato in un’azienda cartiera di Empoli dentro un container della carta della raccolta differenziata.

Il cadavere del giovane è stato scoperto verso le 10:30 un addetto con mansioni di smistamento della carta della raccolta differenziata. L’operaio, spiegano i carabinieri, ha rinvenuto il corpo nello svuotare il container con una gru, che ha braccio meccanico e pinza.

Del caso si stanno occupando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Firenze e della compagnia di Empoli, guidati dal comandante Daniele Riva.

Il cadavere del un giovane straniero è stato poi identificato come un 20enne della Somalia, in base ai primi accertamenti dei carabinieri. Non è escluso che il giovane sia stato colpito e ucciso proprio dal movimento della gru che con un braccio meccanico e pinza stava svuotando il container.

Secondo quanto appreso, in base alle prime ispezioni medico-legali, il decesso risalirebbe a poche ore prima del ritrovamento. Il corpo non presenterebbe segni di lesioni a eccezione di una ferita all’altezza della fronte, che potrebbe esser stata provocata dalla pinza della gru.

Nel container in cui c’era il cadavere immettono la carta i camion compattatori che effettuano la raccolta dai cassonetti della differenziata. Uno di questi mezzi era arrivato col suo carico nell’azienda questa mattina.

Tra gli accertamenti, viene valutata anche l’ipotesi che il 20enne si sia addormentato dentro un cassonetto della carta dove potrebbe aver avuto un malore e non essersi risvegliato quando c’è stato il primo svuotamento. Tuttavia solo l’autopsia, che sarà disposta da pm di turno Antonino Nastasi, potrà chiarire le esatte cause della morte.

Morto commerciante accoltellato nella notte di sabato a Scandicci, un arresto

Scandicci, è morto in ospedale per le complicanze successive a un intervento operatorio di urgenza il commerciante di 50 anni accoltellato la notte scorsa in una strada del centro della città.

L’uomo, che purtroppo è morto nella giornata di domenica, era stato ricoverato in stato di incoscienza e con gravi lesioni al torace e a una gamba in ospedale dove domenica mattina i chirurghi lo avevano sottoponendo a un intervento.

La prognosi era riservata ma in precedenza si era detto che l’uomo non era pericolo di vita. L’aggressione era avvenuta in piazza Piave, davanti a più persone riunite in una zona di ritrovo serale e notturno. Ad accoltellare il commerciante sarebbe stato un altro uomo che si sarebbe dato poi alla fuga a piedi.

Da stabilire le cause dell’accoltellamento, tuttavia risulta che ci sia stata una lite fra i due. La vittima era stata soccorsa dai presenti e dal 118 che lo aveva trasportato all’ospedale ‘San Giovanni di Dio’.

Gli investigatori dei Carabinieri della Compagnia di Scandicci e del Nucleo Investigativo di Firenze dopo aver raccolto le testimonianze e ricostruito l’avvenuto hanno portato in caserma un uomo per sentirlo. La vittima e l’uomo portato nella caserma dell’Arma si conoscevano ed anche se sono ancora da chiarire le cause dell’accoltellamento, risulta che ci sia stata una lite fra i due.

In serata i Carabinieri hanno poi comunicato l’arresto del presunto autore dell’accoltellamento: si tratta di un uomo classe ’74, residente a Scandicci. Movente da attribuirsi a pregressi screzi tra i due verosimilmente maturati in ambito lavorativo

Bocconi avvelenati per fauna selvatica segnalati nell’Aretino

Arezzo, controlli e sopralluoghi preventivi con cani antiveleno dei carabinieri forestali in più parti della provincia dopo alcune segnalazioni di casi di bocconi avvelenati.

Per cercare i bocconi avvelenati sono state utilizzate sei unità cinofile provenienti da tutta Italia. I controlli hanno interessato varie zone dell’Aretino, da Chiusi della Verna fino a Monte San Savino, comprese aree del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, dove recentemente sono stati segnalati avvelenamenti di animali, anche di specie protette.

Le unità cinofile hanno operato avvalendosi del supporto della veterinaria dell’area protetta, in stretto raccordo con le stazioni dei carabinieri forestali di Arezzo, del reparto Parco nazionale delle Foreste casentinesi e del reparto Biodiversità di Pieve Santo Stefano. Sono state utilizzate le strutture logistiche del reparto Biodiversità di Pratovecchio.

L’operazione era finalizzata a contrastare il rilascio di bocconi avvelenati, una pratica illegale ancora diffusa, i cui motivi sono tradizionalmente legati al controllo delle specie cosiddette ‘nocive’, ovvero i predatori (volpe, tasso, rapaci, ma anche lupo) nelle zone dove saranno rilasciati animali allevati allo scopo di essere poi cacciati, ma anche per la difesa degli allevamenti bradi, per la competizione nella ricerca dei tartufi, o anche, in ambito urbano, per liti tra vicini. “Sono utilizzati vari veleni, spesso di origine agricola, insetticidi e rodenticidi – spiega Luca Santini, presidente del Parco -.

Le sofferenze a cui vanno incontro gli esemplari che ingeriscono le esche sono terribili e la morte arriva solo dopo una dolorosissima agonia”.

Arrestato con 90 carte di credito e 7.620€ in contanti

Firenze, un uomo di 53 anni è stato arrestato dopo essere stato trovato in possesso di 90 carte di credito e bancomat e 7.620 euro in contanti.

Nel week-end appena trascorso, i militari della  hanno arrestato in flagranza l’uomo, poiché ritenuto responsabile di indebito utilizzo di carte di pagamento.

I Carabinieri erano stati allertati dai dipendenti di una locale Banca in viale Europa, i quali si erano insospettiti dall’atteggiamento dell’uomo che, a più riprese, si era già recato presso la Filiale per effettuare diversi prelievi di contante allo sportello ATM.

Nel corso di un ordinario servizio di controllo del territorio, dunque, i Carabinieri hanno fermato il 53enne mentre usciva dalla Banca, sorprendendolo in possesso di 90 carte di debito e di credito intestate ad altre persone e di ben 7.620 euro contanti, verosimilmente sottratti da conti correnti, collegati alle carte di pagamento rinvenute, di ignari correntisti.

I Carabinieri hanno già provveduto a restituire 2.000 euro contanti ad una delle numerose vittime.

L’uomo è stato associato alla Casa circondariale di Firenze Sollicciano.

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