Serena Altavilla “Epidermide”, il primo singolo del nuovo disco solista

Su Controradio “Epidermide”, il nuovo brano della cantante Serena Altavilla, che anticipa il nuovo album per BlackCandy Produzioni

Il doppio, la coppia, il numero due. In qualunque forma si voglia raccontare, questo numero magico e sacro mette in crisi e ci fa da specchio, svela il terreno vastissimo della battaglia interiore in corso dentro di noi. Rompere quello specchio con tutte le conseguenze che ne possono derivare è la liberazione. E’ di questo che parla “EPIDERMIDE”, nuovo brano di Serena Altavilla. La produzione artistica del brano e di tutto il disco  è stata curata da Marco Giudici. Con lui, i musicisti Adele Altro, Francesca Baccolini, Alessandro Cau, Luca Cavina, Enrico Gabrielli, Matteo Lenzi e Valeria Sturba.

Spiega Serena a proposito del brano: «Attraverso l’epidermide entriamo in risonanza. L’epidermide è un fedele strumento dell’istinto, una porta di accesso agli abissi che ci abitano. Questa canzone è un dialogo dai toni forti, assordanti, una rissa a rallentatore con me stessa e con l’altro».

GUARDA IL VIDEO:

BIO: Dal 2005 a oggi Serena Altavilla, cantante e songwriter, si è fatta conoscere nel panorama alt-rock indipendente come frontwoman dei Blue Willa – prodotti da Carla Bozulich, in precedenza noti come Baby Blue – e successivamente dei Solki. Con entrambe le formazioni ha pubblicato vari dischi e ha macinato tantissime date live, sia in Italia che all’estero. Nel suo background coesistono il punk, la tradizione popolare e le musiche d’avanguardia. Il suo eclettismo, le sue capacità come performer e la sua duttilità vocale l’hanno portata a collaborare nel corso degli anni, in studio e dal vivo, con Calibro 35, Mariposa, La Band del Brasiliano, Tundra Orbit e Il Complesso di Tadà, tra gli altri.
Adesso inizia il suo percorso da solista inaugurato dal brano “Epidermide” (Blackcandy Produzioni) disponibile in digitale e in radio dal 26 febbraio. Il brano anticipa l’album in uscita ad aprile 2021.

Offese sessiste a Meloni: dichiarazione delle giornaliste di Controradio a difesa del loro lavoro e dell’emittente

“Le denigrazioni ci colpiscono tutte. Lesa la nostra professionalità e il nostro impegno quotidiano per una corretta e rispettosa narrazione di genere”, dichiarano le giornaliste di Controradio in una nota sottoscritta e diffusa.

“Ci siamo sentite colpite nella nostra dignità umana e professionale. Ognuna di noi cerca di praticare nell’informazione quotidiana, dalla cronaca all’approfondimento, dalle interviste alle trasmissioni speciali, fino alla formazione della categoria e del pubblico, un corretto uso del linguaggio come strumento primario per cambiare stereotipi e percezioni distorte, offensive e violente nei confronti delle donne ,in ogni ambito e in ogni sede”, dichiarano le giornaliste che lavorano a Controradio, l’emittente toscana dove il prof. Giovanni Gozzini, ospite di una trasmissione,  ha pronunciato offese sessiste e denigratorie nei confronti dell’onorevole Giorgia Meloni.

“Prendiamo le distanze da questo linguaggio discriminatorio e sessista che non ci rappresenta in alcun modo e che combattiamo ogni giorno. E’ dunque doppia l’amarezza e la rabbia per quanto avvenuto ai ‘nostri’ microfoni. Lo avvertiamo come un abuso degli spazi di libertà e come uno svilimento dell’impegno quotidiano della radio e della sua redazione. Riteniamo di avere subito una mancanza di rispetto anche nei confronti del lavoro di sensibilizzazione che insieme ai colleghi portiamo avanti ogni giorno.

Non c’è ironia sessista, scivolone, offesa verbale, attacco alla persona che tenga. Ma solo e sempre un uso delle parole che deve essere corretto, consapevole e rispettoso anche nella dialettica, anche nel confronto e nell’esposizione di opinioni personali.

Rivendichiamo inoltre l’importanza dell’uso degli strumenti professionali che garantiscono alla nostra categoria il rispetto e la parità di genere nell’informazione, come il Manifesto di Venezia e  l’articolo 5bis del testo unico deontologico.

Anni di percorsi di sensibilizzazione nelle scuole, di progetti europei contro la violenza verbale, psicologica e fisica,  di reportage,  testimonianze, interviste,  dirette che, dalle frequenze di Controradio, hanno sempre promosso la cultura della parità non possono essere calpestati da dichiarazioni sessiste e da una violenza delle parole che deve trovare argine certo e incondizionato a tutela di ogni donna e di ogni persona”.

Concludono ringraziando i numerosi colleghi e le colleghe che in queste ore hanno dimostrato solidarietà e riconoscimento per l’impegno di Controradio e della sua redazione per una corretta narrazione di genere.

Di seguito le giornaliste che hanno sottoscritto la dichiarazione:

Chiara Brilli

Sara Patrizia Maggi

Rossana Mamberto

Monica Pelliccia

Giustina Terenzi

Bob And The Apple, l’intervista

L’intervista ai vincitori dell’ultima edizione del Rock Contest 2020, i Bob And The Apple. A cura di Giustina Terenzi

Trentini ma divisi tra Parigi, Londra e Berlino i Bob And The Apple si muovono fra psichedelia sognante ed elettronica ambient. In decisa controtendenza rispetto alle dinamiche contemporanee della musica prodotta in Italia, sorprendono per la sofisticata padronanza dei mezzi e dei linguaggi musicali con la quale si prefiggono di rivolgersi ad un pubblico internazionale. Se fossero un gruppo inglese li troveremmo sulle prime pagine dei giornali specializzati.

ASCOLTA L’INTERVISTA (a cura di Giustina Terenzi)

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/12/BOB-1-.mp3?_=1 https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/12/BOB-2.mp3?_=2 https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/12/BOB-3.mp3?_=3

 

Mini bio della band: la formazione ha all’attivo una intensa attività live ed alcuni ep prodotti con Ricky Damian (Grammy Award  per il brano “Uptown Funk” di Mark Ronson feat. Bruno Mars) ormai parte integrante del progetto. Si muovono fra psichedelia sognante ed elettronica ambient.

Guarda il video di “Strangers” – brano con cui hanno partecipato al Rock Contest (Directed and animated by s.qui.s (Sara Quijano S.) Editing and motion – Riwad Salim From the album, Wanderlust I – II )

In 400.000 hanno seguito online il concorso e in 85.000 erano sui canali del Rock Contest, lunedì scorso, per la finalissima del Rock Contest 2020, a cui hanno partecipato anche Elise DucheminNuvolaQuiet Pig Rooms By The Sea condotta da Giustina Terenzi, Giovanni Barbasso e la collaborazione straordinaria di Paolo Benvegnù.

Bad Religion: Do What You Want

“Do What You Want” 40 anni di carriera festeggiati con il libro. Parliamo dei californiani Bad Religion una istituzione del punk rock americano. Il volume esce per Sabir Editore. Davide Agazzi ha intervistato il direttore editoriale

40 anni di carriera per i Bad Religion festeggiati con un libro, Do What You Want, dal nome di uno storico pezzo della band fondata da Greg Graffin e Brett Gurewitz i paladini dell’hardcore punk statunitense. Recentemente la band è tornata con un bel disco intitolato “Age of unreason” per la iconica etichetta  Epitaph.

Il libro scritto dal gruppo assieme a Jim Ruland è arrivato ora tradotto in Italia grazie a Sabir Editore. Il lavoro di traduzione è opera di Giorgio Arcari, direttore editoriale e fan della band, che per l’occasione ha voluto chiamare a raccolta anche i sostenitori italiani dei Bad Religion, con tanti piccoli ricordi personali che fanno da prefazione al volume di oltre 400 pagine. L’intervista a cura di Davide Agazzi  

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Testo dello storico dei Bad Religion “Do What You Want”
Hey, do what you want, but don’t do it around me
Idleness and dissipation breed apathy
I sit on my ass all goddamn day
A misanthropic anthropoid with nothing to
Say what you must, do all you can
Break all the fucking rules and
Go to hell with Superman and
Die like a champion, yeah hey!
Hey, I don’t know if the billions will survive
But I’ll believe in God when one and one are five
My moniker is man and I’m rotten to the core
I’ll tear down the building just to pass through the door
So do what you must, do all you can
Break all the fucking rules and
Go to hell with Superman and
Die like a champion, yeah hey!

 

“Brutto disco”, il ritorno di Charlie Dakilo. L’intervista

Il nuovo album dell’educatore sociale e veterano del rap fiorentino Charlie Dakilo. Ascolta l’intervista a cura di Giustina Terenzi

‘Brutto Disco’ è il nuovo lavoro del rapper fiorentino Charlie Dakilo. L’album è disponibile dal 23 novembre su tutti gli store digitali (Spotify, Apple Music, Tidal), ed esce per l’etichetta Urban Pusher di Ganji Killah.

Così descrive il disco l’autore “Brutto Disco perché non è un album felice, sono le riflessioni e gli stati d’animo degli ultimi due anni. Brutto perché non c’è un pezzo preso bene, perché triste e nostalgico, quasi fatalista. Forse brutto anche perché è vero, senza filtri, diretto e in maniera grottesca anche sincero. Brutto perché mi rispecchia in pieno durante la solitudine, nelle notti solo in studio a pensare a quello che ho intorno e che mi è successo.

ASCOLTA

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BIO BREVE:

Charlie Dakilo, classe ’84, muove i primi passi nella cultura hip hop alla fine del 2000. Dopo anni passati fra jam e live in tutta la Toscana nasce La Primiera, crew che esordisce nel 2009 con “Unshittable”. Dopo 2 anni esce il disco “Sangue e inchiostro”. Concluso il progetto della Primiera, il primo lavoro solista per Charlie Dakilo dal titolo “Così è se vi pare”.

“Suoni nell’etere,100 anni di musica e radio”. Intervista all’autore Simone Fattori

“Suoni nell’etere” analizza lo stretto rapporto che da 100 anni intercorre tra le radio e la musica. Le storie delle emittenti radiofoniche, delle evoluzioni tecnologiche e legislative, delle voci più celebri e delle canzoni. Intervista a Simone Fattori a cura di Giustina Terenzi

“In questo libro sono raccolte le storie delle emittenti radiofoniche, delle evoluzioni tecnologiche e legislative, delle voci più celebri e delle canzoni. Tutto in un immenso caleidoscopio che costituisce l’infinita avventura delle radio e della musica.
Non sappiamo esattamente con quali mezzi tecnici e con quali suoni da diffondere nell’etere, ma certamente in futuro ci sarà ancora una radio, una voce amica e un senso di appartenenza a una comunità che accompagnerà nuove generazioni di fedeli ascoltatori. Suoni nell’etere” (Volo Libero edizioni) è strutturato come delle trasmissioni radiofoniche, con le sigle, i ‘blocchi’ suddivisi dalle interruzioni pubblicitarie e, naturalmente, la musica. Ogni ‘blocco’ inizia con un QR Code che indirizza a una specifica playlist di You Tube per accompagnare la lettura del libro”. INFO

ASCOLTA L’INTERVISTA

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