Firenze: occhiali da vista e visite oculistiche gratis per chi ha basso reddito

E’ l’iniziativa ‘#vediamocibene’, messa in campo dalla Scuola internazionale di ottica e optometria di Firenze in occasione del suo decennale.

La campagna  nasce in collaborazione con la Fondazione Amici per la vista e il Comune di Firenze attraverso l’assessorato al welfare, che avrà il compito di segnalare le persone idonee a usufruire del servizio, con particolare attenzione verso le categorie più vulnerabili.

In pratica, grazie alla Scuola internazionale di ottica e optometria di Firenze, 80 persone dal basso reddito segnalate dai Servizi sociali del Comune e dalle associazioni che si occupano di sostenere persone in stato di bisogno, potranno godere di visite oculistiche e optometriche gratuite e occhiali da vista completi.

La scuola coinvolgerà otto persone al mese, per un totale previsto di circa 80 persone all’anno. “Troppo spesso il benessere visivo viene messo in secondo piano rispetto ad altri problemi di salute – ha spiegato Fabio Casalboni, direttore didattico Sioo e ideatore della campagna -. L’obiettivo del progetto è anche mettere in contatto i ragazzi della scuola con le reali esigenze di pazienti esterni in modo tale che possano contribuire attivamente alla realizzazione di supporti per la visita”.

Per l’assessore al welfare del comune di Firenze  Sara Funaro “la salute è un diritto di tutti. Questo progetto, rivolto alle persone più fragili, è un’iniziativa utile e di alto valore: dà attenzione e risposte concrete a un bisogno di salute dei cittadini che sono più in difficoltà e, che spesso, a causa di problemi economici, tralasciano le visite mediche e quindi anche quelle oculistiche”. “La scuola internazionale di Sioo – ha sottolineato il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – è una fucina di talentuosi professionisti della visione di cui Firenze deve andare orgogliosa, ecco perché Confcommercio Toscana l’ha aiutata a nascere e continua a sostenerla”.

Firenze: il 65% degli imprenditori di pubblici esercizi non si sente sicuro

Lo rivela un’indagine di Format Research per Confcommercio Toscana. Il 65% di loro a Firenze  avverte un senso di sicurezza ‘scarso’ o ‘molto scarso’, riguardo possibili danneggiamenti che potrebbero colpire loro stessi, i loro collaboratori o la loro impresa

Sempre più insicuri e sempre più vulnerabili di fronte alla criminalità: secondo un’indagine di Format Research per Confcommercio Toscana il 65% degli imprenditori dei pubblici esercizi del centro di Firenze avverte un senso di sicurezza ‘scarso’ o ‘molto scarso’, riguardo possibili danneggiamenti che potrebbero colpire loro stessi, i loro collaboratori o la loro impresa. Uno su due si sente meno sicuro rispetto al passato, e solo il 18% dichiara di sentirsi molto o abbastanza sicuro.

A preoccupare di più i titolari di bar e ristoranti di Firenze è la probabilità di restare vittime di furti, spaccate o rapine (41,5%), poi di aggressioni (24,6%) e atti di vandalismo (23%). La maggioranza (62%) degli imprenditori si dichiara propenso a ricorrere alle forze dell’ordine, ai propri colleghi o alle associazioni di categoria, ma il 30% appare scoraggiato.

“Le istituzioni e le forze dell’ordine – affermano il presidente e il direttore di Confcommercio Toscana Aldo Cursano e Franco Marinoni – devono prendere una posizione chiara e decisa e rispondere finalmente alla legittima domanda di sicurezza dei cittadini di Firenze. Tutti fanno il loro dovere: magistratura, forze dell’ordine, pubblica amministrazione, eppure qualcosa non funziona nel sistema e non ci interessano i rimpalli di responsabilità ma le soluzioni. Chiediamo che si agisca in fretta, prima che il perimetro del nostro scoramento si allarghi oltre misura”

Lavoro povero, Confcommercio risponde alla CGIL: non è colpa del turismo

Secondo il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni :”il  vero humus del lavoro precario è un Paese in cui la crescita è al palo ormai da oltre trenta anni, in cui ‘instabilità’ è la parola d’ordine di politica ed economia, in cui il clima di fiducia è ai minimi termini. Insomma, se il lavoro è precario è perché l’Italia è un Paese precario”. 

Per Confcommercio Toscana, che risponde alle critiche della CGIL, non è “colpa del turismo” se in città come Firenze cresce di più la quota di lavoratori assunti con contratti a termine o in somministrazione. “L’attività di alberghi, bar, ristoranti, campeggi e stabilimenti balneari è caratterizzata da sempre da un alto tasso di stagionalità, così le imprese offrono quello che possono offrire. E, forse, senza turismo non ci sarebbero neppure quei posti di lavoro temporanei”.

“La stagionalità non è una colpa – gli fa eco il presidente di Federalberghi Toscana Daniele Barbetti ribadendo il concetto – è una caratteristica strutturale del nostro settore, indipendente dalla volontà di imprese e lavoratori, e non può essere trasformata in un capo d’accusa. Ma si può sempre lavorare insieme, pubblico e privato, per pianificare anche nei mesi di minore affluenza turistica dei calendari di eventi attrattivi che allunghino la stagione”.

“La nostra economia regionale, poi, non è legata solo al turismo”, chiarisce il direttore di Confcommercio Toscana Marinoni. “E per fortuna, visto che solo i Paesi più poveri del mondo hanno un’economia di rendita basata quasi esclusivamente sul turismo, che mette a frutto i valori paesaggistici o l’eredità artistica del passato senza aggiungere altro. Noi invece possiamo contare anche su commercio, servizi innovativi, manifatturiero, agricoltura. Ed è evidente che se la crisi occupazionale permane è sintomo della difficoltà di tutti questi settori, nel complesso, a trovare nel nostro Paese una rampa di lancio per la crescita. Un altro fattore che non aiuta è la tipologia dell’impresa media italiana: piccola o piccolissima, spesso a gestione familiare, è naturale che sia più fragile di fronte alle fluttuazioni dell’economia internazionale”.

Quale la soluzione, quindi? Oltre alla necessità di puntare allo sviluppo per recuperare tutti quei gap – infrastrutturali e non solo – che stanno rallentando la corsa del nostro Paese, secondo Confcommercio Toscana, servono anche provvedimenti concreti che favoriscano l’uso di forme contrattuali stabili nelle imprese: “prima di tutto il taglio del cuneo fiscale – ricorda Marinoni – gli oneri a carico delle aziende sono ancora troppo alti e nelle tasche dei lavoratori finisce solo la metà di quanto gli imprenditori versano. Speriamo quindi che il Governo prosegua sulla strada dei tagli. Ma ragionando in un quadro macroeconomico serve che il nostro Paese punti allo sviluppo, trainando tutte le imprese del sistema”.

Sul versante delle retribuzioni, non sempre soddisfacenti se paragonate al costo medio della vita, secondo l’associazione di categoria “serve rimettere al centro la contrattazione collettiva portata avanti dalle sigle veramente rappresentative del mondo datoriale e dei sindacati dei lavoratori – sottolinea il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano – oggi proliferano contratti “pirata” che espongono i lavoratori al rischio di un ribasso nelle retribuzioni medie e a minori tutele. Forse per ristabilire l’ordine servirebbe anche una legge sulla rappresentanza”.

Ancora sottostimato, poi, l’impatto del welfare aziendale nella costruzione del benessere dei dipendenti: “strumenti come i fringe e flexible benefit garantiscono ai lavoratori dipendenti una migliore qualità di vita, integrando le disponibilità di bilancio delle famiglie – fa sapere il presidente di Federalberghi Toscana Daniele Barbetti – ma occorre semplificare le procedure di gestione e aumentare l’importo massimo erogabile con la detassazione, che adesso arriva a 3mila euro l’anno solo per i lavoratori con figli a carico. Bene l’attenzione alle famiglie, ma non trascuriamo anche gli altri lavoratori. Servono poi forme premiali per le imprese che utilizzano i benefit, così come serve una maggiore detassazione di premi e incentivi”.

“Arezzo Città del Natale”: la Toscana si immerge nel clima natalizio

Arezzo, la città toscana si trasforma per il periodo natalizio e il Ministero del Turismo le concede il patrocinio ed il titolo di ‘Arezzo Città del Natale’, l’iniziativa, presentata in Regione, è scattata domenica 20 novembre con le prime migliaia di visitatori.

L’annuncio del riconoscimento istituzionale è stato dato dal vicesindaco Lucia Tanti. “È un grande risultato che sancisce istituzionalmente la rilevanza di questo evento a livello nazionale – ha sottolineato -. La Città del Natale ha superato i confini della Toscana, si è fatta conoscere in tutta Italia e questo patrocinio segna il successo dell’amministrazione e della Fondazione Arezzo Intour. È una soddisfazione perché il ministero la considera uno degli eventi più importanti in Italia e questo dopo sette anni di lavoro costante ci gratifica molto”.

Soddisfazione è stata espressa anche da Franco Marinoni, direttore generale di Confcommercio Toscana: “Solo sette anni fa la parte alta della città nel periodo natalizio era il deserto dei tartari – spiega -. I risultati sanciscono un successo, il merito è di tutti i partner e dell’amministrazione. Finalmente si è aperto un dialogo tra le varie parti e i risultati sono stati entusiasmanti”. Tutte le attrazioni già allestite sono state ‘prese d’assalto’ dai cittadini e dai turisti. Sono attesi decine di migliaia di pernottamenti. “Per evitare problemi e disagi – sottolinea il dirigente comunale Rodolfo Ademollo – abbiamo aumentato il numero degli addetti alla sicurezza e d’accordo con la questura abbiamo fatto in modo che i flussi siano sempre sotto controllo. Speriamo di superare i 60.000 pernottamenti della scorsa edizione”.

Firenze, morte rider: procura indaga per ‘omicidio stradale’

Il pm Fedele La Terza ha iscritto sul registro degli indagati il conducente della Land Rover, un giovane, anche lui di 26 anni di Scandicci, che ha travolto il rider che viaggiava a bordo della propria moto.

Vanno avanti le indagini  per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente in cui sabato sera, all’incrocio tra via De Nicola e via Gobetti, a Rovezzano,  ha perso la vita il rider 26enne Sebastian Galassi. Gli inquirenti hanno i ascoltato numerosi testimoni, alcuni dei quali hanno raccontato che la vettura sarebbe passata con il semaforo sul giallo. Al vaglio degli investigatori ci sono i video delle telecamere di sorveglianza della zona.

Intanto per la morte del giovane rider la procura di Firenze ha aperto un fascicolo per omicidio stradale sulla morte del rider di 26 anni impegnato in una consegna. Il pm Fedele La Terza ha iscritto sul registro degli indagati il conducente della Land Rover, un giovane, anche lui di 26 anni di Scandicci, che ha travolto il rider che viaggiava a bordo di una moto Il ragazzo è risultato negativo all’alcoltest e a quello antidroga. Con lui viaggiavano tre coetanei. Domani sarà conferito l’incarico per l’autopsia, che sarà eseguito all’istituto di medicina legale di Firenze.

“Oltre al dolore e allo sconcerto di assistere da membri di una comunità alla morte di un giovane uomo, come parti sociali ci interroghiamo su quanto occorra fare per tutelare i nostri lavoratori, perché se anche in tutto il Paese si arrivasse a contare una sola morte sul lavoro, sarebbe comunque troppo”. Così in merito alla morte del giovane rider fiorentino il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.

“Tutti i lavori comportano dei rischi ed è per questo che bisogna investire nella prevenzione, spendendo per la sicurezza dei lavoratori le migliori competenze e risorse, lavorando seriamente e con continuità – aggiunge in una nota -. Il protocollo d’intesa promosso dall’assessorato al lavoro del Comune di Firenze e sottoscritto lo scorso aprile anche da Confcommercio è stato un primo passo per mettere ordine nel settore dei rider a livello locale, in attesa di normative nazionali e comunitarie che riescano ad inquadrarlo”.

Per Aldo Cursano, presidente della Confcommercio e della Fipe toscana, ristoratore, per “i cosiddetti ‘riders’ da tempo invochiamo una regolamentazione della loro attività che non può che essere disciplinata da un contratto collettivo nazionale di lavoro, al di là del quale c’è solo improvvisazione, scarsa tutela e, come purtroppo abbiamo dovuto constatare, rischi per la salute di chi lavora. Per questo ogni componente del sistema deve farsi carico del problema e assumersi il suo pezzetto di responsabilità. Noi come operatori della somministrazione per primi, ma anche e soprattutto le strutture che gestiscono il delivery, che si prendono una bella fetta del business trattenendosi fino al 35% di quanto corrisposto per ogni singola consegna. Ma anche il consumatore deve farsi carico in parte di questo servizio. Bisogna accettare di sopportare un piccolo costo in più da destinare totalmente a chi effettua la consegna, in modo da rendere più remunerativa e meno frenetica quell’attività. È un’esigenza etica ed economica al tempo stesso”.

In Toscana negozi e ristoranti a luci spente per caro-bollette

E’ prevista per domani, mercoledì 31 agosto 2022, l’iniziativa di protesta che porterà i negozi e i pubblici esercizi di tutta la Toscana a spegnere le luci delle proprie attività per un quarto d’ora, a partire da mezzogiorno, per denunciare l’insostenibilità degli aumenti dei costi energetici.

A coordinare sul territorio la protesta, lanciata a livello nazionale da Confcommercio in collaborazione con Federdistribuzione, ANCD-Conad e ANCC-Coop, è Confcommercio Toscana.  “Lo spegnimento delle luci è fissato in concomitanza con la conferenza stampa nazionale in cui la nostra confederazione, ancora una volta, ribadirà l’emergenza che stanno vivendo tutte le imprese italiane e con loro le famiglie”, spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.

“Si tratta ovviamente di un gesto simbolico, come quello di esporre le bollette in vetrina che abbiamo fatto partire da Firenze e subito diffuso in tutta Italia”, aggiunge il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano. “L’obiettivo è sempre portare all’attenzione della politica e delle istituzioni il tema del caro-energia, un’emergenza che rischia di travolgere il nostro sistema economico”.

Dall’analisi previsionale di Confcommercio Toscana, nella regione sarebbero a rischio chiusura entro sei mesi almeno 11 mila imprese del terziario, per un totale di oltre 27mila occupati che resterebbero senza lavoro.

“Non c’è più tempo da perdere. C’è bisogno di risposte immediate e concrete per arginare la crescita inarrestabile del costo dell’energia e per aiutare gli imprenditori ad affrontare questa nuova terribile sfida”, ribadisce il direttore di Confcommercio Toscana Marinoni. “Le imprese non riescono più a pagare bollette dagli importi triplicati o addirittura quadruplicati. Non possono riuscirci, se al contempo vogliono continuare a pagare tutti gli altri oneri, dall’affitto ai fornitori e ai lavoratori”.

“La conferenza stampa di domani a Roma – conclude il presidente Cursano – sarà l’occasione per sottoporre alla politica e alle istituzioni richieste e proposte fattive per uscire da questa situazione, che minaccia di spazzare via tantissime imprese del terziario di mercato, dei servizi e della distribuzione moderna, arrivando ad esiti tragici a cui neppure una pandemia mondiale era riuscita ad arrivare…”.

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