Toscana Sud Est: assunti altri 320 infermieri e Oss

Nella Asl Toscana sud est sono state deliberate altre 320 assunzioni di infermieri e 160 di operatori socio sanitari, tutti con contratto a tempo indeterminato. Numeri che vanno a rafforzare le decisioni prese a febbraio.

Il raggiungimento dell’accordo per le assunzioni massicce in sanità, per la Asl Toscana sud est, in questo caso, è solo uno dei grandi impegni sindacali portati avanti dalla Funzione Pubblica della Cgil di Arezzo. La notizia è rafforzata dal fatto che le chiamate per questi inserimenti lavorativi sono già cominciate e un ulteriore accordo sindacale con la Regione e le associazioni di categoria ha permesso di ottenere la rinuncia al preavviso.

Un accordo non affatto scontato, ma che dà il senso della responsabilità che ogni componente sociale deve sentire in questo momento. Case di riposo e altre strutture socio sanitarie, ad esempio, che vedranno chiamati i loro collaboratori per l’assunzione presso la Asl Toscana Sud Est non dovranno chiedere loro di restare il tempo del preavviso, ma dovranno liberare le risorse umane per poter rafforzare più velocemente la sanità pubblica impegnata sul fronte del contrasto al coronavirus.

“Siamo consapevoli del momento che stiamo vivendo, ma anche soddisfatti dei numeri ottenuti, un innesto importante che darà i suoi frutti anche dopo che questa bufera sanitaria sarà passata”, commenta Gian Maria Acciai, segretario Fp Cgil di Arezzo. Ma non bastano le assunzioni: per supportare il personale sanitario, sostiene il sindacato Fp Cgil, servono sempre nuove dotazioni di mascherine. Dai sindacati parte l’appello al tessuto economico, e imprenditoriale alle associazioni d’impresa e agli artigiani che usano e hanno scorte di mascherine Fpp2 o superiori, affinché le mettano a disposizione. “Sappiamo che soprattutto nel comparto orafo questo tipo di presidi di sicurezza sono comunemente usate – conclude Acciai – se qualche imprenditore avesse scorte che può mettere a disposizione si faccia avanti e la Asl recepisca queste eventuali dotazioni per il personale impiegato negli ospedali”.

Coronavirus, calano contagi tra Arezzo, Siena e Grosseto: 6 nuovi positivi (ieri erano 14)

Sono sei i casi positivi al coronavirus registrati da ieri a oggi tra le province di Arezzo, Siena e Grosseto. Lo rende noto la Asl Toscana Sud Est a cui fanno riferimento le tre province. Ieri, alla stessa ora, si erano registrati 14 casi di positività. 

Tra i nuovi casi uno è ad Arezzo – una donna di 61 anni -, due sono a Grosseto – un 79enne e un 33enne, entrambi a casa in sorveglianza attiva domiciliare -, tre in provincia di Siena: si tratta di una 72enne e di una 22enne di Chiusi, tutte e due in sorveglianza attiva domiciliare e un uomo di 62 anni di Poggibonsi, anche lui in sorveglianza attiva domiciliare

Intanto, un allievo agente di polizia penitenziaria in tirocinio a Sollicciano è risultato positivo al coronavirus”. E’ quanto fa sapere il direttore del carcere fiorentino, Fabio Prestopino. “L’episodio risale a ieri sera – afferma – non appena ha avuto febbre è stato messo in isolamento e non ha incontrato più nessuno”.
“Ora – precisa – attendiamo indicazioni dalle autorità sanitarie”. Stamani Prestopino ha incontrato una rappresentanza dei detenuti per comunicare la notizia. “Si è parlato tranquillamente – precisa -, per cui non sono certo che sia stato questo il motivo della protesta di oggi”. Stamani alcuni detenuti hanno bruciato alcuni oggetti all’interno del carcere, ma la protesta è poi rientrata.

Secondo quanto spiegato inoltre dal direttore del carcere, l’allievo non aveva incarichi operativi ma di osservazione. Incarichi che avrebbe svolto in varie sezioni pertanto, si evidenzia, diventa molto difficile ricostruire se abbia avuto eventuali contatti ravvicinati coi detenuti.
“Abbiamo dato la notizia ai detenuti insieme ai dirigenti della sanità penitenziaria – spiega Prestopino – in modo da fornire rassicurazioni”.
Questa mattina nel carcere è scoppiata una protesta, poi contenuta senza che nessuna persona rimanesse ferita, che ha coinvolto quattro degli otto passeggi del reparto giudiziario, dove alcuni detenuti hanno bruciato lenzuola, sedie e tavoli in resina. Infine, non è chiaro, spiega il direttore di Sollicciano, se l’episodio sia scaturito per la diffusione della notizia della positività dell’allievo agente.

Si chiama ‘C siamo’ ed è il gruppo aperto su Facebook dalla Asl Toscana Sud Est per coloro che sono in isolamento a causa del coronavirus. Nello spazio potranno esser chiesti chiarimenti a medici e professionisti della sanità.
“L’azienda sanitaria in collaborazione con il Comitato di partecipazione, ha deciso direttamente sulla sua pagina Facebook, per le persone in isolamento domiciliare sul territorio della Ausl Toscana sud est, di dare la possibilità di iscriversi al gruppo chiuso C Siamo – spiega la Asl -. Da qui si potranno rivolgere domande, esporre perplessità e curiosità direttamente a professionisti aziendali che si sono messi a disposizione volontariamente (esperti della prevenzione, infettivologi, psicologi, psicoterapeuti)”.

“Registriamo una media di 25 casi positivi al giorno sul territorio di nostra competenza”. Lo ha detto il direttore generale dell’Asl Toscana Nord ovest, Maria Letizia Casani, nel corso di una conferenza stampa in diretta facebook.
La manager ha anche sottolineato che “i medici di base e di medicina generale devono fare i conti con la grave carenza dei dispositivi di protezione che esiste a livello nazionale, anche perché l’industria non era preparata a un’emergenza così grande e improvvisa, e dunque l’approvvigionamento delle forniture va a rilento”. “E’ anche per questo – ha concluso – che nei nostri ospedali forniamo le mascherine, i guanti e gli altri dispositivi di sicurezza con molta parsimonia. Ai medici di medicina generale è stata data una prima fornitura minima che sicuramente è insufficiente. Per casi di emergenza possono andare a prenderli nei pronto soccorso, ma sono consapevole che devono essere supportati in questa richiesta”

Chiusa cucina mensa nel Pisano: igiene scarsa e presenza blatte

E’ stato chiuso un centro cottura dopo l’ispezione dei Nas di Livorno. Gli agenti hanno trovato blatte morte, materiale non pertinente all’attività e complessiva scarsità di igiene del laboratorio di preparazione degli alimenti. Disposto anche la chiusura di un’altra struttura di preparazione e somministrazione alimenti per diete speciali, in un centro cottura per la refezione scolastica.

I provvedimenti sono stati presi dopo le ispezioni dei carabinieri del Nas che hanno accertato numerose irregolarità. I Nas di Livorno, insieme agli ispettori dell’Asl Toscana Nord Ovest, ha sospeso l’attività di ristorazione collettiva del centro di cottura di una mensa che rifornisce di pasti nove istituti scolastici della provincia di Pisa. Sono state trovate blatte morte ma anche materiale non pertinente all’attività rendendo precaria la condizione igienica del locale. Lo rende noto il sito del Ministero della Salute.
Sospeso dall’Asl Toscana Sud-Est, su richiesta del Nas di Firenze, un centro cottura per la refezione scolastica che si occupava della preparazione e della somministrazione di alimenti per diete speciali. Durante un’ispezione i militari avrebbero “riscontrato la mancata attuazione delle procedure Haccp relativamente alle modalità operative di preparazione delle ‘diete speciali’, poiché svolta contemporaneamente alla preparazione dei pasti convenzionali, con conseguente rischio per la sicurezza alimentare. Presenti inoltre carenze igienico sanitarie/strutturali  come scaffalature con presenza di ruggine e guarnizioni frigoriferi sporche e parzialmente rotte. Omessa inoltre l’indicazione degli allergeni sui menù esposti nella zona aperta al pubblico adibita a self-service.

Asl Toscana Sud-est organizza incontri su prevenzione infezioni

L’Asl Toscana sud-est organizzerà incontri con sindaci, operatori, strutture convenzionate come case di cura e Rsa, e cittadini, per dare tutte le informazioni necessarie nella prevenzione delle infezioni, compreso il New Delhi. Gli incontri dell’Asl Toscana sud-est saranno organizzati nonostante nel territorio si registri quasi il 100% dei risultati negativi al batterio. 

In una nota, il direttore generale dell’Asl Antonio D’Urso spiega che: “Stiamo lavorando con la massima attenzione per sensibilizzare operatori e comunità sulle buone norme per la prevenzione ed il contenimento delle infezioni, su cui la Regione Toscana sta già operando da qualche anno. E’ importante sapere che ci sono soggetti colonizzati che non sanno di esserlo e che comunque sono da considerarsi persone sane”.
“Nel caso in cui però, queste stesse persone abbiano delle malattie che compromettono il sistema immunitario, è possibile lo sviluppo di infezioni resistenti ai trattamenti coi farmaci. Chiediamo quindi la massima collaborazione di tutti per trasformare questa circostanza in un’opportunità”, sottolinea D’Urso.
Come spiega l’Asl la questione centrale non è il batterio New Delhi in sè, ma le infezioni. Sono situazioni che necessitano dunque di grande attenzione e accorgimenti che siano attuati tra i cittadini ma anche tra gli operatori sanitari. Proprio il lavaggio delle mani è l’accorgimento più efficace contro le infezioni. “E’ stata adottato una procedura aziendale ad hoc dedicata a diagnosi, sorveglianza e controllo di eventuali infezioni”, ha ricordato l’Asl.
Dal 15 settembre la Regione Toscana ha predisposto lo screening per tutti coloro che sono ricovererati in ospedale. “Nessun allarmismo ma la soglia di attenzione non può scendere da parte di nessuno se si considera che l’Italia risulta essere, in ambito Ue, uno dei Paesi con il più elevato consumo di antibiotici e con preoccupanti livelli di resistenza”, conclude l’Asl.

Elisoccorso: da Regione Toscana stanziati 18 mln nel 2019

Ammontano a 18,3 milioni di euro destinate dalla Regione per lo svolgimento del servizio di elisoccorso nel 2019: lo stabilisce una delibera approvata nel corso dell’ultima seduta della Giunta toscana, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi.

Il finanziamento complessivo, spiega una nota, sarà così ripartito: 6,7 milioni per l’azienda sanitaria Toscana nord ovest (dove opera l’apparecchio Pegaso 3), 7,5 milioni per la Toscana sud est (Pegaso 2) e 4,1 milioni alla Asl Toscana centro, dove è in servizio il Pegaso 1 (Firenze). Gli elicotteri Pegaso 2 e 3 svolgono anche servizio di elisoccorso notturno mentre il Pegaso 1 solo diurno.

Nel 2018 gli elicotteri Pegaso hanno effettuato 2.541 missioni di soccorso sanitario (Hems) che hanno garantito il trasporto del paziente direttamente dal luogo dell’evento all’ospedale; nel 2017 le missioni erano state 2.170, nel 2016, 2.056.

“Il servizio di elisoccorso è prezioso perché consente di prestare assistenza in tempi rapidi in ogni lembo della Toscana, sulle isole e nei luoghi più difficilmente raggiungibili dalle ambulanze – sottolinea l’assessore Stefania Saccardi – In questi anni abbiamo cercato sempre di migliorarlo, rafforzarlo e renderlo più efficiente. Dal novembre 2017, per esempio, sul Pegaso 2 che vola da Grosseto, è in funzione la tecnologia Nvg, che consente di aumentare la qualità e la sicurezza del volo notturno”.

La tecnologia Nvg (Night vision goggles) consiste in visori a intensificazione di luce, che consentono ai piloti una visione migliore durante il volo notturno. Nel 2018, il Pegaso 2 di Grosseto ha svolto 254 missioni notturne, 51 delle quali sono state portate a termine solo grazie all’ausilio dei visori notturni.

Funghi, Arezzo: primi sei intossicati, aprono sportelli micologici

Asl aprirà preventivamente gli sportelli micologici in provincia di Arezzo, visti i primi casi d’intossicazione. Gli eventi meteorologici eccezionali delle scorse settimane hanno portato ad una straordinaria e abbondante fioritura di funghi nei boschi.

Per dare una risposta alle numerose richieste, spiega una nota, la Asl Toscana sud est – Area Aretina, tramite i tecnici della prevenzione con qualifica di micologo, ha già riaperto gli sportelli dell’Ispettorato Micologico dell’ospedale San Donato e delle zone, per offrire gratuitamente il servizio di identificazione delle specie fungine, al fine di verificarne la commestibilità. Il servizio sarà garantito gratuitamente fino al 20 dicembre 2019, salvo il protrarsi della stagione favorevole alla nascita dei funghi.

Nel 2018 sono stati 14 gli intossicati nella sola provincia di Arezzo e 318 persone che sono affluite agli sportelli micologici. Anche quest’anno si sono registrati, sabato scorso 17 agosto, i primi 6 intossicati da funghi, tutti adulti di una stessa famiglia, che si sono presentati al pronto soccorso dell’ospedale di Sansepolcro (Arezzo). Su richiesta del medico è intervenuto il micologo della zona Valtiberina il quale, dalle indicazioni ricevute sui sintomi dei pazienti, dai loro racconti sui quantitativi consumati nei giorni precedenti e dalle fotografie presentate, ha indicato come causa la quantità eccessiva di funghi consumati.

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