Liliana Segre: l’ultimo discorso pubblico arriva nelle scuole toscane

Liliana Segre: le sue  parole e il suo messaggio arrivano nelle scuole della Toscana con il discorso pronunciato in occasione dell’ultima testimonianza pubblica resa a ottobre alla Cittadella della Pace di Rondine. Il progetto è sostenuto da Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno, in collaborazione con Rondine Cittadella della Pace.

L’annuncio oggi alla presenza dell’assessora regionale all’Istruzione Alessandra Nardini e nell’ambito delle iniziative di avvicinamento alla Giornata della Memoria del prossimo 27 gennaio. sentiamo Massimo Favilli – Direttore Comunicazione e Politiche Sociali Unicoop Tirreno che condanna quanto accaduto ieri durante un evento on line organizzato dalla Coop in cui il giornalista Marco Botti è stato oggetto di minacce nazifasciste.

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Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, gli alunni delle scuole toscane avranno la possibilità di vedere ed ascoltare la testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre resa nell’ultima occasione pubblica lo scorso 9 ottobre alla Cittadella della Pace di Rondine (Arezzo). L’evento si proponeva di chiudere la lunga serie di incontri che la senatrice a vita ha fatto negli scorsi anni nelle scuole di tutto il Paese. Così, ad ottobre, Segre ha deciso di affidare il suo messaggio di vita e di pace ai giovani, perché lo diffondessero.

Ora per il Giorno della Memoria 2021 la testimonianza della senatrice a vita diventa una chiavetta usb che in questi giorni viene recapitata alle scuole toscane, per essere utilizzata il 27 gennaio, ma soprattutto perché resti, come storia di vita da custodire, leggere e accogliere in ogni classe. L’iniziativa – presentata in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze, Alessandra Nardini, assessora regionale alla ricerca ed istruzione Regione Toscana, Massimo Favilli, direttore Soci e Comunicazione Unicoop Tirreno e Franco Vaccari, fondatore e presidente Rondine – è sostenuta da Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno, in collaborazione con Rondine Cittadella della Pace, per dare la massima diffusione al racconto dell’esperienza della Shoah fatto da Liliana Segre, un segnale importante di quanto sia vitale far conoscere anche ai più giovani cosa è stato l’Olocausto.

Il video è già disponibile online – e da domani anche al link https://cittadinanzaconsapevole.it/ – , ma l’iniziativa La Memoria che diventa futuro vuole fornire anche un supporto tangibile delle parole pronunciate da Segre che hanno già fatto riflettere migliaia di studenti.

Ecco alcuni estratti del racconto di Liliana Segre, allora bambina e poi ragazzina, costretta a crescere troppo in fretta dalla malvagità umana.

L’espulsione dalla scuola

Avevo la mia vita, la mia piccola vita, quella piccola vita interrotta, che in un giorno di settembre del 1938 mi ha fatto diventare l’altra. Lo sono diventata il giorno in cui, a 8 anni, non sono potuta più andare a scuola. Ci sono quei momenti nella vita in cui ti puoi ricordare un colore, una situazione. Io ero a tavola con mio papà, i miei nonni e mi dissero: «Tu non puoi più andare a scuola quest’anno».

Dovevo fare la terza elementare ed ero una alunna qualunque, una ragazzina discreta, non particolarmente brava, ma mi piaceva molto andare a scuola, ero figlia unica senza la mamma, non avevo fratellini, cuginetti con cui giocare, quindi andavo a scuola molto volentieri. Così chiesi: «Perché non posso più andare a scuola?». «Sei stata espulsa». Ora, tutti i ragazzi di tutte le scuole sanno cosa vuol dire essere espulsi.

Io chiesi subito: «Perché, perché, perché?» visto che non mi si poteva dire: «Perché sei stata maleducata, perché hai fatto una cosa gravissima». Ecco, io mi ricordo come un flash proprio questi minuti e gli sguardi di coloro che mi amavano e che mi dovevano dire che io ero stata espulsa «perché siamo ebrei e ci sono delle nuove leggi, per cui gli ebrei non possono più fare questo… questo… questo… questo».

Se uno di voi un giorno che non sa cosa fare e avrà voglia di leggere a fondo che cosa sono state le leggi razziali fasciste, in effetti troverà che una delle cose più crudeli fu quella di far sentire i bambini invisibili.

La scelta di un attimo

Mi camminava vicino il comandante dell’ultimo campo. Era un uomo alto, elegante: si mise in mutande (…), buttò via la divisa, buttò via la pistola. Era per terra la sua pistola. Io non ero quella che sono oggi, mi ero nutrita di odio e di vendetta. Lasciando la mano sacra di mio padre, giorno dopo giorno, ero diventata un’altra, quella che loro volevano che io diventassi: un essere insensibile che sognava odio e vendetta. Pensai: io adesso raccolgo questa pistola, che avevo tanto visto usare, e gli sparo, perché mi sembrava proprio il giusto finale di quel periodo incredibile di cui ero stata testimone.

Quel giorno fu un attimo, un attimo importantissimo, decisivo nella mia vita: perché ho capito che mai per nessun motivo al mondo io avrei potuto uccidere qualcunoChe non ero come il mio assassinoNon ho raccolto quella pistola e in quel momento sono diventata quella donna libera e quella donna di pace con cui ho convissuto fino ad adesso.

Crisi Governo, Nardini: “Renzi vuole prosciugare PD

Lo ha detto Alessandra Nardini, assessore della Regione Toscana, componente della direzione e dell’assemblea nazionale Pd, e responsabile del dipartimento nazionale su disuguaglianze e povertà del partito.

“Questa crisi politica, che ha avuto tempistiche e ragioni ben distanti dai bisogni delle
persone, è stata aperta unilateralmente e credo faccia parte di un disegno che il senatore Renzi ha più volte esplicitato: prosciugare elettoralmente il Pd”. Così Alessandra Nardini,
assessore della Regione Toscana, componente della direzione e dell’assemblea nazionale Pd, e responsabile del dipartimento nazionale su disuguaglianze e povertà del partito.

“Oltre a questo penso ci sia la volontà di impedire che si stabilizzi il bipolarismo centrosinistra-centrodestra – aggiunge Nardini in una nota – indebolendo, se non facendo proprio saltare, l’alleanza di governo che si è andata replicando anche in alcuni territori, dove ce ne sono state le condizioni. A queste motivazioni si aggiunge l’obiettivo di indebolire la figura di Conte per provare a tornare in qualche modo determinante nello scenario politico e nel centrosinistra”.

Per Nardini, “il Paese, invece, ha bisogno di stabilità, di guida e di visione e credo che questo non si possa garantire insieme a chi si è dimostrato inaffidabile”. “Ecco perché – dice ancora -penso che quanto espresso chiaramente dal segretario Zingaretti e dal vicesegretario Orlando sia giusto: non si sta parlando di reagire o meno all’atto grave di Renzi, si sta parlando di cosa serve al Paese.

Le elezioni sono l’ultima cosa di cui avremmo bisogno adesso ma non faremmo certo il bene del Paese accettando qualunque cosa: no ad un Governo con la destra sovranista e
nazionalista”. “Se un Governo guidato da Conte non trovasse i numeri in Parlamento – conclude – per garantire stabilità alla propria azione, cosa che non mi auguro assolutamente, le elezioni saranno inevitabili, e la responsabilità di tutto questo chiarissima”.

Memoria: incursione nazifascista contro un giornalista, condanna di Giani, Nardini e Unicoop

Solidarietà del presidente Eugenio Giani e dell’assessora alla memoria Alessandra Nardini al giornalista Marco Botti, per le minacce e gli insulti di stampo nazifascista subiti sabato 23 gennaio, durante la ‘passeggiata virtuale’ nei luoghi dell’antica comunità ebraica aretina.

Un appuntamento legato alla Giornata della Memoria e organizzato da Unicoop Firenze, ringraziata da entrambi per l’iniziativa.

“Esprimo solidarietà a nome mio personale e dell’intera comunità toscana che rappresento a Marco Botti – dichiara Giani -. Ogni iniziativa che ricordi l’orrore nazifascista dei campi di sterminio è meritevole, giacchè solo la memoria può salvarci da ogni tentativo di violenza, dandoci il coraggio e la forza di reagire sempre, anche in nome dell’amore e del rispetto per chi non c’è più, caduto vittima di persecuzioni di regime”. Giani conclude “la ferma condanna e l’augurio che siano presto identificati i responsabili” e l’apprezzamento per Unicoop Firenze.

“Voglio esprimere anch’io solidarietà a Marco Botti e ringraziare la sezione soci Arezzo di Unicoop Firenze per aver organizzato questa importante passeggiata virtuale – afferma Nardini -. Coltivare e preservare la Memoria è l’anticorpo, per usare un linguaggio che ben si adatta al momento, più potente che abbiamo contro i pericolosi e squallidi rigurgiti nazifascisti. Conoscere ciò che è stato, le pagine più buie e vergognose della storia, per impedire che possa accadere di nuovo. Questo è l’impegno che come Regione Toscana continueremo a portare avanti con ancora maggiore determinazione”.

Una dura condanna per quanto accaduto ieri in occasione dell’iniziativa promossa dalla sezione soci Coop di Arezzo per il Giorno della Memoria 2021 viene espressa da Unicoop Firenze.

La cooperativa esprime massima solidarietà a Botti e stigmatizza fortemente la vicenda: “Eventi come questi ci fanno capire ancora di più quanto sia importante portare avanti iniziative sulla Memoria, approfondiremo quanto successo e non ci fermiamo davanti a questi episodi di violenza. Mai come adesso ricordare il passato è necessario per evitare che fenomeni simili riaccadano in futuro”.

Ai numerosi messaggi di solidarietà  verso Marco Botti sui social è arrivato anche il messaggio di Enrico Fink presidente della Comunità Ebraica di Firenze. “Gli attacchi odierni all’iniziativa della sezione soci di Unicoop Arezzo per il Giorno della Memoria, con le ingiurie e le minacce al giornalista Marco Botti, sono un ennesimo esempio di infamia, vigliaccheria e stupidità. Infamia perché gettano fango sugli sforzi di chi lavora sui temi della memoria storica, dimostrando quanto lavoro ancora ci sia da fare per far crescere la coscienza civile delle nostre città, in cui incredibilmente c’è chi continua a non sopportare una riflessione sugli orrori del passato senza sentire la necessità di reagire con l’arma dell’insulto. Vigliaccheria perché si nascondono dietro l’anonimato dell’attacco online; e stupidità perché sopravvalutano quel medesimo anonimato, credendosi al riparo da ripercussioni. Ci auguriamo invece che le forze dell’ordine, come accade ormai di frequente, sappiano individuare e punire i responsabili. Come presidente della Comunità Ebraica di Firenze, alla quale appartiene anche la circoscrizione di Arezzo, ma anche come persona che da anni frequenta Arezzo e ne conosce le energie migliori, energie di inclusione, accoglienza, valorizzazione delle diversità, esprimo la massima solidarietà agli organizzatori dell’evento”

 

Treno della memoria: iniziativa ‘virtuale’ porterà il 27 gennaio giovani toscani ad Auschwitz

Il treno della memoria diventa virtuale. Il 27 gennaio, giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, si terrà un evento on line con le scuole dedicato alla giornata della memoria.

Il treno della memoria carico di cinquecento studenti e studentesse e diretto ad Auschwitz sarebbe dovuto partire tra pochi giorni, come ogni anno dispari a fine gennaio.  Non accadrà, per motivi legati all’emergenza sanitaria in corso.

La Toscana intende però ricordare anche quest’anno, con i giovani e i testimoni sopravvissuti,  l’inferno patito nei campi di sterminio tedeschi e le violenze subite da nazisti e fascisti: perché la memoria è come un vaccino, che ha bisogno di richiami frequenti. Lo farà nel corso di un evento con le scuole on line, il 27 gennaio, giorno della memoria, giorno in cui nel 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.

Sono passati venti anni da quando tutto ha avuto inizio. E’ del 2000 infatti la legge del Parlamento italiano con cui il Giorno della Memoria fu istituito. Nel 2001 fu celebrato la prima volta: per ricordare lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti, le leggi razziali italiane e la persecuzione italiana, ma anche tutte le altre vittime finite nell’inferno dei lager e della deportazione  e pure chi, a rischio della vita, provò a salvarle. E l’anno immediatamente successivo, nel 2002, da Firenze si mise in moto il primo ‘treno della memoria’ carico di ragazzi.  Un viaggio nella storia e nella memoria per salvaguardare il presente e il futuro da nuovi tragici errori.

Con il treno la Toscana ha fatto da apripista tra le Regioni: undici convogli partiti fino al 2019 (anzi dodici, perché nel 2005 sono stati ben due), oltre settemila studenti complessivamente saliti a bordo. Fino al 2005 quel treno si è messo in moto ogni anno, poi la frequenza è diventata biennale, intervallata negli anni pari da un meeting con più di ottomila studenti di nuovo delle scuole superiori e da tutta la regione riuniti in un palazzo delle sport a Firenze, occasione ambedue di dialogo e confronto con testimoni e sopravvissuti. Lo stesso spirito anima l’iniziativa di quest’anno, che si svolgerà on line, in collegamento in streaming dal Teatro della Compagnia di Firenze con le scuole della Toscana.

L’appuntamento è alle 9.30 di mercoledì 27 gennaio. Si parte, come è consuetudine, in musica: con Enrico Fink, l’Orchestra Multietnica di Arezzo e Alexian Group, note ebree che si fondono ad arie zigane nel racconto di due popoli di due popoli che i nazisti volevano sterminare. Sul palco Ugo Caffaz, che è un po’ l’anima da sempre del Treno della memoria toscano e colui che l’ha di fatto inventato, consulente della Regione  riconfermato per le politiche sulla memoria, introdurrà quindi l’assessora Alessandra Nardini e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. Una testimonianza  raccolta in una videointervista in questi giorni di Enrico Pieri, superstite alla strage toscana nazi-fascista di Sant’Anna di Stazzema, farà da prologo. Ad un video lungo venti minuti (e simbolicamente quasi venti anni) – Firenze- Auschwitz andata e ritorno  – sarà affidato il compito di provare a trasmettere l’atmosfera che sul treno, quello vero, ogni volta si respira, dove si sale con uno stato d’animo e immancabilmente si torna con un altro, scossi ma cresciuti, i giovani come i grandi. Un viaggio dove niente è improvvisato, denso di parole ed emozioni dal primo all’ultimo minuto, preparato con lezioni di approfondimento in estate con i professori e poi da settembre a gennaio a scuola, in classe con ragazze e ragazzi. Un lavoro che non è mancato neppure quest’anno.

Quindi sarà la volta dei testimoni e sopravvissuti, intervistati e introdotti da Camilla Brunelli e da Luca Bravi del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, che dal 2009 il treno l’organizza. Farà sentire la sua voce Vera Vigevani Jarach, lei che ben due tragedie del Novecento ha vissuto: la persecuzione contro gli ebrei di nazisti e fascisti (il nonno finito nel fumo di un camino ad Auschwitz, la sua famiglia la discriminazione delle leggi razziali)  e poi, fuggita in Argentina, la scomparsa della figlia ‘desaparecida’ nel 1976, vittima di un’altra dittatura.  Ci sarà Kitty Braun, fiumana ‘adottata’ da Firenze all’indomani della Seconda guerra mondiale, deportata con la mamma ed il fratellino, ad appena nove anni, cinque mesi a Ravensbruck e Bergen Belsen, piccola e già grande a raccontare fiabe ogni giorno agli altri bambini del lager. Ci saranno, immancabili negli appuntamenti della memoria della Toscana,  Andra e Tatiana Bucci, cugine di Kitty, sorelline scambiate per gemelle e per questo sopravvissute alla selezione iniziale di Birkenau ma scampate poi anche  agli esperimenti di Mengele, quattro e sei anni quando finirono in quell’inferno.  Ci saranno, nel video sul treno, anche le parole e i volti di chi non c’è più ma che per tanti anni ha raccontato con generosità ai ragazzi la propria storia di attivisti perseguitati, partigiani e soldati che dissero no alla Repubblica di Salò: Vera Michelin Salomon,  Marcello Martini, Antonio Ceseri.

Durante l’evento in streaming saranno presentati anche dei lavori più interessanti realizzati in questi mesi, in classe, dagli studenti delle scuole superiori toscane.  Quindi, a far le conclusioni, sarà il presidente della Toscana Eugenio Giani, per poi, attorno alle 12.30, chiuderà di nuovi in musica.

L’iniziativa del 27 gennaio, in quanto rivolta ai giovani, si inserisce nell’ambito di Giovanisì, progetto speciale della Regione e contenitore di tanti interventi per la crescita e l’autonomia delle nuove generazioni. Lo stesso giorno, in occasione del Giorno della Memoria,  si svolgerà a Firenze anche la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana. Dal 25 gennaio al 3 febbraio, on demand e gratuitamente on line su una piattaforma digitale dedicata, www.mymovies.it/live/piucompagnia/. il cinema teatro “La Compagnia” proporrà inoltre nove titoli ed altrettanti percorsi per raccontare quello che è stato uno dei momenti più bui della storia del Novecento. I film saranno introdotto da Flavio Tuliozzi, studioso di storia del cinema.  Tra le nove proposte ci sono veri e propri documenti storici – come il discorso di Mussolini a Trieste nel 1938 sul ‘prestigio dell’impero” e sulla necessità di “ una chiara e severa coscienza razziale’ oppure film di propaganda antisemita come “Suss l’Ebreo” di Veit Harlan del 1940. Ma ci sono anche produzioni e documentari recentissimi:  “Il figlio di Saul” (2015) di Lazlo Nemes, “La primavera di Christine” (2016) di Mirjam  Unger, “A German life (2017) di Christian Krones ed altri, “You only die twice” (2018) dell’israeliano Yair Lev, “I bambini di Rue Saint-Maur 209 (2018) di Ruth Zylberman, “Quello che conta” (2020) di Sofia Vettori  e “Se questo è amore” (2020) di Maya Sarfaty.

Altre iniziative sulla memoria, il cui programma sarà pubblicato sul sito della Regione Toscana (https://www.regione.toscana.it/-/giornodellamemoria2021), animeranno il 27 gennaio e nei giorni seguenti, oltre a Firenze, altri paesi e città della regione: compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, molte on line.  Il 27 gennaio riaprirà a Prato anche il Museo della Deportazione e della Resistenza, vero archivio della memoria coltivata ogni giorno, con due visite guidate in programma nella giornata.

Azzolina a Firenze: “la scuola è ambiente controllato, studenti ci vadano”

Lucia Azzolina, la ministra dell’Istruzione ha incontrato a Firenze il governatore Giani. “Ringrazio il presidente per aver messo la scuola al centro delle scelte politiche”

“La scuola non è solo apprendimento, la scuola è vita”, e “se gli studenti comunque escono di casa, e lo sappiamo benissimo, tanto vale che vadano in un ambiente controllato come la scuola perché tutta la comunità scolastica ha lavorato perché lo sia”.

Lo ha detto Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, che oggi a Firenze ha incontrato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Ringrazio il presidente Giani che ha messo la scuola al centro delle sue scelte politiche”, ha affermato, lodando la scelta della Toscana di riaprire le scuole superiori col 50% in presenza dallo scorso 11 gennaio. “Credo che la Toscana – ha aggiunto Azzolina – abbia fatto un grandissimo lavoro, e credo che la comunità, non solo quella scolastica, ma anche le famiglie possano essere orgogliose del lavoro fatto: si può fare”. Alla conferenza stampa erano presenti anche l’Assessora all’Educazione e al Welfare del Comune di Firenze Sara Funaro e l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini.

“Sono dieci giorni” che in Toscana sono ripartite le scuole superiori col 50% in presenza e “se ci fosse stato un effettivo pregiudizio” sulla curva dei contagi Covid “come molti in altre realtà dicono, il sussulto lo avremmo cominciato a vedere, e invece non lo abbiamo visto”. Lo ha affermato Eugenio Giani, durante la conferenza stampa con la ministra Azzolina. “Vuol dire – ha proseguito il governatore – che nel momento in cui viene gestito bene il valore dell’istruzione, vale la pena fare scelte coraggiose come pensiamo di aver fatto noi”. Giani ha sottolineato che “se andate a vedere le curve dei contagi, l’altra settimana avevamo 2.901 contagi in tutta la Toscana, un dato così basso per ritrovarlo bisogna riandare all’11 ottobre. In questa settimana, dopo quattro giorni, oggi ci sono 503 contagi, due giorni fa 241, ieri 434. Siamo in linea assoluta, forse qualcosa di meno rispetto all’altra settimana”.

“Io credo – ha proseguito la ministra Azzolina – che la Toscana abbia fatto un grandissimo lavoro e che tutta la comunità, non solo quella scolastica, possa essere orgogliosa. Nel momento in cui c’è la buona volontà, da parte di tutte le istituzioni – perché la scuola ha una governance molto complessa – e se si lavora tutti insieme per un obiettivo, i risultati si ottengono. È ovvio che bisogna essere sempre molto prudenti, perché viviamo all’interno di una pandemia. Bisogna avere un grandissimo senso della responsabilità. Però se le regole si rispettano, se ci si organizza, come è stato fatto, per evitare gli assembramenti, per avere delle corse in più con i mezzi di trasporto, sensibilizzando i nostri studenti e le nostre studentesse al massimo rispetto delle regole, il diritto all’istruzione può essere contemperato bilanciandolo con il diritto alla salute

Dopo la conferenza stampa la ministra Azzolina è andata agli Uffizi per una visita a sorpresa durante riapertura degli Uffizi a Firenze, nella Toscana zona gialla (in cui possono riaprire i musei). La ministra è poi stata accompagnata dallo stesso Giani a visitare la Galleria. Qui Azzolina ha visitato alcune sale soffermandosi in particolare in quella Botticelli di fronte al dipinto che raffigura la Nascita di Venere e la Primavera, affiancata anche dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt.

La visita della ministra si concluderà con una visita all’ISIS “Gobetti-Volta” di Bagno a Ripoli.

 

 

Tirocini e praticantati sospesi, nuovo bando dal 14 gennaio

Aprirà il prossimo 14 gennaio un bando per la concessione di un contributo straordinario in favore di tirocinanti e praticanti costretti a sospendere il tirocinio in Toscana a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Il bando, che ha una dotazione finanziaria complessiva di 2,83 mln di euro provenienti da risorse POR FSE 2014-20 e regionali, prevede una procedura a sportello e rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione per l’autonomia dei giovani.

Novità introdotta è l’estensione del precedente intervento, rivolto a giovani con età compresa fra i 18 anni e i 29 anni, inattivi o disoccupati, che avevano svolto o stavano svolgendo un tirocinio in Toscana (non curriculare o per l’accesso alle professioni ordinistiche) sospeso a causa dell’emergenza Covid-19 per più di 15 giorni, ai tirocinanti e ai praticanti che hanno più di 29 anni.

“Il tirocinio – ha detto l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini – costituisce uno strumento strategico, in quanto si tratta di una esperienza formativa, orientativa o professionalizzante che agevola l’acquisizione di competenze per l’inserimento o il reinserimento lavorativo, favorendo scelte professionali basate sul contatto diretto col mondo del lavoro. La Regione sostiene queste esperienze, che mirano a ridurre le distanze tra l’istruzione e la formazione da un lato e il lavoro e l’impresa dall’altro. Siamo vicini alle tirocinanti e ai tirocinanti anche in questa pandemia, che ha determinato, tra l’altro, anche l’improvvisa sospensione, e in alcuni casi interruzione, delle esperienze di tirocinio. L’avviso consente quindi di erogare anche agli over 29 l’indennità straordinaria finalizzata a mitigare gli effetti economici negativi causati dal mancato rimborso delle spese o il versamento dell’indennità di partecipazione durante il periodo di sospensione”. “Abbiamo deciso – conclude l’assessora – di dare priorità ad alcune categorie più fragili, maggiormente esposte alle difficoltà determinate dalla pandemia, alle donne inserite in percorsi di uscita dalla violenza, ai soggetti disabili e alle tirocinanti e ai tirocinanti che svolgevano il proprio tirocinio in aree di crisi”.

Il contributo ammonta a 433,80 euro mensili ed è erogato per il periodo di sospensione, fino ad un massimo di 2 mesi. Il bando sarà attivo dalle ore 9.00 del 14 gennaio 2021 fino ad esaurimento fondi.

Testo completo del bando

 

 

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