Ven 19 Apr 2024

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🎧Firenze ricorda le vittime del Covid con evento a Palazzo Vecchio

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🎧Firenze ricorda le vittime del Covid con evento a Palazzo Vecchio
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Fuori da Palazzo Vecchio, oltre alle bandiere a mezz’asta, nell’aregnario, sono stati esposti alberi di ulivo in ricordo delle vittime fiorentine del Covid: 1.130 solo nel capoluogo toscano. Ogni albero ha più targhette, con il nome delle persone scomparse.

In podcast il contributo audio a cura di Lorenzo Braccini con le voci di Rocco Damone, direttore generale dell’ospedale Careggi e Alessandro Sergi, vicedirettore sanitario dell’Asl Toscana Centro. 

Firenze ricorda le vittime del Covid partecipando alla giornata indetta a livello nazionale con un evento a Palazzo Vecchio. Durante la cerimonia, nel Salone dei Cinquecento, sono intervenuti i medici di Firenze e la Toscana, assieme alle istituzioni. Un momento di riflessione che è stato anche l’occasione per fare il punto sulla situazione attuale della pandemia nel nostro Paese.

La risalita dei casi registrata in questi ultimi giorni ha acceso qualche preoccupazione, ma la volontà del Governo, al momento, è quella di ridurre via via quasi tutte le restrizioni.  “Stiamo assistendo ad un incremento della positività, fortunatamente dentro gli ospedali abbiamo però pochissime persone in terapia intensiva – ha detto il direttore generale dell’ospedale Careggi di Firenze Rocco Damone -, circa 70. Tuttavia questo numero rimane stabile, tende con molta lentezza a calare. Si tratta di soggetti che non hanno grandi complicanze come eravamo abituati, questo dipende tantissimo dalla vaccinazione: non dobbiamo abbassare la guardia, si deve continuare con le mascherine, con la vaccinazione”.

Palazzo Vecchio Covid
Foto Controradio

Le piante fuori da Palazzo Vecchio sono state allestite a cura di Coldiretti Toscana in collaborazione con Romiti Marco di Romiti Vivai. La cerimonia ha visto la partecipazione di Andrea Bernardini, trombettista della ‘Silent king big band’ dell’orchestra ‘ReMuTo’ coordinata dal professor Luca Marino. Oltre alla vicensidaca Alessia Bettini, tanti gli assessori comunali presenti tra cui Benedetta Albanese, Sara Funaro, Alessandro Martini.

“Fare memoria è importante, attualizza anche il nostro impegno di oggi – ha detto il direttore generale dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze Alberto Zanobini -. Oggi affrontiamo nuove sfide: il servizio sanitario è ritornato al centro del dibattito, devono essere al centro le risorse umane perché gli operatori sono stanchi, stremati. Oggi si riparla di investimenti: credo che sia necessario riuscire a trovare un giusto mezzo di continuità d’azione nello sviluppo del servizio sanitario”.

Zanobini, durante la cerimonia a Palazzo Vecchio ha ripercorso le tappe degli oltre due anni di pandemia: “Ricordo bene quando venne istituita la prima cabina di regia a febbraio 2020, non avevamo idea di ciò che avremmo affrontato – ha affermato -. Si era poi costituita l’idea che il virus non intaccasse i bambini, lavoravamo per contrastare invece contrastare questa idea, che era sbagliata. Poi via via abbiamo assistito alle varie ondate e anche al disagio psichico, di cui ancora oggi soffriamo”.

“Non possiamo più permettere che i nostri medici e tutti gli operatori sanitari passino dall’essere considerati eroi a essere dimenticati – ha detto il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze Pietro Dattolo -. Fa male a noi, ai cittadini e al Paese. Non eravamo eroi e non vogliamo essere chiamati così, vogliamo solo essere ascoltati nell’organizzazione dei sistemi sanitari: possiamo essere preziosi con la nostra esperienza. Abbiamo bisogno che ci siano garantite condizioni di lavoro adeguate e nuove assunzioni per continuare a offrire alla popolazione un servizio efficiente, universale e gratuito per tutti”.

“Siamo andati a mani nude a combattere contro il virus – ha aggiunto Dattolo -. Abbiamo toccato la malattia senza arretrare e abbiamo capito ben presto quanto fosse pericoloso, con la tragica scomparsa del dottor Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Varese e medico di famiglia. Non lasciamo che tutto questo sia successo invano”, conclude Dattolo.

 

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