Maggio musicale, i sindacati proclamano lo stato di agitazione

Non c’è pace per il Maggio Musicale Fiorentino. Dopo la notizia relativa alla necessità di una contribuzione straordinaria di 8 milioni, ora a scendere in campo sono i sindacati.

“Preso atto che il tavolo istituzionale dei soci della Fondazione del Maggio musicale fiorentino, necessario a risolvere la crisi economica del teatro, non è stato ancora convocato” la Slc Cgil area vasta Firenze Prato Pistoia e la Fistel Cisl Firenze proclamano lo stato di agitazione “riservandosi di mettere in atto ogni ulteriore azione necessaria”.

La decisione, si spiega, tiene anche conto del fatto che “il mancato perfezionamento di un accordo economico tra i soci della Fondazione comporterebbe la liquidazione della stessa”. Un ulteriore ritardo, invece, finirebbe per determinare “una sospensione dell’attività e un grave danno economico a tutti i lavoratori del Maggio”. La Slc Cgil e la Fistel Cisl sottolineano anche che il futuro di un’istituzione come il Maggio musicale fiorentino, insieme al destino di tutti i professionisti che in questo operano, “non può essere sacrificato a ragioni di scontro politico”.

Ritengono per questo, si legge ancora nella nota, che “sussistano le condizioni per una soluzione dello stato di crisi e che non applicarle costituirebbe una grave mancanza da parte di chi ne ha potere ed onere”. I sindacati, quindi, proclamano lo stato di agitazioni “pur auspicato – concludono – che nelle prossime ore si ponga rimedio all’incredibile ritardo, sin qui cumulato, nel porre fine ad una vicenda tutta ascrivibile a mala gestione e distrazione istituzionale”.

Kata, proseguono le indagini. Ascoltati di nuovo i genitori

Proseguono le indagini alla ricerca di Kata, la bambina peruviana scomparsa ormai dallo scorso 10 giugno a Firenze e della quale si sono perse le tracce. Ancora una volta gli inquirenti hanno ascoltato i genitori.

La mamma e il padre di Kata sono quindi stati chiamati di nuovo dai carabinieri negli uffici del Comando provinciale per visionare insieme alcuni video tratti da alcune telecamere di sorveglianza installate in città. Le indagini, su indicazione della procura, vennero estese anche alle immagini raccolte dalle circa 1.500 telecamere pubbliche di videosorveglianza a Firenze e una selezione di filmati è stata mostrata oggi ai genitori.

Inoltre i carabinieri continuano ad ascoltare gli ex occupanti dell’ex hotel Astor, da dove è scomparsa Kata. Quasi 70 persone, secondo quanto risulta, sono state sentite finora come ‘informate sui fatti’. Ogni racconto può essere utile alle indagini, perché finora non sono emerse tracce che possano condurre ai sequestratori. La procura di Firenze indaga con un fascicolo aperto per sequestro di persona a fini di estorsione. Nessuna richiesta di riscatto risulta arrivata alla famiglia.

Immigrazione, Schlein a Cecina accusa “quelli che stanno a destra”

La segretaria Pd, Elly Schlein, interviene in occasione del Meeting Antirazzista dell’Arci Toscana a Cecina, per fare il punto su diritti ed immigrazione. Tra i temi trattati, il decreto Cutro, la legge Bossi-Fini e la Riforma di Dublino

Il Meeting Antirazzista dell’Arci Toscana, tenutosi  a Cecina, in provincia di Livorno, ha visto come special guest la segretaria Pd Elly Schlein, che ha colto l’occasione per esprimere le proprie considerazioni in merito a diritti ed immigrazione.

In particolare, la giovane segretaria ha voluto esprimere il suo più completo dissenso rispetto al decreto Cutro e alla legge Bossi-Fini, i suoi dubbi riguardo al mancato successo dalla Riforma di Dublino presso il Consiglio Europeo, e ha sottolineato le deficienze della politica estera meloniana.

Andiamo, dunque, per ordine. Il decreto Cutro, così come riportato dalla Gazzetta ufficiale, fissa, per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, esigenze di durata stagionale e lavoro autonomo. Ebbene, i flussi di ingresso devono tener conto dell’analisi del fabbisogno del mercato del lavoro, effettuata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, previo confronto con le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale.

La Schlein ha definito il decreto Cutro “spregevole, perché mira a cancellare la protezione sociale- cioè l’insieme di politiche e programmi progettati per ridurre e prevenire la povertà e lo stato di vulnerabilità dei lavoratori e delle lavoratrici durante tutto il ciclo della vita e rischia di smantellare il sistema di accoglienza”.

La segretaria ha, inoltre, ricordato che “La grande concentrazione è nemica della buona inclusione”.

Con la legge Bossi-Fini del 2002, secondo tema trattato durante il già citato Meeting Antirazzista dell’Arci Toscana a Cecina, viene introdotto l’obbligo della sottoposizione a rilievi fotodattiloscopici per lo straniero che chiede il permesso di soggiorno o il suo rinnovo; l’espulsione eseguita dal Questore mediante accompagnamento coattivo alla frontiera diviene, con questo modello, la principale modalità di espulsione.

Riguardo a questo secondo punto, la Schlein non usa mezzi termini: “Dobbiamo ambire a smantellarla e a scrivere una nuova politica migratoria in questo paese”. La sua proposta includerebbe, ad esempio, un permesso di ingresso per la ricerca di lavoro. Rivendicando la validità di questa legge obsoleta, “la destra è ipocrita, se la prende con i migranti irregolari e non con i datori di lavori italiani che sfruttano questi lavoratori”.

Il terzo punto è la Riforma di Dublino: uno degli obiettivi principali del regolamento è impedire ai richiedenti asilo di presentare domande in più stati membri, il cosiddetto asylum shopping). Un altro obiettivo è quello di ridurre il numero di richiedenti asilo “in orbita”, che sono trasportati da Stato membro a Stato membro.

Probabilmente memore delle intimazioni subite dal nostro paese dai cugini transalpini, la Schlein si chiede: “Se la riforma di Dublino aveva avuto i due terzi di maggioranza al Parlamento europeo, e al Consiglio siedono le stesse famiglie politiche che siedono al Parlamento europeo, perché lì la riforma non è andata avanti?”.

E continua: “Io me la prendo con Meloni, Salvini e Orban, ma non solo con loro, anche con gli altri paesi. Per la riforma di Dublino non deve servire l’unanimità”.

Riguardo al governo Meloni, e alla strategia adottata in campo europeo, la Schlein si dice insoddisfatta del proprio governo. Nota, infatti, che ” la Meloni ha voluto volare fino a Varsavia per farsi ribadire un no secco dai suoi alleati nazionalisti riguardo alla solidarietà italiana”.

E ha aggiunto: “Questo succede quando ci si sceglie degli amici che vogliono dei muri contro il nostro paese, e contro i diritti fondamentali dei richiedenti asilo. E così l’Italia viene lasciata sola”.

 

 

 

Acque toscane, l’80% risulta inquinata oltre i limiti di legge

L’80% dei campioni delle acque marine toscana esaminati da Legambiente risulta oltre i limiti di legge: dei 20 campioni esaminati, 16 sono risultati fuori dai limiti di legge e 12 fortemente inquinati e 4 chiusi

L’80% dei campioni di acque marine toscane esaminati da Legambiente risulta oltre i limiti di legge; è quanto emerge da Goletta Verde, la campagna che monitora lo stato di salute delle coste italiane.

Il monitoraggio delle acque in Toscana è stato presentato oggi a Firenze: dei 20 campionamenti, effettuati dai volontari di Legambiente tra il 19 e il 21 giugno 2023, 16 sono risultati fuori dai limiti di legge e 12 punti addirittura giudicati fortemente inquinati, in quanto superano di più del doppio i limiti normativi considerati, quattro invece hanno avuto il giudizio di inquinato.

In particolare, tre punti su quattro in provincia di Massa Carrara sono risultati fortemente inquinati: la foce del torrente Carrione a Marina di Carrara, il torrente Lavello e il fiume Brugiano, nel comune di Massa.

Inquinata la foce del fiume Versilia in località Cinquale, a Montignoso.

Fortemente inquinati, inoltre, entrambi i punti in provincia di Lucca, alla foce del fosso Fiumetto e del fosso dell’Abate, e per il punto alla Marina di Pisa, alla foce del fiume Arno.

In provincia di Livorno sono risultati fortemente inquinati i punti alla foce del canale scolmatore in località Calambrone, la foce del fiume Cecina e il punto preso a mare, antistante allo scarico di via Salivoli, a Piombino.

Sull’Isola d’Elba è risultato fortemente inquinato il campione prelevato al fosso della Madonnina, a Portoferraio, mentre sono risultati entro i limiti i campioni presi a Capoliveri, a Marciana Marine e alla foce del fosso Galea/La Pila, a Campo nell’Elba.

Sono sei, infine, i punti in provincia di Grosseto: la foce del Gora a Follonica e la foce del Bruna a Castiglione della Pescaia sono risultati fortemente inquinati, tre punti campionati hanno ricevuto il giudizio di inquinati. Due nel comune di Orbetello e uno ad Ansedonia alla foce del fosso Tagliata Etrusca.

Entro i limiti il campione prelevato in spiaggia, di fronte al canale, tra le località Poggio Pertuso e Cala Galera nel comune di Monte Argentario.

Caso Niccolò Ciatti, la corte d’appello conferma 23 anni per Bissoultanov

La Corte d’Assise di Appello di Roma ha confermato la condanna a 23 anni per Rassoul Bissoultanov, accusato dell’omicidio di Niccolò Ciatti nel 2017. “Non esiste una giustizia terrena che possa aiutarci a superare quanto accaduto”

La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha confermato la condanna a 23 anni per Rassoul Bissoultanov, il cittadino ceceno che nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2017 si è macchiato del sangue dell’allora 22enne Niccolò Ciatti, durante un festa in discoteca a Lloret de Mar, in Spagna. La decisione dei giudici arriva dall’aula bunker di Rebibbia, dopo tre ore di camera di consiglio. La Procura aveva chiesto l’ergastolo, senza ottenerlo.

Secondo quanto riferito dagli atti, e da quanto, tra l’altro, confermato dal Pm Erminio Amelio, il giovane Niccolò “è stato ammazzato, assassinato, gli è stata tolta la vita in maniera crudele”.

Crudeltà riconosciuta anche dai poliziotti, dalle guardie giurate e dai medici intervenuti quel giorno fuori dai cancelli della discoteca: il corpo martoriato della vittima, infatti, riportava i segni di colpi inflitti da una persona esperta delle arti marziali, cosa che lo stesso Bissoultanov si è più volte vantato di essere.

Le testimonianze dei presenti di quel giorno erano estremamente precise e coincidenti, ma imparagonabili alla crudeltà che hanno rivelato le immagini estratte dal video circuito: Bissoultanov ha agito “come un toro scatenato”, ha affermato il magistrato, “e quando ha inferto a quel corpo ormai agonizzante il calcio finale, quest’ultimo è stato sferrato con evidente stile caratteristico della MMA”.

Da un’intervista fatta ad un suo allenatore, infatti, è trapelato che il ceceno fosse “cultore e praticante di questa tecnica di combattimento”. L’imputato, ha inoltre affermato l’intervistato, “era un un ottimo atleta, e non aveva potuto partecipare alle Olimpiadi per la Francia a causa di problemi connessi alla cittadinanza”.

La difesa del 28enne ceceno ha anche tentato di ricondurre l’omicidio ad una colluttazione bilaterale tra i due gruppi, quello di Niccolò e quello del suo omicida, ipotizzando come casus belli un eccesso di alcool nel primo di essi. Ma esami successivi hanno completamente negato questa versione: Niccolò ed i suoi amici, ha affermato il magistrato Amelio, “avevano bevuto solo qualche bicchiere, ma il valore dell’alcool nel sangue permetteva di guidare tranquillamente”.

E, in ogni caso, guardando il video del pestaggio, ha voluto sottolineare il pm, “è evidente che né Niccolò né alcuno dei suoi amici hanno avvicinato qualcuno con fare sospettoso. Il ragazzo non era né ubriaco né sotto l’impulso di sostanze stupefacenti”.

Il 28enne ceceno è stato, dunque, accusato di omicidio volontario e condannato a 15 anni di carcere il 12 agosto 2017 durante il ‘famigerato’ processo di Girona, in Spagna, e poi è stato rimesso in libertà dopo 3 anni e 10 mesi.

Lasciata Girona è stato in seguito arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale e poi estradato in Italia. Nel 21 dicembre 2021 la Corte d’Assise di Roma lo ha rimesso in libertà, con un provvedimento poi annullato dalla Cassazione. Tornato in Spagna, Bissoultanov ha fatto perdere le sue tracce.

Oggi, 5 luglio, la Corte d’Assise di Roma ha confermato la condanna mossa a carico di Rassoul Bissoultanov: il ceceno dovrà scontare 23 anni di carcere, in quanto giudicato colpevole dell’omicidio del giovane Niccolò Ciatti.

La condanna non ha, però, soddisfatto i parenti più prossimi della vittima. Il padre del ragazzo, Luigi Ciatti, che pretendeva la massima pena, si è detto assolutamente insoddisfatto. La clemenza dimostrata in questo particolare caso dalla giustizia italiana, secondo l’uomo, crea, in primo luogo, precedenti: “Non è un buon segnale per un ragazzo ucciso in quel modo: non è un buon precedente”.

Ed in secondo luogo, non rappresenta la giusta punizione per chi ha dimostrato, davanti al sangue già versato, una rabbia folle che ne ha alimentato il rigagnolo: “Noi ce l’abbiamo messa tutta per Niccolò, ma purtroppo non siamo riusciti e non riusciamo a dargli quel minimo di giustizia che si meriterebbe. Evidentemente c’è qualcosa che non va in questa giustizia soprattutto spagnola ma anche italiana, così poco sensibile e che non ci rappresenta” ha affermato Ciatti in lacrime.

Chi commette certi crimini, conclude il padre, “deve pagare, e non scordiamoci che l’imputato, oramai riconosciuto colpevole, è libero perché fuggito e nessuno lo cerca. Continua la sua vita, mentre a Niccolò gliel’ha tolta: andiamo avanti ma ci rendiamo conto che non esiste una giustizia terrena che possa aiutarci a superare quanto accaduto. Ora aspettiamo di raggiungere il nostro Niccolò”.

 

 

 

 

Pnrr, Nardella: “Soldi per Venezia e non per il Franchi? Chiedete al Governo”

“Chiedete al Governo”. Risponde così il sindaco di Firenze Dario Nardella a chi gli chiede lumi sul perché l’esecutivo abbia sopperito alla mancanza di fondi europeii per il progetto Bosco dello Sport, assegnando al Comune di Venezia 93 milioni di euro.

Alla domanda del moderatore sul perchè il progetto di Venezia sia stato approvato e quello di Firenze no, Nardella ha risposto: “Beh tra colleghi sindaci ci si fa i complimenti – ha detto con riferimento a Luigi Brugnaro, primo cittadino di Venezia -, non lo so, forse sono la persona sbagliata cui fare questa domanda, forse andrebbe fatta al governo italiano”.

“La cosa interessante del Pnrr è che è un volano che moltiplica risorse e in questo senso accolgo e rilancio l’appello al governo del presidente Anci Antonio Decaro, visto che sono state previste procedure semplificate, che si estenda questa semplificazione a tutte le altre procedure, altrimenti avremo un sistema strabico”, ha proseguito poi il sindaco al convegno su Pnrr e Comuni promosso alla Nuvola dall’Anci. Nardella ha spiegato che a Firenze si è in linea con il dato ‘nazionale’ dato da Decaro, cioè del 91 per cento dei fondi Pnrr assegnati” in modo da poter completare praticamente quasi tutti i progetti “tranne che quello dello stadio”.

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