Cyberbullismo, Toscana: da Pd proposta legge per prevenzione

Una proposta di legge per contrastare bullismo e cyberbullismo con azioni di prevenzione e sensibilizzazione: a presentarla i consiglieri regionali del Pd Ilaria Giovannetti, prima firmataria, e Stefano Scaramelli, presidente della commissione sanità insieme all’assessore regionale alla presidenza Vittorio Bugli.

Il testo, che dovrebbe andare in commissione sanità il 30 ottobre, prevede che la Regione finanzi interventi rivolti alle scuole, ai luoghi di aggregazione giovanile, anche di ambito sportivo, volti alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione e di informazione rivolte agli studenti e alle loro famiglie; all’organizzazione di corsi di formazione rivolti a gruppi di studenti finalizzati alla creazione di occasioni di ascolto e confronto e programmi di formazione per il personale scolastico ed educativo. La proposta di legge prevede anche l’istituzione di un ‘Comitato regionale per la lotta al bullismo e al cyberbullismo’, con funzioni propositive nei confronti della giunta toscana.

“Questa proposta – ha spiegato Ilaria Giovannetti – nasce proprio dai giovani che, attraverso il Parlamento regionale degli studenti ci hanno posto qualche tempo fa il problema di arrivare a una normativa toscana. L’aspetto più importante – ha aggiunto Giovannetti – è forse quello dell’istituzione del Comitato che assumerà il compito di elaborare progetti e coordinare le azioni”. Per Scaramelli “la sfida è essenzialmente di carattere culturale. Vuol dire aprire una breccia dentro un tema che molte volte non si vuole affrontare, e farlo con una legge in una regione come questa è importante”. Bugli ha ricordato che “la Regione Toscana ha già proprie azioni di contrasto al bullismo e al cyberbullismo. Ma non vi è dubbio che il fenomeno ha assunto una tale dimensione che vi è il bisogno di dotarci di una norma a livello regionale”.

Accoglienza: Scaramelli, nuova legge bisogni essenziali per chi dimora in Toscana

“Un atto che riguarda la persona e la sua dignità e che rimarca i diritti inviolabili dell’essere umano, soprattutto di chi ha estremo bisogno”. Così il presidente della commissione regionale Sanità, Stefano Scaramelli (Pd) ha sintetizzato in Aula il cuore della proposta di legge regionale “Disposizioni per la tutela dei bisogni essenziali della persona umana”. In aula Lega con magliette ‘prima i toscani’.

La proposta di legge illustrata che modifica la normativa regionale già in vigore per l’accoglienza, l’integrazione e la cura dei cittadini stranieri in Toscana riguarda, come riporta Scaramelli: “6mila 700 persone presenti nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) e 3mila che potrebbero essere coinvolte dall’impossibilità di concedere permessi di carattere umanitario”.

L’atto, presentato dalla Giunta regionale nei mesi scorsi a seguito del decreto sicurezza dell’ottobre 2018, ha l’obiettivo di garantire i bisogni essenziali delle persone, fornendo a tutti tutela sanitaria, alimentazione e ricovero. Anche nel caso di coloro che, a seguito dell’entrata in vigore del decreto del governo nazionale, rischiano di rimanere senza assistenza, cercando di colmare il vuoto tra la perdita di status di cittadini stranieri e l’effettivo rimpatrio.

“Un lavoro attento e puntuale” – ha detto Scaramelli – ringraziando la Giunta regionale “per il percorso di condivisione e di ascolto con i soggetti del terzo settore, del mondo no-profit” che ci “ha visto fare un ragionamento preciso sullo stato dell’immigrazione anche rispetto al bisogno delle persone in quanto tali”.

L’obiettivo è rendere possibile quella rete di interventi, già attivi in Toscana, che a seguito dell’approvazione del decreto sicurezza andrebbe incontro al rischio di violazione di norme. In particolare, si vuole garantire alle persone prive del permesso di soggiorno, ma che dimorano nella nostra regione, l’accesso alle cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali, anche di carattere continuativo; le prestazioni socio-assistenziali, compreso l’accesso a sistemazioni temporanee di accoglienza; per i minori, l’accesso all’istruzione obbligatoria e ai servizi per l’infanzia.

“Con questo provvedimento la Toscana vuole garantire a tutti – ha commentato Scaramelli – i diritti fondamentali, senza strumentalizzazioni, e vuole mettere in grado i Comuni e il terzo settore di agire in questo senso”. Scaramelli ha poi ricordato alcuni numeri “sono 6mila 700 le persone presenti nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) e l’impossibilità di concedere permessi di carattere umanitario ne coinvolgerà circa 3mila che potrebbero trovarsi da un giorno all’altro fuori regola rispetto alle norme nazionali. È per tutelare tutti i cittadini toscani che dobbiamo assistere anche quelle 3mila persone presenti sul nostro territorio, generando sicurezza sanitaria, sociale, assistenziale”.

“Con questa norma – conclude Scaramelli – la Toscana non vuole sfidare il Governo, ma lavorarci insieme e ribadisce la sua tradizione di terra di inclusione e di aiuto verso l’altro con la consapevolezza che l’altro non è mai un’insidia o un problema ma una persona che va aiutata e questo è un dovere istituzionale”.

Sei consiglieri regionali toscani della Lega si sono presentati stamani nell’aula dell’Assemblea regionale indossando magliette con la scritta ‘prima i Toscani’. Sono Roberto Salvini, Jacopo Alberti, Luciana Bartolini, Roberto Biasci, Marco Casucci e Elisa Montemagni.
L’atto, contestato dai consiglieri della Lega e discusso in Aula oggi, è stato presentato dalla Giunta regionale nei mesi scorsi a seguito del decreto Sicurezza voluto del ministro Matteo Salvini.

consiglieri lega
Foto tratta da Facebook

I consiglieri della Lega che protestano oggi, già in commissione avevano espresso voto contrario. Con riferimento alla stessa pdl, ieri i consiglieri di Fi Maurizio Marchetti e Marco Stella hanno presentato un ordine del giorno collegato per chiedere alla Giunta di ‘predisporre e sottoporre al Consiglio regionale entro il termine di 30 giorni una proposta di legge che attribuisca ai cittadini toscani pari garanzie di accesso a servizi e prestazioni rispetto a quelle assicurate alla platea di stranieri presenti nel territorio toscano’

Agricoltura, Toscana: prodotto ‘fatto in casa’, c’è il regolamento

Via libera al regolamento di attuazione della legge toscana, la 12 del 2018, che detta disposizioni per la lavorazione, la trasformazione, il confezionamento e la vendita di prodotti agricoli ‘fatti in casa’ all’interno delle imprese agricole, anche di piccole dimensioni, o in maniera ambulante. La commissione sanità del Consiglio regionale, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), si è espressa a favore del regolamento con la sola astensione del Gruppo misto.

La commissione ha chiesto una modifica del testo con alcuni emendamenti, al fine di eliminare possibili rilievi di natura tecnica. La novità del regolamento, come hanno spiegato gli addetti ai lavori della Giunta illustrando il testo in commissione, e come ha sottolineato dallo stesso Scaramelli, consiste nel fatto che si consentono le attività di trasformazione presso le aziende agricole, anche sfruttando la casa dell’agricoltore, o su strutture mobili tipo street-food.

Marmellate, salumi, legumi, miele, vino, carni, solo per citare alcuni prodotti, in Toscana potranno essere trasformati e venduti anche dal piccolo imprenditore agricolo in casa o in maniera ambulante. Questo “per portare un valore aggiunto a sostegno del bilancio delle imprese agricole – è stato sottolineato -, contribuire al mantenimento delle aree territoriali marginali e, soprattutto, garantire produzioni tradizionali locali altrimenti destinate a scomparire”.

Il regolamento adotta il criterio secondo il quale è possibile operare anche in ambienti e contesti non particolarmente dotati dal punto di vista strutturale e impiantistico, purché si adottino buone pratiche di lavorazione e igieniche e tutte le procedure necessarie a evitare pericoli di contaminazioni.

Donazione organi, raddoppia il sì dei toscani. Scaramelli: “Risultato che ci spinge ad andare avanti”

Continua a crescere il sì alla donazione di organi e tessuti. La Toscana con l’88,9% delle dichiarazioni rilasciate alla Asl e il 79,1% ai Comuni è fra le prime regioni d’Italia. In termini assoluti, ad oggi, oltre 223 mila cittadini toscani hanno espresso la volontà di donare organi e tessuti grazie al progetto “Una scelta in Comune” e 5.931 attraverso gli atti olografi di AIDO.

In Toscana la seconda provincia, dopo Prato, è Siena con l’82,3% pari a 31.885 consensi, terza Firenze con l’81.5% pari a 61.190 dichiarazioni di assenso registrate a oggi presso i Comuni della provincia.

“Un bel risultato che deve spingere – commenta Stefano Scaramelli, presidente Commissione sanità e politiche sociali – ad andare avanti. Tra le prime azioni in Consiglio regionale avevo promosso l’estensione a tutte le province della Toscana del modello Siena che, quando ero sindaco di Chiusi, avevo iniziato ad intraprendere come Comune capofila per allargare sul territorio il protocollo d’intesa. La sfida era portare tutte le amministrazioni comunali a consentire ai cittadini di esprimere in modo facile la propria volontà sulla donazione di organi e tessuti. A marzo 2016 eravamo riusciti ad arrivare all’adesione del 100 per cento delle amministrazioni comunali della provincia di Siena e oggi possiamo dire di aver visto il coinvolgimento di tutti i territori della Regione tanto che il primo posto va alla provincia di Prato che si attesta di dieci punti percentuali sopra la media regionale con il 90%, ovvero 22.096 consensi. Un lavoro che premia l’impegno condiviso di tutto il Partito Democratico che ha visto negli anni una crescita continua e costante. Il ruolo delle anagrafi comunali, al pari di quello delle Asl e di Aido, in questo percorso è fondamentale. Il progetto, infatti, era iniziato partendo da un concetto chiaro e semplice: per salvare una vita non servono superpoteri, basta una firma. Oggi continua a valere lo stesso principio, perché la scelta di donare è un diritto e una scelta di civiltà, informare i cittadini sulla possibilità di farlo è un dovere della pubblica amministrazione di cui la politica si è fatta carico”.

“La Toscana è generosa anche nel contribuire a salvare le vite con un gesto apparentemente semplice come questo – conclude Scaramelli – otto toscani su dieci, infatti, sono a favore della donazione di organi e tessuti. Per aumentare la consapevolezza dell’importanza di esprimersi sulla donazione e sull’attività di trapianto dobbiamo continuare ad informare e sensibilizzare i cittadini ad esprimere la propria volontà sulla donazione nelle diverse modalità previste, in particolare con la registrazione negli uffici anagrafe al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità o con una semplice dichiarazione datata e firmata da conservare tra i documenti personali”.

Medici neolaureati nei pronto soccorso toscani

L’assunzione di laureati in medicina ancora privi di specializzazione, da formare e assumere con contratti libero professionali ‘formazione lavoro’, sono tra le soluzioni individuate dalla Regione per i pronto soccorso che, anche in Toscana, sono in affanno per “grave sofferenza di organico, sia per i medici sia per gli infermieri” e per un aumento degli accessi saliti a oltre 1.500.000 nel 2018.

Lo riferisce la Regione Toscana rendendo noto di aver approvato “misure straordinarie” in due delibere, una diretta al reperimento di personale medico per il sistema di emergenza urgenza, l’altra per riconoscere valore all’impegno del personale già presente nei pronto soccorso facendo destinare da parte delle Asl importi di bilancio a progetti incentivanti allo stesso personale. “C’è rischio concreto che l’attuale carenza di organico possa causare inefficienze e interruzione di pubblico servizio nel sistema dell’emergenza urgenza regionale”, afferma la Regione Toscana. Presso la Presidenza è stato aperto un tavolo coi sindacati dei medici.
Da stime risulta un fabbisogno negli ospedali di tutta la Toscana di 147 posti di dirigente medico di “medicina e chirurgia d’accettazione per i servizi del sistema di emergenza urgenza regionale”. Dopo che un concorso pubblico di fine 2018 per questa disciplina ha già esaurito la graduatoria e che è in corso di espletamento un altro concorso Estar per la selezione di 19 posti a tempi determinato – spiega la Regione Toscana -, sono state individuate, nelle due delibere approvate ora, alcune azioni possibili per fronteggiare la carenza di medici nei Dea.
Una, riporta sempre un comunicato stampa, è l’indizione di procedure concorsuali per la copertura di posti a tempo indeterminato nei profili di dirigente medico nella disciplina di medicina interna (ed equipollenti), con la clausola della possibilità di assegnazione temporanea a un pronto soccorso per un periodo non inferiore a due anni (accompagnato da un periodo di addestramento on the job), e non superiore a tre anni, salvo diversa volontà degli interessati di prolungare la permanenza in pronto soccorso. Un’altra è la realizzazione di un percorso formativo regionale, che sarà costituito da una formazione on the job da effettuarsi presso servizi del sistema regionale dell’emergenza urgenza, rivolto a laureati in medicina e chirurgia di età non superiore a 35 anni e senza specializzazione.
Questa formazione dovrebbe avere la durata di due anni, durante i quali ai partecipanti, reclutati con selezione pubblica, verrà fatto un contratto libero professionale di formazione e lavoro. Per il coordinamento del percorso formativo verrà costituito un board tecnico, la cui responsabilità verrà affidata al direttore del Deu (Dipartimento Emergenza Urgenza) di Asl Toscana centro.
Riguardo al riconoscimento “del valore dell’impegno del personale del pronto soccorso”, che ha un carico di lavoro notturno e festivo più elevato rispetto ad altri settori, “la Regione ritiene necessaria da parte delle Asl l’adozione di progettualità a sostegno della professionalità del personale del pronto soccorso, mediante la destinazione di un importo da bilancio. A partire dal 2019 e per tutta la durata della situazione di criticità nel sistema dell’emergenza urgenza, le somme per queste progettualità saranno messe a disposizione delle aziende del Ssr attraverso attribuzioni a valere sul fondo indistinto”.
L’importo “verrà distribuito tenendo conto dei volumi di attività attesi, delle dotazioni di personale dei singoli pronto soccorso e delle tipologie di competenze e funzioni assegnate” e “verrà destinato al finanziamento di progetti incentivanti per il personale della dirigenza medica e del comparto che opera nel sistema dell’emergenza urgenza, e in particolare nei pronto soccorso della Toscana, che svolga attività assistenziale articolata sulle 24 ore”.
“Priorità e velocità di attuazione. Sono questi i due criteri seguiti, e anche da noi indicati, per gestire il sistema di emergenza urgenza attualmente in affanno”. Così il presidente della commissione Sanità in Regione, Stefano Scaramelli (Pd), commenta “positivamente le azioni straordinarie che auspica siano operative entro l’estate, messe in campo dalla Regione in questi giorni per continuare a garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza nell’ambito della gestione dei Pronto Soccorso regionali”.
“Un’emergenza, come quella della carenza di organico sia di personale medico che infermieristico – spiega il presidente Scaramelli -, va affrontata come tale. E’ necessario quindi che venga considerata una priorità e bisogna agire velocemente, senza ricorrere a procedure troppo lunghe”. “Le misure appena messe in campo dalla giunta sono positive – prosegue Scaramelli -, si potrà reperire il personale individuando sia percorsi selettivi che percorsi formativi on the job da effettuarsi proprio pressi i servizi del sistema regionale dell’emergenza urgenza.”
“Adesso la Regione Toscana ha dovuto ammettere che mancano 147 operatori, la vera emergenza nei pronto soccorso è il personale, con il gravissimo rischio di interruzione del servizio” ma “da anni raccogliamo segnalazioni e denunce sulla mancanza di personale nei reparti di pronto soccorso di tutta la Toscana”. Lo afferma il consigliere regionale della Lega, Jacopo Alberti.
Alberti ricorda che “ci siamo sempre sentiti rispondere che eravamo esagerati e siamo stati accusati di voler sfruttare le sofferenze dei pazienti. Inascoltati noi e inascoltati i pazienti: cronache di tutti i giorni, sale d’attesa strapiene, anziani che aspettano ore e ore per le visite e gli accertamenti o un posto nei reparti di degenza”. Rispetto alle misure decise dalla giunta regionale, Alberti parla di “due concorsi, uno con graduatoria già esaurita, l’altro con 19 partecipanti, mettono in evidenza che non sono posti di lavoro appetibili” e sottolinea che “promettere solo gli incentivi sugli stipendi e distribuire posti di lavoro solo adesso, che siamo in emergenza, puzza di campagna elettorale. Servono misure a lungo termine, che rendano quei posti di lavoro attrattivi innanzitutto garantendo la sicurezza degli operatori”.
“Poi – conclude – la pubblicizzazione dei concorsi deve essere veicolata con nuovi metodi, lanciando una campagna di reclutamento vera. E anche i cittadini devono essere responsabilizzati agli accessi al pronto soccorso, per evitare quelli impropri che intasano i reparti. Questa emergenza è l’ennesimo fallimento per la sanità toscana.”

Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso nuovo dg

La commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd) ha espresso parere favorevole alla proposta di nomina di Antonio D’Urso come direttore generale dell’azienda sanitaria Toscana Sud-Est.

Il parere è stato espresso a maggioranza con i voti favorevoli di Pd e Art.1-Mdp, contrari Lega, M5s e Gruppo misto-Tpt, astenuto Sì-Toscana a sinistra. D’Urso, già direttore sanitario prima nel Lazio poi alla Asl di Prato, dg all’Asl di Lucca dove, nel corso dell’audizione in commissione, ha spiegato che è stato “uno dei quattro direttori generali che hanno contribuito al progetto di realizzazione del nuovo ospedale”, al San Camillo di Roma e all’Aou di Sassari, sull’Azienda sanitaria della Toscana Sud Est ha spiegato che “il piano investimenti deve procedere velocemente; potenziamento di tutta la fase degli investimenti strutturali, impiantistici e tecnologici; politica dei disinvestimenti da fare in attenzione con il territorio; investimento tecnologico e infrastrutturale, per permettere alla comunità dei professionisti e ai cittadini di accedere ai servizi”.

Riguardo all’assetto della rete ospedaliera ha aggiunto: “Il fabbisogno di posti letto in area medica è coperto all’80%, questa quota va aumentata: posti letto in medicina e servizi di chirurgia, in un’ottica di rispetto della prossimità”. Il terzo punto, ha spiegato ancora D’Urso, “è lo sviluppo della rete territoriale, con una forte gestione delle liste di attesa. Non possiamo consentire che i nostri cittadini abbiano tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni, non solo specialistiche ambulatoriali, ma anche di ricovero, non compatibili con i loro bisogni di salute”.

Scaramelli ha manifestato a D’Urso “l’esigenza di continuità e condivisione che arriva dal territorio”. Con un obiettivo prioritario, “l’abbattimento delle liste di attesa e nuovo meccanismo di prenotazione, che nell’Asl Sud-Est non è ancora attivo”.

Il consigliere Jacopo Alberti (Lega), ha rivolto l’augurio di buon lavoro a D’Urso, riconoscendo “il curriculum di tutto rispetto del candidato”, annunciando “il voto contrario della Lega, che non è sulla qualità del professionista, ma sulle politiche attuate dalla Regione”. Voto contrario ha annunciato anche Andrea Quartini per il M5s, “in coerenza rispetto al sistema di nomine politiche, che non ci piace. D’Urso ha esperienza importante e un curriculum di valore”.

Voto negativo annunciato anche da Monica Pecori (gruppo misto-Tpt) “non sulla persona ma sulle modalità di scelta, con l’augurio che possa essere realizzato appieno quanto promesso dal candidato”. Il consigliere Enrico Sostegni (Pd), ha segnalato “il grande equivoco che continua sui criteri di nomina” e ricordato che il sistema di nomina, in Toscana come in altre Regioni, “non è politico, ma segue procedure modalità di scelta definite dalla legge”. Il vicepresidente della commissione, Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) ha infine annunciato il voto di astensione: “Il curriculum è buono, ma è difficile valutare solo su quello. Ora bisogna mettere alla prova, vediamo come sarà svolto il lavoro”.

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