Toscana: manca parere legittimità, ‘salta’ discussione legge su assistenza migranti

La pdl del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per offrire assistenza anche agli immigrati senza permesso di soggiorno non è stata licenziata dalla commissione sanità e sociale del Consiglio regionale, che stamani era stata convocata d’urgenza per discutere il testo, per mancanza del parere di legittimità.

La legge quindi non sarà al voto nella seduta del Consiglio regionale in programma la prossima settimana e saltando l’iter di urgenza seguirà tutti i normali passaggi prima dell’ approvazione finale.

Soddisfatte le opposizioni di centrodestra e M5s per il rinvio del voto in commissione. “Avevamo promesso le barricate contro questo provvedimento – ha commentato Paolo Marcheschi (capogruppo Fdi) – ed è stata una vittoria delle opposizioni unite contro la legge ‘salva clandestini di Rossi’. La legge è stata soltanto illustrata, perciò non verrà presentata nel prossimo Consiglio. Per ora l’abbiamo bloccata”. Per il portavoce dell’opposizione, Jacopo Alberti (Lega), “il provvedimento non poteva essere approvato perché, per la fretta, mancava il parere di legittimità. Abbiamo rivendicato le nostre posizioni perché noi lavoriamo per fare i rimpatri, non per gestire a oltranza i 10mila migranti che abbiamo in Toscana”. “Mi sono preso la responsabilità di accelerare questa discussione – ha commentato il presidente della commissione Stefano Scaramelli (Pd) – perché c’è lo stato d’urgenza: da oggi la prima persona a cui non viene rinnovato il permesso umanitario sarà per la strada. A quel punto è un’emergenza sanitaria, e nelle mie facoltà ho convocato d’urgenza la commissione”. “Ora faremo l’iter regolare ma la questione va risolta, ed è un modo anche per denunciare il disastro che sta facendo Salvini sulla sicurezza”. Per Andrea Quartini (M5s), “le modalità con cui è stata presentata questa proposta ci sembrano un’azione demagogica e strumentale, un atto più antigovernativo che di buon senso. Aspettiamo il parere di legittimità e anche di avere stime sull’impatto del decreto sicurezza sugli ospiti in Toscana e di quello che può essere l’impegno economico”. “E’ giusto che un provvedimento così complesso sia discusso insieme ai sindaci – ha commentato Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra) – e, per quanto urgente, non si può forzare il regolamento del Consiglio”.(ANSA).

“L’urgenza c’è perché questo governo sta facendo azioni disastrose, non soltanto sta rovinando l’Italia ma crea illegalità tirando fuori gli immigrati dai centri di assistenza, li lascia in mezzo alle strade e non ha il coraggio di fare i rimpatri”. Così stamani il presidente della commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, Stefano Scaramelli (Pd) rispondendo alle critiche delle opposizioni per la procedura d’urgenza richiesta per la pdl del presidente Enrico Rossi sui migranti, in discussione. “Dov’è Salvini – ha aggiunto Scaramelli – che aveva promesso 600mila rimpatri? Non rimpatria nessuno, li abbandona nelle strade. Serve un atto di umanità, serve una norma che dia una risposta forte al Governo, perché gli ultimi vanno aiutati, italiani e stranieri. Il Governo non si sta occupando di questi problemi, non dà assistenza, non supporta il terzo settore, il volontariato che può tendere la mano a chi ha bisogno”, ma anzi “ha determinato questo problema e lo alimenta”. “Il testo della legge – ha spiegato il presidente della commissione – verrà evaso con tutti i pareri nel momento in cui ci saranno le condizioni, ma credo che già questo atto forte che ha fatto la Toscana farà cambiare al Governo il proprio orientamento. Oggi inizia la discussione, ascolteremo tutti i punti di vista che ci verranno chieste e quando sarà fatta non sarà una legge-manifesto”.

Alloggi Erp, la destra in trincea: “Con nuova legge favoriti solo extracomunitari”

“C’è nervosismo da parte della Lega e delle opposizioni perché da oggi smetteranno di andare in giro per la Toscana a fare propaganda con bandi a limite della legalità che sfruttavano un vuoto legislativo”. Così il presidente della commissione sanità, Stefano Scaramelli, a margine del dibattito sul testo unico Erp in discussione in Consiglio regionale.

“Una legge pro immigrati: così gli italiani restano fuori dalle graduatorie. Per la Lega – afferma il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, Jacopo Alberti (Lega) sugli alloggi Erp – ‘prima gli italiani’ non è solo uno slogan, noi vogliamo davvero che siano i primi ad accedere ai servizi. Per questo abbiamo chiesto che fosse reintrodotto il certificato sulle proprietà immobiliari all’estero, perché la maggioranza aveva introdotto la Ivie, cioè l’Imu per le seconde case all’estero, ma per i Paesi fuori dall’Ue questo paramento è sempre bassissimo”. Per il consigliere leghista “tutto questo è fatto per dispetto ai comuni già governati dalla Lega in Toscana, che avendo invece applicato la legge, hanno davvero ribaltato le graduatorie a favore dei toscani. Sono solo ripicche politiche che non guardano al bene della Regione”.

“Sono 23 gli emendamenti presentati dalla Lega al testo. Tra questi, la richiesta di controllo dei residenti reali delle abitazioni, la revisione dell’Isee ogni 18 mesi; 10 anni di residenza in Toscana; l’eliminazione dal testo della legge della dicitura “Coppie dello stesso sesso” e “i soggetti legati da vincoli affettivi ed i soggetti legati da finalità di reciproca assistenza morale e materiale”.

“Su quest’ultimo punto – conclude Alberti – sappiamo che si solleverà un polverone. Ma i nostri principi, quelli per cui oggi la Lega è primo partito in Italia, sono sempre gli stessi, e continueremo a difenderli: prima le famiglie italiane composte da padre madre e figli”.

Il consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Quartini è intervenuto in merito alla questione sostenendo che “il Movimento 5 stelle onora il mandato conferito dagli elettori. Anche in aula, seppur nel rispetto delle decisioni prese, abbiamo ribadito l’impegno a proseguire a oltranza il dialogo sulla proposta di legge. Ma tant’è. Il presidente del Consiglio Eugenio Giani, insieme ad altre forze politiche, ha tirato dritto: chiusura dei lavori alle 13”.

“Non viene per nulla affrontato – prosegue Quartini – il tema centrale: poter contare su risorse certe per soddisfare il bisogno abitativo di circa 25mila famiglie che ne avrebbero diritto e delle altre 50mila che le abitano, spesso in condizioni di fatiscenza, ma che per governo incerto o per mancanza di finanziamenti non ricevono le necessarie attenzioni”.

Quello dedicato alle case popolari sarebbe dovuto essere un testo unico capace di: “mettere ordine su un tema sensibile e delicato come il contrasto al disagio abitativo affrontando i temi della organizzazione gestionale del patrimonio Erp (governance); dettare linee d’indirizzo e intervento sui piani per le nuove costruzioni e per il ripristino degli oltre 2mila alloggi sfitti; affrontare equamente il tema delle alienazioni, inserire percorsi per limitare le crescenti tensioni sociali legate alla guerra tra poveri che le scarse risorse investite generano”.

“Ebbene niente di tutto questo è avvenuto, tranne – sottolinea Quartini – l’approvazione degli ordini del giorno che abbiamo presentato: cosa che apprezziamo, ma che non avendo potere di legge, riteniamo comunque insufficiente”.

“Auspichiamo – evidenzia l’esponente penta stellato – si possa ancora migliorare. Ma l’opposizione ai nostri principali emendamenti sulla necessità dei bandi aperti, sul dare maggior valore ai territori, sullo stabilire in legge la necessità di risorse certe nei bilanci regionali destinati alle case popolari, non sta promettendo granché. Il rischio reale – conclude – è di aver perso una grande occasione di concertazione per riscrivere insieme a sindacati, inquilini, comuni, gestori e consiglio regionale una buona legge. Insomma, la solita operazione gattopardesca”.

“Oggi – ha aggiunto sulla legge degli Erp, il presidente della commissione sanità, Stefano Scaramelli (PD) – diamo una norma certa, e la Lega è nervosa perché dovrà smettere di fare propaganda. Da oggi non potranno più avere questo strumento discriminatorio sull’assegnazione delle case popolari perché gli alloggi si daranno alle persone che hanno più bisogno, che per noi sono quelle che da tanto tempo lavorano e risiedono in toscana”.

Parlando del requisito del possesso di immobili all’estero, Scaramelli ha spiegato che “con questa legge sarà determinante la dichiarazione Isee per fare le domande per gli alloggi: dentro l’Isee c’è anche la valutazione dei potenziali redditi all’estero, mentre oggi si impediva a persone di poter accedere, escludendole da un diritto che la Comunità Europea non consentiva di toccare”. No anche alla richiesta del Carroccio di aumentare a 10 anni il minimo di residenza per l’assegnazione degli alloggi.

“Continuano a propagandare una norma che non si può approvare – ha aggiunto Scaramelli -. E’ cinque anni il requisito minimo che la Comunità Europea consente per accedere a questi diritti. Noi crediamo nell’Europa e crediamo che le norme vadano rispettate. Un partito che in questo momento sta governando il Paese non può illudere i cittadini toscani con leggi che non possono essere applicate” , ha concluso il Presidente.

Nell’assegnazione degli alloggi Erp serve dare “priorità ai nuovi poveri come padri e madri separati, giovani precari, famiglie monoreddito. E privilegiare gli onesti e gli italiani”. Lo afferma  Paolo Marcheschi (Fdi).

“La proposta di legge presentata dalla giunta non fornisce una visione definita per la salvaguardia della coesione sociale e non supera l’equazione ‘case popolari uguale a ghetti’, il quadro del patrimonio abitativo sociale è desolante in Toscana, le case sono le stesse del periodo pre-crisi ma i poveri sono raddoppiati. E’ la solita legge ‘cerchiobottista’ che genera conflittualità tra poveri vecchi e nuovi: tra anziani e giovani, italiani e immigrati, persone sane e portatori di handicap. Le nuove povertà sono totalmente escluse dalla politica abitativa della Regione”.

“I condannati non sono stati esclusi dall’assegnazione delle case popolari – aggiunge -. Le persone con condanne sotto i cinque anni potranno entrare nelle graduatorie. Nardella e il Pd avevano annunciato una bomba, è invece scoppiato un ‘petardo'”.

“L’obiettivo di Fratelli d’Italia, ha concluso il consigliere, è superare la marginalità e i quartieri trasformati in ‘banlieue’; vogliamo zone di edilizia residenziale pubblica in cui si torni ad una convivenza civile e dignitosa. Scegliamo di stare con i nuovi poveri, italiani e onesti”.

“Forza Italia sta dalla parte dei toscani, il Pd sceglie gli extracomunitari: questo è ciò che dimostra la loro legge sulle case popolari. Solo sbloccandone la vendita così da incamerare risorse con cui poi costruire nuove case si ridà aria a un sistema che non funziona e si risponde al bisogno abitativo che in Toscana ormai sfiora l’emergenza”. Così il capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti e il vicepresidente dell’Assemblea toscana, Marco Stella, sulla vicenda Erp.


“Qui siamo a cavillare su chi deve venire prima e chi dopo. Su questo non ci sono a nostro avviso mediazioni: prima i toscani. E non ci piace che il Pd scelga invece gli extracomunitari”,  La Regione negli anni passati ha colpevolmente bloccato, di fatto e con la contrarietà di Forza Italia, le alienazioni del patrimonio abitativo pubblico e non prevede, oggi, di costruire nuovi alloggi. Come si pensa di rispondere alla fame di tetti che oggi divora i nostri territori?”, aggiungono i consiglieri.

Secondo Marchetti e Stella “con questa legge la sinistra mette una pietra, anziché un tetto, sopra ai tanti, troppi toscani in attesa di mura entro cui abitare. Non si aumenta l’offerta, anzi qui si vuol capitalizzare il bisogno in termini di controllo del consenso politico prevedendo il 40% di discrezionalità nell’attribuzione degli alloggi Erp, il che apre la via a una gestione clientelare del sistema casa“.

Contro questo, annunciano “daremo battaglia con ogni mezzo e, siccome in aula i numeri in questo momento non ci sono amici, terremo aperti cento occhi per controllare che le case vadano ai nostri concittadini toscani in maggior stato di bisogno.”

“Una legge pensata per dare maggiore equità ed efficienza al sistema dell’edilizia residenziale pubblica in Toscana, ed anche per dare maggiore autonomia ai Comuni nell’affrontare il problema della casa, anche alla luce delle trasformazioni sociali ed economiche che si sono verificate negli ultimi 20 anni”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Casa Vincenzo Ceccarelli, intervenendo oggi in conclusione del dibattito sul nuovo testo unico.


La revisione delle norme, ha spiegato l’assessore, ha avuto l’obiettivo di “semplificare e razionalizzare la gestione per generare risparmi e garantire maggiori risorse per la manutenzione e la ristrutturazione degli alloggi”. Dal confronto con i soggetti coinvolti, ha proseguito, “abbiamo rinunciato all’idea di ridurre da 11 a tre i gestori, ma non all’idea di cercare una maggiore efficienza del sistema”. “La legge – ha aggiunto Ceccarelli – non prevede alcun aumento strutturale dei canoni, ma un aggiustamento nel senso dell’equità, tenuto conto che chi vive in alloggi a minore efficienza energetica ha un maggior costo per energia elettrica e riscaldamento”. Previsti inoltre “interventi che premiano la ‘storicità’ della residenza in Toscana, ma senza alcuna distinzione di etnie o provenienza”.


A inizio mandato, ha ricordato, erano stati promessi 100 milioni per nuovi alloggi, dei quali 61,5 già utilizzati. A questi si aggiungono 27 milioni destinati a manutenzione straordinaria.
Inoltre cinque milioni di risorse regionali sono andati al contributo affitti. “Abbiamo dimostrato con i fatti e con le risorse la nostra attenzione al tema – ha concluso Ceccarelli – auspico di vedere la stessa attenzione anche a livello nazionale, già dalla prossima legge finanziaria.”

Sanità: Toscana, verso nuova legge su autoinfusione emofilia

Via libera dalla commissione sanità alla proposta di legge che introduce nuove disposizioni per il trattamento domiciliare del paziente affetto da emofilia

Via libera dalla commissione sanità alla proposta di legge che introduce nuove disposizioni per il trattamento domiciliare del paziente emofilico. Il provvedimento, approvato all’unanimità nel corso dell’ultima seduta, approderà ora in Consiglio regionale per la votazione.
La nuova legge ridefinisce i percorsi di addestramento e i requisiti per l’ottenimento dell’autorizzazione alla terapia domiciliare; definisce inoltre i compiti della Commissione, sede del Centro di riferimento regionale per le coagulopatie, deputata a definire il programma teorico pratico dei corsi di addestramento per l’autoinfusione, ovvero l’uso dei farmaci da parte dei pazienti sotto la guida dei centri specializzati, e ad ammettere a tali corsi dei pazienti, dopo averne valutato l’idoneità.
“La Toscana fa passi in avanti nell’autoinfusione domiciliare – ha commentato il presidente della commissione Stefano Scaramelli (Pd) -. Un’attenzione sempre maggiore nei confronti dell’emofilia che con questa legge si adegua alle nuove esigenze superando i limiti della vecchia normativa”.

Suvignano torna ai toscani, dopo 11 anni dalla confisca

Il bene che è un po’ il simbolo delle confische in Toscana alle mafie, l’emblema a suo modo di quello Stato che si oppone alla criminalità organizzata che anche in Toscana sciacqua i propri denari e fa affari, torna ai toscani e ai cittadini.

L’agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati ha infatti assegnato ieri alla Regione la tenuta di Suvignano in provincia di Siena: o più precisamente il consiglio direttivo dell’agenzia ha deliberato il conferimento delle quote sociali di Agricola Suvignano, con un passaggio di quote gratuito, a Ente Terre regionali toscane, che già si occupa di altre proprietà demaniali o in gestione, fa sperimentazioni in campo agricolo e forestale e tutela e valorizza le risorse genetiche autoctone, bestiame compreso.  Successivamente al decreto del direttore dell’agenzia,  prefetto Sodano, verrà sottoscritto congiuntamente un verbale di consegna.

“La Regione gestirà il bene tramite Ente Terre concordando l’utilizzo con i Comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo – spiega l’assessore alla presidenza e alla cultura della legalità, Vittorio Bugli – Stileremo infatti con le due amministrazioni un accordo per la costituzione di un tavolo di coordinamento che per i prossimi dieci anni dovrà stabilire linee guida e strategie del piano di sviluppo e poi ne monitoreremo insieme l’andamento. Assieme ai Comuni ci confronteremo anche in sede di tavolo regionale dei beni confiscati, nel quale sono presenti associazioni e istituzioni legate a questa tematica, per concordare le attività sociali da svolgere nella tenuta.”. Ovviamente l’azienda dovrà procedere e sviluppare la sua attività agricola. Servirà anche qualche investimento.

“E’ una vittoria della legalità importantissima – sottolinea ancora Bugli -: una soluzione che consente di coniugare le esigenze di valorizzazione delle risorse del territorio con l’interesse pubblico e le finalità di promozione sociale che sono alla base della normativa antimafia”. “Grazie all’acquisizione della gestione da parte dell’Ente Terre regionali toscane – prosegue il collega all’agricoltura, Marco Remaschi – si tratta di una straordinaria occasione di promozione economica del territorio e di valorizzazione delle produzioni agricole e zootecniche. L’azienda può diventare un volano per l’economia di tutta l’area”. Sarà proseguita l’attività agricola, ma saranno sviluppate anche iniziative sulla legalità e l’antimafia. E magari si potranno creare posti di lavoro. “Il perseguimento di obiettivi occupazionali e di inserimento sociale, il coinvolgimento di reti locali, nonché la promozione di aspetti educativi saranno elementi fondamentali del progetto – rimarcano insieme i due assessori – Aspetto chiave sarà il partenariato istituzionale, economico e sociale”. Pubblico e privato insomma pronti a collaborare, con al centro una dimensione etica e sociale.

Soddisfatti naturalmente pure i Comuni dove la tenuta si sviluppa. Anche loro stamani erano alla conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.- “Oggi per noi, per Monteroni e per l’Italia che non piega il capo, è una data storica – commenta il sindaco Gabriele Berni – Abbiamo firmato un accordo che attendevamo da anni, lo attendeva tutta la comunità della val d’Arbia e tutti coloro che hanno a cuore la legalità e la lotta contro la mafia”. “Abbiamo ricucito una ferita che si era aperta nel 1983 – aggiunge – . Questa amministrazione in questi anni si è adoperata ad ogni livello per la costruzione di un quadro normativo che ci potesse far arrivare a questo primo traguardo” .

“Abbiamo da sempre lavorato  per un rilancio di Suvignano in chiave di sostenibilità economica e sociale e finalmente enti locali e Regione assieme possono dare avvio al progetto tanto atteso” gli fa eco la sindaco di Murlo, Fabiola Parenti. “Siamo qua – prosegue, assieme al collega – per costruire un modello concreto. Si può vincere la criminalità organizzata anche sul terreno della produzione di reddito e dello sviluppo territoriale, riaffermando la legalità e creando opportunità di lavoro e sviluppo sociale”.

Chiara Brilli ha intervistato l’assessore regionale alla legalità, Vittorio Bugli e il consigliere regionale Pd del territorio senese, Stefano Scaramelli

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Vaccini: pronta la proposta di legge Toscana

Vaccini, Pronta la proposta di legge Toscana. Scaramelli (Pd), primo firmatario della pdl: “Conferma degli obblighi ma anche ascolto, informazione e farmacovigilanza”.

“La Toscana avrà una sua legge sull’obbligo vaccinale. Vogliamo mettere al riparo i bambini e le famiglie dalle decisioni del governo nazionale che, con l’ossimoro dell’obbligo fessibile contenuto nel Decreto Milleproroghe, rischia di vanificare i buoni risultati conseguiti nell’ultimo anno in termini di copertura della popolazione. Non ci muove un intento polemico: vogliamo stare al merito della questione, che non è politica ma scientifico-sanitaria. Del resto il ministero della Salute conferma la necessità dell’obbligo per i dieci vaccini, ma differendo di un anno le sanzioni lo indebolisce, lasciando le Regioni e soprattutto le scuole a gestire una situazione che rischia di ingarbugliarsi. Per questo, vogliamo introdurre elementi di chiarezza nel quadro normativo regionale con l’obiettivo di offrire certezze e tutele, in special modo per i bambini più esposti e le loro famiglie”.

Lo dice Stefano Scaramelli (Pd), presidente della commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio regionale della Toscana, che insieme al capogruppo Leonardo Marras e a numerosi consiglieri Dem, ha presentato una proposta di legge denominata “Disposizioni relative alla prevenzione vaccinale”.

La proposta, “riconoscendo come prioritaria la protezione dello stato di salute dei minori e identificando la vaccinazione quale strumento indispensabile di prevenzione primaria” riafferma che “gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa statale (decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, come convertito  dalla legge 31 luglio 2017, n. 119) costituiscono requisiti per l’iscrizione ai nidi d’infanzia, ai servizi integrativi per la prima infanzia e alle scuole dell’infanzia. I responsabili dei suddetti servizi per l’infanzia e delle strutture per minori accertano il rispetto degli obblighi vaccinali con le modalità prevista dalla normativa statale ai fini dell’iscrizione o ammissione”.

In sostanza, la Pdl toscana, se approvata, mantiene ferme le lancette rispetto all’eventuale approvazione del Milleproroghe, sancendo quindi che per iscriversi ai nidi e alle scuole materne bisognerà essere in regola con le dieci vaccinazioni.

Nel testo della proposta, inoltre, viene precisato “ai fini dell’iscrizione, ammissione e permanenza ai nidi d’infanzia, ai servizi integrativi per la prima infanzia, alle scuole dell’infanzia e alle strutture per minori, la vaccinazione è omessa o differita in caso di accertati pericoli concreti per la salute del minore in relazione a specifiche condizioni cliniche”.

Fin qui la parte relativa agli “obblighi”. Ci sono poi due articoli che intervengono sul sistema della prevenzione e sui controlli dei farmaci.

“Siamo convinti”, spiega ancora Scaramelli “che una buona normativa sui vaccini oltre a prevedere obblighi debba sforzarsi anche di intervenire su altri aspetti importanti. Per questo vogliamo sancire che il servizio sanitario regionale è chiamato ad assicurare servizi di informazione e sensibilizzazione in materia vaccinale, mirati all’ascolto dei genitori e ad una informazione personalizzata, affidando alle aziende sanitarie il monitoraggio annuale dei progressi delle iniziative di sensibilizzazione. Inoltre, vogliamo che la Regione effettui il monitoraggio di eventuali “eventi avversi” a seguito di vaccinazione, nell’ambito del sistema di sorveglianza regionale su farmaci, vaccini e dispositivi medici, anche ai fini dell’anagrafe nazionale vaccini. Infine, affideremo a un regolamento d’attuazione della nuova legge la disciplina delle azioni finalizzate alla valorizzazione del ruolo del pediatra di libera scelta, le campagne di comunicazione e informazione in materia di prevenzione vaccinale e le modalità di acquisizione e presentazione della documentazione attestante la necessità di omettere o differire la vaccinazione”.

“Come si vede”, conclude Scaramelli “l’intento che muove la nostra proposta è quello di affrontare una questione complessa con azioni a 360 gradi, consapevoli che su questi temi la demagogia e le strumentalizzazioni debbano lasciare il campo alla serietà, al merito e alle competenze”.

Firenze, PD su case popolari: assenza condanne penali tra criteri assegnazione

Due emendamenti del PD alla legge sugli alloggi Erp prevedono anche la revoca della casa popolare, con l’inserimento tra i requisiti di ”assenza di condanne penali passate in giudicato per delitti non colposi per i quali è prevista la pena detentiva non inferiore a cinque anni”.

Gli emendamenti sono stati predisposti dal capogruppo in Consiglio regionale Leonardo Marras insieme al presidente della commissione sanità Stefano Scaramelli, con l’obiettivo di restringere i criteri per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. L’intenzione del PD era già stata preannunciata nelle scorse settimane in seguito alla vicenda della morte di Duccio Dini e raccogliendo un appello del sindaco di Firenze Dario Nardella.

“Il 17 luglio scorso – spiegano Marras e Scaramelli in una nota – abbiamo depositato il testo di due emendamenti che si pongono l’obiettivo sia di restringere i criteri per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, sia di stabilire che la decadenza venga obbligatoriamente avviata dal Comune nel caso di perdita successiva di taluni requisiti”.

In particolare, “per partecipare ai bandi di assegnazione delle case viene inserito il ‘requisito dell’assenza di condanne penali passate in giudicato per delitti non colposi per i quali è prevista la pena detentiva non inferiore a cinque anni ovvero l’avvenuta esecuzione della relativa pena’”.

Inoltre, “secondo la nostra proposta di modifica, il Comune, in presenza di inquilini con questa fattispecie di condanne, dovrà riassegnare l’alloggio ad altro componente del nucleo famigliare, stabilendo la decadenza della persona condannata”.

Questo “si aggiunge alla decadenza dell’assegnatario che abbia riportato condanna definitiva per violenza o maltrattamenti verso il coniuge i minori o altri componenti del nucleo familiare, come già previsto dalla proposta di legge”.

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