Mondo Convenienza, prosegue la protesta a Campi. Furgone investe manifestanti

Proseguono le proteste nel magazzino Mondo Convenienza a Campi Bisenzio, dove il livello della tensione, questa mattina, ha raggiunto livelli davvero preoccupanti. Nelle immagini pubblicate sulla pagina Facebook Si Cobas Firenze e Prato si vede un furgone investire il picchetto dei manifestanti.

“Il gesto criminale – si legge nel post – è avvenuto alle 8:15 al deposito di via Parco Marinella. Sono state prima sfondate le recinzioni del deposito per poi investire gli scioperanti sul marciapiede. Alla guida del furgone uno dei capi della società che ha l’appalto, mentre altri capi e caporali colpivano a calci e spinte i lavoratori. Un operaio in ospedale, diversi i contusi. Si è rischiato il morto”. Questa la cronaca di quanto accaduto a Mondo Convenienza a Campi Bisenzio. La persona non avrebbe riportato ferite gravi.

La denuncia del sindacato Sì Cobas riporta a proposito di Mondo Convenienza a Campi Bisenzio di “turni di 10/14 ore per sei giorni la settimana e di straordinari non pagati, in un gioco di appalti e subappalti su cui è necessario fare chiarezza. I lavoratori chiedono appunto chiarezza, trasparenza e tutela dei diritti e a loro l’amministrazione darà tutto il suo appoggio”. Va ricordato che queste persone lavorano in appalto per una società, la Rl2, che gestisce il servizio di facchinaggio e montaggio mobili per conto di Mondo Convenienza.

Nelle scorse ore era stata tentata una trattativa al tavolo della prefettura, ma, dopo quasi un’ora, i rappresentanti dei dipendenti e dell’azienda avevano abbandonato il tavolo senza raggiungere un’intesa. Per questo oggi sono riprese le proteste. Sul posto anche alcuni rappresentanti del collettivo di fabbrica Ex Gkn in segno di solidarietà coi lavoratori.

L’intervista alla sindacalista Si Cobas Sara Caudiero (AUDIO)

Mondo Convenienza, lavoratori in sciopero a Campi

Sciopero in corso nel magazzino di Mondo Convenienza a Campi Bisenzio. Della questione si sta occupando anche il neo sindaco eletto nei giorni scorsi Andrea Tagliaferri. Una questione che riguarda da vicino una parte consistente del personale.

I lavoratori di Mondo Convenienza del magazzino di via Gattinella a Campi Bisenzio (Firenze), che garantisce i servizi di trasporto (autisti e facchini), sono quindi in sciopero e il sindaco di Campi Andrea Tagliaferri si è attivato “oggi – riporta una nota – richiedendo alla Regione Toscana di aprire un tavolo all’unità di crisi del lavoro della Regione in modo da esaminare la situazione denunciata dai lavoratori”.

“L’intenzione dell’amministrazione su Mondo Convenienza – prosegue la nota – è di coinvolgere anche le altre istituzioni del territorio e le organizzazione sindacali al fine di intervenire al meglio a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, per l’applicazione di un adeguato contratto nazionale di riferimento, per contrastare forme di precarietà più estreme, per rafforzare e valorizzare un lavoro di qualità basato sul rispetto dei diritti e la sicurezza”.

La denuncia del sindacato Sì Cobas riporta a proposito di Mondo Convenienza di “turni di 10/14 ore per sei giorni la settimana e di straordinari non pagati, in un gioco di appalti e subappalti su cui è necessario fare chiarezza. I lavoratori chiedono appunto chiarezza, trasparenza e tutela dei diritti e a loro l’amministrazione darà tutto il suo appoggio”.

 

Riders fiorentini di Just Eat in sciopero per “migliori condizioni contrattuali e di lavoro”

Firenze, sciopero dei riders di Just Eat questa sera per “rivendicare migliori condizioni contrattuali e di lavoro” e l’applicazione del contratto nazionale Ccnl logistica e trasporti. Lo rende noto il coordinamento provinciale Firenze e Prato Si Cobas.

I riders si riuniranno poi in piazza Indipendenza. “Noi lavoriamo sotto contratto con Justeat takeaway.com, ma siamo anche i rider di Deliveroo, Glovo, Ubereats, e il motivo è molto semplice – si legge in una nota di Sì Cobas -: la paga e le condizioni contrattuali che ci fornisce l’azienda di cui siamo dipendenti non sono sufficienti ad arrivare a fine mese e garantire la serenità per pagare l’affitto, le bollette, la benzina, per chi ha una famiglia e dei figli.

Questo porta necessariamente a dover trovare un altro lavoro e spesso lavorare sempre come rider ma per le altre piattaforme. Il risultato è un monte di ore elevato, mal distribuito nell’arco delle giornate che non concede tempo per la famiglia e per la propria vita privata”.

“Oggi ci fermiamo perché nelle ultime settimane l’azienda non ha mai risposto alle nostre richieste e alle nostre esigenze seppur importanti o urgenti – spiegano i rider attraverso il sindacato -: in particolare denunciamo che un collega ha sua moglie che sta per partorire e alla richiesta all’azienda di orari consoni alle sue esigenze gli è stato risposto dopo 14 giorni che era impossibile per motivi operativi. Ma non è l’unico ad avere questo tipo di problemi: l’azienda fornisce ormai da due mesi gli orari in ritardo, ci fa programmare la disponibilità del doppio delle ore previste del nostro contratto e poi non le rispetta, ci fa contratti da 10 ore e ce ne fa lavorare anche il doppio o di più quando ne ha bisogno, senza considerare la richiesta di tanti di aumentare le ore contrattuali”.

I lavoratori rivendicano “l’applicazione del nostro contratto, il Ccnl logistica e trasporti”, e “ci dissociamo e diffidiamo dall’accordo integrativo aziendale siglato tra l’azienda Justeat takeaway.com e i sindacati Cgil-Cisl-Uil che riteniamo che peggiori le nostre condizioni contrattuali e di lavoro e che classifichi il mestiere del rider come un ‘lavoretto'”.

Sì Cobas Firenze, sgomberato dalla polizia il presidio Iron&Logistics

Sì Cobas Firenze ha reso noto che questa mattina, a Prato, è stato sgomberato il presidio all’azienda di Iron&Logistics. Otto persone accompagnate in Questura.

L’azienda Iron&Logistics, che svolge attività di stireria e logistica in conto terzi per grandi griffe della moda, si è trovata al centro di una manifestazione, promossa da Sì Cobas Firenze, per protestare contro i ventidue licenziamenti nell’azienda.

Il sindacato Sì Cobas Firenze, afferma che l’intervento è stato condotto con “decine di reparti antisommossa”, ma non solo, ci viene fatto sapere che è stato impiegato anche un elicottero e che i “lavoratori che stavano dormendo al presidio in via Ciulli sono stati arrestati”.

Tra le persone portate via, compare anche la coordinatrice del Sì Cobas Sarah Caudiero. La donna, si spiega, “è stata tratta in arresto e si trova in questura a Prato”. E proprio a Prato ora è stato organizzato un presidio di protesta.

Dall’altro lato è intervenuta la Polizia, spiegando che non c’è stato nessun arresto e che sono otto le persone che si trovavano al presidio e che sono state accompagnate per accertamenti in questura a Prato. Luogo dove si trovano tuttora per l’identificazione.

Dalla questura viene spiegato che l’intervento, avvenuto attorno alle sette del mattino, è stato fatto per consentire il regolare svolgimento dell’attività commerciale della fabbrica di fronte a cui si svolge la protesta dei lavoratori.

Ricordiamo infine che il presidio andava avanti da quasi quattro settimane e questa mattina gli agenti hanno smontato le strutture, i gazebo e le tende che insistevano di fronte alla fabbrica.

Prato, sciopero delle grucce: accordo trovato dopo 19 giorni

Prato – L’accordo prevede contratti a tempo indeterminato e tempo pieno per tutti i lavoratori, turni settimanali per 40 ore e l’applicazione del CCNL di categoria.

Sembra aver trovato il suo lieto fine la storia dei lavoratori delle grucce di Prato, in sciopero da 19 giorni. Il Comunicato di Sì Cobas riporta come ieri sera sia stato firmato un accordo anche con le società Ruentex e Gruccia Creations.

“Dopo 19 giorni di giorni di scioperi – riportano i Sì Cobas -, picchetti e presidi ai cancelli si conclude con la vittoria dei lavoratori e del sindacato lo ‘sciopero delle grucce’. Nella serata di ieri (24 maggio) anche le società Ruentex e Gruccia Creations hanno sottoscritto un accordo con il sindacato. L’accordo prevede contratti a tempo indeterminato e tempo pieno per tutti i lavoratori, turni settimanali per 40 ore e l’applicazione del CCNL di categoria. Abolito così il regime di lavoro nero, contrattini fasulli e turni di 12 ore per 7 giorni la settimana. Per un lavoratore che ha scelto di interrompere il rapporto di lavoro l’accordo prevede un riconoscimento economico di 19 000,00 euro a risarcimento degli straordinari non retribuiti svolti negli ultimi anni di lavoro. L’accordo, firmato anche dalla DIGI Accessori, prevede il ricollocamento di una parte del personale della Ruentex e della Gruccia Creations presso la stessa DIGI Accessori.”

“La DIGI Accessori – prosegue il comunicato -, insieme alla META, era stata tra le prime due aziende del ‘cartello’ a cedere davanti allo ‘sciopero delle grucce’ e sottoscrivere accordi di regolarizzazione e stabilizzazione dei lavoratori. La lotta paga. Lo sciopero e la sindacalizzazione si confermano ancora una volta l’unico strumento capace di rivoluzionare una realtà di supersfruttamento che per troppi anni si è pensata inscalfibile, resistendo anche ai colpi sferrati ciclicamente da controlli e sanzioni amministrative.”

“Lo ‘sciopero delle grucce’ ha coinvolto lavoratori di 4 aziende – dicono sempre i Cobas -. Nove aziende produttrici di grucce sono state coinvolte dai picchetti. Alla DIGI, alla META e alla RUENTEX ci sono voluti tre presidi permanenti di rispettivamente sei giorni e notti – per i primi due – e nove giorni e notti. Un immenso impegno per tutto il sindacato che è stato ripagato con una vittoria che rivoluziona una filiera produttiva fondamentale come quella delle grucce.”

“E’ una vittoria simbolica contro una realtà padronale che già nel 2019 alla Gruccia Creations – scrivono ancora i Cobas – , e poi nel 2021 alla Dreamland, rispondeva alle sacrosante richieste dei lavoratori con tirapugni e mazze da baseball. E’ grazie all’immenso coraggio dei lavoratori che hanno deciso di scioperare, grazie alla solidarietà concrete di centinaia di cittadine e cittadini, grazie al sostegno garantito dai lavoratori del Si Cobas delle altre fabbriche del distretto che hanno sostenuto quotidianamente – giorno e notte – i picchetti che questa volta a trionfare sono i diritti e la dignità del lavoro.

“Ma il valore simbolico di questa vittoria è anche un altra. Nel 2019, quando dieci operai entravano in sciopero alla Gruccia Creations, Luca Toscano e Sarah Caudiero, coordinatori del sindacato, ricevevano proprio davanti ai cancelli dello stabilimento di via dello Sprone il foglio di via obbligatorio da Prato per ‘pericolosità sociale’. Insomma in questi anni si è provato a fare di tutto per stroncare questo movimento. Chi ci ha provato, dalle istituzioni ai padroni, con misure repressive e aggressioni, hanno perso. In questo distretto sta succedendo qualcosa che qualche anno fa era impensabile. E non si torna più indietro.” Conclude il comunicato.

Lavoro, Prato: vertici Texprint indagati per sfruttamento lavoratori

Lo ha reso noto oggi la coordinatrice pratese di Sì Cobas Sarah Caudiero, che ha mostrato la richiesta di proroga di sei mesi delle indagini consegnata alle parti lese, 15 persone – 14 pakistani e un senegalese – che negli anni scorsi hanno lavorato nell’azienda, e che in parte sono state licenziate e poi reintegrate, iscritte alla sigla sindacale.

I vertici della stamperia tessile Texprint di Prato, a conduzione cinese, sono indagati per sfruttamento di manodopera in stato di bisogno. Lo ha reso noto oggi la coordinatrice pratese di Sì Cobas Sarah Caudiero, che ha mostrato la richiesta di proroga di sei mesi delle indagini consegnata alle parti lese, 15 persone – 14 pakistani e un senegalese – che negli anni scorsi hanno lavorato nell’azienda, e che in parte sono state licenziate e poi reintegrate, iscritte alla sigla sindacale.

La procura di Prato conferma come lo scorso agosto i suoi uffici abbiano iscritto nel registro degli indagati due soci della Texprint, e una terza persona, considerata dagli investigatori uno dei gestori di fatto dell’azienda. L’indagine scaturisce dal verbale dell’Ispettorato del lavoro, che proprio sei mesi fa ha effettuato un’ispezione a seguito delle denunce dei lavoratori, sostenute dal sindacato, per sfruttamento del lavoro. La vicenda Texprint ha assunto un valore simbolico nel distretto dell’abbigliamento pratese, il più grande in Europa di questo tipo.

Dal 18 gennaio 2021 i lavoratori pakistani avevano promosso uno sciopero a oltranza, con un picchetto davanti ai cancelli della ditta durato 10 mesi e dove sono accaduti vari scontri con l’azienda, sostenendo di essere stati costretti a lavorare 12 ore al giorno, sette giorni su sette, senza ferie. Nei mesi scorsi i primi tre licenziati dalla stamperia sono stati tuttavia reintegrati dal giudice del lavoro: oggi, spiega Cadiero, lavorano otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana alla Texprint, ma sono stati assegnanti a un reparto di campionatura, di cui solo loro farebbero parte, “senza avere contatti con gli altri dipendenti”. Il 31 marzo ci sarà un’altra udienza davanti al giudice del lavoro per decidere sul destino del ricorso di altri 15 operai licenziati.

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