Prato: manifestazione lavoratori panificio Toscano, tensioni con polizia

Nuove tensioni a Prato tra lavoratori stranieri che hanno preso parte la notte tra domenica e lunedì a un picchetto davanti alla sede del Panificio toscano e la polizia. Da quanto spiegato dal sindacato Si Cobas un manifestante e un agente sono stati medicati in ospedale, altre due persone che avevano preso parte all’iniziativa di protesta sono state portate in questura.

Ieri mattina poi c’è stata una manifestazione di una quarantina di lavoratori di origine pakistana del Panificio toscano davanti alla sede della Coop di via Valentini a Prato: esposti striscioni e intonati slogan. I manifestanti, come la notte prima, chiedono “l’applicazione corretta del contratto di lavoro”. Manifestazioni sui contratti dei dipendenti del Panificio toscano si erano già svolte nei mesi scorsi, promosse sempre da Si Cobas. L’azienda, che ha sedi a Collesalvetti e a Prato, è tra i fornitori dell’Unicoop. “Dopo un anno dall’inizio della vertenza sindacale, continua a non essere applicato correttamente il contratto – spiega Luca Toscano di Si Cobas -. Lo stato di agitazione è ripartito dopo sei mesi di richieste di apertura di un tavolo di confronto al quale l’azienda si è sempre voluta sottrarre”.

Sulla manifestazione dei lavoratori iscritti al sindacato Si Cobas è intervenuto l’azienda Panificio toscano: in una nota la definisce “strumentale” e spiega che la motivazione “è assolutamente priva di ogni reale riferimento ad inadempimenti di accordi sindacali aziendali”. “L’azienda – si spiega ancora – ha dato attuazione all’accordo sottoscritto con Cgil e Uil nel settembre 2018, nel pieno rispetto dei numeri e delle date previste”.

Si schiera dalla parte dei lavoratori Potere al Popolo secondo cui “la polizia è intervenuta immediatamente a difesa dei padroni, caricando gli operai” e portando in questura Luca Toscano del Si Cobas, e un lavorante del Panificio. Potere al popolo esprime per questo “solidarietà verso i due compagni colpiti, oltre agli altri attivi nella lotta, e interroga le istituzioni, la società civile, i cittadini tutti su questa nuova azione repressiva arrivata dopo il foglio di via nei confronti di due sindacalisti del Si Cobas Prato e Firenze e le cariche sui picchetti, ultima delle quali quella contro i lavoratori di Superlativa di due giorni fa”

Sulle nuove tensioni tra lavoratori e polizia è intervenuta anche il Pd di Prato che chiede al prefetto “un incontro chiarificatore su quanto accaduto nella notte tra il 7 e l’8 luglio fuori dall’azienda Panificio Toscano” e su quali sono le misure pensate per far fronte a situazioni del genere”.

“Manifestazioni, scioperi, presidi sindacali devono avvenire nelle regole e senza nessuna forma di violenza gratuita – dichiara il segretario Gabriele Bosi – A nome del Partito Democratico, intendo chiedere al prefetto un incontro per far chiarezza e per confrontarci su una situazione che ultimamente torna a ripetersi pericolosamente. Vogliamo capire quali azioni saranno intraprese per fare in modo che episodi del genere non si verifichino più”.

Si Cobas denuncia ‘operai aggrediti’: Rossi, stupefatto

Ieri a Prato, in via dello Sprone, un gruppo di operai è stato “aggredito a freddo da una squadretta messa su dal titolare” della ditta contro cui stava protestando  “per chiedere un contratto regolare e la fine di turni di 12 ore al giorno senza riposo settimanale”. Sul posto sono intervenuti ambulanze e la polizia. La questura sta cercando di ricostruire l’accaduto ma intanto conferma che otto operai sono stati portati in ospedale anche se non in graqvi condizioni. A denunciare i fatti è stato Luca Toscano, sindacalista di Si Cobas.

Sconcerto e piena fiducia nell’operato di magistratura e forze dell’ordine perché accertino i fatti e le responsabilità. Questo quanto ha voluto manifestare il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: “ho appreso stupefatto – spiega – di questo episodio”, con una decina di lavoratori che sarebbero stati “aggrediti mentre scioperavano per la riduzione dell’orario di lavoro e altri diritti in fabbrica. Nel caso tutto questo sia confermato si tratterebbe di un fatto molto grave e di un’ulteriore conferma dell’esistenza di una catena di sfruttamento intollerabile per una regione civile come la Toscana, dove i diritti – prosegue il governatore della Toscana – devono essere rispettati. Per quanto mi riguarda ho piena fiducia nell’opera della magistratura e delle forze dell’ordine. Sapranno fare piena luce su quanto è successo. Auspico che gli eventuali responsabili siano puniti in modo fermo ed esemplare”.i

Un’interrogazione è stata annunciata da Nicola Fratoianni di Sinistra italiana in merito a quanto denunciato da Si Cobas a Prato: una decina di operai pakistani, dipendenti di una ditta cinese, che stavano scioperando “sono stati aggrediti e picchiati durante uno sciopero ed un presidio da una squadraccia mandata dai proprietari dell’azienda. Il bilancio è stato pesante, una decina i feriti”.

I lavoratori, aggiunge Fratoianni, “protestavano per chiedere un contratto e il rispetto dei diritti, visto che a quanto pare dalle loro denunce lavorano 12 ore al giorno, spesso a nero e in condizioni di schiavitù”.
“Presenteremo un’interrogazione al governo per sapere cosa intenda fare – spiega Fratoianni -: vogliamo sapere se verranno mandati subito gli ispettori del lavoro, e vogliamo sapere in Parlamento se le forze dell’ordine presenti siano intervenute a difesa dei lavoratori che protestavano, e in caso negativo – conclude il segretario di Sinistra Italiana –  quali siano stati i motivi del non intervento di fronte al pestaggio e quali iniziative siano in corso per individuare gli aggressori”.

Aggrediti 2 lavoratori a Prato. Per Sì Cobas è intimidazione

La questura di Prato sta indagando sulla correlazione fra l’aggressione dei due operai pachistani colpiti ieri sera mentre rincasavano e le minacce ricevute da loro stessi da parte dei datori di lavoro cinesi, titolari di una ditta a Montemurlo.


Secondo quanto emerge i due pachistani sarebbero stati più volte esortati a rinunciare alla vertenza sindacale con cui chiedevano di avere un regolare contratto di lavoro.

Intanto circa 50 lavoratori del sindacato ‘Sì Cobas’ hanno partecipato nel pomeriggio ad una manifestazione di protesta di fronte alla sede della prefettura. I manifestanti, quasi tutti stranieri, chiedevano di puntare i riflettori sull’aggressione dove i due pachistani sono stati feriti.

Due uomini sono stati aggrediti a colpi di bastone, cocci di bottiglia e coltelli ieri sera in via Montalese, mentre tornavano a casa dopo una giornata di lavoro in un’azienda a conduzione cinese di Montemurlo (Prato).

L’episodio è avvenuto intorno alle 19, in provincia di Prato. Dalle testimonianze raccolte dalla polizia, intervenuta con le volanti, gli aggressori degli operai si sarebbero dati alla fuga subito dopo. Sul posto, insieme al personale sanitario del 118 che ha prestato le cure del caso ai due stranieri, gli agenti hanno acquisito informazioni sulle ragioni dell’aggressione, sulle quali sono in corso accertamenti. Uno dei due uomini è stato giudicato guaribile in 10 giorni mentre per l’altro sono state necessarie particolari cure mediche.

Secondo il sindacato Si Cobas, al quale i due uomini sono iscritti, si sarebbe trattato di un agguato per punire i due lavoratori che sono stati protagonisti di una vertenza con la proprietà dell’azienda dove lavorano, la Ds di Xhang Xiangguo.
Il sindacato ha proclamato una giornata di sciopero all’azienda di Montemurlo e manifesterà alle 15 davanti alla Prefettura.

Secondo Potere al Popolo i due lavoratori sarebbero stati aggrediti perchè “sindacalizzati”.

“Potere al popolo non può che stare dalla loro parte – sostengono da PaP -, soprattutto in un contesto politico in cui, a causa del Decreto Salvini sulla sicurezza, vedrà la situazione aggravarsi, considerato che solo quest’anno 100.000 persone saranno gettate nella più totale clandestinità, alla mercè dei profittatori e degli speculatori di turno”. Per Pap, “quelle denunciate dai lavoratori sono condizioni tipiche di un settore ad altro sfruttamento di manodopera come il tessile, in cui il grado di sottomissione dei lavoratori all’azienda è altissimo”.


“Tutto ciò si rende possibile grazie alla condizione di vero e proprio ricatto – concludono – cui sono sottoposti molti lavoratori: la paura di non vedersi rinnovato il permesso di soggiorno, o peggio la paura di finire reclusi in qualche centro di identificazione, sono una vera e propria arma nelle mani dei padroni, che in questo modo attaccano al ribasso le condizioni di tutti i lavoratori.”

“Si tratta fuori da ogni dubbio di un gravissimo atto intimidatorio – dice Si Cobas – Adeel e Abbas sono due dei lavoratori DS che a luglio si rivolsero al sindacato denunciando una situazione di vera e propria schiavitù: turni di 12 ore al giorno, sette giorni su sette, per buste paga da fame.”

“Lì iniziava un lotta dura, passata da scioperi e denunce pubbliche, che ha portato a un primo accordo, e quindi al riconoscimento formale dei diritti fondamentali dei lavoratori: retribuzioni in linea con il contratto nazionale di lavoro tessile per 40 ore settimanali di lavoro – conclude Si-Cobas -, riconoscimento di riposo settimanale, ferie, malattie e tredicesima”.

Collesalvetti (Livorno): denunce per sciopero davanti “Panificio Toscano”

Verranno tutte denunciate per vari reati, secondo quanto appreso, le 30 persone, tra lavoratori e sindacalisti Si Cobas in sciopero, che nel tardo pomeriggio di ieri hanno dato vita a una manifestazione non autorizzata all’esterno del Panificio Toscano di Collesalvetti (Livorno).

Durante lo sciopero le persone, sedute a terra, hanno tentato di impedire l’ingresso e l’uscita nello stabilimento di lavoratori e automezzi dei fornitori. La polizia, sempre secondo quanto si apprende, è intervenuta per consentire il passaggio dei mezzi sollevando di peso i manifestanti che si erano seduti a terra davanti ai cancelli del panificio.

“Ieri – spiegano invece dal sindacato Si Cobas – ancora ancora volta gli operai si sono fermati per rivendicare l’applicazione del contratto nazionale dei Panifici Industriali, riconoscimento dei livelli e degli scatti di anzianità maturati”.

“Le tensioni sono iniziate dopo che – aggiungono dal sindacato – la polizia ha scortato all’interno della fabbrica una macchina di crumiri chiamati dall’azienda per sostituire, illegalmente, i lavoratori in sciopero.”

“A quel punto – concludono dal sindacato – sono iniziati i blocchi ai cancelli per tre volte aggrediti dalle forze dell’ordine per rendere nullo l’esercizio del diritto di sciopero dei lavoratori”.

Panificio Toscano: azienda assumerà lavoratori Giano

Un tavolo di trattative per arrivare all’assunzione di tutti i lavoratori della cooperativa Giano, che lavora in appalto, e superare così il modello dell’esternalizzazione. E’ quanto annuncia il Panificio Toscano, realtà che serve la grande distribuzione.

L’azienda, al centro di una vertenza dei lavoratori della cooperativa Giano sostenuta da Si Cobas, in una nota “contesta la strumentalizzazione” operata da parte del sindacato di base, e auspica che “al più presto sia garantita la piena efficienza, siano sospese forme di agitazione, alle quali peraltro la maggioranza dei lavoratori non aveva aderito, e si possa procedere, in accordo con le organizzazioni sindacali, all’avvio delle trattative per l’assunzione”.

“Oggi l’azienda si trova al centro di una vicenda che rischia di danneggiarne l’immagine e al tempo stesso l’operatività – si legge ancora -. Pur confermando la legittimità degli accordi che nel 2017 portarono al subentro nell’appalto esistente da parte della cooperativa Giano (con accordo firmato dal sindacato Uil e approvato da tutti i soci lavoratori della cooperativa) e contestando la strumentale narrazione offerta da Si Cobas, oggi l’azienda intende andare al superamento di quel modello organizzativo, che allo stato attuale delle cose non garantisce più il Panificio Toscano sotto il profilo della regolarità della fornitura”.

L’azienda sottolinea che, rispetto alla verifica fiscale avvenuta nei giorni scorsi, “Panificio Toscano è chiamato a rispondere di inadempimenti altrui per il ruolo di vigilanza che gli compete”.

Prato: Si Cobas “intervento violento contro operai durante picchetto panificio”

“Intervento violento” contro lavoratori in sciopero, “4 operai ammanettati, portati in questura e poi rilasciati, altri feriti”. E’ quanto denuncia Si Cobas di Prato sull’intervento della polizia intorno alle 4 di questa mattina davanti ai cancelli di un panificio in via Vannucchi a Prato, dove era in corso un picchetto di alcuni operai della Cooperativa Giano in sciopero. La vertenza va avanti da tempo: Si Cobas chiede, spiega una nota, “la riassunzione dei delegati sindacali licenziati e rispetto del Ccnl di categoria, la fine dell’utilizzo illegittimo del Ccnl Multiservizi”.

foto Tv Prato

“I lavoratori – afferma il sindacato – erano tornati ai cancelli dalla mezzanotte con blocco totale dello stabilimento”, e un analogo picchetto era stato organizzato davanti allo stabilimento di Collesalvetti (Lucca). “Lo sciopero arrivava dopo il fallimento delle trattative con la Cooperativa Giano”. Sull’accaduto Si Cobas ha tenuto stamani una conferenza stampa nel capoluogo toscano davanti alla sede di Unicoop Firenze: la Cooperativa Giano lavora per il Panificio toscano fornitore tra l’altro dei negozi Unicoop. L’agitazione sindacale, conclude Si Cobas, “continua ad oltranza” fino a quando “la Cooperativa Giano non deciderà di ricevere le richieste dei lavoratori, a maggior ragione dopo i gravissimi fatti di questa notte”.

Intanto fonti di Unicoop Firenze spiegano che ispezioni sono state effettuate presso i fornitori, come accade regolarmente e che dai controlli non sono risultate irregolarità per la rescissione del contratto.

Un intervento legato alla “resistenza passiva” posta in essere da circa 50 persone per impedire la distribuzione dei prodotti panificati e che, “a fronte dell’immediato intervento del personale della Questura di Prato, ha avuto regolare svolgimento con l’uscita dei mezzi dal panificio per le relative consegne”. Così la questura di Prato in una nota in merito a quando accaduto in via Vannucchi. “Sono state identificate quattro persone – si spiega ancora dalla questura – che, nella fase del primo intervento, hanno opposto resistenza passiva nei confronti degli operatori di Polizia, poi accompagnate negli uffici della Questura per essere deferite all’Autorità giudiziaria”.

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