Multe a clienti ristorante, sprovvisti Green pass

Lucca, venerdì sera, durante dei servizi di controllo interforze, sono state elevate le prime multe in città per inosservanza della normativa.

Le multe sono state infatti contestate sia a dei clienti, che erano stati trovati all’interno sprovvisti di Green pass o di documento sostitutivo, sia al gestore del locale.

La questura di Lucca, in una nota, ricorda che il gestore deve obbligatoriamente verificare il possesso del Green pass da parte del cliente, e solo se vi è una manifesta incongruenza tra i dati anagrafici e la persona deve controllarne anche i documenti.

Le multe nei confronti dei gestori vengono quindi eventualmente elevate solo in caso si ravvisino palesi responsabilità da loro parte, per esempio se un cliente mostrasse un Green pass, risultato falso al controllo, ma con dati anagrafici compatibili con la persona.

Nel caso specifico del locale di Lucca i due clienti erano completamente sprovvisti della Certificazione verde Covid-19. La polizia sottolinea anche che con tre violazioni in tre giorni diversi, è prevista la chiusura del locale fino a 10 giorni.

Su chi può richiedere il documento, oltre alle forze di polizia, possono farlo il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo; i titolari di locali, strutture ricettive e pubblici esercizi e loro delegati; i vettori aerei, marittimi e terrestri; le strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali.

No Green Pass: “Giornalisti terroristi”

Firenze, manifestanti No Green Pass si sono ritrovati in piazza San Firenze per manifestare contro l’obbligo del green pass.

I partecipanti all’iniziativa, preavvisata alle forze dell’ordine e quindi autorizzata, hanno esibito numerosi cartelli con scritte che rivendicavano la libertà di scelta sui vaccini e la contrarietà all’uso del green pass. “La speranza è l’unica cosa più forte della paura. No green pass”, recitava uno di questi. Gli slogan ripetuti in piazza tra un intervento dei partecipanti e l’altro sono stati “Libertà” e “No green pass”.

Successivamente però i manifestanti, che stavano prendendo parte all’iniziativa No Green Pass in piazza San Firenze, si sono mossi in corteo non autorizzato con meta la sede del quotidiano La Nazione per protestare contro i giornalisti in generale contro, secondo quanto da loro stessi rivendicato, la scorretta l’informazione su green pass e vaccini.

“Giornalisti terroristi”: questo uno degli slogan urlati dai manifestanti contrari al green pass che dopo aver preso parte a un’iniziativa di protesta in piazza San Firenze, si sono mossi in corteo sui viali cittadini accusando le varie testate giornalistiche di fare un’informazione scorretta, gridando anche ‘vergogna’ e ‘venduti’.

I manifestanti, alcuni anche inginocchiandosi, hanno anche scandito il nome di Giuseppe De Donno, il medico mantovano che per primo ha sperimentato la terapia col plasma iperimmune per combattere il Covid e che si è tolto la vita il 27 luglio scorso.

La manifestazione si sarebbe svolta senza problemi per l’ordine pubblico, anche se personale della Digos ha proceduto all’identificazione di una decina di persone, individuate come coloro che hanno esortano i manifestanti a muoversi in corteo: si tratta di un gruppo diverso dai promotori dell’iniziale protesta in piazza San Firenze dove in totale, per la questura erano presenti circa 300 persone.

Dalla questura si fa sapere che l’identificazione, come nelle No Green pass: 30 identificati a Firenze, 50 a Livorno, porterà successivamente ad una denuncia per manifestazione non autorizzata.

Sempre secondo la questura, sarebbero stati circa 300, i manifestanti che hanno preso parte anche al presidio sotto la sede del quotidiano fiorentino, conclusosi intorno alle 20:15.

Alla fine della manifestazione, l’appuntamento, così è stato detto, è stato rinnovato per il prossimo sabato, nuovamente in piazza San Firenze.

Green pass, Confcommercio Toscana: oggi meno clienti nei ristoranti

Firenze, la prima mezza giornata di Green pass obbligatorio, per consumare all’interno dei pubblici esercizi, ha avuto un impatto negativo su bar e ristoranti in Toscana, con un minore afflusso di clienti sia italiani che stranieri, e disdette di tavoli già prenotati.

“Le persone non hanno recepito adeguatamente il messaggio – osserva Aldo Cursano, presidente di Fipe-Confcommercio Toscana commentando la giornata di esordio del Green pass -, c’è stata grande confusione nella clientela e abbiamo avuto molte difficoltà. È un problema per noi chiedere il documento di identità, sembra farci dubitare della correttezza di clienti che conosciamo da anni”.

Secondo Franco Brogi, presidente di Fiepet-Confesercenti Toscana, fra bar e ristoranti c’è fin qui “un doppio binario: i bar si stanno salvando, col consumo al bancone, e la bella stagione fuori; ma per i ristoranti oggi a pranzo è andata molto male, abbiamo avuto anche resistenze da parte dei clienti, molti dei quali non vogliono esibire il Green pass. Per i ristoranti è una ulteriore mazzata, visto che non tutti hanno tavoli all’aperto”.

Raffaele Madeo, portavoce di Tni Italia, lamenta un 30% di disdette sul totale delle prenotazioni nei ristoranti, a fronte però di un comportamento corretto dei clienti che hanno mostrato spontaneamente il Green pass. “Questo dimostra – sostiene Madeo – che gli italiani hanno senso civico, per cui l’obbligo di verifica che grava sui ristoratori non ha ragione di esistere”

Green Pass: tra controlli e responsabilità, da oggi va in scena il ‘fai da te’

Green pass: da oggi in Italia sarà obbligatorio per tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni per accedere e usufruire di alcune attività tra cui accedere ai ristoranti al chiuso; entrare al cinema, al teatro o nei musei; svolgere attività fisica in palestra; partecipare a delle sagre, accedere in stadi, congressi e grandi eventi; consumare ai bar al chiuso al tavolo salvo usufruire del servizio al bancone; spostarsi in entrata e in uscita dai territori classificati come zona rossa o zona arancione. Regioni e province autonome possono prevedere altri utilizzi dei green pass all’interno dei territori di loro competenza.

“I titolari o i gestori dei servizi e delle attività autorizzati previa esibizione del Green Pass sono tenuti a verificare che l’accesso a questi servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni. In caso di violazione può essere elevata una sanzione pecuniaria da 400 a 1000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni”, ha precisato Palazzo Chigi dopo il varo dell’ultimo decreto covid.

Green pass obbligatorio in Italia dal 1 settembre per il personale della scuola, a cominciare dai docenti, e per i trasporti a lunga percorrenza come treni, aerei e navi. Le nuove regole legate all’introduzione del certificato verde  sono state approvate ieri all’unanimità dal consiglio dei ministri.Per quanto riguarda i trasporti, non è stata prevista l’obbligatorietà del green pass per gli autobus e la metro. Il Consiglio dei ministri ha inoltre confermato l’esclusione dell’obbligo di green pass per tutti gli studenti minorenni, mentre sarà necessario per gli studenti universitari. Per quanto riguarda i docenti senza green pass o tampone, il nuovo decreto prevede lo stop allo stipendio dopo 5 giorni di assenza.

Torniamo a ciò che viene introdotto da oggi come limiti e controlli perché le polemiche sul suo utilizzo e la sua funzione non sembrano assolutamente diminuire. Al centro c’è l’impiego all’interno di ristoranti e bar, se seduti al tavolo, dove per il momento è previsto il controllo sia del certificato verde che della carta d’identità. Sul fronte delle associazioni di catgoria il mal di pancia è generalizzato così come la preoccupazione, Confcommercio dice sì al certificato verde, ma no al controllo della carta d’identità. Tni Italia no a entrambi, mentre Confesercenti si attiene alle regole, ma preferirebbe eliminare il controllo dei documenti vissuta come atto di sfiducia nei riguardi dei clienti e una forzatura perché gli imprenditori e gli addetti non possono svolgere funzioni da pubblico ufficiale. C’è anche chi, soprattutto tra i bar, ha scelto di eliminare il consumo al tavolo perché non in grado di garantire il controllo dei certificati.

Arrivano in queste ore comunicati di istituzioni culturali, musei, biblioteche in cui si ribadisce da oggi la selezione all’entrata. C’è chi come il Marino Marini di Firenze ha chiuso le attività ad agosto per capire come attrezzarsi e delle realtà di eventi live che stanno allestendo dei tamponi all’ingresso per permettere la partecipazione come il festival Mont’Alfonso Sotto le Stelle a Lucca.

Tni Italia: “Green pass? Non ci stiamo. Non siamo controllori”

Firenze, Tutela Nazionale Imprese (Tni Italia), un gruppo di associazioni riunitesi durante il primo lockdown, che secondo quanto è scritto sul sito dell’associazione, rappresenterebbe circa 40mila imprese del mondo Horeca (bar, ristoranti, alberghi), da Nord a Sud d’Italia, ha fatto sapere che non chiederà il Green Pass ai propri clienti.

“Green pass? Non ci stiamo. Non siamo controllori, siamo ristoratori. Non siamo tenuti a chiedere la carta di identità ai nostri clienti, né a scaricare l’app per la verifica”. Lo afferma la segretaria nazionale di Tni Italia, Cristina Tagliamento, spiegando che “nei giorni scorsi abbiamo organizzato un flash mob e presentato un emendamento che sarà discusso a settembre in Parlamento. Quello che chiediamo è di eliminare per i ristoratori l’obbligo di verifica della certificazione Green pass”. Il sindacato che tutela imprenditori e dipendenti del mondo Horeca ha inviato un quesito formale al Garante della Privacy.

“C’è molta confusione – sostiene Tagliamento – con pareri discordanti. Non sappiamo chi eleverà eventuali sanzioni, chi chiamare in caso di contestazioni e denunce da parte del cliente. In ogni caso siamo riusciti a costituire un team di avvocati, pronti ad assistere i nostri associati in caso di denunce o sanzioni”.

“Far ricadere sui gestori delle attività la responsabilità dei controlli sui Green pass è decisamente una scelta sbagliata, se non assurda”, ha inoltre affermato in una nota Gabriella Orlando, direttrice Confcommercio Grosseto, alla vigilia dell’entrata in vigore del meccanismo di certificazione.

“Gli imprenditori o, peggio ancora, i loro dipendenti, non sono dei pubblici ufficiali, e tutto questo appare come una forzatura”, ha aggiunto. Qualche esercente toscano, tuttavia, va oltre e annuncia che non controllerà il Green pass dei propri clienti.

“Non lo chiederemo, è una cosa discriminatoria”, spiega Filippo Giambastiani, titolare del caffè Tessieri di Lucca, multato più volte negli ultimi mesi per mancato rispetto delle norme anticontagio nel suo bar: “Io non sono un pubblico ufficiale – aggiunge – rischio la denuncia da qualcuno se chiedo dati personali”.

Più ironica la reazione delle titolari del Ben Bar di Rigutino (Arezzo), che hanno postato sulla pagina Fb del locale la foto di una lavagnetta, posata sul bancone del bar, con la scritta “Si entra solo con il vin pass, no astemi!”.

Giani: “Chi non si vaccina è giusto stia a limitazioni di mobilità”

Firenze, il presidente della Toscana, Eugenio Giani, in vista dell’introduzione del Green Pass obbligatorio per alcuni servizi ed eventi a partire dal 6 agosto, si è espresso in favore del provvedimento, giustificando le limitazioni allo spostamento di chi non sia vaccinato che il green pass mette in atto.

“Siamo pronti per il 6 di agosto con il green pass a vivere la nuova espressione della comunità – ha detto il presidente Giani – chi si vaccina è premiato, può muoversi in libertà, chi non si vaccina è giusto stia a limitazioni di mobilità e a limitazioni di movimento perché oggettivamente tutti oggi si possono vaccinare. In Toscana siamo arrivati a 4,2 milioni di dosi somministrate quindi chi non si è vaccinato, a parte i ragazzi più giovani che si sono già prenotati, lo ha fatto per sua scelta”.

Parlando poi della manifestazione, che si è svolta anche a Firenze, contro l’obbligo del green pass Giani ha detto che “non mi preoccupa, ho visto che è molto limitata nelle persone e io la vedo simile a quella che all’inizio del secolo caratterizzava le proteste contro le macchine. Come se tutto ciò che è progresso dovesse essere rifiutato perché poteva ipotizzare limitazione, in quel caso al lavoro, in questo caso alla libertà di movimento”.

“Sono convinto che per quanto riguarda la situazione del Covid oggi ci troviamo di fronte a un dato che è in aumento – ha detto poi il presidente della Toscana, Eugenio Giani, commentando la situazione dei contagi nella regione – ma se analizziamo la curva dei contagi che era stata ben consistente nelle cinque settimane fra la prima metà di luglio e questa settimana” vediamo “una tendenza verso la stabilizzazione”.

“Quello che sembra positivo – ha poi aggiunto – è che a fronte dei 735 contagi” registrati oggi, “non corrisponde, come invece accaduto nel corso delle altre tre ondate, al trend di ricoveri e terapie intensive. Stamani a fronte di 735 contagi abbiamo solo un aumento di quattro unità di ospedalizzazioni, addirittura meno due in terapia intensiva. Quindi è un Covid sostanzialmente diverso, i contagi spesso significano la possibilità di curarsi a casa, di essere seguiti dal medico e questo è un fatto incoraggiante nel senso che è forse, fra le quattro ondate, l’unica che stiamo fronteggiano senza alcuna limitazione al movimento e al contatto delle persone”.

Per quanto riguarda come l’organizzando dei trasporti e degli spazi, per l’inizio dell’anno scolastico: “La Toscana si è organizzata, ed è già nella situazione di poter affrontare l’inizio dell’anno scolastico – ha detto il presidente Giani – Anche perché noi abbiamo calibrato il tutto per una regione in cui la scuola è stata fortemente in presenza nei primi sei mesi dell’anno. Siamo la Regione che ha garantito la maggiore presenza diretta.  “Ricordo  che quando, con una mia ordinanza, facemmo ripartire le superiori l’11 gennaio, in gran parte delle altre regioni, invece si partiva a fine febbraio”.

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