Firenze: 7,5 mln per tunnel sotto Arno

L’intervento consentirà di ripristinare l’antico camminamento  sotto l’Arno dal lungarno della Zecca a piazza Poggi Giani: “Porterà turisti in Oltrarno e al museo Siviero ” .

Un antico camminamento sotto l’Arno, un percorso sotterraneo inedito che collegherà il lungarno della Zecca a piazza Poggi, sulla riva sinistra del fiume. questo suggestivo intervento, nel cuore di Firenze, sarà reso possibile dallo stanziamento di 7 milioni e 500 mila euro deciso dalla Regione nell’ambito del piano di interventi del Fondo di sviluppo e coesione che prevede complessivamente finanziamenti per oltre 634 milioni di euro e che sarà firmato nei prossimi giorni con la presidente del consiglio Giorgia Meloni.

“Abbiamo deciso – afferma il presidente della Regione Eugenio Giani – di  utilizzare lo strumento del Fsc anche per valorizzare il corso dell’Arno nella città di Firenze. Contribuiranno alla realizzazione di una sorta di Corridoio Vasariano, però sotterraneo, che sarà reso possibile dall’impermeabilizzazione del passaggio esistente sotto il fiume, in coincidenza con la pescaia di San Niccolò. Questo intervento ricostruirà il vecchio percorso pedonale dal lungarno della Zecca, in riva destra, fino a Piazza Poggi, dove un tempo aveva sede la famosa fabbrica dell’acqua. Un percorso affascinante che permetterà ai turisti che arrivano con i bus sui lungarni, di riemergere, facendo pochi passi a piedi, in Oltrarno, visitando così una parte di Firenze meno battuta ma altrettanto importante e suggestiva”.

Ma non è tutto. L’intervento consentirà anche di valorizzare ulteriormente il Museo Casa Rodolfo Siviero, di proprietà della Regione, che si trova in lungarno Serristori proprio a due passi dallo sbocco del tunnel. “I turisti che riemergono in piazza Poggi – spiega Giani – potranno così visitare un’interessante raccolta d’arte e conoscere la storia dello ‘007 dell’arte’, Siviero appunto, che contribuì a riportare a Firenze tante opere trafugate dai nazisti e finite illegalmente in mani private durante la guerra”. Per il restyling del museo Siviero, ricorda il presidente, la Regione ha stanziato, con la sua egge di bilancio, circa 3 milioni di euro.

 

Giglio ricorda vittime del naufragio Concordia 12 anni dopo

La commemorazione è iniziata ieri a mezzogiorno con la messa nella chiesa Santi Lorenzo e Mamiliano di Giglio Porto. Presente anche Franco Gabrielli che durante il naufragio era capo del dipartimento della Protezione civile e poi fu nominato commissario delegato dal governo per l’emergenza.

“Un abbraccio affettuoso a nome di tutta la popolazione ai familiari delle vittime – ha detto il sindaco del Giglio Sergio Ortelli – Il naufragio e l’atto di leggerezza del capitano Francesco Schettino sono stati il simbolo negativo per anni. Di quella tragedia rimane dentro di noi una forte tristezza ma anche il grande cuore dei gigliesi. Nel silenzio di questa giornata ricordiamo le vittime con il nostro cordoglio”.

Dopo la messa, il sindaco Ortelli e Gabrielli hanno deposto la corona dei fiori al largo della Gabbianara nel punto preciso dove la nave Costa Concordia naufragò e persero la vita le 32 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

“Ricordiamo oggi Giuseppe Girolamo, un eroe silenzioso che, nel giorno del tragico naufragio della Costa Concordia, cedette il suo posto sulla scialuppa di salvataggio per salvare altre vite, non sapendo nuotare e consapevole di cosa avrebbe comportato per lui questa scelta. Onoriamo la sua memoria, già insignita della medaglia d’oro al valore civile, come esempio di altruismo e coraggio. Non dimentichiamo”. Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni, nell’anniversario del naufragio della Costa Concordia. Dodicesimo anniversario della tragedia della Costa Concordia, la nave da crociera che naufragò all’isola del Giglio (Grosseto) il 13 gennaio 2012.

“Per la piccola Dayana che aveva solo 5 anni e per le altre 31 vite spezzate. Tutti sull’isola del Giglio aprirono le porte delle proprie case per aiutare i naufraghi della Costa Concordia, una straordinaria solidarietà che dette il via a una delle più grandi operazioni di soccorso della storia. Tutta la Toscana si stringe nel ricordo di quella terribile notte” ha scritto invece  sui social il presidente della Toscana, Eugenio Giani

 

Migranti, Giani: “nessun CPR in Toscana, non darò mai ok”

“Si stanno prendendo in giro gli italiani perché il problema dell’immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori”. Così il governatore toscano Eugenio Giani

“Cosa c’entra il Cpr come risposta ai flussi emergenziali?” “Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subito la risposta che dai è ‘faccio i Cpr’ cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio”. Lo ha detto il Governatore della Regione Toscana Eugenio Giani, dopo che ieri la Presidente del Consiglio giorgia Meloni aveva dichiarato di aver dato ” mandato al Ministero della Difesa di realizzare nel più breve tempo possibile le strutture per trattenere gli immigrati illegali”.

“Anni di politiche immigrazioniste hanno fatto sì che oggi, in Italia, siano pochissimi i posti disponibili nei Cpr. I nuovi Cpr che verranno realizzati dovranno essere in località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili. Non si creerà ulteriore disagio e insicurezza nelle città” ha dichiarato Meloni.

Sempre ieri il PD della toscana aveva ribadito il proprio no all’ipotesi di un CPR in regione. “confermiamo un fermo no ai Cpr e a qualunque imposizione sui territori. Non é la soluzione” ha affermato in una nota Francesco Battistini, responsabile politiche migratorie del Pd della Toscana, regione dove non è presente un centro di permanenza per il rimpatrio.

“Proposte serie, rispettose dei diritti e della dignità dei migranti ci sono, eccome – prosegue Battistini -. Va ripristinata l’accoglienza diffusa, anche tramite i Sai, che tanto bene hanno funzionato, in particolar modo in Toscana. Vanno finanziati adeguatamente i centri per l’accoglienza, permettendo al Terzo Settore di partecipare ai bandi, che spesso vanno deserti. Serve lavorare sull’integrazione, con mediatori culturali e insegnanti di italiano, fondamentali per rapportarsi coi territori e trovare sbocchi lavorativi. E poi occorre una riedizione dell’operazione ‘Mare Nostrum’, di vero respiro europeeo, che aveva salvato migliaia di vite umane e rallentato la migrazione senza regole. Tutto ciò nella consapevolezza che non esiste un’emergenza migranti, ma una migrazione oramai strutturale con la quale dobbiamo confrontarci”.

Al Pd aveva fatto eco la Lega. “Quotidianamente le cronache giornalistiche riportano, parimenti, di atti delinquenziali compiuti, frequentemente, da immigrati irregolari e contemporaneamente, vari esponenti del Pd, si lamentano come la sicurezza nelle nostre città, stia diventando sempre più un problema ingestibile. Da tempo, come Lega, chiediamo che pure in Toscana ci sia un Cpr, ovvero una struttura in cui temporaneamente vengano ospitati quegli immigrati che non sono idonei a rimanere nel nostro Paese, ma i Dem, accampando teorie tra le più bislacche continuano ad opporsi fermamente a questa ipotesi” ha affermato  Elena Meini, capogruppo in Consiglio regionale della Lega sui Cpr.

Migranti, sbarchi in aumento del 143% rispetto al 2022

L’aumento di sbarchi e di accoglienze di immigrati in Italia mette in imbarazzo il governo Meloni. Nel primo semestre del 2023 risultano 55mila gli sbarcati e 118mila gli ospiti del sistema di accoglienza, molti più dell’anno passato quando il capo dell’esecutivo era Draghi.

Se il leitmotiv di questo governo è da sempre la stabilizzazione dei flussi migratori, al fine di diminuire il numero di sbarchi dei migranti e le pressioni a cui sono costretti gli istituti di accoglienza regionali, i dati forniti dal Viminale vanno in controtendenza rispetto agli obiettivi.

Secondo quanto si può leggere dal sito del Viminale, infatti, in Italia, nel primo semestre dell’anno corrente, ci sarebbero stati 55.000 sbarchi, con un aumento del 143% rispetto al 2022, con un ammontare di 118.000 ospiti presso il sistema di accoglienza, il 33% in più rispetto all’anno scorso

Le statistiche, oltre a sottolineare le evidenti difficoltà del governo in tema di immigrazione, permette anche di discutere sugli obiettivi verso i quali la premier Meloni ha coadiuvato il proprio esecutivo: la battaglia contro l’eliminazione della protezione speciale, ad esempio, tema caldo dello scorso aprile, è andata ad infrangersi contro la falange delle critiche, come quella, ad esempio, mossa dalla segretaria Pd Elly Schlein, la quale rinveniva in questo obiettivo la volontà anacronistica di un ritorno alle politiche salviniane.

Al riguardo è intervenuto anche il Ministro degli Interni Piantedosi, il quale ha affermato: “È ragionevole immaginare che con l’arrivo della bella stagione ci possano essere arrivi che dovrebbero ricalcare i numeri dello scorso anno: parliamo di cifre comprese tra le 8 mila e 12 mila al mese. Sono dell’idea che potremmo contenere le partenze in questo range. Lavoreremo, faremo di tutto, per un allineamento e un appiattimento dei numeri”.

Ha inoltre aggiunto che “si vedono i primi risultati della collaborazione che stiamo avendo con alcuni Paesi, tra cui la Tunisia, per frenare le partenze. Grazie alle norme approvate negli ultimi mesi ci siamo organizzati per reggere l’urto, eventualmente, di un picco”.

Con ancora il vessillo delle conquiste politiche, secondo lui, ottenute in Europa, con la promozione del meccanismo di solidarietà obbligatoria, e dopo aver detto che “l’Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell’Europa”, il Ministro degli Interni deve fare i conti con un’ulteriore impietosa statistica.

Secondo il decreto del capo della Polizia pubblicato in Gazzetta Ufficiale, infatti,  il costo medio del rimpatrio di un migrante irregolare, pari alla sanzione inflitta ad un datore di lavoro nel caso di violazione del divieto di assunzione di un irregolare, in Italia sarebbe aumentato del 30% rispetto al 2022, per un ammontare di 2.365 euro ad unità.

Alluvione, tavolo col Governo. C’è anche la Toscana

E’ caldo il tema dell’alluvione e, soprattutto, dei ristori che il Governo dovrebbe mettere sul tavolo per le popolazioni colpite dalle inondazioni. E’ iniziato a Palazzo Chigi l’incontro del governo con i presidenti delle Regioni, delle Province e i sindaci dei comuni alluvionati. Oltre a Marche ed Emilia Romagna c’è anche la Toscana.

Per il governo a discutere del tema alluvione c’è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, la ministra del Lavoro Marina Calderone, il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli, la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

A rappresentare i territori per l’alluvione i governatori della Toscana Eugenio Giani (che aveva ribadito fin da subito la necessità di inserire la Toscana tra i territori colpiti dall’emergenza) e dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e delle Marche Francesco Acquaroli, il presidente dell’Upi e sindaco di Ravenna Michele de Pascale, il sindaco e presidente della provincia di Rimini Jamil Sadegholvaad, di Cesena Enzo Lattuca, il presidente della provincia di Pesaro/Urbino Giuseppe Paolini, di Modena Fabio Braglia, di Reggio Emilia Giorgio Zanni e i sindaci di Bologna Matteo Lepore, di Forlì Gian Luca Zattini e di Firenze Dario Nardella.

“Questo è un tavolo operativo che serve per stabilire gli interventi necessari per fronteggiare i danni dell’alluvione, per discutere su cosa fare e su come agire al meglio”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aprendo l’incontro con sindaci presidenti di Regione e delle Province colpite dall’alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana, spiegando che “sarà un tavolo permanete che, in attesa della definizione della struttura commissariale, sarà coordinato all’interno del governo dal ministro Musumeci”.

Mario Sconcerti è morto, grande firma del giornalismo sportivo italiano, era nato a Firenze e aveva 74 anni

, ticeronSco riMaRoma, il giorno prima della finale dei Mondiali di Calcio in Qatar, mondiali che fino a pochi giorni fa aveva seguito e commentato, se ne è andato Mario Sconcerti, maestro del giornalismo italiano e attuale editorialista e prima firma del ‘Corriere della Sera’.

Con la morte di Mario Sconcerti, avvenuta a poche ore dalla scomparsa di Sinisa Mihajlovic, lo sport italiano è di nuovo in lutto, perdendo nel modo più inatteso un altro suo protagonista.

Sconcerti era in ospedale, ma ricoverato per accertamenti di routine al policlinico romano di Tor Vergata e la fine è arrivata improvvisa, tanto che lo stesso Corriere ha sottolineato che fino a ieri aveva dato il suo contributo di idee al giornale.

Mario Sconcerti aveva da poco compiuto 74 anni, nato nel 1948 a Firenze, dove oltre mezzo secolo fa aveva cominciato giovanissimo la professione al ‘Corriere dello Sport’, testata di cui divenne anche direttore nel 1995 dopo aver ricoperto per la prima volta tale incarico al Secolo XIX. Dal ciclismo al calcio, dalla Gazzetta dello Sport a Repubblica, dalla tv alla radio, Sconcerti è stato protagonista non solo del racconto dello sport, ma anche del commento e dell’esegesi.

Tanti temi e riflessioni, virate anche sulla filosofia e la politica, li aveva poi ampliati e approfonditi in una vasta produzione libraria, con opere come ‘La differenza di Totti, da Meazza a Roberto Baggio’, ‘Baggio vorrei che tu Cartesio e io…’ o ‘Storia del gol: Epoche, uomini e numeri dello sport più bello del mondo’.

La sua passione per il calcio, e per la Fiorentina in particolare, lo portarono anche ‘dall’altra parte della barricata’ quando nel gennaio 2001 gli fu affidato l’incarico di direttore generale della Cecchi Gori group, società che controllava il club viola.

Un’esperienza durata poco e conclusasi con le dimissioni motivate dallo stesso neo-dirigente per “visioni molto diverse sulla situazione della societa” col presidente Vittorio Cecchi Gori. Uno strappo che non cancellò i sentimenti per la squadra viola “la amo a prescindere”.

Forse il solo punto fermo in una carriera in continuo divenire e sempre ai più alti livelli. A Repubblica, arrivò nel 1979 e vi creò la redazione sportiva, lavorando insieme con Gianni Brera e Gianni Mura, ma anni dopo, nel 1987, lasciò il giornale di Eugenio Scalfari per la Gazzetta dello Sport, dove fu vicedirettore di Candido Cannavò.

Quindi la prima esperienza da direttore al Secolo e poi i sei anni alla guida del Corriere dello Sport. Dalla stampa alla tv, dove cominciò a lavorare nei primi anni Duemila, Sconcerti seppe diventare in breve un punto di rifermento.

Oltre un decennio a Sky Sport e quindi il passaggio alla Rai nel 2016 e di seguito a Mediaset, sempre ‘bucando’ lo schermo con i suoi racconti, le sue disamine e la sua autorevolezza. “Sei l’unico che seguo, l’unico che non dice cavolate”, gli disse qualche anno fa il patron del Napoli, Aurelio De Laurentis, tra i primi – dei tantissimi – a esprimere il proprio cordoglio.

Le reazioni alla morte di Mario Sconcerti

“Tutta la Fiorentina si unisce al dolore per la scomparsa di Mario Sconcerti, una delle figure più importanti del giornalismo sportivo italiano e grande tifoso e appassionato di Fiorentina. Il club esprime le più sincere condoglianze alla Famiglia e a tutte le persone a lui vicine”.

“Se ne va una grande firma del giornalismo. Mario Sconcerti, fiorentino di caratura nazionale. I suoi commenti sui principali quotidiani e in tv hanno fatto scuola. Appassionato e talvolta polemico, ma sempre corretto e sagace, ci lascia un vuoto enorme”. Lo ha scritto su Twitter il sindaco di Firenze Dario Nardella.

“Con la scomparsa di Mario Sconcerti perdiamo una delle più autorevoli firme del giornalismo sportivo italiano. Un forte abbraccio e sentite condoglianze ai suoi cari, ai colleghi, ai suoi tanti appassionati lettori e ascoltatori”.Lo scrive in un tweet la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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