Ven 3 Mag 2024

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Migranti, sbarchi in aumento del 143% rispetto al 2022

L’aumento di sbarchi e di accoglienze di immigrati in Italia mette in imbarazzo il governo Meloni. Nel primo semestre del 2023 risultano 55mila gli sbarcati e 118mila gli ospiti del sistema di accoglienza, molti più dell’anno passato quando il capo dell’esecutivo era Draghi.

Se il leitmotiv di questo governo è da sempre la stabilizzazione dei flussi migratori, al fine di diminuire il numero di sbarchi dei migranti e le pressioni a cui sono costretti gli istituti di accoglienza regionali, i dati forniti dal Viminale vanno in controtendenza rispetto agli obiettivi.

Secondo quanto si può leggere dal sito del Viminale, infatti, in Italia, nel primo semestre dell’anno corrente, ci sarebbero stati 55.000 sbarchi, con un aumento del 143% rispetto al 2022, con un ammontare di 118.000 ospiti presso il sistema di accoglienza, il 33% in più rispetto all’anno scorso

Le statistiche, oltre a sottolineare le evidenti difficoltà del governo in tema di immigrazione, permette anche di discutere sugli obiettivi verso i quali la premier Meloni ha coadiuvato il proprio esecutivo: la battaglia contro l’eliminazione della protezione speciale, ad esempio, tema caldo dello scorso aprile, è andata ad infrangersi contro la falange delle critiche, come quella, ad esempio, mossa dalla segretaria Pd Elly Schlein, la quale rinveniva in questo obiettivo la volontà anacronistica di un ritorno alle politiche salviniane.

Al riguardo è intervenuto anche il Ministro degli Interni Piantedosi, il quale ha affermato: “È ragionevole immaginare che con l’arrivo della bella stagione ci possano essere arrivi che dovrebbero ricalcare i numeri dello scorso anno: parliamo di cifre comprese tra le 8 mila e 12 mila al mese. Sono dell’idea che potremmo contenere le partenze in questo range. Lavoreremo, faremo di tutto, per un allineamento e un appiattimento dei numeri”.

Ha inoltre aggiunto che “si vedono i primi risultati della collaborazione che stiamo avendo con alcuni Paesi, tra cui la Tunisia, per frenare le partenze. Grazie alle norme approvate negli ultimi mesi ci siamo organizzati per reggere l’urto, eventualmente, di un picco”.

Con ancora il vessillo delle conquiste politiche, secondo lui, ottenute in Europa, con la promozione del meccanismo di solidarietà obbligatoria, e dopo aver detto che “l’Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell’Europa”, il Ministro degli Interni deve fare i conti con un’ulteriore impietosa statistica.

Secondo il decreto del capo della Polizia pubblicato in Gazzetta Ufficiale, infatti,  il costo medio del rimpatrio di un migrante irregolare, pari alla sanzione inflitta ad un datore di lavoro nel caso di violazione del divieto di assunzione di un irregolare, in Italia sarebbe aumentato del 30% rispetto al 2022, per un ammontare di 2.365 euro ad unità.

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