🎧 Contratto di fiume: al via ‘Casentino H2O’, prima attuazione del Patto per l’Arno

Sinergie e progetti integrati comuni per tutelare corsi d’acqua e territori, anche con l’obiettivo di renderli maggiormente fruibili. È questo il proposito del Contratto di Fiume, strumento partecipato che vede collaborare enti, istituzioni, associazioni e singoli cittadini per la valorizzazione dei corsi d’acqua a tutto tondo in un’ottica di sussidiarietà verticale e orizzontale.

Con questo proposito nasce anche Casentino H20, il primo contratto di fiume formalizzato nell’ambito del Patto per l’Arno, il “contratto dei contratti” che l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale, prima e unica a livello nazionale, promuove e coordina sull’intera asta del grande fiume toscano. Un progetto che vede lavorare già da più di un anno in stretta sinergia Regione Toscana e Autorità di bacino, insieme ad Anbi Toscana, Anci Toscana. Oltre 45 amministrazioni comunali e i Consorzi di Bonifica 2 Alto, 3 Medio e 4 Basso Valdarno. Nel caso del contratto Casentino H2O il promotore è il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno.

Il Contratto di Fiume rappresenta un efficace strumento di presidio del territorio e, in quanto tale, riveste un ruolo importante in tema di sicurezza e tutela. Che si legano alle finalità di promozione e fruibilità dei corsi d’acqua e dei territori su cui gli stessi insistono. Un aspetto importante, se si pensa che in Toscana il 12,49% del territorio, pari a 2.872 Kmq, è in classe P3, codice che indica le aree potenzialmente instabili per fattori fisici o propensione al dissesto. Il 3,75% è addirittura in P4, ovvero ha dissesti attivi, per un totale di 863 Kmq. Nel bacino dell’Arno il 5,9% delle aree (536,5 Kmq) è in P3, ovvero a pericolosità elevata; in quello del Serchio il 10% (162,3 Kmq), nel Magra il 3,8% (64,4 Kmq).

“Nasce il Contratto di fiume per il primo tratto dell’Arno – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – un elemento di presidio per il fiume Arno e per i suoi affluenti.  Coinvolge i 10 Comuni del Casentino, che vivono uno stretto legame con i fiume fin dall’antichità, come dimostrano anche i ritrovamenti di manufatti votivi nel lago degli Idoli. E’ importante la sinergia che si viene a costituire tra l’Autorità di bacino guidata da Gaia Checcucci, il Consorzio di Bonifica, che sarà il soggetto attuatore degli interventi previsti dal contratto. Come Regione Toscana vogliamo che i contratti di fiume diventino sempre di più la regola”.

«I recenti eventi meteo hanno messo ancor più in evidenza la fragilità del territorio – spiega Gaia Checcucci, segretario generale dell’AdB Appennino Settentrionale – Ancora una volta si dimostra cruciale la necessità di avere un quadro conoscitivo sempre più aggiornato, come è quello che deriva dai nostri Piani di bacino e degli studi a supporto della pianificazione. In un territorio come quello dell’Alto Casentino la nostra pianificazione, aggiornata prioprio in questi giorni per gli aspetti della pericolosità da dissesti geomorgologici, mette in evidenza l’importanza degli interventi di manutenzione del territorio e delle opere. Nella sua veste di promotore del Patto per l’Arno sull’intera asta, spetterà all’Autorità di bacino valorizzare poi queste best practice, come quella attuata con il Contratto H2O, ed esportarle in tutti gli altri tratti».

Per quanto riguarda l’Alto Casentino, che rappresenta il perimetro del contratto H2O, il quadro tracciato dall’Autorità di bacino nell’aggiornamento di novembre 2022, vede il 31,4 % del territorio interessato da 3108 aree a pericolosità geomorfologica dovute a dissesti di varia natura; si tratta di 277 kmq su un totale di 881 kmq. Di tutto il territorio il 5.3% (pari a 851 aree per 47,5 kmq) è interessato dalla classe di pericolosità P4 “molto elevata” per la presenza di dissesti attivi, il 25,6 % (per 2185 aree per 226 kmq) ricade nella classe di pericolosità P3 “elevata” dovuta a dissesti potenzialmente instabili. Sul fronte della pericolosità da alluvione un dato preoccupa: anche l’Alto Casentino è interessato da numerose zone a pericolosità molto elevata da flash flood, le ormai note “bombe d’acqua”.

“Fruizione dei corsi d’acqua, sicurezza idrogeologica e qualità delle acque, tutela dell’ambiente fluviale, sviluppo sociale ed economico del territorio partendo dall’acqua – spiega Serena Stefani, presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno – sono i quattro assi su cui si sono concentrati gli oltre 30 stakeholder di Casentino H2O. Di questi, 14 hanno proposto 28 azioni, che richiedono un investimento di 6.700.000 euro, un milione disponibile o con linee di finanziamento già individuate. La scelta del nostro Consorzio è di avere nel Patto per l’Arno una cornice di riferimento strategica, pur conservando il massimo protagonismo dei territori”

 

🎧 Bertolotti Rail: rinasce l’Area Ferroviaria di Pontassieve all’insegna dello sviluppo industriale

Cambia grazie a Bertolotti Rail il volto di Pontassieve, con un’area che per lungo tempo ha rappresentato una sorta di cicatrice al centro del paese. La zona ferroviaria dalla fine degli anni ‘90 aspettava di rinascere, così da rinsaldare il legame tra la comunità e la ferrovia. Oggi torna al centro del futuro del paese e lo fa coniugando sviluppo industriale, rigenerazione urbana e creazione di nuovi posti di lavoro.

Oggi, infatti, l’amministrazione comunale di Pontassieve, insieme a Angiolo e Luca Barneschi – Presidente e Ceo di Bertolotti Group -, al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, all’assessore regionale all’Economia Leonardo Marras e a Matteo Spanò, Presidente Federazione Toscana BCC e Presidente BCC Pontassieve, ha presentato a istituzioni, associazioni di categoria e sindacati, il nuovo polo industriale Bertolotti Rail, azienda leader nella realizzazione di macchine e impianti per la manutenzione di rotabili.

Per consentire l’insediamento del nuovo stabilimento, il Consiglio Comunale ha adottato a fine novembre una variante al regolamento urbanistico per permettere il recupero dell’area secondo la nuova destinazione. Circa 120 i nuovi posti di lavoro diretti e quasi 100 quelli stimati per l’indotto esterno, per un piano industriale in grado di valorizzare un settore che a Pontassieve ha caratterizzato, fin dagli anni ‘70, la storia produttiva del paese. Ma l’arrivo di Bertolotti Rail a Pontassieve non è solo questo. Si recupera e si riqualifica un’area dismessa e abbandonata, rigenerando anche via Aretina quale nuovo viale di accesso a Pontassieve e si migliorerà la viabilità della zona.

“Il Comune – dicono la sindaca Monica Marini e l’assessore alle attività produttive Filippo Pratesi – ha fatto una scelta precisa, in piena coerenza con le strategie del piano strutturale. Quella di stare dalla parte dello sviluppo del territorio e della crescita dei settori trainanti dell’economia, quali l’agroalimentare, la pelletteria e, appunto, la meccanica, incentivando la creazione di nuovi posti di lavoro e favorendo anche una formazione specifica per i nostri giovani”. Il nuovo polo industriale consentirà anche di compiere l’ennesimo passo verso il raggiungimento di un altro dei grandi obiettivi dell’amministrazione. Ovvero quello di, continuano sindaca e assessore, “recuperare le aree abbandonate e in disuso per metterle al servizio dello sviluppo del territorio, come fatto con l’area ex Centauro dove sorgerà il centro di ricerca sulle rinnovabili e renderle alla comunità, come per l’ex Chino Chini, divenuto centro polivalente destinato alle arti, alla cultura e alla formazione.”

Il polo industriale rientra in un progetto più ampio che ha visto l’amministrazione spendersi e progettare quella che può esser considerata una vera e propria rivoluzione per il centro del Paese. L’intera Area Ferroviaria ospiterà, infatti, anche un hub scambiatore inserito nel Pums metropolitano, la Casa della Salute e dei giardini con percorsi ciclopedonali.  Soddisfatto anche Luca Barneschi, CEO di Bertolotti Group che afferma: “Bertolotti Rail è un’azienda con un know-how consolidato ed una reputazione internazionale di alto livello. Con questo progetto nell’ex area ferroviaria il nostro Gruppo intende sviluppare il proprio business sia verticalmente sia orizzontalmente e il progetto sarà diviso in step, legati alla crescita della società stessa.”

Grande apprezzamento per l’iniziativa è stato espresso dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che ha così salutato l’insediamento di Bertolotti Rail: “L’arrivo sul territorio di una realtà industriale così rilevante come è il Gruppo Bertolotti, è una ulteriore conferma del fatto che il Comune di Pontassieve si caratterizza per una vitalità nell’iniziativa che è motivo di ricchezza non solo per Valdisieve e Valdarno, non solo per l’Area Metropolitana fiorentina ma per tutta la Toscana”.

Fi-Pi-Li, Giani: “Pedaggio per camion e tir che possono essere controllati con sistemi satellitari senza bisogno di fare i caselli”

Toscana, il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha parlato, a margine di una conferenza stampa a Firenze, dell’ipotesi di creare una società in house per la gestione della superstrada Fi-Pi-Li e il possibile pedaggiamento dei mezzi pesanti.

Per la Fi-Pi-Li, dice Giani, “le risorse del Pnrr o dei fondi europei non sono utilizzabili perché per scelta non si è voluto finanziare le strade, quindi, l’unico modo è quello di autogenerare delle risorse come del resto avviene già in Veneto, in Lombardia, nel Lazio dove le regioni si sono organizzate. In prospettiva ritengo che vi possa essere” anche in Toscana “una quota di pedaggio per camion e tir che possono essere controllati con sistemi satellitari senza bisogno di fare i caselli”.

“E con questa forma di pedaggio – aggiunge – insieme alle risorse che poi metteremo anche noi, lavoreremo a step perché quando si aprono i cantieri non sia solo per cambiare il guardrail o l’asfalto, come avviene in questo momento, ma anche per allargare” la Fi-Pi-Li.

Per il presidente, chi gestisce la Fi-Pi-Li, deve garantire “qualcosa che non sia solo la semplice manutenzione, ma che possa avere dei progetti per allargarla, fino a fare le corsie di emergenza in tutto il suo tratto, e potenziarla, arrivando ad una terza corsia in alcuni tratti, dove questo è possibile. Quindi una società che progetti e realizzi questa valorizzazione e potenziamento della Firenze-Pisa-Livorno”.

Giani, “Risolvere il nodo ferroviario fiorentino, confido impegno di Salvini”. Salvini: “Giani stia tranquillo”

Firenze, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, anche rispetto al guasto tecnico a impianti elettrici delle ferrovie che venerdì ha messo ko i treni regionali dal Valdarno Superiore e dal Mugello verso il capoluogo toscano, ha auspicato l’intervento del ministro Salvini per la risoluzione dei problemi del nodo ferroviario fiorentino.

“È evidente che gran parte del problema dei ritardi dei treni e dei disagi vissuti dai pendolari in questi giorni – ha detto Giani – deriva dalla sovrapposizione del tracciato dell’Alta velocità con la linea regionale. Con il sottoattraversamento” di Firenze “dell’Alta velocità molti disservizi verrebbero superati. Questo rende davvero importante il rispetto dei tempi che Ferrovie dello Stato ha assunto per realizzare il tunnel e la nuova stazione dell’Alta velocità”.

“Proprio per questo nei prossimi giorni oltre a chiarire con l’ad di Rfi Vera Fiorani lo stato dei lavori che hanno provocato i disagi di questi ultimi giorni, auspico che il ministro Salvini, presente a Firenze il prossimo 22 dicembre per la presentazione del Priim, possa prendere cognizione dell’urgente necessità di risolvere il nodo ferroviario fiorentino e confido nel suo impegno futuro”. Il Priim è il Piano regionale integrato delle infrastrutture e della mobilità.

“Martedì sarò a Firenze, Giani stia tranquillo perché in neanche due mesi stiamo sbloccando, accelerando o finanziando opere ferme da anni o da decenni”. Ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, dopo l’appello del governatore toscano Eugenio Giani a proposito del nodo-Tav a Firenze.

Giani: FS si sono scusate per ritardi

“E’ inutile fare tanti discorsi sul fatto che dobbiamo inquinare di meno -ha detto Giani-  se poi noi riscontriamo da almeno sei-sette mesi a questa parte che il trasporto pubblico da Borgo San Lorenzo a Firenze Campo di Marte impiega quattro ore”.

Se non è pace, di certo è una tregua. Ma, a quanto pare, armata. Il presidente della giunta Regionale Toscana, Eugenio Giani, riferendosi a Ferrovie dello Stato, ha detto  “mi hanno telefonato chiedendo scusa per i ritardi di venerdì  e quindi queste scuse più che a me io le trasmetto ai cittadini che hanno subito disagio, però abbiamo anche deciso di vederci. Abbiamo concordato due-tre ipotesi, perché io su questa cosa voglio andare fino in fondo”.

Ieri Giani aveva chiesto la convocazione dei vertici Rfi e Trenitalia sui disagi denunciati dai pendolari.  Secondo il governatore toscano “è inutile fare tanti discorsi sul fatto che dobbiamo inquinare di meno, spingere la gente sull’elettrico e quindi il treno elettrico, se poi noi riscontriamo da almeno sei-sette mesi a questa parte che il trasporto pubblico da Borgo San Lorenzo a Firenze Campo di Marte impiega quattro ore”.

“Abbiamo in programma degli investimenti – ha aggiunto Giani – su cui la Regione mette soldi e li dà ad Italfer, ma sono rallentatissimi ed è inaccettabile, mi riferisco al tratto da Pistoia a Montecatini dove dovevano essere completati i lavori per il raddoppio della ferrovia, che lì ha molta importanza per il traffico pendolare e regionale, e che vanno molto a rilento. Abbiamo le questioni dell’Alta velocità che stanno procedendo, finalmente il cantiere è ripartito. Però quello che è accaduto ieri, con disagi e ritardi, impone che si faccia il prima possibile. E poi abbiamo questi episodi che si ripercuotono negativamente proprio sulla qualità del trasporto pubblico per i nostri cittadini”

Rigassificatore: dopo Piombino nave andrà a Ravenna

Lo riporta il Resto del Carlino. Secondo il quotidiano del gruppo Rifare monti, sarebbe questa  l’ipotesi alla quale sta lavorando Snam, dopo che ieri il presidente della Regione Eugenio Giani ha annunciato che la piattaforma che sarà ormeggiata al porto di Piombino, dopo i tre anni previsti potrebbe essere “fuori dalla Toscana”.

Nei giorni scorsi l’ipotesi era già circolata: Ravenna sembrava una delle due opzioni per il ricollocamento del rigassificatore di Piombino, la nave Golar Tundra, insieme a quella di Livorno. oggi l’ipotesi è rilanciata con forza dal Resto del Carlino.

A Ravenna i lavori per costruire il gasdotto che collegherà il rigassificatore che, a differenza di quello di Piombino, sarà ancorato al largo della costa, cominceranno a breve e si concluderanno nella seconda metà del 2024. Realizzando un secondo braccio del gasdotto si potrebbe collegare un secondo rigassificatore.

Il fatto che Giani abbia esplicitamente parlato di una sistemazione in un’altra regione, fa crescere la possibilità che la prossima destinazione della nave sia Ravenna, che rimane, di fatto, l’unica candidata, anche se bisognerà attendere i 100 giorni concessi da Giani (che è anche commissario straordinario per l’opera, come Bonaccini lo è per quello di Ravenna) a Snam per approfondire l’analisi sul riposizionamento del rigassificatore.

“E’da tempo che stiamo studiando una soluzione per l’ormeggio offshore del rigassificatore di Piombino, abbiamo predisposto gran parte della documentazione necessaria per presentare l’istanza, ma abbiamo riscontrato la necessità di un approfondimento sulla disponibilità dell’impianto di rigassificazione nei periodi invernali, per il rischio di doverlo disconnettere in caso di condizioni meteo marine avverse. Abbiamo chiesto 150 giorni di proroga al commissario Giani, che ha ritenuto di rilasciarne 100, e noi faremo tutto il possibile per trovare un sito idoneo, cercandolo anche al di fuori dalla Toscana”. Così ieri Elio Ruggeri ad Snam Fsru Italia.

“L’indicazione geografica – ha aggiunto Ruggeri – è che il sito sarà nel Centro-Nord Italia per ragioni afferenti al sistema di trasporto del gas nazionale. Faremo del nostro meglio per rispettare i tempi, stavamo già lavorando in questa direzione, con 150 giorni avremmo avuto più spazio, ma cercheremo di comprimere il lavoro in 100 giorni”. Ruggeri ha anche evidenziato che “questa proroga, in nessuna maniera, inficia il nostro impegno a delocalizzare l’impianto dopo i primi tre anni nel porto di Piombino. L’autorizzazione è per stare tre anni in porto e non possiamo stare un giorno di più, indipendentemente da quando presenteremo il progetto della collocazione alternativa”.

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