Zeffirelli: Sgarbi; “E’ stato uno straordinario artista”

Un flusso continuo di persone venute a rendere omaggio a Franco Zeffirelli: la camera ardente allestita nel Salone dei Cinquecento per il feretro del regista, scomparso sabato scorso all’età di 96 anni, continua ad accogliere personalità del mondo dello spettacolo e gente comune.

In tarda mattinata ha reso omaggio al feretro anche Leonard Whiting, l’attore scelto da Zeffirelli per interpretare il ruolo di Romeo nel film ‘Romeo e Giulietta’ del 1968, all’età di 17 anni.
Molte le dediche scritte sul libro delle presenze: “Grande maestro, vai dove Giulietta e Romeo ti aspettano”, ha scritto Barbara, mentre Max ha scritto “Grazie, grandissimo fiorentino”, e Carla ha scritto “Ad un’anima eletta da pochi compresa”.

Anche il deputato e critico d’arte Vittorio Sgarbi ha portato il suo saluto a Franco Zeffirelli. “E’ stato uno straordinario artista, bastian contrario, contro i tempi” ha affermato Sgarbi.  “Non si è mai allineato con la proposta di intellettuali organici al potere politico”.
“Visconti – ha ricordato il critico – aveva garantito il rispetto della cultura e della critica dall’essere di sinistra. Lo svantaggio di Zeffirelli era che la cultura non aveva coperture al centro o a destra: si è trovato nelle stesse condizioni di un grandissimo pittore come Annigoni, completamente ignorato dalla critica nello stesso momento in cui si esaltava la ‘Merda d’artista’”. I suoi film, ha osservato, “sono stati fatti in anni un cui era obbligatorio essere impegnati, fare film critici”, mentre “in lui c’era la gloria dell’uomo, la gloria dell’essere italiano, della nostra civiltà, del Rinascimento e la gloria di Firenze”.
Zeffirelli, ha aggiunto Sgarbi, “non manca perché degli artisti l’opera rimane. Non manca Leonardo, perché abbiamo la Gioconda, non manca Zeffirelli quando abbiamo i suoi film, tra qualche giorno ci sarà la Traviata all’Arena di Verona, quindi le opere restano, sono creazione e progetto di immortalità. In realtà – ha concluso Vittorio Sgarbi – gli artisti non muoiono”

Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, durante la visita al feretro dell’artista scomparso ha spiegato: “La Regione Toscana ha fatto molto ma deve fare ancora di più, e quindi è necessario pensare alla Fondazione Zeffirelli con un supporto che la inserisca nel contributo permanente che ogni anno la Regione offre”. “C’è la possibilità da parte di questa istituzione -ha proseguito Giani – di essere centro di formazione, centro di trasmissione dei valori e dell’apprendimento, e naturalmente quindi un laboratorio aperto”. “Una cosa che mi ha sempre colpito quando ho parlato con lui – ha osservato il presdente del Consiglio Regionale – è che se gli davi uno spunto, aveva voglia di dichiarare la sua fiorentinità, ma lo ricordo invece molto restio a parlare dell’esperienza nel luogo dove si formò dopo le tragedie familiari che lo coinvolsero, ovvero l’Istituto degli Innocenti. Quello non era un bel ricordo per lui: evidentemente deve avere avuto un’infanzia molto tormentata e difficile. Pensare alla grande personalità che è diventata – afferma in coclusione ai giornalisti Giani – una figura che aveva avuto questa infanzia tormentata e difficile, dà la misura della grandezza del personaggio”.

Anche l’Accademia Musicale Chigiana si unisce al cordoglio di tutto il mondo della cultura e dello spettacolo, “insigne autore e regista, indiscusso maestro di stile”. “Il rapporto tra il grande artista e l’Accademia Chigiana risale addirittura a metà degli anni Quaranta, quando il maestro, allora giovanissimo, firmava le sue prime realizzazioni come scenografo e costumista per i saggi finali del corso di Scena lirica allora tenuto da Ines Alfani Tellini”, ricorda una nota dell’istituzione senese.
“In quella straordinaria palestra Zeffirelli realizzò i bozzetti per Livietta e Tracollo di Pergolesi nel 1946 e, un anno più tardi, del Medico per forza di Eva Riccioli Orecchia.
Nel 1949 sarà la volta di due operine: La contadina astuta di Pergolesi e Betly di Donizetti. Risale al 1947 anche l’esordio di Zeffirelli nella Settimana Musicale Senese, con una storica prima realizzazione scenica della Serenata a tre di Antonio Vivaldi”, ricorda la nota dove si sottolinea come, nel 1959, fu sua la regia “per la suggestiva combinazione delle due opere La favola di Orfeo di Casella e Il giovedì grasso di Donizetti”.
La presenza di Zeffirelli all’Accademia si completa con il documentario ‘L’Accademia Musicale Chigiana’ del 1950, recentemente riscoperto e restaurato dalla Fondazione Cineteca Italiana. “Il film è un raro cortometraggio finora sfuggito alle filmografie del maestro fiorentino, che vi giocava un ruolo di primo piano in quanto autore di scene e costumi, nonché protagonista di alcune brevi apparizioni”, prosegue la nota ricordando che dietro la macchina da presa Zeffirelli esordirà solo sette anni più tardi e anche il “rapporto di filiale affetto tra il maestro e il conte Guido Chigi Saracini, al quale Zeffirelli dedicò una foto giovanile con queste parole: “Al grande esempio ‘morale’ del Conte Chigi con gratitudine e affetto”.

Laura Lozzi, dirigente scolastico del Liceo artistico di Porta Romana a Firenze omaggia così il regista: “noi tutti partecipiamo al dolore la scomparsa del Maestro Zeffirelli. Se ne va un interprete virtuoso della ricerca artistica italiana, e anche una pagina di storia”.
Da studente, spiega l’istituto in una nota, “Zeffirelli visitava spesso l’Istituto d’Arte, scuola dove si sono formati alcuni dei suoi più grandi amici, Piero Tosi, Anna Anni e Danilo Donati, tutti costumisti, che successivamente, hanno lavorato a più riprese con il Maestro. Zeffirelli, Anni, Donati e Tosi hanno mosso i primi passi nel mondo artistico romano, facendo parte, insieme al regista Bolognini del gruppo storico dei toscani”. Il liceo artistico ricorda anche “il grande amore che legava Zeffirelli alla Gipsoteca dell’istituto”.

Prima di morire Franco Zeffirelli ha espresso “un sogno finale: che noi suoi figli portassimo avanti la Fondazione che porta il suo nome, e noi ci stiano organizzando per adempiere a questo obbligo morale”. Lo ha detto Pippo Corsi Zeffirelli, figlio adottivo del regista, parlando con i giornalisti alla camera ardente allestita nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. “Per questo – ha osservato – speriamo di trovare anche degli sponsor internazionali che possano apprezzare l’opera della Fondazione”.
Pippo Zeffirelli ha ricordato che il regista si stava preparando al “distacco da questa Terra, e per questo diversi anni fa aveva scelto di essere seppellito a Firenze: così abbiamo portato nel cimitero delle Porte Sante di Firenze i resti della madre che era seppellita a Milano, dove è morta quando Franco aveva 6 anni, la sua zia, che lo aveva cresciuto, la sua tata morta a 102 anni di recente, l’amica e costumista Anna Anni e la sorella Fanny che era la figlia di suo padre”.

Giancarlo Antognoni, storico capitano e oggi dirigente della Fiorentina, a Palazzo Vecchio ha afferrmato: “Ho avuto il privilegio di andare alla festa dei suoi 90 anni, l’ultima volta che l’ho visto è stata in quell’occasione: il mio è un ricordo piacevole, di una persona che ha dato molto a Firenze, ai fiorentini e alla Fiorentina”. Antognoni è arrivato nel Salone dei Cinquecento insieme a Joe Barone, braccio destro del neoproprietario viola Rocco Commisso.
L’ex calciatore viola ha ricordato coi giornalisti lo scudetto perso nel 1982 all’ultima giornata contro la Juventus, e la rabbia di Zeffirelli, condannato poi per diffamazione nei confronti del presidente bianconero Giampiero Boniperti: “Era un tifoso – ha detto – che in quel momento ha visto sfuggire uno scudetto che era alla portata, un po’ come tutti noi: anche noi eravamo arrabbiati per questo”. La Fiorentina, ha spiegato Antognoni, deciderà più avanti come ricordare Zeffirelli: “In questo momento non ci sono eventi, non ci sono partite, se no sarebbe stato bello ricordarlo con il lutto al braccio”

Domani, in occasione delle esequie del Maestro Franco Zeffirelli, che saranno celebrate alle 11 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, sarà proclamato il lutto cittadino per l’intera giornata. L’ordinanza firmata dal sindaco Dario Nardella prevede l’esposizione sugli edifici pubblici della bandiera della città di Firenze abbrunata o a mezz’asta e segni di lutto sui mezzi di trasporto pubblico e sui veicoli di servizio pubblico.
Il sindaco, si legge in una nota di Palazzo Vecchio, invita gli esercizi commerciali ad abbassare le saracinesche per 10 minuti dalle 11 alle 11.10 e a osservare nei luoghi dove si terranno eventi pubblici di spettacolo o intrattenimento un minuto di silenzio e di raccoglimento o comunque un’appropriata forma di ricordo del grande regista fiorentino, che ha perso la vita sabato a Roma all’età di 96 anni.
L’amministrazione comunale ha inoltre deciso di sospendere le attività istituzionali previste per domani. La camera ardente, allestita nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sarà aperta‪anche domattina dalle 9 alle 10.

Zeffirelli: Firenze, oggi la camera ardente e domani i funerali in Duomo

Si svolgeranno domani, a partire dalle 11, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, le esequie di Franco Zeffirelli, scomparso sabato nella sua casa di Roma all’eta’ di 96 anni. La cerimonia funebre sara’ officiata dall’Arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, prendera’ parte al rito anche la Cappella Musicale della Cattedrale di Firenze, diretta da Michele Manganelli. Il Maestro riposera’ nella cappella di famiglia del cimitero fiorentino delle Porte Sante, a San Miniato a Monte. Il feretro sara’ esposto oggi, dalle 11 alle 23, nella camera ardente allestita nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze.

Sarà Firenze a dare l’ultimo abbraccio a Franco Zeffirelli. La città dove nacque 96 anni fa lo farà con il massimo degli onori e della solennità: per lui, infatti, si apriranno le porte del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove verrà allestita la camera ardente, e poi le porte del Duomo, dove saranno celebrati i funerali. E proprio le esequie che si terranno nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore daranno il senso del tributo con cui Firenze vuole onorare il cineasta autore di film celebri per la sontuosità formale: per lo stesso giorno il sindaco Dario Nardella ha proclamato il lutto cittadino “in ricordo del grande regista fiorentino”.

Dalle ore 11 alle 23 sarà aperta la camera ardente allestita nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove il feretro sarà affiancato dal Gonfalone del Comune e da due vigili urbani in alta uniforme. La concessione di questo spazio, ideato alla fine del XV secolo per le riunioni del Consiglio della Repubblica Fiorentina, per cerimonie funebri è una rarità: l’ultima volta è stato il 1 marzo 2005 in occasione della morte del poeta Mario Luzi, ultimo esponente della grande stagione dell’Ermetismo e senatore a vita. In una più recente occasione, ad esempio, per la morte dell’ex partigiano fiorentino Silvano Sarti, presidente onorario dell’Anpi, il 27 gennaio scorso, la camera ardente fu allestita nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. I funerali si svolgeranno martedì 18, giugno alle ore 11, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. La cerimonia funebre sarà officiata dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori. In un messaggio di cordoglio, Betori ha sottolineato “la più volte ribadita professione di fede cattolica” di Zeffirelli e ha ricordato come “nella sua opera egli abbia mostrato la bellezza della fede e abbia proposto la bellezza come strada verso la fede”. Prenderà parte al rito anche la Cappella Musicale della Cattedrale di Firenze diretta dal maestro Michele Manganelli. I funerali in Duomo sono riservati, in genere, solo a vescovi, cardinali o sacerdoti che si sono particolarmente distinti per la loro opera pastorale; per le personalità laiche si tratta di un’eccezione: l’ultima volta è stato per le esequie del poeta Mario Luzi, il 2 marzo 2005; in precedenza, il 7 novembre 1977, era avvenuto per il giurista Giorgio La Pira, il ‘sindaco santo’ di Firenze e uno dei padri della Costituzione.

Sara’ sepolto nel cimitero delle Porte Sante con i fiorentini illustri (AdnKronos) – Al termine del sacro rito, il feretro verrà trasferito su una delle più belle colline di Firenze, dove si trova la Basilica di San Miniato al Monte, a pochi passi da piazzale Michelangelo. Zeffirelli riposerà nella cappella di famiglia del cimitero delle Porte Sante, accanto alla millenaria Basilica. In questo cimitero si trovano le tombe di illustri fiorentini come il pittore Pietro Annigoni, l’editore Felice Le Monnier, lo stilista Enrico Coveri, gli scrittori Carlo Collodi (autore di “Pinocchio”), Giovanni Papini, Luigi Bertelli detto Vamba (“Il giornalino di Giamburrasca”), Giorgio Saviane (“Eutanasia di un amore”), Pellegrino Artusi (“La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”), Vasco Pratolini (“Metello”, “Cronache di poveri amanti”, “Le ragazze di San Frediano”. E ancora: l’attore Paolo Poli, lo storico, giornalista e statista Giovanni Spadolini, presidente del Senato, Giovanni Meyer, fondatore dell’ospedale pediatrico Meyer, lo storico Pasquale Villari, il cantante Riccardo Marasco e il produttore cinematografico Mario Cecchi Gori. Infine, “in segno di rispetto e in conseguenza del lutto cittadino proclamato dal sindaco per la giornata di martedì 18 giugno”, la prima seduta del Consiglio comunale di Firenze, con l’insediamento dei nuovi consiglieri, inizialmente prevista per la giornata di oggi, è stata rinviata. La seduta verrà nuovamente convocata per un altro giorno.

Proveniente da Roma, il feretro di Zeffirelli è arrivato intorno alle 11.10, accolto sull’Arengario dal sindaco Dario Nardella e dal prefetto Laura Lega, con i figli adottivi del regista, Luciano e Pippo: quest’ultimo ha posato sulla bara una sciarpa della Fiorentina, la squadra di cui Zeffirelli era acceso tifoso da sempre. Il feretro del regista è stato quindi portato nel Salone dei Cinquecento, accolto dal gonfalone della città di Firenze, dalla giunta comunale al completo e dallo squillo delle chiarine: queste hanno poi lasciato il posto ad arie scelte di Maria Callas, il sottofondo musicale scelto per la camera ardente.

Su un grande schermo scorrono immagini di ritratti di Zeffirelli, scattati in ogni parte del mondo. Tra coloro chje sono accorsi per omaggiare il Maestro ci sono la presidente del Senato Elisabetta Casellati, il soprintendente del Maggio Musicale Fiorentino Cristiano Chiarot, lo stilista Ermanno Daelli e l’imprenditore Toni Scervino, fondatori della maison fiorentina Ermanno Scervino, e il presidente della LegaPro di calcio Francesco Ghirelli.

“I lavori del maestro, e io l’ho sempre chiamato maestro, andranno in tutto il mondo come ha sempre fatto: ha lasciato una grande eredità a tutti noi, e spero a molte persone che oggi sono qui”. Lo ha detto ai giornalisti Luciano, figlio adottivo di Franco Zeffirelli, appena aperta la camera ardente. “Se c’è un insegnamento che ci ha lasciato più di tutti – ha proseguito – è l’amicizia. Era un personaggio difficile il maestro, perché non era facile, però la bellezza di quello che ricevevi in cambio era impagabile. Quello che lascia lo lascia per farlo ricordare. E’ stato un grande professionista del suo lavoro, era molto umano ed era una persona buona, un credente: dal suo lavoro si vede la sua fede, era amico della Chiesa e in questi quarant’anni ho visto il rapporto che aveva con la Chiesa. Se pensate al Gesù di Nazareth, è stato visto da due miliardi di persone già nel 1977 in tutto il mondo, è una grande eredità che lascia a tutti”.

Dario Nardella, sindaco di Firenze, ha affermato: “Sarebbe bello che lo Stato, il governo, le istituzioni delle cultura, la Siae, sostenessero il progetto di una scuola internazionale delle arti e dello spettacolo intitolata a Zeffirelli, che possa sviluppare le iniziativa che già stanno facendo nella Fondazione. Il maestro amava i giovani, si metteva sempre a loro disposizione: come aveva imparato dal grande Visconti, allo stesso modo aveva questo modo di insegnare ai suoi ragazzi. E penso che questo aspetto debba essere mantenuto. Mi auguro davvero che possa crescere questa scuola internazionale, e come Comune faremo di tutto per sostenerla”.

Per domani, giorno dei funerali in Duomo, è stato proclamato il lutto cittadino: “Chiederemo a tutti gli esercizi commerciali – ha spiegato il sindaco – di abbassare per qualche minuto la saracinesca alle 11, nell’orario del funerale, e invito tutti gli organizzatori delle manifestazioni pubbliche di qualunque natura ad osservare un minuto di silenzio, o comunque a dedicare un saluto alla memoria del maestro”.

Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, che nell’aprile scorso aveva premiato Zeffirelli nell’ambito dell’iniziativa ‘Senato e Cultura’ a Palazzo Madama, ha affermato: “Sono venuta a rendergli omaggio qui a Firenze, nella sua città: il maestro Zeffirelli rappresenta l’eccellenza e la genialità italiana nel mondo”. Zeffirelli, ha sottolineato la presidente del Senato, “ha lavorato nei palcoscenici più prestigiosi e ha tenuto alta l’immagine dell’Italia anche come senatore della Repubblica: è stato un mio collega, e il fatto di aver partecipato anche alla vita politica ha significato dare alla cultura un valore aggiunto. E’ stato un uomo libero, come deve essere libera l’arte in tutte le sue articolazioni. Io lo ricordo con affetto, e oggi questa sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile per tutti”.

Casellati ha ricordato anche l’evento dell’aprile scorso: “Devo dire che quello che mi ha commosso è stato ripensare che l’ultima volta in Senato, ad aprile di quest’anno, già faceva fatica a parlare, però di fronte ad un pubblico che gli ha tributato un applauso lunghissimo ha detto ‘grazie’. Era commosso. Avergli regalato questo momento di gioia, dovuto, per quello che lui rappresenta, ha rappresentato e rappresenterà anche per le future generazioni, perché la sua opera è un lascito per tutti ed è immortale, questo mi ha lasciato un ricordo più dolce nel dolore di questo momento”.

Cristiano Chiarot, sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, ha dichiarato: “Cercheremo di ricordare la sua memoria attraverso un progetto dedicato a lui”, che potrebbe essere realizzato “forse già in autunno”. “Portando le condoglianze ai suoi figli – ha detto – abbiamo parlato di fare presto un omaggio al maestro Franco Zeffirelli, grande interprete del teatro, del cinema e della città di Firenze. Noi possediamo molte tracce del suo lavoro a Firenze nel nostro archivio storico”. Secondo Chiarot questo progetto “lo faremo forse già in autunno, perché la memoria va conservata anche a breve, con la sua famiglia e la sua Fondazione con cui già collaboriamo”.

Gimmy Tranquillo ha raccolto le voci di dario Nardella e di Luciano Zeffirelli

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Maggio Fiorentino: Corte dei Conti approva piano risanamento

La Corte dei Conti ha ufficialmente approvato il Piano di Risanamento per il triennio 2016 – 2018 della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dopo i pareri favorevoli del Commissario Straordinario di Governo per le Fondazioni lirico-sinfoniche, avvocato Gianluca Sole, e del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria.

La Fondazione aveva presentato delle modifiche e degli aggiornamenti al piano originario per raggiungere il pareggio economico e l’equilibrio patrimoniale tenendo conto anche delle ri-patrimonializzazioni degli enti soci, Comune di Firenze e della Regione Toscana avvenute nel 2018.

“E’ una tappa importante sulla strada della stabilità della nostra Fondazione e ci consente di impostare ora il futuro su basi ancor più solide” afferma il sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Cristiano Chiarot. “Questa circostanza certifica come il processo intrapreso negli ultimi anni stia andando nella giusta direzione”.

“Rimangono, ovviamente, delle criticità sotto il profilo finanziario e di cassa” continua il sovrintendente, “ma queste possono essere oggi affrontate con maggiore serenità e convinzione anche grazie al duro lavoro di tutti e alla vicinanza mostrata, non solo a parole, dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze, che mai hanno fatto mancare il loro apporto alla Fondazione.

Firenze,’Dallapiccola Days’: dal 4 al 6 maggio concerti, performance e film d’arte

Una tre giorni dedicata al compositore Luigi Dallapiccola e ai colleghi del ‘900 fiorentino, con 60 ore di concerti e performance, tre film d’arte e una lectio magistralis: i ‘Dallapiccola days’ si svolgeranno dal 4 al 6 maggio in luoghi diversi della città di Firenze.

L’evento, che conta 200 esecutori per 81 composizioni, è stato commissionato dal Maggio Musicale fiorentino al centro studi Luigi Dallapiccola e al conservatorio di musica Luigi Cherubini dove Dallapiccola è stato dal 1923 al 1967, prima come studente e poi come docente. L’iniziativa, dedicata al compositore istriano-fiorentino che ha segnato la storia musicale del Novecento, si aprirà sabato 4 maggio con il concerto jazz realizzato per i detenuti di Sollicciano e proseguirà con altri eventi sparsi in città fino alla serata conclusiva, lunedì 6 maggio, al teatro del Maggio musicale con il concerto dei solisti e dell’orchestra del conservatorio. A circa un mese di distanza poi (sabato 8 giugno) si svolgerà il concerto dei giovani direttori d’orchestra del Cherubini con l’ensemble Luigi Dallapiccola.

Il sovrintendente del Maggio musicale Cristiano Chiarot, ha spiegato che “saranno tre giorni intensi imperniati su Luigi Dallapiccola che non tralasceranno a fianco della musica e del jazz anche discussioni come la lectio magistralis tenuta da Luciano Alberti, performance teatrali e di cinema”. “Questo evento – ha aggiunto il sindaco di Firenze Dario Nardella – ci fa capire quanto Firenze sia stata fondamentale nella cultura musicale, possiamo dire che è una delle città in Europa che ha avuto i più importanti compositori del Novecento”. Per Paolo Zampini, direttore del conservatorio Cherubini, l’iniziativa è “l’occasione per rendere omaggio ad una figura di enorme spessore artistico del quale il conservatorio conserva memorie di ogni tipo.”

“Con la cultura si mangia, e infatti il nostro obiettivo è di potenziare ancora di più l’investimento sulla cultura, non solo per l’impatto che ha sul turismo di qualità, perché la cultura è una leva per combattere il turismo mordi e fuggi, ma anche perché è una leva per il progetto educativo della nostra comunità”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella.

“Le imprese culturali a Firenze – ha aggiunto il primo cittadino – rappresentano un record italiano, Firenze è la prima città in Italia come percentuali di imprese culturali, quindi vi è un’industria di cultura che porta posti di lavoro. Pensiamo per esempio ai grandi progetti di restauro di questo periodo: il grande restauro del Nettuno, ma anche il restauro che presenteremo a giorni del complesso di rampe e fontane del Poggi in San Niccolò. Per Firenze parlare di cultura significa parlare di lavoro, sviluppo, ricerca e innovazione”.

L’intervista al direttore Zampini di Lorenzo Braccini.

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Aeroporto Firenze: flash mob per sviluppo dello scalo

Oltre 100 persone, tra rappresentanti di categorie, istituzioni e imprese, hanno partecipato oggi a Firenze al flash mob organizzato dal Comitato ‘Sì aeroporto’ in favore della nuova pista dello scalo fiorentino.

L’iniziativa, all’interno del Palazzo dei Congressi, è stata organizzata alla vigilia della conferenza dei servizi, che si riunirà domani a Roma, che potrebbe essere l’ultimo passaggio per il via libera alla nuova pista parallela.
Durante il flash mob, sulla facciata del Palaffari, sono stati appesi due enormi striscioni con scritto ‘Sì aeroporto’.
Tra i presenti: la vicepresidentessa di Confindustria nazionale Antonella Mansi, il presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi, l’eurodeputata e segretaria del Pd toscano Simona Bonafè, e il presidente di Confindustria Firenze Luigi Salvadori, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, e il sovrintendente del Maggio musicale Cristiano Chiarot. A partecipare anche le associazioni di categoria, imprenditori del territorio, la Cisl, il vicepresidente della Fiorentina Gino Salica e rappresentanti di Confindustria Toscana.
Queste alcune delle dichiarazioni a margine dell’evento.
 “Dire ‘no’ alla nuova pista per l’aeroporto Vespucci di Firenze significa dire ‘no’ allo sviluppo della città e di tutta la Toscana. Per questo ci aspettiamo che la conferenza dei servizi dia il proprio via libera a quest’opera”. Afferma Simona Bonafè, segretaria regionale del Pd della Toscana.
“I numeri – ha aggiunto – dicono che lo sviluppo di Peretola sta andando avanti con quello del Galilei di Pisa. Chi punta tutto sulla decrescita infelice o su guerre di campanile non vuole aiutare la crescita produttiva e occupazionale della nostra regione ma solo coltivare il proprio bacino elettorale a danno di tutti i toscani.”
“Se domani alla conferenza dei servizi sul masterplan dell’aeroporto di Firenze non verrà fuori un netto sì alla nuova pista, o se peggio ancora venisse rinviato tutto o emergesse una contrarietà, allora tutta Firenze dovrebbe prepararsi a far sentire la propria voce”. Così il deputato fiorentino Gabriele Toccafondi in vista della conferenza dei servizi domani a Roma.
“Ci sarà da scendere in piazza per far ascoltare chi non vuole sentirci – conclude Toccafondi in una nota – e pensa di bloccare lo sviluppo di Firenze e della Toscana dopo anni e anni di lavoro, studi e progetti condivisi.”
“Domani si chiude una procedura, speriamo bene: tutte le caratteristiche tecniche ci dicono che dovrebbe andare bene”, ma in caso di risposta negativa la “nostra paura” è che “si tratti di una strumentalizzazione politica”. L’intervento del presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi, il quale aggiunge: “voler ricondurre tutto all’élite” che vorrebbe la nuova pista dell’aeroporto per interessi personali “è una stupidaggine incredibile”, lo scalo, conclude Bassilichi, “assorbe un terzo della disoccupazione dell’area metropolitana fiorentina per effetto diretto e indiretto.”

Maggio Musicale Fiorentino: festeggiati 90 anni dell’Orchestra al teatro dell’Opera

 Una giornata di festa quella vissuta oggi, con il teatro aperto ai fiorentini, che hanno partecipato alle visite guidate e all’ultima recita de La traviata di Giuseppe Verdi (diretta dal maestro Enrico Calesso con la regia di Francesco Micheli), offerta al prezzo speciale di 10 euro

Un teatro pieno, come quel lontano 9 dicembre 1928 quando il maestro Vittorio Gui dette vita alla Stabile Orchestrale Fiorentina, che sarebbe poi diventata l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. A distanza di 90 anni la città ha fatto sentire tutto il suo affetto per il Maggio, rivolgendo calorosi applausi, intonando all’unisono “buon compleanno” e celebrando insieme i primi 9 decenni di vita dell’Orchestra.
   Una giornata di festa quella vissuta oggi, con il teatro aperto ai fiorentini, che hanno partecipato alle visite guidate e all’ultima recita de La traviata di Giuseppe Verdi (diretta
dal maestro Enrico Calesso con la regia di Francesco Micheli), offerta al prezzo speciale di 10 euro.
“Dopo 90 anni la famiglia del Maggio si è allargata e oltre ad avere una grandissima
orchestra si è arricchita di un coro, di tecnici ed è diventata nel corso di questi anni uno dei centri di produzione lirica e sinfonica più importanti del mondo”, ha detto il sovrintendente Cristiano Chiarot dal palco.
   “Abbiamo passato qualche disavventura ma adesso abbiamo davanti a noi un grande avvenire e vogliamo poterlo sviluppare insieme a voi. Il nostro ruolo è quello di dare grandi emozioni e vorremmo continuare a  regalarvene”, ha concluso Chiarot.
Era il 9 dicembre del 1928 quando il maestro Vittorio Gui dava vita alla Stabile Orchestrale Fiorentina, che sarebbe poi diventata l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Sono passati 90 anni da quel momento e sul podio, a dirigere l’orchestra, si sono susseguiti nel corso del tempo praticamente tutti i più celebri e importanti direttori della scena musicale mondiale; parallelamente ne hanno assunto la guida stabile (a partire dal fondatore Vittorio Gui) i maestri Mario Rossi, Bruno Bartoletti, Riccardo Muti, Zubin Mehta  – che ne è il direttore onorario  a vita – e Fabio Luisi, che ne ha assunto la guida nel 2018. In poco meno di un secolo sul podio, per i concerti sinfonici, si sono susseguiti più di 500 direttori (che raddoppierebbero se si considerassero anche i direttori che hanno diretto solo opere liriche) provenienti dai cinque continenti tra cui molti nomi indimenticabili come Claudio Abbado, John Barbirolli, Leonard Bernstein, Karl Boehm, Guido Cantelli, Victor De Sabata, Wilhelm Furtwӓngler, Carlo Maria Giulini, Carlos Kleiber, Otto Klemperer, Loris Maazel, Dimitri Mitropoulos, Georges Prệtre, Thomas Schippers, Tullio Serafin, Giuseppe Sinopoli, Georg Solti, Herbert von Karajan ma anche Seymon Bychov, Riccardo Chailly, Myung-Whun Chung, Gustavo Dudamel, Daniele Gatti, Seiji Ozawa, Geoffrey Tate e Christian Thielemann che hanno guidato una delle più importanti compagini italiane e europee. In novanta anni di vita, dalla nascita ad oggi, l’Orchestra del Maggio ha inoltre percorso in tournee un po’ tutto il mappamondo: dal Giappone agli Stati Uniti fino all’Oman, dalla Russia al Sudamerica senza dimenticare la grande parte del vecchio continente.
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