Fare scoprire la musica a chi è in difficoltà, col Maggio e Menarini

Dopo il successo dell’ultimo anno, il Gruppo farmaceutico fiorentino ha confermato il suo impegno verso una delle istituzioni culturali più prestigiose di Firenze: il Maggio Musicale Fiorentino.

Anche quest’anno, infatti, Menarini ha acquistato 1.250 biglietti da donare a persone in difficoltà economica e alle associazioni che il Gruppo sostiene da sempre come le Volpi Rosse Menarini(la squadra di basket in carrozzina),  l’associazione Astrolabio con il progetto Pita (rivolto ai bambini con disturbi dello spettro autistico e plurihandicap), l’associazione Tommasino Bacciotti e i destinatari dei 40 alloggi di edilizia popolare ristrutturati dall’azienda.

Continua e si rinnova anche il progetto rivolto ai giovanissimi. Come lo scorso anno, i figli dei dipendenti di età compresa tra i 14 e 21 anni potranno assistere a uno spettacolo del Maggio accompagnati da un amico.

“Avere Menarini tra i nostri soci privati – ha detto Cristiano Chiarot, Sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino – significa continuare un progetto che va al di là della semplice sponsorizzazione. Diventando partner del Maggio Musicale Fiorentino, Menarini ha iniziato un’opera sociale che ha permesso e permetterà a moltissime persone di scoprire la bellezza della musica, della cultura e del teatro. Questo appuntamento, che speriamo si ripeta anche negli anni a venire, sta diventando una importante quanto piacevole consuetudine, che accogliamo con grande entusiasmo e che intendiamo replicare diffondendo la politica di un teatro sempre più inclusivo”.

“Anche quest’anno Menarini ha deciso di sostenere un’eccellenza fiorentina conosciuta in tutto il mondo – ha detto Valeria Speroni Cardi, Direttore del Corporate Press and Media Relations del Gruppo Menarini– Il Maggio e il suo Festival, tra i più antichi e celebri di tutta Europa, attirano da decenni compositori e artisti di fama internazionale. Con questo progetto, inoltre, Menarini dà l’opportunità a centinaia di persone di avvicinarsi per la prima volta al mondo del teatro”.

Chiarot: “Al Maggio spettacoli per tutte le tasche”

?Firenze, il 16 ottobre apre la Stagione Lirica del Maggio Musicale Fiorentino con ” Un dittico  – come ha detto il sovrintendente Chiarot – che vede il sipario alzarsi per la prima volta sulla stagione lirica 2018/2019″, le due opere sono ‘Ehi Giò’, un’opera contemporanea e nuova, firmata da Vittorio Montalti, presentata insieme a ‘Le Villi’, la prima opera di Giacomo Puccini.

Al margine della conferenza stampa il sovrintendente Cristiano Chiarot, ha poi fatto il punto sulla strategia del Maggio Musicale Fiorentino di rendere appetibile la programmazione ad una platea più vasta: “Noi abbiamo una grande sala e abbiamo bisogno del pubblico, – ha detto Chiarot – abbiamo bisogno di ricostruire quell’affetto con il pubblico soprattutto della città che stiamo cercando di attrarre attraverso varie iniziative”.

L’intervista di Gimmy Tranquillo:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/10/181015_05_MAGGIO-PER-TUTTE-TASCHE_CHIAROT.mp3?_=1

INFO: https://www.maggiofiorentino.com/events/dittico-ehi-gio-le-villi/

 

Concerti, conferenze, incontri: torna il Maggio Metropolitano

Il progetto, finanziato dalla Città Metropolitana di Firenze con 1,7 milioni di euro e realizzato dalla Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, abbraccia tutti i 42 comuni del territorio fiorentino.

Torna, per la sua seconda edizione, il cartellone del Maggio Metropolitano che quest’anno
allarga la programmazione di concerti, incontri e conferenze a tutti i 42 Comuni della Città Metropolitana di Firenze (lo scorso anno partecipavano 20 comuni), distribuendo oltre 120
eventi in sette mesi, da fine agosto 2018 a marzo 2019.
Il progetto, finanziato dalla Città Metropolitana di Firenze con 1,7 milioni di euro e realizzato dalla Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, abbraccia tutti i 42 comuni del territorio fiorentino. Tutti i luoghi coinvolti avranno dunque ospite il Maggio Musicale Fiorentino per concerti, conferenze e incontri che porteranno i contatti e i contenuti del Teatro direttamente “a casa” di chi non risiede nel capoluogo. T “Con
questa iniziativa la Città Metropolitana punta su una cultura viva che valorizza le realtà in grado di esprimerla a tanti livelli e sa andare incontro ai nostri cittadini”, ha commentato
presentando le iniziative il sindaco Dario Nardella. “Il Maggio esce dai sui confini fisici per andare ‘a casa’ dei cittadini – ha aggiunto il sovrintendente Cristiano Chiarot – e il successo
della prima edizione del Maggio Metropolitano ci fa pensare che la direzione verso cui si sta andando sia quella giusta, così come le adesioni dei comuni che sono passati dai 20 dello scorso anno ai 42 di oggi, ovvero l’intera Città Metropolitana di Firenze” .

Maggio, raccolta firme per rientro a Firenze spoglie Cherubini

Firenze, il Teatro del Maggio lancia una raccolta firme per chiedere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che le spoglie del compositore fiorentino Luigi Cherubini tornino in Italia e siano traslate dal cimitero parigino di Père Lachaise alla Basilica di Santa Croce.

È partita ieri sera, in occasione della seconda recita di Macbeth al Teatro del Maggio, la raccolta firme che ha come primi firmatari il maestro Riccardo Muti, il sindaco Dario Nardella e il sovrintendente Cristiano Chiarot.

Già ieri sera sono state più di cinquecento le persone che durante gli intervalli e alla fine dello spettacolo, si sono fermate in teatro per sottoscrivere l’appello. Tra gli aderenti subito dopo Dario Nardella e Cristiano Chiarot ci sono Carlo Fuortes, soprintendente dell’Opera di Roma, Paolo Zampi, direttore del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, il compositore premio Oscar Nicola Piovani, il direttore d’orchestra Nicola Pazkowski e il sovrintendente della scuola di musica di Fiesole Lorenzo Cinatti.

“Questa battaglia mi sta molto a cuore – ha detto Riccardo Muti dal palcoscenico del Maggio al termine della prima di Macbeth l’11 luglio -. Luigi Cherubini è stato uno dei più grandi compositori italiani, anche Ludwig van Beethoven lo definì il più grande del suo tempo, e per questo mi piacerebbe che le sue spoglie fossero conservate nella sua città, nella Basilica di Santa Croce, dove c’è già un sarcofago meraviglioso, ingiustamente vuoto. Sappiamo da musicologi importanti che Cherubini negli ultimi anni della sua vita espresse il desiderio di tornare a Firenze, ma non ci riuscì. Mi piacerebbe che tutta la città si unisse in questa richiesta, forse in questo modo potremmo farcela. Se riuscissimo in questa impresa prometto di eseguire, insieme all’Orchestra e al Coro del Maggio, all’interno della basilica di Santa Croce, il Requiem in re minore del compositore”.

Il maestro non ha mancato di ricordare – anche al termine della seconda recita il 13 luglio – prendendo la parola dal palco per salutare l’Orchestra, il Coro, il teatro e soprattutto il pubblico di Firenze, di firmare affinché si possa operare in tal senso. In tanti hanno seguito il suo invito.

Luigi Cherubini, nato a Firenze nel 1760, ebbe una straordinaria carriera europea che lo portò ad ottenere enormi successi in campo artistico e a ricoprire prestigiosi incarichi istituzionali, come la direzione del Conservatorio di Parigi dal 1822 al 1842, anno della sua morte.

Da oggi in avanti sarà possibile continuare a firmare la petizione online al seguente link https://www.change.org/p/luigi-cherubini-torni-in-italia-a-firenze o presso la biglietteria del Teatro del Maggio nei consueti orari di apertura.

Maggio musicale fiorentino: Chiarot , piano ‘acchiappa spettatori’

Oggi il sovrintendente del Maggio musicale fiorentino Cristiano Chiarot ha annunciato il via ad un grande progetto di avvicinamento a tutte le possibili categorie di potenziale pubblico per il teatro.

Chiarot ha anche preannunciato un’ampia e variegata offerta di nuovi abbonamenti per svariate tipologie di spettatori con esigenze ed interessi diversi. Una misura questa, che “fa parte – ha spiegato – del piano che stiamo per lanciare con l’obiettivo di portare il Maggio ovunque e portare al Maggio chiunque possa possedere interesse verso le tante attività ed iniziative che qui si mettono in campo”.

Una tappa importante sarà “il riavvicinamento del giro e del pubblico internazionale, andandoci a presentare in molte città europee, e non solo le capitali; inoltre, a settembre incontreremo a Milano i grandi operatori turistici, per capire se esiste la possibilità di accordi e sinergie, e ci rimetteremo in gioco con i territori, fiorentino e toscano, con le trasferte del Maggio che tanto successo hanno avuto lo scorso anno”.

Un altro fronte, su cui proseguire “perchè sta dando ottimi risultati”, è quello delle iniziative per le scuole e gli studenti, dei quali , aggiunge però Chiarot, “vogliamo stimolare ulteriormente la continuità nella partecipazione agli eventi”.

Risolto, “almeno in parte”, sottolinea il sovrintendente, “il problema della ricapitalizzazione, e, messa a posto la programmazione dei prossimi due anni, il momento di crisi è alle spalle. Adesso che siamo in possesso del minimo di ottimismo necessario per poter guardare costruttivamente al futuro, la nostra missione principale sarà risvegliare l’interesse del pubblico”.

Teatro Goldoni, Festival del Maggio Fiorentino: in prima assoluta “Infinita tenebra di luce”

“Infinita Tenebra di luce” è la nuova opera di Adriano Guarnieri commissionata dal Festival del Maggio Fiorentino, che verrà messa in scena al Teatro Goldoni, in una prima esecuzione assoluta domani, domenica 3 giugno, alle 16:30 (repliche martedì 5 e venerdì 8 alle ore 20).

Il titolo dell’opera, “Infinita tenebra luce”, definita dallo stesso Guarnieri come azione lirica per voci, attore, flauto e ottavino solisti ed ensemble, la cui regia è firmata da Giancarlo Cauteruccio, è ispirato ad un verso di una poesia di Rainer Maria Rilke ma anche a “L’angelo necessario” di Massimo Cacciari: a dirigere il ContempoArtEnsemble, che eseguirà le musiche di Adriano Guarnieri, ci sarà il maestro Pietro Borgonovo, mentre la voce recitante è quella di Fulvio Cauteruccio. L’allestimento infine è stato realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Nelle sue liriche Rilke trae ispirazione dalla notte, dall’angelo della notte, dall’amata mai giunta; così nell’opera, dove non esiste una vera narrazione in quanto l’azione è un continuum di immagini oniriche, i protagonisti sono volti immaginari, creature evanescenti che sembrano uscite dalla penna visionaria del poeta tedesco.

“Il Maggio è anche questo – spiega il sovrintendente Cristiano Chiarot –, nuove produzioni che danno linfa vitale alla musica e che stimolano la creatività di autori, musicisti, registi. Vogliamo dare sempre più spazio ad iniziative inedite, che tracciano un ponte tra passato e presente e dimostrano come la musica possa essere considerata sempre contemporanea, sia che si tratti di un classico riallestito o rivisitato, sia che si tratti di un nuovo lavoro”.

Tutto nell’opera racconta l’interiorità dell’animo umano e i personaggi immaginari in scena si materializzano e scompaiono come azioni dello spirito. È proprio in tale contesto che, secondo le parole del compositore, “il canto si fa tormento dell’anima, ricordo lontano, simbolo del sacro, amore inconscio ma anche esplicito e scorrendo ininterrotto senza soluzione di continuità rimane sospeso in una temporalità non ritmicamente identificabile, un atto unico, quasi un monodramma, una forma che si snoda ed alterna sequenza a sequenza come uno scorrere filmico”. Materialità ed immaterialità, presenza e assenza che si fondono insieme in quello che Guarnieri definisce “il dramma dell’anima”.

La partitura si articola in diciotto sequenze senza soluzione di continuità e prevede quattro voci cantanti (due soprani, un tenore, un baritono), una voce recitante e un organico orchestrale ridotto a dimensioni cameristiche (dodici strumenti tra flauto, oboe, clarinetto, pianoforte, percussioni e archi) a cui si aggiunge l’ottavino in scena nell’ultima sequenza, come sesta ‘presenza-assenza’ della composizione. Secondo una consuetudine che lo accompagna dagli esordi, Guarnieri non impiega i testi letterari per intero ma li frammenta e li utilizza con estrema libertà, omettendo intere strofe e cancellando alcuni nessi discorsivi per ricreare una continuità poetica nuova e personale in accordo con la propria musica.

Pietro Borgonovo:
nato a Milano, si impone fin da giovane come solista di oboe tra i più affermati sulla scena mondiale. È stato allievo di Heinz Holliger all’Università di musica di Friburgo e si esibisce nei principali festival e nei più prestigiosi teatri nazionali e internazionali quali il Teatro alla Scala, il Festival di Salisburgo, la Biennale di Venezia, il Musikverein di Vienna, il Festival d’Automne di Parigi, la Carnegie Hall di New York, la Sala Grande del Conservatorio Čajkovskij di Mosca con la Filarmonica di San Pietroburgo. Come direttore d’orchestra si distingue per le sue innumerevoli partecipazioni a produzioni sinfoniche e operistiche.
Ha diretto infatti nei più importanti teatri italiani e festival internazionali quali il Maggio Musicale Fiorentino, il Festival di Salisburgo, la Biennale di Venezia, il Ravenna Festival, il Teatro di San Carlo di Napoli, l’Arena di Verona, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Lirico di Cagliari e il Teatro Verdi di Trieste. Ha diretto le più famose orchestre e cori in Italia, Europa e Stati Uniti tra i quali i Klangforum Wien, l’Arnold Schönberg Chor, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il Chicago Children’s Choir. Nel 2002 la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia gli affida la direzione della prima mondiale dell’opera Medea di Adriano Guarnieri, spettacolo al quale, l’anno successivo, viene assegnato il Premio Abbiati per la “raffinata esecuzione musicale e scenica che ha restituito l’audace ricercatezza della concezione compositiva e multimediale”. Nei prossimi mesi dirigerà Satyricon di Bruno Maderna alla Semperoper di Dresda. Il suo profondo interesse per la musica contemporanea lo porta a collaborare con molti compositori del nostro tempo, fra i quali George Benjamin, Luciano Berio, Azio Corghi, Franco Donatoni, Adriano Guarnieri, Salvatore Sciarrino, Fabio Vacchi, Carlo Galante, Silvia Colasanti, Ivan Fedele e Iannis Xenakis. Di questi dirige opere anche in prima esecuzione, spesso a lui dedicate. Vanta, sia come solista di oboe che come direttore d’orchestra, una vasta discografia per importanti etichette internazionali quali Denon, Erato, RCA, BMG Ricordi ottenendo il Grand Prix du Disque e la segnalazione tra i cinque dischi di musica sinfonica più stimati dalla Critica italiana nel 1998. È attualmente Direttore Artistico della Giovine Orchestra Genovese e dal 2003 Direttore Artistico del Concorso Internazionale di Musica G. B. Viotti di Vercelli.

Giancarlo Cauteruccio:
regista, scenografo, autore, attore formatosi da studi d’arte e di architettura, è compreso nella schiera dei registi più innovativi nell’area della seconda avanguardia teatrale italiana, grazie alla sua specificità linguistica di ricerca e applicazione delle nuove tecnologie alle arti sceniche a partire dalla fine degli anni Settanta. Nel 1977 fonda a Firenze il gruppo Il Marchingegno, con cui opera fino al 1982, presentando le sue opere performative al Politecnico di Torino, al Museo d’Arte Moderna di Roma, al Forte Belvedere, al Rondò di Bacco di Palazzo Pitti, al Giardino della Fortezza da Basso e al Giardino dell’orticultura a Firenze, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Castello dell’Imperatore a Prato, al Castel Sant’Elmo di Napoli, nella piazza centrale di sant’Arcangelo di Romagna per lo storico Festival del teatro. Nel 1982 dà vita alla compagnia Krypton, oggi compresa fra le più accreditate compagnie italiane di teatro d’arte e di innovazione. Cauteruccio ha al suo attivo numerosissimi allestimenti registici e scenografici di spettacoli programmati nei circuiti nazionali e internazionali: sue opere sono state ospitate al La Mama Theatre di New York, al teatro Mossoviet di Mosca, alla mostra d’arte internazionale Documenta di Kassel, ai Festival di Zagabria, Oslo, Valencia, Berlino; sue opere di video-teatro sono presenti negli archivi della Biennale di Venezia e della Triennale di Milano. La sua particolare cifra linguistica ed estetica porterà successivamente a un inedito progetto di messa in scena de L’oro del Reno di Wagner, ambientato nell’Auditorium della Brucknerhaus. Dal 1991 Cauteruccio è stato Direttore artistico del Teatro Studio di Scandicci-Firenze, una delle più moderne strutture culturali della Toscana. Giancarlo Cauteruccio fonda la sua ricerca sull’applicazione delle nuove tecnologie alle arti e, in particolare, al teatro. Per questa sua peculiarità oggi, con circa 40 anni di carriera, continua a spaziare nei linguaggi tra il teatro, le arti visive, l’architettura, la video arte, il Teatro/Architettura, realizzando progetti artistici, festivals, rassegne e particolari progetti di spettacolazione urbana.

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