La ricandidatura del presidente della Toscana Eugenio Giani resta in ‘stand by’. L’incontro al Nazareno con la segretaria del Pd Elly Schlein non si è chiuso con un via libera alla corsa del governatore per il bis.
Ci sono volute quasi quattro ore di faccia a faccia tra Elly Schlein e Eugenio Giani per rimettere sul binario del confronto proficuo la mediazione in vista delle regionali. La prima preoccupazione del Pd era evitare dichiarazioni che potessero complicare ulteriormente la trattativa per l’appuntamento con il voto. Schlein è determinata a chiudere le alleanze più larghe possibili in tutte e sei le regioni, per la leader Pd è importante che le trattative procedano in parallelo per non mettere gli alleati di fronte al fatto compiuto in qualche realtà e non è un mistero che M5s sia poco entusiasta di Giani. Per questo l’accelerazione del presidente della Toscana della scorsa settimana – che quando ha fiutato un’aria poco rassicurante ha deciso di ufficializzare la propria “disponibilità” a ricandidarsi – ha irritato parecchio i fedelissimi della Schlein in Toscana.
Fra i “pilastri condivisi” che i vertici regionali e nazionali del partito hanno posto alla base della campagna elettorale ci sono “la collaborazione con il presidente, l’unità del partito – ha spiegato il segretario toscano del Pd, Emiliano Fossi – e la costruzione di una coalizione con tutte le forze alternative alla destra”. E Schlein conferma: “Stiamo lavorando in tutte le sei regioni che vanno al voto per costruire alleanze inclusive e competitive per battere queste destre”. Il nodo è lo schieramento. Perché per adesso Giani non ha l’appoggio dei Cinque stelle. “Non è assolutamente la soluzione migliore”, ha ribadito il deputato del Movimento Francesco Silvestri. Sul tema Toscana, fra Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte ci sarebbe stata anche una telefonata in serata. Giani, che nei giorni scorsi ha ufficializzato la sua disponibilità, resta comunque in gioco. “Macché passo indietro?”, ha risposto uscendo dal Nazareno, marcato dal responsabile organizzazione del Pd, Igor Taruffi, braccio destro della segretaria. Un’ipotesi è che sia stato deciso di prendere tempo per ufficializzare ogni decisione, in modo da portare avanti la trattiva con il M5s nelle migliori condizioni.