Mar 16 Apr 2024

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Nimby: “Not in my backyard”, è il caso di Piombino?

Firenze, sono ombre Nimby quelle che sono calate sul porto di Piombino, individuato dal Governo per posizionare uno dei due rigassificatori previsti, per importare liberamente gas liquido da tutto il mondo con navi gasiere?

Il piano B energetico, del governo, in caso Putin riducesse a zero le forniture di gas, rendono ancora più urgente la sostituzione dei 30 miliardi di metri cubi importati annualmente dalla Russia, ed i gassificatori sono una delle soluzioni previste dal governo Draghi per arrivare all’indipendenza dal gas Russo, ma in Toscana questa strategia si sta scontrando con una coriacea resistenza della città delle acciaierie. Siamo quindi di fronte a quell’atteggiamento descritto dall’acronimo inglese ‘Nimby’, e cioè la protesta da parte di membri di una comunità locale contro la realizzazione di opere pubbliche con impatto rilevante, che però non si opporrebbero alla realizzazione se tali opere venissero realizzate in un altro luogo?

Da settimane Snam sta facendo sopralluoghi serrati e battendo gli iter burocratici necessari, obiettivo, velocizzare l’entrata in funzione, nella primavera del 2023, dell’hub energetico. Piombino, che è snodo strategico di gasdotti anche in base a progetti futuri, avrebbe il primo rigassificatore attivato in emergenza dal Governo mentre un secondo sarà a Ravenna.

Il fronte del no è trasversale a tutte le forze politiche, Pd compreso, con relativi imbarazzi ed è guidato dal sindaco di Piombino, Francesco Ferrari di Fdi, prima giunta non ‘rossa’ dal Dopoguerra nella città super-operaia. Il Pd nazionale è d’accordo e segue Draghi su questo, il Pd regionale pure ma Bonafè chiede garanzie per il territorio, il Pd locale protesta anche oggi e senza distinguo.

Simile il centrodestra: quello locale, non solo Fdi, ma pure Lega, ipercritico sulla scelta; in Regione idem, poi a Roma nel nazionale ‘governativo’ il centrodestra ha già parlato chiaro col ministro Giancarlo Giorgetti: “Questo è tempo in cui non si possono più dire i no. Abbiamo rinunciato al nucleare, ai rigassificatori, adesso che siamo in questo pericolo di razionamento non si può dire ‘no’ a farne uno temporaneo a Piombino”.

Dunque, non seguire i Nimby, ma è un lavoraccio per il commissario nominato da Palazzo Chigi, Eugenio Giani. A lui – uomo Pd – il difficile compito di trovare una sintesi tra le necessità nazionali e i dubbi, i timori del territorio. Giani si è sempre detto disponibile a rispondere alla chiamata del Paese accogliendo il secondo rigassificatore in Toscana (uno c’è già da anni al largo di Livorno) ma a patto che il Governo prenda impegni precisi su Piombino, a partire dall’acciaio, secondo polo siderurgico italiano dopo Taranto, realtà che vivacchia tra troppi stop.

Sul rigassificatore, ha detto Giani, “ho il compito di autorizzare tutte le procedure necessarie per il collegamento della nave con la rete ma lo farò se il Governo accetta un memorandum che io ho individuato in dieci punti”. Il primo nodo da sciogliere è il tempo di permanenza della nave, lunga 300 metri e larga 40. La città dice che disturba i traghetti, l’itticoltura, l’ambiente, forse inquina pure e comunque con le acciaierie è stato già dato tanto “perché sempre noi?”.

A Firenze Giani spiega che “Snam ha presentato un’istanza per 25 anni ma è inaccettabile. Come commissario posso chiedere alla popolazione un sacrificio per un periodo transitorio di non più di tre anni”. Il sindaco Ferrari è sulle barricate coi suoi cittadini. Lui ha il ‘pallino’ del turismo, l’acciaio non riparte come ci si aspettava e ora c’è pure questa grana del gas.

“Siamo contrari per questioni di sicurezza – dice Ferrari da giorni – Non esistono in Italia rigassificatori dentro un porto, quelli esistenti hanno un raggio di sicurezza di diversi chilometri”, inoltre “ho forti dubbi sulla correttezza del procedimento amministrativo, vigileremo perché credo che le norme sulla sicurezza non potranno essere rispettate”. A breve è atteso un incontro tra il commissario Giani e il Governo. Giani si aspetta che almeno Snam corregga i 25 anni calandoli a 3 come lui auspica. Intanto, mentre sindaco, cittadini e comitati annunciano battaglia, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini si fa avanti: “Se la Toscana non lo vuole, lo prendiamo senza problemi a Ravenna insieme all’altro”.

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