
Il dipinto è uno dei fiori all’occhiello del museo civico Bardini al cui delicato intervento sarà possibile procedere grazie al lavoro della sovrintendenza dei musei comunali e alla donazione dei Friends of Florence.
Stefano Bardini morì nel 1922, donando la sua collezione d’arte e antiquariato, insieme al Palazzo di piazza de’ Mozzi nel quale era esposta, alla Città di Firenze con lascito testamentario da lui già adibito a showroom, che il Comune ristrutturò e aprì al pubblico come museo nel 1925.
In occasione del centenario del Museo Bardini, aperto al pubblico come museo civico agli inizi del mese di maggio 1925 per consentire la fruizione della preziosa donazione Bardini, i Musei Civici Fiorentini e la Fondazione MUS.E presentano al pubblico un ricco programma di iniziative e di attività culturali, artistiche ed educative. Un’occasione straordinaria per celebrare cento anni di storia di un museo unico nel suo genere, che sarà protagonista di un calendario articolato di appuntamenti pensati per coinvolgere la comunità fiorentina e i visitatori di ogni età.
Allo stesso tempo, verrà restaurato il San Michele arcangelo di Piero del Pollaiolo che raffigura il principe degli angeli in lotta contro il demonio, simboleggiato dal drago. Come ricorda Giorgio Vasari nella Vita dei fratelli fiorentini Antonio e Piero del Pollaiolo (1568), in origine costituiva uno dei due lati di uno stendardo processionale realizzato per la Compagnia di San Michele Arcangelo di Arezzo che sull’altra faccia recava un Crocifisso, oggi perduto. Il prezioso drappo, che veniva portato in processione due volte l’anno, per la ricorrenza dell’apparizione dell’arcangelo sul Gargano (8 maggio) e per la festa del santo (29 settembre), venne custodito nella chiesa della compagnia, andata distrutta, finché nel 1766, già in cattive condizioni di conservazione, fu venduto a Francesco Rossi, noto giureconsulto e collezionista aretino, per giungere infine, dopo passaggi sconosciuti, nelle mani di Stefano Bardini.
A causa della sua funzione originaria di stendardo, l’opera – che oggi si presenta come un dipinto incorniciato – ha subito nel tempo diversi traumi strutturali, a cui un’antica foderatura ha ridato stabilità, ma la superficie rimane deturpata da numerose stuccature ricoperte da restauri pittorici cromaticamente alterati. Il fenomeno è particolarmente invasivo nel cielo, dove il colore originale ha assunto un aspetto giallognolo causato dall’invecchiamento della vernice protettiva, mentre i numerosi ritocchi pittorici hanno mantenuto una tinta blu chiara e sembrano isole sospese in aria.
Il progetto prevede in primo luogo un’analisi puntuale dell’opera, propedeutica all’esecuzione del restauro. Di fondamentale importanza sarà definire la composizione delle stesure pittoriche, con la collaborazione dei vari ricercatori coinvolti (CNR-IFAC di Firenze, CNR-ISPC di Firenze, Ottaviano Caruso) e, in particolare, determinare se il processo di degrado del colore del cielo sia causato da un sottofondo applicato dal pittore, da un legante che si è deteriorato, o da una modifica chimica della struttura del pigmento, in modo da intervenire con metodologie efficaci e durature nel tempo.
Per tutto il mese di maggio, nei giorni di venerdì, sabato, domenica e lunedìì, al Museo Bardini sarà possibile prendere parte a un ampio ventaglio di percorsi guidati e di attività: fra questi si ricordano le visite per giovani e adulti e il laboratorio Un mondo blu, dedicato ai più piccoli, mentre per i sabati 10, 17, 24 e 31 maggio alle 10 sarà possibile prendere parte alle Passeggiate Bardini, realizzate in collaborazione con la Fondazione Bardini e Peyron e con Palazzo Mozzi Bardini – Direzione regionale Musei Nazionali della Toscana del Ministero della Cultura: i percorsi prenderanno il via dal Giardino Bardini, infatti, per attraversare poi Palazzo Mozzi Bardini e giungere al museo civico, un tempo showroom dell’antiquario.
Ancora, per il fine settimana 10-11 maggio, gli ingressi del museo si vestiranno a festa grazie a un suggestivo allestimento di piante ornamentali a cura della Direzione Ambiente dell’amministrazione comunale, mentre il weekend successivo – in occasione della Giornata Internazionale dei Musei ICOM, il 18 maggio, dedicata alle comunità – sarà presentato l’evento di living history con il personaggio storico Stefano Bardini.
“Ringraziamo ancora una volta la Fondazione Friends of Florence per l’impegno per l’arte e la cultura della nostra città” ha detto l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini. “La donazione liberale di 20mila euro servirà a recuperare il dipinto che sarà restaurato sotto gli occhi dei visitatori in una sala del museo per non privare i visitatori della fruizione dell’opera durante i lavori e offrire al pubblico la possibilità di assistere in diretta al loro svolgimento”.
“Il progetto di Muriel Vervat per il restauro del Pollaiolo, candidato all’edizione 2024 del Premio Friends of Florence Salone dell’Arte e del Restauro ha trovato grande approvazione da parte dei nostri donatori” sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence. “Sarà un’occasione interessante per studiare e meglio comprendere la maestria dell’artista e, con il restauro eseguito “dal vivo”, i visitatori del Museo Bardini non soltanto potranno continuare a vedere l’opera durante l’intervento, ma avranno anche la possibilità di assistervi in diretta e di scoprire quanto sia importante continuare a conservare capolavori significativi per la storia dell’arte mondiale”
“Quest’anno si celebra il centenario del museo e vogliamo riproporre una serie di attività legata a questa importante ricorrenza” ha sottolineato Carlo Francini, direttore dei Musei Civici. “Visite per adulti, famiglie e bambini, poi incontri ed approfondimenti che da ora ci accompagneranno fino a maggio 2026 per approfondire conoscere e amare ancora di più questo meraviglioso scrigno donato alla città”.
Sabato 24 maggio, poi, in concomitanza con l’edizione 2025 del festival Firenze dei Bambini, i più piccoli potranno straordinariamente prendere parte a iniziative speciali a loro dedicate e trascorrere persino la notte all’interno del museo, dopo un itinerario serale di grande fascino.
Traendo ispirazione dal celebre volume “La storia del mondo in 100 oggetti” di Neil Macgregor, ispirata alle raccolte del British Museum di Londra, nonché dalla straordinaria varietà e ricchezza delle collezioni Bardini, ciascun visitatore – di qualsiasi età e provenienza – è invitato a scegliere il proprio oggetto o la propria opera preferita, inviando il proprio personale racconto (corredato di fotografia del manufatto scelto) a: [email protected]. Sarà possibile condividere le singole storie fino al 30 settembre 2025; tutti saranno poi invitati a prendere parte a un evento corale che si svolgerà domenica 5 ottobre, in una speciale performance narrativa collettiva. Sia l’estate sia l’autunno saranno infatti contraddistinti da ulteriori iniziative di celebrazione dei 100 anni del museo, tese ad approfondire le peculiarità di questo meraviglioso luogo.