Mar 30 Apr 2024

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Inchiesta Tpl, Mobit: “Per procura siamo parte offesa”

Il consorzio Mobit, che raduna aziende del trasporto locale su gomma in Toscana, “ha avuto recentemente contezza di essere parte offesa” nell’inchiesta della procura di Firenze per turbativa d’asta e falso relativa alla gara che ha assegnato il Tpl su gomma per 4 miliardi euro e 11 anni di durata ad Autolinee Toscane (gruppo Ratp).

Lo fa sapere in una nota lo stesso Mobit che, assistito dai suoi legali, precisa che si tratta di un “procedimento penale aperto nei confronti del presidente Rossi, del Rup della gara ing. Buffoni, della dott.ssa Malvaso e dei membri della Commissione di Gara”. “Mobit – riferisce lo stesso consorzio – non ha fatto esposti alla procura della Repubblica. Gli esposti sono stati presentati da due società consorziate (Cap e Copit) e, lungi dall’essere strumentali, sono stati ritenuti meritevoli di approfondimento da parte della procura che ha avviato l’indagine”.

“Nessun ricorso strumentale da parte di Mobit, ma solo la tutela del proprio diritto di difesa costituzionalmente garantito dinanzi alla giustizia amministrativa”, con due ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato”, inoltre lo stesso consorzio “non ha fatto ostruzionismo in questi anni. Mobit ha firmato nel 2017 con At e Regione Toscana un accordo perché venisse ‘congelata’ la procedura di gara per due anni (fino al 31.12.2019) e perché fino a quel momento il servizio venisse gestito dai gestori uscenti (riuniti in One s.car.l.) in forza di un ‘contratto ponte’ con la Regione Toscana”.

“Mobit non ha fatto ostruzionismo in questi mesi. A seguito della scadenza del contratto ponte la Regione Toscana, con Delibera di Giunta n. 281 del 2.03.2020, ha fissato per il 1° Giugno 2020 la data dell’inizio della gestione di AT. Sempre la Regione Toscana ha rinviato l’inizio della gestione di AT al 1° luglio 2020 giustificando il rinvio con i ritardi legati all’emergenza Covid-19. Stupisce che oggi la Regione si rimangi le proprie decisioni e accusi Mobit di perdere tempo”.

Infine “non è vero che la Regione sta spendendo più soldi a causa dell’atteggiamento di Mobit. Attualmente il servizio nella Regione Toscana viene svolto sulla base di ‘atti di imposizione dell’obbligo di servizio'”, mentre “la Regione Toscana con le Delibere di Giunta n. 281 del 2.03.2020 e n. 573 del 4.05.2020 ha invece deciso di aumentare il corrispettivo destinato ad Autolinee Toscane” (At). “Con la conseguenza – sostiene Mobit – che il corrispettivo che At incasserà sarà superiore non solo all’offerta che quest’ultima aveva fatto in gara, non solo all’offerta che Mobit aveva fatto in gara, ma anche a quanto la Regione paga oggi ai gestori uscenti per il servizio reso in forza degli atti d’obbligo. E non è vero – affermano le nostre aziende consorziate – che i gestori uscenti si sono rifiutati di cedere i beni per ostacolare il subentro di At. La Regione sa benissimo che i contratti di vendita dei beni non sono stati finora stipulati perché At vuole pagare i bus, immobili e altre attrezzature meno di quanto dovrebbe pagarli sulla base delle perizie allegate agli atti di gara”, inoltre “non è vero che i gestori uscenti hanno rifiutato le proposte della Regione. È bene essere chiari: il passaggio dei beni non si è ancora realizzato per tutto quanto sopra detto ma anche perché ci sono rilevantissimi aspetti fiscali e contributivi che ancora devono essere risolti dall’Agenzia delle Entrate e dal Ministero del Lavoro”.

Lorenzo Braccini

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