Gio 25 Apr 2024

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Toscana: 3,8% famiglie sono in povertà assoluta

Sono 62mila le famiglie e 143mila gli individui che in Toscana vivono in povertà assoluta, pari al 3,8% della popolazione. Il dato, relativo al 2016, è cresciuto rispetto al 3,2% del 2015, ma risulta inferiore alla media italiana del 7,3%.

Il quadro emerge dal secondo rapporto ‘Le povertà in Toscana’ dell’Osservatorio sociale regionale, presentato oggi in un convegno a Firenze. La povertà è aumentata soprattutto tra le famiglie numerose, le monogenitore, quelle con capofamiglia under 35, straniero o con basso titolo di studio. Il rapporto evidenzia in particolare l’aumento delle disuguaglianze intergenerazionali, i rischi di deprivazione infantile e la povertà alimentare, ma anche un fenomeno nuovo per il quale la povertà che non è legata alla mancanza di un’occupazione, ma a un reddito da lavoro o da pensione insufficiente al fabbisogno familiare.

“In Toscana – ha commentato l’assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi – stiamo un po’ meglio che nelle altre parti del Paese, ma purtroppo il fenomeno delle povertà è in crescita. Significa che non ci possiamo accontentare, dobbiamo continuare a investire in politiche sempre più inclusive, tendenti all’autonomia e sempre meno all’assistenzialismo puro. La Regione Toscana di recente ha investito 120 milioni di euro per affrontare il fenomeno nella sua complessità”.

Il convegno è stato l’occasione per presentare, per la prima volta insieme al rapporto regionale, anche il Dossier 2018 della Caritas sulle povertà nelle diocesi toscane. Nel 2017 si sono rivolte ai centri di ascolto Caritas 24.836, il 7,7% in più rispetto al 2016, con una crescita più marcata per gli italiani.

Il dossier denuncia il rischio di cronicizzazione della povertà: delle persone incontrate nel 2017, il 33,5% sono in situazioni di povertà cronica, cioè che si rivolgono alla Caritas da almeno sei anni. Per Marcello Suppressa, delegato Caritas Toscana, “è un segno che la povertà che stiamo incontrando è una povertà importante che non è momentanea, una povertà plurale che porta con sé una serie di problematiche che devono essere affrontare con risposte importanti e strutturate”

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