Vertenza Bekaert: Mise convoca tavolo il 30/4

Il 4/5 scadono ammortizzatori sociali per operai Bekaert rimasti

E’ convocato per il 30 aprile il tavolo al ministero dello Sviluppo economico per la vertenza Bekaert. L’incontro è fortemente atteso perché il 4 maggio scadono gli ammortizzatori sociali per i lavoratori rimasti in forza all’azienda di Figline Incisa Valdarno (Firenze).

“Ringrazio il Governo per aver ascoltato e accolto la nostra richiesta – sottolinea su Facebook Valerio Fabiani, consigliere del presidente della Regione Eugenio Giani e delegato a lavoro e crisi aziendali – e aver così posto rimedio ad un iniziale errore, non avendo previsto fin da subito la convocazione di questo tavolo fra i primi previsti. Adesso però ci attendiamo fatti concreti”

” La Toscana, Regione, Comuni e organizzazioni sindacali territoriali -continua Fabiani-  ha messo in campo un’idea industrialmente forte per assicurare un futuro allo stabilimento di Figline, che si fonda sulla ricostruzione di una filiera toscana dell’acciaio che ha per altro suscitato anche l’interesse di alcune aziende. E come Regione siamo ovviamente pronti a continuare a fare la nostra parte sia sostenendo la ricollocazione di quei lavoratori della Bekaert, anche attraverso altre soluzioni facendo incontrare aziende che investono e assumono con le realtà in crisi sia intervenendo con tutti gli strumenti disponibili, incentivi, formazione e tutto il pacchetto di politiche attive del lavoro”.

“Ma ora serve un intervento deciso da parte del Governo – conclude Fabiani – serve che la multinazionale belga continui a darci il tempo che serve per agganciare la ripresa e non si metta di traverso ma anzi favorisca un’ipotesi di reindustrializzazione”.

Chiusura Douglas in Toscana, interviene la Regione

La Douglas, catena tedesca di profumerie, annuncia la chiusura di 17 dei 50 punti vendita in Toscana. A rischio, solo a livello regionale, 62 posti di lavoro ma la vertenza ha una portata piu’ ampia. Per questo motivo la Regione intende intervenire.

“Siamo pronti a fare la nostra parte”, annuncia il consigliere del governatore Giani per le questioni del lavoro e le crisi aziendali, Valerio Fabiani, al termine di un incontro con i sindacati di categoria di Cisl, Cgil, Uil.

“Sono le donne ad aver pagato il prezzo piu’ stretto per la crisi indotta dalla pandemia“, commenta Fabiani che conferma “la disponibilita’ a sostenere ogni iniziativa per salvare i posti di lavoro” e che e’ gia’ in contatto con il Mise.

I sindacati invocano un “fronte comune” con la Regione, posto che la riorganizzazione della Douglas riguarda punti vendita in ogni provincia toscana (eccetto Lucca). Oggi, alla conclusione del tavolo ministeriale, Fabiani incontrera’ nuovamente i lavoratori per decidere i prossimi passi.

Sulla vicenda delle chiusure dei negozi della catena di profumerie Douglas interviene il consigliere regionale Pd Marco Niccolai, componente della Commissione Sviluppo economico e lavoro. “In questi giorni sono stato in contatto con le organizzazioni sindacali – spiega Niccolai – proprio per seguire la vicenda dell’annunciata chiusura dei punti vendita da parte della proprietà: 17 in Toscana. “Voglio dire ai lavoratori preoccupati per il loro futuro – conclude il consigliere Niccolai – che la Regione è in campo, in modo concreto, e cercherà di fare tutto quanto è nelle sue possibilità per salvaguardarne l’occupazione”.

Texprint, Regione “attivati soggetti competenti per verifica sicurezza e legalità”

“Stiamo seguendo con preoccupazione ciò che sta accadendo alla Texprint Srl di Prato e ribadiamo la nostra disponibilità ad intervenire nuovamente, secondo le nostre competenze, per promuovere la riapertura di un confronto tra le parti qualora maturino le condizioni”. Così il consigliere delegato al lavoro e alle crisi aziendali Valerio Fabiani, dopo la chiamata in causa dal sindacato SI Cobas riguardo alla situazione di Texprint. Fabiani ha spiegato di essersi attivato presso l’Ispettorato del lavoro e presso il protocollo della Regione Toscana ‘Lavoro sicuro’ per verificare il rispetto dei diritti e delle condizioni di lavoro dei dipendenti.

Fabiani ha sottolineato che, pur non trattandosi di una vera e propria crisi aziendale, data la richiesta di intervento pervenuta dal sindacato SI Cobas, la struttura regionale deputata alla gestione delle crisi aziendali ha comunque ritenuto di provare a trovare una mediazione, nell’interesse di tutti. “Abbiamo perciò convocato separatamente le parti – ha aggiunto -, a cominciare dal sindacato SI Cobas, che ha riferito le ragioni della mobilitazione, che stanno ancora portando avanti, e le proposte rivolte all’azienda. Se su quest’ultime il ruolo della Regione non può che essere teso a  facilitare un negoziato fra le parti, abbiamo invece ritenuto di intervenire subito per fare chiarezza, a fronte delle denunce del sindacato stesso, circa la regolarità dei rapporti di lavoro, la sicurezza sul luogo di lavoro ed il rispetto del contratto collettivo nazionale applicato”.

Al termine dell’incontro con la rappresentanza di SI Cobas Fabiani si è formalmente attivato presso l’Ispettorato del lavoro e presso il protocollo della Regione Toscana ‘Lavoro sicuro’ con lo scopo di verificare le condizioni di lavoro dei dipendenti. “Su questo punto dobbiamo essere intransigenti perché i temi legati alla sicurezza e alla legalità sui luoghi di lavoro e ai diritti dei lavoratori sono principi irrinunciabili”. Fabiani ha concluso con un appello alle parti protagoniste del negoziato che oggi vive una fase di stallo. “In attesa delle verifiche degli organi competenti rivolgiamo di nuovo un appello alle parti affinché maturino le condizioni, finora mancate, per riaprire un confronto. Su questo ribadiamo la nostra disponibilità in sede del tavolo istituzionale”.

Intanto oggi 19 Marzo alle ore 14:30 il sindacato Sì Cobas manifesterà nuovamente con un presidio davanti alla EUROINGRO  a Prato.

 

🎧 Pd: Bonafè: “Letta candidato perfetto per suppletive Siena”

La segretaria regionale toscana rivela di aver chiesto al neo-sgretario nazionale di candidarsi nel collegio lasciato libero da Pier Carlo Padoan. Ascolta la nostra intervista a Simona Bonafè

Alcune volte, in politica e non solo, sono particolari o episodi  solo apparentemente  minori a descrivere meglio di qualsiasi altra cosa un cambiamento profondo di strategia e di equilibri. Prendete il ‘caso’ del collegio senese lasciato libero dall’ex ministro Pier Carlo Padoan ,transitato ad altri incarichi nel settore bancario: Zingaretti, secondo i ben informati lo aveva ‘offerto’ al presidente del consiglio uscente Giuseppe Conte, anche per suggellare l’alleanza strategica Pd-M5s; oggi invece la segretaria regionale toscana, Simona Bonafè, dice che il candidato ideale sarebbe proprio quell’Enrico Letta, passato,  nel breve volgere di qualche anno, dal rappresentare il simbolo stesso del vecchiume che la ‘rottamazione’ renziana intendeva spazzare via (chi non ricorda il caustico ed in qualche modo  leggendario hastag  #enricostaisereno?),  ad incarnare  il salvatore della Patria natia, ovvero quel Pd che Letta aveva contribuito a fondare non tantissimo tempo fa.

Alla proposta di Bonafè, letta per ora non risponde. Ma non chiude la porta. Preferisce nicchiare: “e mi candiderò per il seggio di Siena?” dice “Non abbiamo ancora parlato di queste cose : ma io ho già annunciato che da segretario del Pd rinuncio a tutti gli incarichi retribuiti che perché credo nella moralità in politica. La gente deve sapere che non ho alcun provento da nessuna parte. Anche per questo devo rivedere tutto…”.

Intanto Bonafè dovrà sistemare gli equilibri interni alla gestione del partito toscano, incrinatisi proprio sul caso ‘Siena’, tra le altre cose, con le dichiarazioni del vicesegretario Valerio Fabiani (“Cote è il candidato giusto” aveva detto) che non erano state gradite. ora però Bonafè potrà contare su nuovi equilibri nel partito e una nuova carta da giocare.

Intanto Bonafè fa “in bocca al lupo a Enrico Letta” affermando che “il Partito Democratico ha l’opportunità di aprire una fase nuova che obbliga tutti a fare un passo in avanti”. “Le sue parole mi hanno convinto, sono pronta a lavorare con il Partito Democratico della Toscana per mettere a
disposizione le idee migliori per andare avanti”ha dichiarato.
Secondo la parlamentare europea, oggi “abbiamo di fronte un paese sofferente e lacerato. E la grande occasione di impiegare al meglio le risorse che arrivano dall’Europa per un progetto di rilancio, dalla transizione ecologica alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo più equo e più inclusivo”.

Bekaert, Fiom: incontro istituzioni ministero senza sindacato è ennesimo schiaffo a lavoratori

Ieri il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha incontrato il sindaco di Figline e il consigliere per il lavoro del Governatore Giani, Valerio Fabiani per fare il punto sulla vicenda Bekaert.  Calosi (FIOM): Basta con gli incontri tecnici, ci sono oltre 100 famiglie che hanno diritto ad avere risposte”

Apprendiamo dal profilo Facebook del Ministro del Lavoro Andrea Orlando che oggi si sarebbe tenuto un incontro presso il Comune di Figline con la Sindaca Giulia Mugnai ed il Consigliere del Presidente della Regione Toscana per le crisi aziendali Valerio Fabiani, per discutere in merito alla vertenza Bekaert. Precisiamo che tale incontro non ci era noto”.

Ha così commentato Daniele Calosi (Segretario generale FIOM CGIL Firenze): “oggi va di moda così, comunicare che ci sono incontri sulle vertenze importanti tramite Facebook. Ma quand’è che si smetterà di strumentalizzare la Bekaert in una continua campagna elettorale? Noi portiamo rispetto a tutti, ma lo esigiamo anche. Come FIOM CGIL abbiamo richiesto da mesi incontri con i Ministeri competenti, senza avere alcuna risposta, prima e dopo la crisi di Governo, in assoluta solitudine, assieme alle altre Organizzazioni Sindacali, nel più totale e complice silenzio del Comune di Figline Incisa e della Regione. Questo rinnovato protagonismo da dove nasce? ”

“A questo punto -aggiunge Calosi-  visto che c’è stato un incontro, ci aspettiamo che ai prossimi incontri  sulla Bekaert in sede ministeriale, che a questo punto saranno sicuramente a breve, siano presenti i Ministri competenti ed il Presidente della Regione in persona. Immaginiamo che, almeno in questa sede, avranno il buon gusto di avvertire le Organizzazioni Sindacali. Di tecnico, di fronte a 100 famiglie che aspettano una risposta ed un lavoro, non c’è proprio nulla. Il problema non è tecnico, ma politico e sociale. Basta nascondersi dietro ai tavoli tecnici”.

Bekaert: ancora otto settimane di cassa, Fiom non firma licenziamenti

Gli oltre 100 dipendenti della Bekaert rimasti, potranno utilizzare le residue 8 settimane di cassa covid previste in finanziaria, un’opportunita’ senza alcun costo a carico dell’azienda che nonostante cio’ si e’ opposta fino all’ultimo. Un ‘respiro’ che si accompagna alla ricerca di una soluzione di reindustrializzazione del sito di Figline Valdarno. E’ quanto scaturito dopo il tavolo di crisi e quello tecnico.

“E’ stato guadagnato tempo prezioso, pero’ ora il governo deve utilizzarlo al meglio”, commenta Valerio Fabiani, delegato del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani al lavoro e alle crisi aziendali, che ha sostenuto le proposte della Regione con Arti e in contatto continuo con i rappresentanti sindacali. Fabiani ricostruisce il lavoro portato avanti con il governo centrale fino a ottenere l’impegno pubblico e formale, da parte dell’allora sottosegretaria Alessia Morani, di riunire un tavolo presso il Mise.

Un punto sul quale lo stesso presidente Giani e’ tornato sabato scorso, nella lettera aperta scritta al nuovo ministro Giancarlo Giorgetti, per sollecitare l’intervento ministeriale sulla vicenda di Bekaert. “Come si vede la Regione c’e’ – aggiunge Fabiani – Rivendichiamo con orgoglio l’assorbimento di oltre 60 lavoratori ex Bekaert da parte di Laika, la multinazionale che produce camper a San Casciano”.

Un ringraziamento specifico Fabiani lo rivolge a Fim, Fiom e Uilm: ” Le sigle sindacali fino all’ultimo hanno seguito questa trattativa, seppure con distinte posizioni: Fiom non ha firmato l’accordo in sede tecnica pur essendo disponibile a partecipare a tutti i futuri tavoli che ci saranno per la reindustrializzazione”.

“La vertenza Bekaert – dichiara Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil- e’ diventata emblematica per la determinazione e la lotta dei lavoratori contro la chiusura decisa dalla multinazionale secondo logiche che nulla hanno a che vedere con l’andamento dell’impresa. Oggi mentre si discute sulle risorse del Recovery Plan, siamo sempre piu’ convinti che nessun piano di rilancio industriale sia credibile se non si salvaguarda l’occupazione esistente garantendo la riapertura delle aziende sui nostri territori. Per questo la Fiom rifiuta di firmare i licenziamenti e chiede al Governo e a tutte le istituzioni di fare la sua propria parte”.

A margine del tavolo tecnico il segretario generale della Fiom Cgil Firenze-Prato Daniele Calosi osserva che “abbiamo fatto tutto il possibile per trovare una soluzione a questa vertenza. Durante tutti questi mesi grazie alla determinazione dei lavoratori e della Fiom non abbiamo mai consentito a Bekaert di procedere ai licenziamenti, ma abbiamo sempre chiesto che alla perdita del lavoro corrispondesse una nuova occupazione soprattutto attraverso la reindustrializzazione del sito di Figline e Incisa, sta in questa logica infatti l’accordo siglato con Laika”

“Non possiamo percio’ oggi- continua la Fiom- siglare un accordo che preveda licenziamenti in assenza di prospettive occupazionali certe per i lavoratori. Abbiamo quindi chiesto all’azienda il ritiro della procedura di licenziamento, rinnovando la disponibilita’ a firmare accordi sulle uscite volontarie, e l’attivazione immediata della Cassa Integrazione per Covid-19, totalmente gratuita per Bekaert, al fine di guadagnare quel tempo necessario ad avere l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del neo Ministro Giorgetti, come richiesto anche dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani nella lettera inviata sabato scorso. Dopo 32 mesi trascorsi a lottare perché alla perdita del lavoro corrispondesse una nuova occupazione non siamo disposti a firmare un accordo che lascia per strada piu’ di cento lavoratori”.

Infine, “se avessimo voluto fare un accordo economico non avremmo aspettato trentadue mesi. Il sindacato negozia la reindustrializzazione ed il lavoro, non la mitigation e gli incentivi. Dopo oltre 60 anni di attivita’ si chiude una fabbrica che ha fatto la storia di un territorio. Una vergogna ed una mancanza di rispetto per i lavoratori e per il territorio. Tutto cio’ che hanno ottenuto i lavoratori e’ il risultato dell’impegno del sindacato e della loro mobilitazione. L’eventuale mancata reindustrializzazione del sito avra’ delle responsabilita’ ben definite”.

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