Controradio Infonews: le principali notizie dalla Toscana, 17 giugno 2021

Controradio Infonews: ultim’ora, aggiornamenti, cronaca ed eventi in Toscana nella sintesi mattutina di Controradio. Per iniziare la giornata ‘preparati’.

CONTRORADIO INFONEWS – Una donna di 46 anni è stata colpita alla testa da un pezzo di cornicione caduto dal terzo piano di un palazzo nel centro di Livorno ed ora è ricoverata in ospedale in codice rosso. L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di ieri in via Buontalenti. La donna, subito soccorsa dai volontari del 118, non era cosciente ma respirava ed è stata trasferita in pronto soccorso.
E’ ancora ricoverato in ospedale, ma le sue condizioni non destano preoccupazione, il giovane accoltellato all’addome in un tentativo di rapina martedì in pieno giorno, nel centro di Pisa, da due ragazzi non ancora identificati. L’adolescente è trattenuto in osservazione. La polizia sta anche acquisendo le immagini della videosorveglianza urbana e quelle di impianti privati.
CONTRORADIO INFONEWS – Detenuti picchiati fino a fratturare loro le ossa per mantenere la disciplina nel carcere di Sollicciano, a Firenze, secondo le indagini coordinate dalla procura in relazione a fatti avvenuti tra il 2018 e il 2020. Chiesto il processo per 10 agenti della polizia penitenziaria e per due medici in servizio nell’infermeria che avrebbero coperto le violenze compilando certificati medici falsi.  Le accuse contestate per il personale di polizia sono di tortura e di falso.
Il sindacato SiCobas denuncia che a Prato nel pomeriggio di ieri gli operai impegnati nel picchetto di protesta  di fronte alla stamperia tessile Texprint  sarebbero stati aggrediti da un gruppo di cittadini cinesi. Le vittime sarebbero operai pakistani licenziati dalla ditta, che è di proprietà cinese. L’azienda denuncia invece l’aggressione ai dipendenti da parte dei manifestanti e chiede l’intervento della Procura per rimuovere il picchetto.  È di quattro feriti il bilancio dell’aggressione.
CONTRORADIO INFONEWS -Grande risposta vaccinale  dalla ‘finestra maturandi’ in Toscana: sui 32.000 che  sostengono l’esame in questi giorni, 22.000 ha risposto all’invito per la somministrazione delle dosi. A Lucca l’ospedale San Luca ha chiuso la terapia intensiva Covid.  Al via i tamponi gratuiti per le visite nelle Rsa: è attiva la procedura per poter effettuare gratis il tampone quando si è vicini a fare una visita a persone ospitate nelle strutture residenziali.

Un coro di critiche, da parte delle associazioni di categoria, all’annuncio del rincaro della tariffa dei rifiuti da parte dell’Ato Toscana Centro per il 2021. “Improponibile, inaccettabile, una scelta francamente inopportuna”, lamenta Riccardo Sabatini, coordinatore dell’Area Ambiente e sicurezza sul lavoro di Cna Firenze Metropolitana. “Ci chiediamo soprattutto il perché di questi aumenti – afferma Claudio Bianchi, presidente della Confesercenti Metropolitana di Firenze – soprattutto a fronte di una diminuzione della quantità dei rifiuti (45mila tonnellate in meno) anche a seguito della pandemia da Covid.

Monta la polemica in Santo Spirito per i piedistalli di cemento che sono stati installati lunedì sera contro il degrado e i bivacchi. Dopo la decisione del sindaco Nardella di inserirla nel piano cittadino anti-movida, con limitazioni allo stazionamento, adesso in piazza arrivano i chiodi con cordoni, che saranno installati nei blocchi ricoperti di ferro, posizionati sul sagrato La vicesindaca di Firenze Alessia Bettini, sottolinea  “La scelta di questo tipo di arredi è motivata dal fatto che gli elementi devono essere amovibili e non fissi, come richiesto dalla Soprintendenza ma nello stesso tempo stabili e di colore ben visibile”.

È in programma oggi alle 15 al cimitero comunale di Castelfiorentino (Firenze) una breve cerimonia per seppellire i feretri dei coniugi albanesi Shpetim e Teuta Pasho, 61 e 59 anni, i cui resti sono stati ritrovati all’interno di alcune valigie abbandonate a margine di un terreno lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, vicino al carcere fiorentino di Sollicciano (Firenze). Lo ha reso noto la stessa famiglia delle due vittime tramite l’affissione  di alcuni manifesti funebri nella cittadina valdelsana. Al momento per l’omicidio della coppia di origini albanesi sono indagati il figlio Taulant, la sua ex fidanzata Elona Kalesha e il fratello di lei, Denis.

🎧 Prato:”4 euro l’ora per almeno 12 ore obbligatorie: le condizioni del lavoro alla Top Line”

Sciopero per un intero turno davanti all’azienda tessile Top Line organizzato dal sindacato Si Cobas

4 euro l’ora  per almeno 12 ore, in alta stagione 14, al giorno obbligatorie: sono le condizioni dei lavoratori della TopLine, ditta a conduzione italiana, che hanno deciso di denunciare pubblicamente e proclamare un giorno di sciopero per oggi.

“Siamo davanti alla Top line con venti lavoratori che hanno deciso di entrare in sciopero per chiedere i loro diritti. Queste persone lavorano 12 ore e vengono pagati 4 euro all’ora. Gli straordinari obbligatori, le ferie non ci sono e le buste paga vengono compilate in modo fittizio”, spiega Sarah Caudiero, sindacalista Si Cobas. “Il datore di lavoro minaccia di continuare a pagare i lavoratori 4 euro l’ora e dentro la ditta continuano le rappresaglie da quando si sono iscritti al sindacato”

Nel comunicato stampa diffuso dal sindacato si legge: “Abbiamo sentito le agghiaccianti parole del committente di Top Line ai microfoni di La7 messo di fronte al fatto che gli operai dell’azienda di cui lui è committente lavorano 12, 14 ore per 4 euro l’ora che normalizzano queste pratiche nel distretto. Continua la sindacalizzazione del Distretto nonostante la vertenza Texprint in corso ormai da 4 mesi. Il presidio con la sua casa dei diritti diventa luogo di organizzazione di nuove vertenze, dove i lavoratori dei Macrolotti trovano un luogo dove poter organizzare una risposta allo sfruttamento”.

Lo sciopero della Top Line è cominciato all’inizio del turno di stamani, per richiedere la corretta applicazione del Contratto collettivo nazionale tessile, la fine della discriminazione sindacale e la stabilizzazione di alcuni lavoratori.

Lavoro: vertenza azienda Texprint Prato, 27 indagati

Procura notifica avvisi di chiusura indagini sui disordini relativi alle proteste sull’azienda Texprint a Prato

La procura di Prato ha emesso 27 avvisi di conclusione delle indagini preliminari a carico di altrettante persone riconducibili al sindacato Si Cobas che da quattro mesi attua una ferma vertenza sindacale nei confronti dell’azienda tessile TexPrint. I provvedimenti sono in fase di notifica.

La procura ipotizza a carico degli indagati, a vario titolo, i reati di violenza privata aggravata in concorso, danneggiamento, percosse, lesioni personali aggravate dall’aver commesso il fatto con più persone. I reati sarebbero stati commessi durante le azioni delle forze di sicurezza per “il disimpegno del presidio allestito all’esterno della ditta interessata alla vertenza”, in particolare con impedimento di ingresso e uscita dall’azienda dei mezzi di trasporto con materie prime e merci.

Dal 18 gennaio gli operai della Texprint di Prato sono in sciopero. Dall’11 febbraio sono in presidio permanente, notte e giorno, davanti ai cancelli della fabbrica. “Dalle loro voci abbiamo ascoltato la denuncia di condizioni intollerabili di sfruttamento: turni di dodici ore al giorno per sette giorni la settimana, paghe misere, negazione di tutti i più elementari diritti. Abbiamo visto sui loro corpi i segni degli incidenti causati da un lavoro svolto senza riposi, con turni massacranti, senza sicurezza”, come dichiara il sindacato Si Cobas che sta portando avanti lo sciopero da oltre 120 giorni.

🎧 Texprint, Si Cobas: via picchetto, azienda torni a tavolo trattativa

Il sindacato autonomo risponde alle accuse dell’azienda: “Texprint che richiede la licenza di sfruttare minacciando i posti di lavoro. E’ un messaggio inquietante che dovrebbe trovare la condanna durissima di tutte le istituzioni. Non si può e non si deve scegliere tra diritti e lavoro”

“L’azienda minaccia la chiusura dando la colpa a chi sciopera, ma la responsabilità di questa situazione è della stessa Texprint che ha deciso di chiudere qualsiasi trattativa a fronte di una sacrosanta e semplicissima richiesta di regolarizzazione dei contratti. Per questo invitiamo ancora una volta l’azienda a sedersi ad un tavolo, entro questo venerdì, per dimostrare se davvero esiste la volontà di risolvere questa situazione oppure si vuole continuare soltanto a piangere lacrime di coccodrillo” questa la denuncia e la richiesta di Si cobas, il sindacato che rappresenta il gruppo di lavoratori in sciopero da settimane con presidio davanti allo stabilimento, per chiedere il rispetto dei contratti nazionali di categoria, diritti e salari adeguati.

“La Texprint vuole invece continuare la serrata? Siamo di fronte ad un’azienda che richiede la licenza di sfruttare minacciando i posti di lavoro. E’ un messaggio inquietante che dovrebbe trovare la condanna durissima di tutte le istituzioni. Non si un fiume di menzogne e calunnie nei confronti del sindacato e di chi sciopera. In questi due mesi il picchetto si è svolto senza alcun atto di violenza e senza mai impedire a chi voleva farlo di recarsi al lavoro. Con altrettanta chiarezza rivendichiamo il blocco delle merci come diritto di sciopero dinanzi allo sfruttamento selvaggio” dice si Cobas. Che accusa Texprint di voler “presentarsi all’opinione pubblica come “la vittima” di questa storia.

“Siamo difronte ad una serie incredibile di paradossi. Un azienda interdetta per infiltrazioni mafiose che prova a far passare come delinquenti i lavoratori che denunciano lo sfruttamento e chiedono un contratto regolare; un azienda che mentre prepara i licenziamenti disciplinari di tutti gli iscritti al sindacato accusa lo sciopero “di mettere a rischio i posti di lavoro”; un azienda che prima annuncia l’indisponibilità ad ogni trattativa con le rappresentanze sindacali e poi piange pubblicamente il prolungarsi degli scioperi e delle agitazioni” aggiunge il sindacato autonomo.

che conclude il comunicato “l’azienda faccia vedere chiaramente se ha intenzione o meno di trovare una soluzione a questa vertenza. Chiediamo pubblicamente alla Texprint di sedersi ad un tavolo e riaprire la trattativa il prossimo venerdì. Nel frattempo sarà sospeso il picchetto ai cancelli. Non vogliamo che questo venga strumentalizzato per sfuggire dal tavolo o giustificare una serrata. Sarà la terza volta in un mese che il sindacato sospenderà il picchetto in maniera unilaterale”.

Texprint: “rischio chiusura a causa picchetto Sì Cobas”

Lo dice in una lettera aperta  l’azienda Texprint di Prato, la stamperia tessile di proprietà di cittadini cinesi che da due mesi è al centro della protesta di circa venti dei suoi lavoratori, quasi tutti bengalesi e pakistani, iscritti al sindacato Sì Cobas.

“Se le autorità non interverranno sul picchetto dei manifestanti Sì Cobas entro la prossima
settimana l’azienda sarà costretta a chiudere, con la conseguente collocazione in cassa integrazione di tutti gli 80 dipendenti”. Così la Texprint di Prato, la stamperia tessile di proprietà di cittadini cinesi che da due mesi è al centro della protesta di circa venti dei suoi lavoratori, quasi tutti bengalesi e pakistani, iscritti al sindacato Sì Cobas.

“A causa degli ingentissimi danni economici alla produzione e all’immagine provocati dalle gravissime condotte illecite poste in essere dagli individui presenti all’esterno della fabbrica,
l’azienda – scrive Texprint in una lettera aperta alle istituzioni cittadine e alle autorità – è stata costretta a mettere in cassa integrazione già 20 degli 80 dipendenti”.

L’azienda denuncia che i manifestanti “impediscono fisicamentel ‘accesso ai mezzi, che per lavoro devono entrare e, fermano leautovetture, occupano la carreggiata e impongono l’apertura delle autovetture, che devono essere previamente ispezionate”.

Nei giorni scorsi ci sono state tensioni con le forze dell’ordine che hanno tentato di dissuadere i manifestanti collocati ai cancelli della fabbrica.

Texprint spiega di aver consegnato a questo proposito materiale alla procura di Prato: “Solo dopo l’assurdo controllo dei mezzi, la verifica dell’assenza di merce a bordo e dopo aver trattenuto i lavoratori, gli amministratori, i clienti e i fornitori per diversi interminabili minuti, il gruppo consente l’accesso o l’uscita dalla fabbrica. Vengono inoltre rivolte nei loro confronti parole ingiuriose e gesti scurrili, come emerge dalle denunce e dai filmati già depositati”. Domani pomeriggio, in piazza del Comune, si terrà una contro-manifestazione degli operai della stamperia non coinvolti nello sciopero, che secondo Texprint sono 65 dipendenti su 80.

Texprint, Regione “attivati soggetti competenti per verifica sicurezza e legalità”

“Stiamo seguendo con preoccupazione ciò che sta accadendo alla Texprint Srl di Prato e ribadiamo la nostra disponibilità ad intervenire nuovamente, secondo le nostre competenze, per promuovere la riapertura di un confronto tra le parti qualora maturino le condizioni”. Così il consigliere delegato al lavoro e alle crisi aziendali Valerio Fabiani, dopo la chiamata in causa dal sindacato SI Cobas riguardo alla situazione di Texprint. Fabiani ha spiegato di essersi attivato presso l’Ispettorato del lavoro e presso il protocollo della Regione Toscana ‘Lavoro sicuro’ per verificare il rispetto dei diritti e delle condizioni di lavoro dei dipendenti.

Fabiani ha sottolineato che, pur non trattandosi di una vera e propria crisi aziendale, data la richiesta di intervento pervenuta dal sindacato SI Cobas, la struttura regionale deputata alla gestione delle crisi aziendali ha comunque ritenuto di provare a trovare una mediazione, nell’interesse di tutti. “Abbiamo perciò convocato separatamente le parti – ha aggiunto -, a cominciare dal sindacato SI Cobas, che ha riferito le ragioni della mobilitazione, che stanno ancora portando avanti, e le proposte rivolte all’azienda. Se su quest’ultime il ruolo della Regione non può che essere teso a  facilitare un negoziato fra le parti, abbiamo invece ritenuto di intervenire subito per fare chiarezza, a fronte delle denunce del sindacato stesso, circa la regolarità dei rapporti di lavoro, la sicurezza sul luogo di lavoro ed il rispetto del contratto collettivo nazionale applicato”.

Al termine dell’incontro con la rappresentanza di SI Cobas Fabiani si è formalmente attivato presso l’Ispettorato del lavoro e presso il protocollo della Regione Toscana ‘Lavoro sicuro’ con lo scopo di verificare le condizioni di lavoro dei dipendenti. “Su questo punto dobbiamo essere intransigenti perché i temi legati alla sicurezza e alla legalità sui luoghi di lavoro e ai diritti dei lavoratori sono principi irrinunciabili”. Fabiani ha concluso con un appello alle parti protagoniste del negoziato che oggi vive una fase di stallo. “In attesa delle verifiche degli organi competenti rivolgiamo di nuovo un appello alle parti affinché maturino le condizioni, finora mancate, per riaprire un confronto. Su questo ribadiamo la nostra disponibilità in sede del tavolo istituzionale”.

Intanto oggi 19 Marzo alle ore 14:30 il sindacato Sì Cobas manifesterà nuovamente con un presidio davanti alla EUROINGRO  a Prato.

 

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