Texprint, chiuso il tavolo in Regione Toscana

Prato, “ci è stata comunicata ieri la scelta di chiudere il tavolo aperto presso l’Unità di Crisi per la vertenza Texprint – si legge in un comunicato di Si Cobas – La scelta è arrivata dopo l’incontro tra l’azienda e l’Unità di Crisi, dove quest’ultima ha registrato ‘posizioni troppo distanti tra le parti (azienda e sindacato)’ per poter procedere nel percorso”.

“E pensare che sindacato e lavoratori non chiedono altro che applicare il contratto nazionale, avere regolari contratti e il rispetto delle leggi sugli orari di lavoro, riposi, malattie, ferie ecc. – continua il comunicato del sindacato dei lavoratori di Texprint – La distanza tra sindacato e azienda è la distanza che intercorre tra il rispetto dei diritti sanciti dai contratti e dalle normative e un sistema di sfruttamento fatto di turni di 12 ore al giorno per 7 giorni la settimana”.

“La Regione Toscana davvero non sa a chi ‘essere più vicino’? Vuole davvero lavarsene le mani così dichiarando il proprio lavoro ‘concluso’? La chiusura del percorso istituzionale è un fatto gravissimo. Ancora più grave se teniamo conto del fatto che l’Unità di Crisi è stata informata del fatto che l’azienda sta procedendo all’invio di decine di lettere di contestazione disciplinare (con oggetto fatti inventati e falsità) nei confronti dei lavoratori che stanno scioperando. Insomma, mentre tutto fa pensare che l’azienda voglia procedere in maniera ‘sporca’ al licenziamento di chi ha avuto il coraggio di denunciare lo sfruttamento, la Regione Toscana decide di ‘uscire’ dalla vicenda. Tutto questo è inaccettabile”.

Ieri sera era stato diffuso un comunicato dalle agenzie in cui l’azienda annunciava di non voler procedere alle trattative fino a che non fosse stato rimosso il blocco ai cancelli: “Texprint, nel corso dell’incontro avuto questa mattina con il Tavolo di crisi promosso dalla Regione Toscana con il coinvolgimento del Comune di Prato, ha ribadito che qualsiasi confronto sui temi sollevati da Si Cobas – informava l’azienda – non potrà avvenire fino a quando proseguirà il blocco, con condotte violente, degli ingressi e uscite presso il proprio stabilimento, e il clima di minacce creato sui lavoratori, fornitori e clienti della società, che ha comportato danni a persone e cose e l’interruzione di fatto delle attività produttive dello stabilimento. Condotta arbitrariamente qualificata come esercizio del diritto costituzionale di sciopero, che configura – conclude il comunicato – differenti profili di illiceità di cui l’azienda ha investito le autorità competenti perché siano valutate”.

Al fianco dei lavoratori Textprint, si schiera Sinistra Progetto Comune con le consigliere e i consiglieri comunali dell’area fiorentina: “Non possiamo rimanere in silenzio – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu con le consigliere e i consiglieri comunali di area fiorentina – di fronte alla repressione con cui si sta cercando di fermare la lotta dei lavoratori Textprint.
Il sistema politico e istituzionale si riempie le parole di rispetto delle regole, ma anche in questo caso è evidente che la legalità è una categoria che si applica solo a chi è sfruttato, mentre non si agisce concretamente per bloccare le condizioni di sfruttamento che segnano i nostri territori.
Con le compagne e i compagni delle nostre realtà ci siamo già mossi a sostegno di questa lotta, ma crediamo fondamentale agire anche in veste del nostro ruolo di consiglieri e consigliere comunali.
Lo facciamo con un appello a tutti i livelli amministrativi: non può essere permesso a questi lavoratori di rimanere di fronte a quei cancelli senza alcuna risposta, se non quella della repressione.
In queste ultime ore inoltre il clima intorno al presidio si sta facendo sempre più difficile, occorre prendere una posizione chiara, al fianco di questa lotta.
La pandemia Covid-19 dovrebbe aver reso palese quanto sia importante ripensare la nostra società mettendo al centro le persone e il lavoro, contro le logiche di speculazione e profitto a danno delle persone. A parole sembra che tante realtà lo riconoscano, ma nei fatti non si agisce di conseguenza.
Per questo – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune con le consigliere e i consiglieri comunali di area fiorentina – diamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno ai lavoratori Texprint, così come al SI Cobas Prato e Firenze, che sta organizzando questa vertenza, invitando tutte gli altri gruppi consiliari dei nostri enti a fare lo stesso e sollecitando tutte le istituzioni ad attivarsi immediatamente”.

Lorenzo Ballerini (Campi Bisenzio), Lorenzo Banchi (Vicchio), Stefano Berni (Barberino di Mugello), Tatiana Bertini (Scarperia e San Piero), Antonella Bundu (Firenze), Enrico Carpini (Barberino di Mugello), Luigi Casamento (Firenze, Quartiere 3), Beatrice Cioni (Empoli), Caterina Corti (Scarperia e San Piero), Cinzia Farina (Montespertoli), Gabriele Franchi (Impruneta), Francesco Gengaroli (Firenze, Quartiere 2), Alberto Mariotti (Rignano sull’Arno), Leonardo Masi (Empoli), Ivan Moscardi (Sesto Fiorentino), Paola Nardi (Barberino di Mugello), Dmitrij Palagi (Firenze), Lorenzo Palandri (Firenze, Quartiere 2), Vincenzo Pizzolo (Firenze, Quartiere 5), Francesco Polverini (Montelupo Fiorentino), Sonia Rendini (Bagno a Ripoli), Giorgio Ridolfi (Firenze, Quartiere 1), Emiliano Salsetta (Vicchio), Francesco Torrigiani (Firenze, Quartiere 1), Lorenzo Verdi (Borgo San Lorenzo), Filippo Zolesi (Firenze, Quartiere 4)

Prato, Si Cobas denuncia “Texprint fa serrata”. Domani manifestazione di protesta

Alla Texprint di Prato Da più di 40 giorni i lavoratori in sciopero “, tutti pakistani e bengalesi, “chiedono la fine di turni massacranti di 12 ore al giorno per sette giorni la settimana e il rispetto del contratto nazionale e delle leggi in materia di lavoro”.

“Dopo l’annuncio della chiusura di tutte le trattative la Texprint ha deciso per oggi la serrata. Lo stop alle attività produttive come risposta alle rivendicazioni degli operai in sciopero è un fatto gravissimo”. Lo riferisce il sindacato Sì Cobas sulla stamperia industriale a Prato dove “da più di 40 giorni i lavoratori in sciopero “, tutti pakistani e bengalesi, “chiedono la fine di turni massacranti di 12 ore al giorno per sette giorni la settimana e il rispetto del contratto nazionale e delle leggi in materia di lavoro”, denunciando “anche per la Texprint la drammatica realtà di sfruttamento che continua a ‘contraddistinguere’ il distretto
tessile pratese, in particolare quello a conduzione cinese”.

L’azienda, chiede Sì Cobas, “si sieda subito ad un tavolo con il sindacato e con i delegati dei lavoratori per trovare un accordo che riporti le condizioni di lavoro a quelle previste
dalle leggi e dai contratti nazionali”, mentre invece “con la serrata si vuole mandare un messaggio inquietante in tutto il distretto: o si accettano condizioni di lavoro di vero e proprio sfruttamento oppure si rischia di perdere il posto di lavoro”.
Domani sabato 6 marzo alle ore 16 in piazza del Comune a Prato si terrà la manifestazione a sostegno della lotta degli operai Texprint. “Parola d’ordine: ‘8×5′. Nella Prato del 2021 chiedere di lavorare otto ore e godere di giorni di riposo è un atto rivoluzionario”, spiega Sì Cobas.

“E’ questo il momento in cui è importante per chiunque abbia a cuore i diritti e la dignità del lavoro di affermare con forza che un altro modo di lavorare nel distretto può e deve esistere — prosegue Sì Cobas nella stessa nota sindacale -. E’ con questa convinzione che la mobilitazione sindacale va avanti, forti dei risultati già raggiunti in molte aziende (ultime tra queste la Sunshine e la Tintoria 2020 sempre al Macrolotto) dove grazie agli scioperi oggi si lavora con dignità e rispetto dei contratti nazionali”.

Inoltre, il 10 Marzo una delegazione del sindacato incontrerà l’Unità di Crisi della Regione Toscana in merito alla vertenza in corso alla Texprint. “Abbiamo richiesto alla Regione Toscana la convocazione di un tavolo che riporti l’azienda alle trattative – concludono -. Di fronte allo sfruttamento le istituzioni non possono essere arbitri”.

Texprint: flash mob Sì Cobas con bandiera di protesta al Pecci

Una grande bandiera con scritto ‘8X5’, a significare otto ore per cinque giorni, è stata posta dagli operai della stamperia Texprint di Prato, in sciopero da più di 40 giorni, davanti al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci dove è presente la mostra ‘Protext’, che esplora il rapporto tra tessuto e protesta.

L’iniziativa, spiega Sì Cobas in una nota, vuol “porre sotto gli occhi di tutti la realtà che
si vive nelle fabbriche del Macrolotto, tre parole semplici per dire basta allo sfruttamento e all’illegalità sistematica nel distretto tessile”.
“La mostra esplora il rapporto tra tessuto e protesta – osserva Sì Cobas -: per noi questo rapporto vive davanti ai cancelli della Texprint, dove si sta lottando per smettere di
lavorare 12 ore per 7 giorni alla settimana, per un contratto regolare, ferie, malattia; vive quotidianamente in tutte le battaglie per l’8×5 nel Macrolotto pratese, contro il
sistematico sfruttamento del distretto tessile”.Texprint

“Crediamo che l’arte possa dare un grande contributo in questo senso – aggiunge il sindacato di base -: l’arte è bellezza, è vita, e davanti ai cancelli di Texprint, come testimonia uno degli striscioni esposti, si sta lottando per una vita più bella di quella che migliaia di lavoratori, soprattutto migranti, sono costretti a fare in questa città. Dal mondo della cultura e dell’arte in molti si stanno già esprimendo: è di oggi la
sottoscrizione dell’appello in solidarietà ai lavoratori Texprint da parte dello storico Alessandro Barbero, che va ad aggiungersi ai fumettisti Zerocalcare e Sted, al drammaturgo Moni Ovadia e ai musicisti Modena City Ramblers”. Il sindacato annuncia una manifestazione dei lavoratori Texprint sabato, alle 16, in piazza del Comune.

Texprint: sgombero dei lavoratori in sciopero, Sì Cobas denuncia “2 operai feriti”

Momenti di tensione e due lavoratori risulterebbero feriti durante lo sgombero dei lavoratori della Texprint di Prato che da 40 giorni sono mobilitati. Sabato manifestazione di solidarietà.

Grande gara di solidarietà coi lavoratori, quasi tutti indiani e bengalesi, dell’azienda Texprint di Prato, una stamperia tessile, dove da 40 giorni è in corso uno sciopero indetto dai Cobas e da circa 20 giorni è attivo un “picchetto permanente davanti ai cancelli dell’azienda, la lotta dei lavoratori di Texprint riceve il sostegno di decine di cittadini di Prato e dintorni”.
Nell’ultima settimana, riferisce sempre la stessa sigla Si Cobas, “tantissime persone hanno continuato a raggiungere il presidio permanente in via Sabadell, nel cuore del Macrolotto di Prato, per portare il loro aiuto concreto. Cibo, tende, mascherine, disinfettante, gazebo, batterie, legna, ombrelloni, frutta, brandine, coperte… Una prova di solidarietà emozionante che dimostra quanto i lavoratori non siano soli nella loro battaglia, per la dignità e il rispetto delle leggi sul lavoro e del contratto nazionale”.
La sigla rivolge a “tutta la cittadinanza di Prato un invito a continuare a sostenere questa importantissima vertenza con un supporto materiale nei confronti dei lavoratori. I 18 lavoratori di Texprint si stanno mettendo in gioco in prima persona per mettere un freno al cancro dell’imprenditoria illegale che affligge il distretto tessile” di Prato. Annunciata una manifestazione a Prato per sabato 6 marzo alle ore 16.30 in piazza del Comune, per dare “sostegno a questa battaglia fondamentale per i diritti, la dignità e la democrazia, che sta facendo luce su un sistema di sfruttamento sistematico nel distretto tessile a cui è arrivato da tempo il momento di dire basta”.
E questa mattina ci sono stati momenti di tensione: secondo quando riferiscono i delegati Si Cobas la Questura di Prato è intervenuta per tentare di sgomberare i lavoratori.  “Due operai sono stati feriti e portati in Questura. I lavoratori stanno continuando a resistere e in molti stanno uscendo dalle fabbriche vicine per portare supporto”.
Sarah Caudiero del Si Cobas di Prato

Prato, sciopero a oltranza davanti ai cancelli della Texprint, Si Cobas

A partire da oggi il sindacato Si Cobas ha deciso di estendere lo stato di agitazione e le iniziative sindacali, che proseguono da quasi un mese, anche a tutte le società committenti della Texprint

A Prato continuano le iniziative sindacali di Si Cobas, con la campagna 8×5. Dopo le notizie recenti degli arresti per sfruttamento e caporalato che hanno riportato l’attenzione sullo sfruttamento nel distretto tessile pratese.

“Siamo andati a chiedere conto anche ai Pronto Moda del Macrolotto che commissionano i tessuti alla stamperia, dei diritti negati in questi anni. Cogliamo positivamente e condividiamo le recenti dichiarazioni della FILCTEM CGIL in cui si è ribadita la necessità di colpire i committenti e “mirare alla testa” per interrompere la catena dello sfruttamento”, spiega Si Cobas in un comunicato stampa, “È l’ora che chi si serve, anche indirettamente del lavoro ipersfruttato venga richiamato alle proprie responsabilità. Per questo motivo oggi 13 Febbraio si è protestato anche in via della Toscana, all’interno della campagna 8×5, per denunciare il sistema perverso degli appalti delle commesse, dove le tariffe “vantaggiose” si basano sulla negazione sistematica dei diritti di chi è costretto a lavorare 12 ore al giorno per 7 giorni.

I lavoratori della TEXPRINT hanno ripreso lo sciopero a oltranza davanti ai cancelli dalle 7:00 di mattina di ieri, 12 febbraio. Il picchetto continua dopo aver passato in strada la notte più fredda dell’inverno, tra pioggia e neve.

L’azienda, dopo due settimane di trattative ha rotto il tavolo e messo da parte l’ipotesi di accordo costruita durante gli incontri con il sindacato e i delegati dei lavoratori.

 

Focolaio alla Gls di Campi Bisenzio: chiude lo stabilimento, fino a nuova disposizione

Gls e Coronavirus: chiude, fino a nuova disposizione, lo stabilimento di Campi Bisenzio dell’azienda di logistica al cui interno si è sviluppato un focolaio. 56 i dipendenti contagiati, all’esito dei tamponi, sui 115 esaminati, tutti ora a casa in isolamento.

Il provvedimento è stato adottato dal sindaco di Campi, Emiliano Fossi. Lo stabilimento – un centro di smistamento – non potrà riaprire “fino all’emanazione di successivo provvedimento di revoca che verrà adottato a seguito delle valutazioni della competente Azienda Usl Toscana Centro sulla base dei provvedimenti che il datore di lavoro intende adottare per il ripristino delle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro”. “Anche se ora i tamponi sono stati effettuati su tutti i lavoratori, tutto ciò si poteva evitare a seguito delle nostre denunce degli scorsi mesi alle Prefetture ed alle Asl dei Comuni di appartenenza verso alcune aziende della logistica, tra cui Gls. Bastava mettere in campo le necessarie azioni preventive per il contenimento del Covid19”. Così Elena Aiazzi (segreteria Cgil Firenze) e Monia Rialti (Filt Cgil area vasta).  Intanto oggi incontro stampa davanti al magazzino GLS di Campi Bisanzio da parte dei Cobas che hanno denunciato la vicenda sabato scorso. “Dopo i risultati dei tamponi, ai lavoratori negativi è stato richiesto di tornare a lavoro, senza premurarsi di effettuare una indagine epidemiologica per riscontrare eventuali contatti con i positivi sul posto di lavoro”. Denuncia Sara Caudiero dei Si Cobas.

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