Campanile Giotto, stop ai bagagli ingombranti

C’è una novità importante che riguarda il turismo sul Campanile di Giotti a Firenze. Una decisione che entrerà in vigore tra qualche giorno e che interessa soprattutto i tantissimi turisti che anche in questi giorni stanno affollando i luoghi più significativi della città.

Dal primo giugno infatti anche i visitatori del Campanile di Giotto a Firenze dovranno lasciare i bagagli ingombranti presso il nuovo deposito gratuito dell’Opera di Santa Maria del Fiore (in piazza Duomo accanto all’ingresso del Museo). La misura adottata per la prima volta, dal primo maggio scorso, per i visitatori della Cupola, si spiega, “sta funzionando bene e quindi l’Opera ha deciso di estenderla anche al Campanile di Giotto dove gli spazi di salita e discesa sono molto ristretti. È un sistema che inoltre aiuta a diminuire le file di attesa e riduce la pressione sui monumenti, favorendo una migliore conservazione degli stessi”.

I turisti dovranno lasciare al deposito bagagli oggetti ingombranti come zaini, pacchi, contenitori, borse di grandi dimensioni, eccetera. Dai controlli effettuati dall’Opera, emerge che il 60% di chi visita i monumenti del Duomo di Firenze si presenta con bagagli di grandi dimensioni, soprattutto zaini, che rallentano i controlli e non permettono una visita agevole del monumento. Il regolamento del deposito bagagli, completo di tutte le indicazioni da seguire, sarà consultabile nel posto stesso, oltre che sul sito web dell’Opera.

Chiuso anche il Duomo ma con accesso ai fedeli per la preghiera

Firenze, in conformità alle disposizioni contenute nel decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulle misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus COVID-19, anche il Duomo di rimarrà chiuso.

L’Opera di Santa Maria del Fiore comunica infatti, che il complesso monumentale della Cattedrale di Firenze (Duomo, Cupola del Brunelleschi, Campanile di Giotto, Cripta di Santa Reparata, Battistero e Museo dell’Opera del Duomo) da oggi al 3 aprile 2020 rimarrà chiuso al pubblico come disposto dal Decreto del presidente del Consiglio dell’8 marzo 2020.

Per quanto riguarda la Cattedrale tuttavia, sarà garantito l’ingresso ai fedeli per le preghiere personali secondo le norme di sicurezza.

Porte capolavoro del Battistero di Firenze di nuovo insieme

Separate quasi 30 anni fa per esser restaurate sono nuovamente insieme le tre gigantesche porte del Battistero di Firenze (circa 5 metri di altezza per 3 di larghezza ciascuna), capolavori in bronzo e oro che furono realizzati tra il 1330 e il 1452. Non saranno più visibili nella loro collocazione originale per evidenti motivi di tutela (al loro posto copie fedelissime), ma nel Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, fabbriceria di cui fanno parte anche Duomo, Cupola del Brunelleschi, Campanile di Giotto e Battistero.

Dal 9 dicembre si potranno ammirare l’una accanto all’altra nella Sala del Paradiso del museo: qui erano già custodite le due realizzate da Lorenzo Ghiberti, la porta Paradiso, la più recente e famosa a cui il nome lo avrebbe dato Michelangelo per la sua bellezza, e quella Nord. Ora è arrivata al museo anche la porta Sud, la più antica, opera di Andrea Pisano che fu discepolo e collaboratore di Giotto, una volta concluso il restauro condotto come per gli altri due portali dall’Opificio delle Pietre dure e finanziato con un milione e mezzo di euro dall’Opera di Santa Maria del Fiore.

Con il ‘ritorno’ della porta Sud si chiude una campagna di restauri iniziata già nel 1978, con l’avvio delle prime cure per la porta del Paradiso – conclusesi solo nel 2012 a causa della complessità dell’intervento – la prima nel 1990 ad essere rimossa dalla sua collocazione originale. Tre anni ci sono invece voluti per la porta Sud, come già era accaduto per quella Nord, per riportare alla luce ciò che resta della bellissima doratura – nella parte inferiore ad esempio alcuni rilievi sono risultati consunti a causa del contatto con le mani – e i meravigliosi dettagli delle parti scultoree realizzati con una cura talmente appassionata da farli sembrare una “preghiera”.

Il portale appena restaurato fu realizzato da Andrea Pisano tra il 1330 e il 1336: si compone di 28 formelle, di cui 20 con episodi della vita di San Giovanni Battista e 8 con figure emblematiche, intervallate da 74 fregi. Si ammirano anche 48 teste di leone, simbolo di Firenze, una delle quali andata perduta nell’alluvione del 1966 che fece danni gravissimi ai tre portali del ‘Bel San Giovanni’ così Dante chiamava il Battistero di Firenze.

Dopo la porta Sud ad Andrea Pisano saranno affidate le più importanti imprese scultoree fiorentine del secolo: morto Giotto, sarà incaricato di portare avanti i lavori del Campanile di cui realizzerà, con l’aiuto di collaboratori, 8 delle grandi statue e 48 dei 52 rilievi. Gli originali sono anch’essi esposti al Museo dell’Opera.

Zeffirelli: Sgarbi; “E’ stato uno straordinario artista”

Un flusso continuo di persone venute a rendere omaggio a Franco Zeffirelli: la camera ardente allestita nel Salone dei Cinquecento per il feretro del regista, scomparso sabato scorso all’età di 96 anni, continua ad accogliere personalità del mondo dello spettacolo e gente comune.

In tarda mattinata ha reso omaggio al feretro anche Leonard Whiting, l’attore scelto da Zeffirelli per interpretare il ruolo di Romeo nel film ‘Romeo e Giulietta’ del 1968, all’età di 17 anni.
Molte le dediche scritte sul libro delle presenze: “Grande maestro, vai dove Giulietta e Romeo ti aspettano”, ha scritto Barbara, mentre Max ha scritto “Grazie, grandissimo fiorentino”, e Carla ha scritto “Ad un’anima eletta da pochi compresa”.

Anche il deputato e critico d’arte Vittorio Sgarbi ha portato il suo saluto a Franco Zeffirelli. “E’ stato uno straordinario artista, bastian contrario, contro i tempi” ha affermato Sgarbi.  “Non si è mai allineato con la proposta di intellettuali organici al potere politico”.
“Visconti – ha ricordato il critico – aveva garantito il rispetto della cultura e della critica dall’essere di sinistra. Lo svantaggio di Zeffirelli era che la cultura non aveva coperture al centro o a destra: si è trovato nelle stesse condizioni di un grandissimo pittore come Annigoni, completamente ignorato dalla critica nello stesso momento in cui si esaltava la ‘Merda d’artista’”. I suoi film, ha osservato, “sono stati fatti in anni un cui era obbligatorio essere impegnati, fare film critici”, mentre “in lui c’era la gloria dell’uomo, la gloria dell’essere italiano, della nostra civiltà, del Rinascimento e la gloria di Firenze”.
Zeffirelli, ha aggiunto Sgarbi, “non manca perché degli artisti l’opera rimane. Non manca Leonardo, perché abbiamo la Gioconda, non manca Zeffirelli quando abbiamo i suoi film, tra qualche giorno ci sarà la Traviata all’Arena di Verona, quindi le opere restano, sono creazione e progetto di immortalità. In realtà – ha concluso Vittorio Sgarbi – gli artisti non muoiono”

Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, durante la visita al feretro dell’artista scomparso ha spiegato: “La Regione Toscana ha fatto molto ma deve fare ancora di più, e quindi è necessario pensare alla Fondazione Zeffirelli con un supporto che la inserisca nel contributo permanente che ogni anno la Regione offre”. “C’è la possibilità da parte di questa istituzione -ha proseguito Giani – di essere centro di formazione, centro di trasmissione dei valori e dell’apprendimento, e naturalmente quindi un laboratorio aperto”. “Una cosa che mi ha sempre colpito quando ho parlato con lui – ha osservato il presdente del Consiglio Regionale – è che se gli davi uno spunto, aveva voglia di dichiarare la sua fiorentinità, ma lo ricordo invece molto restio a parlare dell’esperienza nel luogo dove si formò dopo le tragedie familiari che lo coinvolsero, ovvero l’Istituto degli Innocenti. Quello non era un bel ricordo per lui: evidentemente deve avere avuto un’infanzia molto tormentata e difficile. Pensare alla grande personalità che è diventata – afferma in coclusione ai giornalisti Giani – una figura che aveva avuto questa infanzia tormentata e difficile, dà la misura della grandezza del personaggio”.

Anche l’Accademia Musicale Chigiana si unisce al cordoglio di tutto il mondo della cultura e dello spettacolo, “insigne autore e regista, indiscusso maestro di stile”. “Il rapporto tra il grande artista e l’Accademia Chigiana risale addirittura a metà degli anni Quaranta, quando il maestro, allora giovanissimo, firmava le sue prime realizzazioni come scenografo e costumista per i saggi finali del corso di Scena lirica allora tenuto da Ines Alfani Tellini”, ricorda una nota dell’istituzione senese.
“In quella straordinaria palestra Zeffirelli realizzò i bozzetti per Livietta e Tracollo di Pergolesi nel 1946 e, un anno più tardi, del Medico per forza di Eva Riccioli Orecchia.
Nel 1949 sarà la volta di due operine: La contadina astuta di Pergolesi e Betly di Donizetti. Risale al 1947 anche l’esordio di Zeffirelli nella Settimana Musicale Senese, con una storica prima realizzazione scenica della Serenata a tre di Antonio Vivaldi”, ricorda la nota dove si sottolinea come, nel 1959, fu sua la regia “per la suggestiva combinazione delle due opere La favola di Orfeo di Casella e Il giovedì grasso di Donizetti”.
La presenza di Zeffirelli all’Accademia si completa con il documentario ‘L’Accademia Musicale Chigiana’ del 1950, recentemente riscoperto e restaurato dalla Fondazione Cineteca Italiana. “Il film è un raro cortometraggio finora sfuggito alle filmografie del maestro fiorentino, che vi giocava un ruolo di primo piano in quanto autore di scene e costumi, nonché protagonista di alcune brevi apparizioni”, prosegue la nota ricordando che dietro la macchina da presa Zeffirelli esordirà solo sette anni più tardi e anche il “rapporto di filiale affetto tra il maestro e il conte Guido Chigi Saracini, al quale Zeffirelli dedicò una foto giovanile con queste parole: “Al grande esempio ‘morale’ del Conte Chigi con gratitudine e affetto”.

Laura Lozzi, dirigente scolastico del Liceo artistico di Porta Romana a Firenze omaggia così il regista: “noi tutti partecipiamo al dolore la scomparsa del Maestro Zeffirelli. Se ne va un interprete virtuoso della ricerca artistica italiana, e anche una pagina di storia”.
Da studente, spiega l’istituto in una nota, “Zeffirelli visitava spesso l’Istituto d’Arte, scuola dove si sono formati alcuni dei suoi più grandi amici, Piero Tosi, Anna Anni e Danilo Donati, tutti costumisti, che successivamente, hanno lavorato a più riprese con il Maestro. Zeffirelli, Anni, Donati e Tosi hanno mosso i primi passi nel mondo artistico romano, facendo parte, insieme al regista Bolognini del gruppo storico dei toscani”. Il liceo artistico ricorda anche “il grande amore che legava Zeffirelli alla Gipsoteca dell’istituto”.

Prima di morire Franco Zeffirelli ha espresso “un sogno finale: che noi suoi figli portassimo avanti la Fondazione che porta il suo nome, e noi ci stiano organizzando per adempiere a questo obbligo morale”. Lo ha detto Pippo Corsi Zeffirelli, figlio adottivo del regista, parlando con i giornalisti alla camera ardente allestita nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. “Per questo – ha osservato – speriamo di trovare anche degli sponsor internazionali che possano apprezzare l’opera della Fondazione”.
Pippo Zeffirelli ha ricordato che il regista si stava preparando al “distacco da questa Terra, e per questo diversi anni fa aveva scelto di essere seppellito a Firenze: così abbiamo portato nel cimitero delle Porte Sante di Firenze i resti della madre che era seppellita a Milano, dove è morta quando Franco aveva 6 anni, la sua zia, che lo aveva cresciuto, la sua tata morta a 102 anni di recente, l’amica e costumista Anna Anni e la sorella Fanny che era la figlia di suo padre”.

Giancarlo Antognoni, storico capitano e oggi dirigente della Fiorentina, a Palazzo Vecchio ha afferrmato: “Ho avuto il privilegio di andare alla festa dei suoi 90 anni, l’ultima volta che l’ho visto è stata in quell’occasione: il mio è un ricordo piacevole, di una persona che ha dato molto a Firenze, ai fiorentini e alla Fiorentina”. Antognoni è arrivato nel Salone dei Cinquecento insieme a Joe Barone, braccio destro del neoproprietario viola Rocco Commisso.
L’ex calciatore viola ha ricordato coi giornalisti lo scudetto perso nel 1982 all’ultima giornata contro la Juventus, e la rabbia di Zeffirelli, condannato poi per diffamazione nei confronti del presidente bianconero Giampiero Boniperti: “Era un tifoso – ha detto – che in quel momento ha visto sfuggire uno scudetto che era alla portata, un po’ come tutti noi: anche noi eravamo arrabbiati per questo”. La Fiorentina, ha spiegato Antognoni, deciderà più avanti come ricordare Zeffirelli: “In questo momento non ci sono eventi, non ci sono partite, se no sarebbe stato bello ricordarlo con il lutto al braccio”

Domani, in occasione delle esequie del Maestro Franco Zeffirelli, che saranno celebrate alle 11 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, sarà proclamato il lutto cittadino per l’intera giornata. L’ordinanza firmata dal sindaco Dario Nardella prevede l’esposizione sugli edifici pubblici della bandiera della città di Firenze abbrunata o a mezz’asta e segni di lutto sui mezzi di trasporto pubblico e sui veicoli di servizio pubblico.
Il sindaco, si legge in una nota di Palazzo Vecchio, invita gli esercizi commerciali ad abbassare le saracinesche per 10 minuti dalle 11 alle 11.10 e a osservare nei luoghi dove si terranno eventi pubblici di spettacolo o intrattenimento un minuto di silenzio e di raccoglimento o comunque un’appropriata forma di ricordo del grande regista fiorentino, che ha perso la vita sabato a Roma all’età di 96 anni.
L’amministrazione comunale ha inoltre deciso di sospendere le attività istituzionali previste per domani. La camera ardente, allestita nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sarà aperta‪anche domattina dalle 9 alle 10.

Duomo: il sole torna a passare nello gnomone

Anche quest’anno sarà possibile assistere al passaggio del sole nello gnomone del Duomo di Firenze, che con i suoi 90 metri di altezza è il più grande al mondo. Il pubblico potrà assistere al fenomeno nei giorni 11, 14, 18 e 21 giugno 2019, dalle ore 12.30 alle 13.30, nella cappella della Croce del Duomo, a sinistra dell’Altare Maggiore.

Uno spettacolo unico al mondo, con i raggi del sole che scenderanno attraverso la Cupola del Brunelleschi per formare un’immagine del disco solare che andrà a sovrapporsi perfettamente a quella posta sul pavimento del Duomo. L’iniziativa, resa possibile dall’Opera di Santa Maria del Fiore e dal Comitato per la divulgazione dell’astronomia, è a ingresso gratuito e si svolgerà anche in caso di cielo coperto. Nella data del 18 giugno la presentazione sarà in lingua inglese.

Lo gnomone è uno strumento astronomico, il più antico e diffuso al mondo. Grazie a questo strumento, voluto e progettato dal matematico fiorentino Paolo del Pozzo Toscnaelli, è dal XV secolo che questo fenomeno luminoso si ripete nel Duomo di Firenze. Toascnaelli a suo tempo era considerato la massima autorità in fatto di matematica e per questo definito ‘novello Tolomeo’.

Inizialmente progettato per misurare la posizione del Sole in cielo e determinare la durata dell’anno solare ed entrato in funzione probabilmente nel 1475, fu utilizzato regolarmente fino agli inizi del 1500, quando per la preoccupazione di eventuali cedimenti della Cupola del Brunelleschi, inizierà a essere impiegato impropriamente per monitorarne la stabilità. Tre secoli dopo, nel 1754, sarà il matematico alla corte granducale, il gesuita Leonardo Ximenes, a riportare lo gnomone alla sua funzione originale.

E’ consigliata la prenotazione scrivendo alla email: eventi@operaduomo.firenze.it.

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