Porto di Livorno assegnato a nave di Emergency con 63 migranti a bordo

Roma, le autorità italiane hanno autorizzato lo sbarco nel porto di Livorno, di 63 migranti che si trovano attualmente a bordo di una nave di Emergency.

La nave a cui è stato assegnato il porto di Livorno è la ‘Life Support’ di Emergency, che ha concluso questa mattina all’alba intorno alle cinque il suo primo salvataggio in mare di 70 naufraghi soccorsi in zona SAR Libica.

Alle 8:48 di stamattina – spiega Emergency – la Life Support ha chiesto un porto sicuro dove far sbarcare i superstiti e in seguito il centro nazionale di coordinamento marittimo di salvataggio ha assegnato Livorno.

Tra i superstiti ci sono 5 donne di cui una incinta al settimo mese, 2 bambini al di sotto dei 2 anni di età e 24 minori non accompagnati a partire dai 13 anni. Provengono da Somalia, Egitto, Costa D’avorio, Camerun, Burkina Faso, Mali.

Una unità della Guardia costiera libica – riferisce la ong – era presente durante le operazioni di soccorso e ha recuperato e distrutto successivamente l’imbarcazione ormai vuota.

Livorno, sindacati: “Sciopero in porto dovuto a criticità”

I segretari dei sindacati Giuseppe Gucciardo (Filt-Cgil), Filippo Bellandi (Nidil-Cgil), Dino Keszei (Fit-Cisl), Gianluca Vianello (Uiltrasporti), nel corso di una conferenza stampa indetta per fare chiarezza sulla vertenza del porto di Livorno, hanno riferito che: “Le organizzazioni sindacali, con la proclamazione dello sciopero in porto, a seguito della presentazione della piattaforma rivendicativa, hanno messo a nudo tutte le criticità che dopo anni di denunce non hanno ricevuto le soluzioni necessarie”.

“Dal 12 settembre – hanno spiegato i sindacati – primo giorno di sciopero, abbiamo ricevuto conferme delle responsabilità. Cos’è successo in questi giorni di sciopero e trattative? I
rappresentanti degli imprenditori portuali livornesi hanno dichiarato al tavolo che è stato un errore permettere l’acquisizione di quote societarie agli armatori e di non avere nessun potere contrattuale nei loro confronti. Le imprese portuali hanno chiesto l’adeguamento tariffario pena la tenuta stessa delle aziende, ed è stato riconosciuto oltretutto dall’AdSp un uso distorto del Ccnl unico dei lavoratori dei porti in materia di sicurezza e abuso dello straordinario. Su richiesta delle segreterie, hanno accordato 30 stabilizzazioni, per due terzi nei soggetti economici più deboli, che senza garanzie delle risorse economiche necessarie aggravano ulteriormente la crisi portuale”.

Questa valutazione, come hanno spiegato i segretari sindacali nel corso della conferenza,
“arriva dopo che, il 14 settembre, l’AdSp e gli imprenditori, avevano dato per certo un confronto nella giornata del 19 settembre con i rappresentanti degli armatori, per ridefinire un regime tariffario che garantisse una redistribuzione di ricchezza, dichiarazione sconfessata il 19 settembre”. “Pertanto – sottolineano ancora – rigettiamo ogni accusa: i lavoratori portuali sono le vittime del sistema porto, che ha negli imprenditori gli unici responsabili. La dimostrazione ne è il dato sulla produttività del porto di Livorno (Piano
dell’organico porto 2021-2023) che è in linea con tutti i porti europei”.

“I portuali hanno fatto il loro dovere – concludono i sindacati -. Adesso è il momento che coloro che hanno causato questo disastro porgono rimedi, invece di addossare le
responsabilità ai lavoratori. Queste sono le ragioni che hanno costretto le segreterie a proseguire lo sciopero”.

Sequestrati 4.700 prodotti falsi made in Italy nel porto di Livorno

Un grosso carico di insalatiere e brocche di falsa manifattura italiana, 4.704 prodotti in tutto, è stato sequestrato dalla guardia di finanza in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia dogane e Monopoli nell’ambito di un controllo nel porto di Livorno.

Gli oltre 4.700 articoli di cristalleria e vetro sequestrati, di cui 3.492 insalatiere e 1.212 brocche, fanno sapere gli investigatori, hanno un valore commerciale di 250 mila euro e avrebbero dovuto essere immessi nel mercato italiano come prodotto di pregio.

Erano destinati a un imprenditore bresciano nei cui confronti è scattata la confisca amministrativa e una sanzione di 20 mila euro. Sui prodotti sequestrati era presente un bollino adesivo che riportava la scritta ‘Handmade in Italy’, nonostante il carico provenisse dal Portogallo e fosse stato imbarcato in Spagna.

Su insalatiere e brocche, spiegano i finanzieri, non c’era alcuna indicazione che facesse ricondurre alla loro reale origine, così come alla loro importazione dall’estero. La merce però era confezionata in scatole di cartone con sopra impresso un marchio privato, che poteva indurre il consumatore finale a credere che si trattasse di beni realizzati artigianalmente sul territorio nazionale.

Livorno: sbarco 4 migranti, rimpatriati in Tunisia

Quattro tunisini sono stati intercettati da una pattuglia della guardia di finanza all’interno della cinta doganale del porto di Livorno. Respinti dalla Polmare che li ha affidati al comandante della nave con cui erano da poco sbarcati.

I quattro migranti sono stati fermati dai GdF mentre circolavano a piedi, senza documenti, nelle vicinanze del varco doganale Galvani, dentro il porto. Alla Polmare, che ha provveduto al rimpatrio, hanno raccontato di aver viaggiato a bordo della motonave commerciale Miramar Express proveniente da Tunisi e di essere sbarcati nella mattinata di domenica durante le operazioni di sbarco dei semirimorchi.

Sea Watch, Salvetti: “Porto Livorno aperto”. Salvini: “E’ nave pirata”

“La città di Livorno, con il suo porto, è aperta, la Sea Watch può approdare qua! Livorno è la città delle Nazioni, democratica e tollerante, per definizione e per nascita. Il mare non è un confine, ma apertura e accoglienza. #restiamoumani”.

Lo scrive su facebook il sindaco di Livorno, Luca Salvetti. Gli replica secco il ministro dell’Interno Matteo Salvini, sempre su facebook: “priorità per il neo-eletto sindaco di Livorno del Pd: aprire il porto alle navi pirata delle ong…”.

Sulla risposta del ministro dell’Interno, il sindaco labronico ha così ribattuto: “è doveroso che una città come Livorno, sia disponibile all’accoglienza. Qui si tratta di rapportarsi ad una situazione di emergenza. L’hashtag restiamoumani nel post ci deve far pensare”.
“Ho fatto il marinaio in Capitaneria – ha proseguito Salvetti – e so perfettamente chi può entrare in porto. La mia dichiarazione politica è espressione della gente comune che deve riscoprire i valori dell’accoglienza, la politica si fa smuovendo le coscienze. Il sistema di ospitalità è ampio e non può essere gestito da un solo comune”. “A questo proposito – ha poi concluso – il sindaco di Firenze, Dario Nardella, mi ha telefonato mettendosi a disposizione per un aiuto e per l’accoglienza dei 42 migranti della Sea Watch”.

Ma ripercorriamo gli avvenimenti della Sea Watch . La nave è entrata in acque italiane alle due meno dieci e, non rispettando l’alt della finanza, si è diretta verso le coste di Lampedusa. A tre miglia dal porto le autorità italiane sono salite a bordo, hanno controllato la nave ed i passaporti dell’equipaggio e hanno impedito l’attracco. Carola Rackete, la capitana della nave, oltre alla multa fino a 50mila euro, rischierebbe come ipotesi di reato le accuse di rifiuto di obbedienza a nave da guerra, per il quale la pena massima è di due anni, e resistenza o violenza contro nave da guerra per il quale il codice  della navigazione prevede fino a 10 anni. Le potrebbe venir contestato anche il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per il cui sono previsti dai 5 ai 15 anni.

Anche Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, durante l’intervistra telefonica rilasciata stamani a Controradio si è espresso in merito al caso Sea Watch affermando: “Salvini ha questa capacità di spostare l’attenzione”, e di “nascondere i problemi del Paese. La disoccupazione aumenta, il ministero dello Sviluppo economico non riunisce i tavoli, e bisognerà che questo governo prepari una manovra da 40 miliardi”.

Secondo Rossi “mai come ora l’ombra dell’infamia si è allungata sul governo nazionale come sta avvenendo con Salvini nella falsità, nella consapevolezza della strumentalizzazione della vicenda”, mentre è necessario che il ministro dell’Interno “vada a Dublino quando si fanno le riunioni, vada a discutere degli accordi di Dublino”, perché “quaranta persone non cambiano i problemi dell’accoglienza”. “Sento ancora le reazioni di alcuni che dicono ‘prendeteli a casa vostra’, e uno se avesse posto potrebbe anche pensarci”, come si potrebbe anche ospitarli “nella villa dell’amico di Salvini, questo Luca Lucci…” ha aggiunto.

Il presidente della Regione Toscana ha ricordato la proposta di legge sui ‘diritti samaritani’ che sarà all’esame del Consiglio regionale della Toscana, e ha spiegato che in giunta sono già state definite le linee d’indirizzo dei bandi da 4 milioni di euro per progetti d’accoglienza che discenderanno da tale legge una volta approvati. “Possiamo fare qualcosa con quei tanti che non accettano questo bluff, questa truffa”, ha affermato il governatore toscano, secondo cui “bisogna far sapere ai cittadini che l’unico effetto prodotto dal decreto Salvini nella nostra regione è avere tremila persone che prima sapevamo dov’erano, e potevamo formare per integrarsi, che sono state buttate in mezzo alla strada”.

Livorno, porto: firmato oggi accordo scavalco ferroviario

Il presidente della Regione Toscana intervenendo alla firma per la realizzazione dello scavalco ferroviario del porto di Livorno, auspica un rapido avvio dei lavori così da superare i precedenti ritardi. Per il ministro Toninelli l’ampliamento è “assolutamente necessario”.

Il porto labronico ha alle spalle un grande spazio dove é possibile fare investimenti nella logistica, nei magazzini e in altre infrastrutture. Il governatore della Toscana ha quindi sottolineato come la sua amministrazione abbia creduto nella necessità di collegare porto ed interporto alla rete ferroviaria europea, tanto da investire in questo molto più di tutti gli altri, cioè 2,2 su 27 milioni di euro per aumentare enormemente le potenzialità de Lo scalo livornese.

La Regione è intervenuta finanziariamente per salvare la società che gestisce l’interporto Amerigo Vespucci – sottolinea il presidente Rossi -, che adesso è in pareggio, produce utili e negli ultimi anni ha dato lavoro ad altri 300 addetti: un risultato importante che non sarebbe stato possibile senza l’intervento della Regione.

Il presidente ha riconfermato l’intenzione di non recuperare i 2,5 milioni, anticipati dalla Regione per sopperire ai ritardi nel finanziamento dell’opera da parte del Governo, ma di destinarlo a Rete ferroviaria per finanziare la progettazione esecutiva del raccordo con la rete europea. Si tratterà di un collegamento unico nella puntualità italiana capace di rendere Livorno ancora più competitivo.

Ciò è sempre più indispensabile ora che non è più sufficiente garantire i trasporti port to port, da Porto a porto, ma serve offrire il door to door, arrivando cioè alla consegna finale a destinazione delle merci.

Nel frattempo il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli, a margine di Espo 2019, ha deto che si tratta di “una straordinaria opportunità anche per i giovani: c’è una richiesta che dobbiamo saper cogliere – prosegue il segretario di Stato – perché se i numeri ci dicono che solo nel Mediterraneo è aumentato negli ultimi 20 anni del 500% il traffico di merci significa che c’è tanto lavoro e tante opportunità di occupazione che vanno colte con le giuste competenze”.

Sempre Toninelli, a margine di Espo 2019, ha poi risposto a una domanda dei giornalisti che gli chiedevano della necessità di ampliamento del porto di Livorno: “Assolutamente sì, ricordiamoci che Livorno fa sistema con Piombino, e fare sistema, dialogare di più guardando alle proprie caratteristiche, è l’obiettivo che dobbiamo raggiungere”.  “Qui siamo a firmare un accordo importante tra Mit, Regione, Autorità di sistema e l’Interporto Vespucci – ha terminato Toninelli -, per fare sistema e far sì che le merci possano entrare e uscire dal porto di Livorno più velocemente e con maggiore efficienza”.

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