Ucraina, a Firenze le foto di guerra in mostra, diventano Nft per beneficenza

Il conflitto fra Russia e Ucraina viene raccontato attraverso 90 istantanee del fotografo Niccolò Celesti, di cui tre diventeranno non-fungible token (Nft) a scopo di beneficenza, e un video documentario di cinque minuti. Dal 24 giugno al 30 a Palazzo Vecchio.

Ha aperto la mostra ‘La primavera di Kiev: NFT per l’Ucraina’, ieri 24 giugno 2022, a Palazzo Vecchio, in Sala d’Arme, e sarà visitabile gratuitamente fino al 30 giugno (in orario 10-18). L’evento nasce dall’iniziativa di Innov Art di Trefoloni Associati, agenzia di comunicazione integrata attiva da oltre quindici anni, con la copromozione del Comune di Firenze. Il ricavato della vendita delle opere NFT sarà devoluto alla raccolta fondi “Firenze per Kiev” (https://dona.cri.it/firenzeemergenzaucraina/~mia-donazione).

Le fotografie di Celesti raccontano persone civili e militari, squarci di vita e scenari attraverso un punto di vista unico, alternativo e vicino alla realtà quotidiana intorno alla battaglia di Kiev, tra marzo e aprile 2022. “All’inizio l’intento voleva essere quello di non seguire i fatti principali della guerra, ma di provare a viverla nei panni degli ucraini – spiega Celesti -. Cercando soprattutto di avere notizie dai civili e dai volontari, alla ricerca di angolature diverse rispetto ai titoli, alle immagini, ai video che i bastioni dell’informazione propongono globalmente”.

Il risultato è un viaggio senza respiro attraverso le difficoltà e la durezza della guerra, alla ricerca di un bagliore di umanità tra le macerie e le ostilità nei dintorni della capitale, dove l’autore ha persino rischiato la vita, preso di mira da un cecchino nel sobborgo di Irpin. Le immagini raccontano in cinque capitoli con circa 20 istantanee ciascuno la Fuga, la Guerra, i Soldati, i Bunker e i Ritratti raccolti da Celesti. In aggiunta, altri tre scatti saranno venduti sotto forma di token non fungibili (Nft) realizzati da Innov Art, avvalendosi della blockchain.

Per acquistarli, basterà collegarsi alla pagina e-commerce dedicata su Innovart.it ed effettuare la transazione con un sistema di gestione pagamenti convenzionale (es. carta di credito, PayPal), oppure con il proprio cripto wallet. La consegna dell’Nft potrà avvenire specificando l’indirizzo di un wallet destinatario, dopodiché una mail confermerà l’avvenuto pagamento, indicando le tempistiche per concludere l’operazione.

“Siamo lieti di ospitare in Sala d’Arme una iniziativa innovativa che coniuga la crudezza dei combattimenti, magistralmente documentata negli scatti di Celesti, alla nuova forma d’arte degli Nft. – dichiara il sindaco Dario Nardella -. Questa mostra ci aiuta a tenere alta l’attenzione su una guerra che non è più in prima pagina ma che non è meno sanguinosa e devastante”.

“Non si ferma la solidarietà di Firenze in favore dell’Ucraina, colpita ormai da diversi mesi da una guerra di cui non intravediamo la fine – sottolinea l’assessore al welfare Sara Funaro -. Ci auguriamo che anche con questa esposizione sia possibile raccogliere fondi attraverso l’iniziativa che abbiamo lanciato con la Croce Rossa Italiana – Comitato di Firenze per dare un aiuto concreto alla popolazione”.

“Da tempo volevamo tornare a occuparci di Arte e Cultura, riprendere un cammino che in passato avevamo già percorso”, spiegano Dante Trefoloni fondatore e direttore di Trefoloni Associati e Ginevra Agnitti, coordinatrice di Innov Art. “L’incontro con il lavoro di Celesti è avvenuto quasi per caso, curiosando sui social. È stata la scintilla per ripartire, ispirati dall’impegno sociale trasmesso da questi scatti che raccontano l’orrore della guerra. Abbiamo scelto di mettere in pratica l’esperienza sviluppata dall’agenzia sui temi della blockchain negli ultimi anni, impiegando le nostre competenze per un progetto utile alla popolazione colpita dal conflitto, una scelta che ci è sembrata obbligata per la prima mostra targata Innov Art.”.

Maggiori informazioni su innovart.it.

Difesa del territorio, Anbi: “Toscana regione più sicura. Sfide sono montagna e irrigazione”

Il presidente di Anbi Toscana, Marco Bottino, ha fatto il punto durante l’evento “1922-2022: la Bonifica per la sostenibilità”, che si è tenuto a Palazzo Vecchio a Firenze.

“La Toscana è una regione più sicura delle altre – ha detto il presidente di Anbi Toscana Marco Bottino -, ogni anno si investono 92 milioni di euro per mettere in sicurezza il territorio. La Regione investe per la manutenzione ordinaria 6,5 milioni e i Consorzi di bonifica introitano da enti pubblici, Regione e Governo, altri 23 milioni per opere straordinarie. Siamo avanti dal punto di vista istituzionale e operativo. Poi abbiamo due grandi sfide: la montagna e l’irrigazione”.

L’evento, in occasione della Festa per i 100 anni dal Congresso di San Donà di Piave (Venezia), che pose le basi della modifica moderna, unendo aspetti di sanificazione, sicurezza idraulica e gestione delle acque adì uso irriguo. “La montagna è vuota, il bosco cresce al ritmo di 13 ettari il giorno e l’agricoltura è abbandonata, così come l’attività produttiva – ha aggiunto sempre Bottino di Anbi -. Dobbiamo risolvere la situazione, anche con il Pnrr. E poi c’è la sfida dell’irrigazione, dobbiamo colmare un vuoto gigantesco che ha la Toscana: solo il 9% della superficie agricola utile in regione è irrigata in modo organizzato e questo significa risparmiare l’acqua. La nuova sfida dei Consorzi di bonifica toscani è quella di dare alla Toscana una irrigazione più diffusa, organizzata, usando l’acqua piovana quando arriva l’inverno e creando un accumulo. A forza di prelevare dai fiumi noi distruggiamo l’ambiente e non ricreiamo le condizioni per un’agricoltura competitiva in Toscana”.

“L’obiettivo costante e comune è proteggere l’acqua. Lo è da molto tempo ma oggi è reso più impellente dal consumo del suolo eccessivo e dal modo nuovo e diverso di manifestarsi delle piogge. Sul Pnrr, a fronte di 880 milioni stanziati, abbiamo presentato una progettualità per 1,6 miliardi: siamo pronti a raddoppiare questa progettualità. Vogliamo e chiediamo attenzione alle istituzioni”.

“Noi abbiamo la possibilità e le competenze per poter rispondere a politiche di adattamento climatici, politiche in grado di avvicinarsi alla transizione ecologica – ha concluso Bottino -. Possiamo far moltissimo per rendere migliore l’utilizzo della risorsa acqua”.

Il presidente dell’Accademia dei Georgofili Massimo Vincenzini ha sottolineato che “il messaggio di oggi è cercare di conoscere il territorio per prendere le giuste decisioni, agire per il bene della società. La Toscana ha il grande vantaggio di aver iniziato prima, ha dalla sua esperienza importante: l’Accademia dei Georgofili ha precorso i tempi in questo”.

“Stiamo agendo in prevenzione, la gran parte degli eventi climatici estremi sono arrivati a causa del riscaldamento globale – ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni – Negli ultimi dieci anni, 80 eventi hanno colpito la nostra regione. La collaborazione coi consorzi è strategica. Lavoriamo al doppio tema, alla difesa dall’acqua e pure alla difesa dell’acqua”.

L’assessore all’ambiente Cecilia Del Re ha aggiunto che “per il futuro ho pensato subito al tema della centralità dell’Arno, questo fiume deve tornare a vivere. Il completamento del progetto ‘Rogers’ deve sempre più strutturarsi, dobbiamo lavorare su questo”. Il cosiddetto ‘piano Rogers’ risale al 1983 e verteva su un grande piano di riassetto di funzioni e progetti lungo l’asse del fiume Arno a Firenze.

A Firenze “Il Quarto Stato”: in mostra a Palazzo Vecchio fino al 30 giugno

Arrivato da Milano, nei giorni scorsi a Firenze, il famoso quadro di Pellizza da Volpedo, “Il Quarto Stato”. Un’opera sempre attuale che sarà in mostra a Palazzo Vecchio, dal primo maggio fino al 30 giugno.

Alla vigilia dell’inaugurazione della mostra del quadro “Il Quarto Stato”, c’era anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in visita al capoluogo Toscano. “La collaborazione con Firenze è sempre molto viva – ha affermato Beppe Sala -. Il Quarto Stato è un’opera molto attuale. Il lavoro oggi è centrale: se il Quarto Stato era composto dai contadini e poi con la rivoluzione industriale era il proletariato, oggi il Quarto Stato è un insieme molto largo, che rischia di allargarsi. Penso al lavoratore del call center che prende 600 euro per lavorare 32 ore alla settimana. Molto bene dunque dare visibilità a quest’opera per il messaggio che porta, molto bene portarla qua per il 1 maggio”.

Su una nuova collocazione dell’opera a Milano Sala ha spiegato che “il dibattito è già riaperto, noi stiamo pensando a dove metterlo, non è scontato che torni al Museo del Novecento”. Sala ha risposto anche a chi gli chiedeva quale opera di Firenze facesse il percorso opposto, e dunque verso Milano: “Ne parleremo adesso col sindaco Nardella – ha detto -. Abbiamo la fortuna che l’assessore alla cultura di Milano Tommaso Sacchi era assessore a Firenze, conosce bene le opere e quindi credo che ci sarà un buono scambio. Noi ci lamentiamo del fatto che non si collabora mai, aldilà di tutto poi non si fanno le cose per ‘pareggiare’. Questo è un segnale importante, credo che le città dovrebbero farlo”.

“Mi ricordo una polemica quando dicevo che sarebbe stato bello avere i Bronzi di Riace a Milano, si era sollevato il mondo – ha detto ancora -. Invece è naturale, abbiamo un patrimonio artistico che se si fa girare un po’ male non fa, naturalmente con prudenza, attenzione e coinvolgendo le soprintendenze”.

🎧Firenze ricorda le vittime del Covid con evento a Palazzo Vecchio

Fuori da Palazzo Vecchio, oltre alle bandiere a mezz’asta, nell’aregnario, sono stati esposti alberi di ulivo in ricordo delle vittime fiorentine del Covid: 1.130 solo nel capoluogo toscano. Ogni albero ha più targhette, con il nome delle persone scomparse.

In podcast il contributo audio a cura di Lorenzo Braccini con le voci di Rocco Damone, direttore generale dell’ospedale Careggi e Alessandro Sergi, vicedirettore sanitario dell’Asl Toscana Centro. 

Firenze ricorda le vittime del Covid partecipando alla giornata indetta a livello nazionale con un evento a Palazzo Vecchio. Durante la cerimonia, nel Salone dei Cinquecento, sono intervenuti i medici di Firenze e la Toscana, assieme alle istituzioni. Un momento di riflessione che è stato anche l’occasione per fare il punto sulla situazione attuale della pandemia nel nostro Paese.

La risalita dei casi registrata in questi ultimi giorni ha acceso qualche preoccupazione, ma la volontà del Governo, al momento, è quella di ridurre via via quasi tutte le restrizioni.  “Stiamo assistendo ad un incremento della positività, fortunatamente dentro gli ospedali abbiamo però pochissime persone in terapia intensiva – ha detto il direttore generale dell’ospedale Careggi di Firenze Rocco Damone -, circa 70. Tuttavia questo numero rimane stabile, tende con molta lentezza a calare. Si tratta di soggetti che non hanno grandi complicanze come eravamo abituati, questo dipende tantissimo dalla vaccinazione: non dobbiamo abbassare la guardia, si deve continuare con le mascherine, con la vaccinazione”.

Palazzo Vecchio Covid
Foto Controradio

Le piante fuori da Palazzo Vecchio sono state allestite a cura di Coldiretti Toscana in collaborazione con Romiti Marco di Romiti Vivai. La cerimonia ha visto la partecipazione di Andrea Bernardini, trombettista della ‘Silent king big band’ dell’orchestra ‘ReMuTo’ coordinata dal professor Luca Marino. Oltre alla vicensidaca Alessia Bettini, tanti gli assessori comunali presenti tra cui Benedetta Albanese, Sara Funaro, Alessandro Martini.

“Fare memoria è importante, attualizza anche il nostro impegno di oggi – ha detto il direttore generale dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze Alberto Zanobini -. Oggi affrontiamo nuove sfide: il servizio sanitario è ritornato al centro del dibattito, devono essere al centro le risorse umane perché gli operatori sono stanchi, stremati. Oggi si riparla di investimenti: credo che sia necessario riuscire a trovare un giusto mezzo di continuità d’azione nello sviluppo del servizio sanitario”.

Zanobini, durante la cerimonia a Palazzo Vecchio ha ripercorso le tappe degli oltre due anni di pandemia: “Ricordo bene quando venne istituita la prima cabina di regia a febbraio 2020, non avevamo idea di ciò che avremmo affrontato – ha affermato -. Si era poi costituita l’idea che il virus non intaccasse i bambini, lavoravamo per contrastare invece contrastare questa idea, che era sbagliata. Poi via via abbiamo assistito alle varie ondate e anche al disagio psichico, di cui ancora oggi soffriamo”.

“Non possiamo più permettere che i nostri medici e tutti gli operatori sanitari passino dall’essere considerati eroi a essere dimenticati – ha detto il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze Pietro Dattolo -. Fa male a noi, ai cittadini e al Paese. Non eravamo eroi e non vogliamo essere chiamati così, vogliamo solo essere ascoltati nell’organizzazione dei sistemi sanitari: possiamo essere preziosi con la nostra esperienza. Abbiamo bisogno che ci siano garantite condizioni di lavoro adeguate e nuove assunzioni per continuare a offrire alla popolazione un servizio efficiente, universale e gratuito per tutti”.

“Siamo andati a mani nude a combattere contro il virus – ha aggiunto Dattolo -. Abbiamo toccato la malattia senza arretrare e abbiamo capito ben presto quanto fosse pericoloso, con la tragica scomparsa del dottor Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Varese e medico di famiglia. Non lasciamo che tutto questo sia successo invano”, conclude Dattolo.

 

Firenze, Piazza della Signoria: drappo nero su statua David di Michelangelo

La statua del David in piazza della Signoria a Firenze è stata coperta con un drappo nero in segno di lutto per la guerra. Un gesto nel giorno della nascita di Michelangelo: 6 marzo 1475.

Sul drappo nero posizionato questa mattina, davanti alla sede di Palazzo Vecchio, il sindaco di Firenze insieme con alcuni rappresentanti della comunità ucraina ha esposto la bandiera gialla e blu e alcuni nastri degli stessi colori. “Oggi vogliamo ricordare Michelangelo nel giorno della sua nascita, il 6 marzo – ha detto Nardella -, con questo gesto che è un gesto di lutto e di dolore. E’ un gesto di lutto molto forte per ricordare le migliaia e migliaia di vittime che in questi dieci giorni già si sono contate. Vittime civili a Kiev e in tutte le altre città ucraine ma anche militari.”

“Vogliamo ricordare anche i militari russi, i giovani soldati russi mandati da Putin e dal suo governo a morire per una guerra folle, ingiusta e incomprensibile quindi per Firenze questo è un giorni di lutto e di dolore per tutti i morti”. Il sindaco ha ringraziato gli amici della comunità ucraina e anche due giovani russi presenti per “compiere questo gesto insieme a noi”.

“Il David di Michelangelo è il simbolo della libertà. E’ il David che combatte contro Golia, è il popolo ucraino che combatte per la libertà – ha continuato -. Noi siamo vicini agli ucraini perchè loro per noi sono il David di Michelangelo, sono il David che combatte contro la tirannia del Golia. Credo che questo sia un simbolo fortissimo, da Firenze vogliamo mandare questo grande segnale, questo grande messaggio, anzitutto di dolore e di profonda tristezza e di lutto per i morti di questa guerra, folle, ingiusta nel cuore dell’Europa”. Il primo cittadino ha inoltre invitato i fiorentini “a portare fiori contro la guerra”.

“All’inizio pensavo che essendo lontana non potevo fare nulla ma poi ho capito che non era cosi'”, ha spiegato Cristina, da 10 anni in Italia, “Siamo russi e siamo contro la guerra. E’ terribile”, ha sottolineato Ivan, 25 anni.

Caro bollette: domani spente le luci di Palazzo Vecchio per protesta

Firenze – Per pochi minuti, alle 20 di domani, le luci di Palazzo Vecchio saranno spente. Oltre alla sede del Comune anche Ponte Vecchio e Palazzo Medici Riccardi, sede della Città metropolitana.

Le luci si spengeranno per 30 minuti, in segno di protesta simbolica per far sentire la voce della città contro il caro bollette. Il sindaco di Firenze Dario Nardella aderisce alla protesta nazionale e spenge “le luci di Palazzo Vecchio domani. Durerà pochi minuti ma è un gesto eclatante, Palazzo Vecchio è il simbolo della cultura di Firenze ma anche la sede civica del Comune”. Lo ha detto Nardella, in collegamento con Sky Start su Sky Tg24.

“L’Anci – ha aggiunto il primo cittadino – ha calcolato più di mezzo miliardo di euro di aumenti imprevisti per le amministrazioni comunali, è una cifra impressionante se consideriamo la sofferenza dei nostri bilanci legati alle minori entrate connesse al Covid, pensiamo all’imposta di soggiorno che a causa dell’azzeramento dei flussi turistici si è ridotta. Per il Comune di Firenze stiamo stimando un ammanco superiore a 10 milioni di euro, sono tutti soldi che se vengono a mancare rischiano di costringere il comune a tagliare i servizi. Per questo abbiamo lanciato questa manifestazione eclatante di spengere le luci su un importante monumento di ogni città”.

“L’aumento dei costi dell’energia non solo mette in ginocchio cittadini e imprese già provati dalla pandemia – ha spiegato ancora Nardella – ma getta un’ombra pesante anche sui bilanci di tanti comuni. Per quanto riguarda Firenze abbiamo stimato un aumento di spese nei bilanci del Comune e della Città metropolitana intorno ai 7,5 milioni di euro, a cui dobbiamo sommare un aumento di costi energetici per i gestori degli impianti sportivi pubblici superiore al milione di euro – ha concluso -, tra territorio comunale e metropolitano”.

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