Pisa, consigliere comunale resta seduto a minuto silenzio su shoah, bagarre

Si chiama Manuel Laurora il consigliere del Comune di Pisa, eletto come indipendente nelle liste del Carroccio e leader del movimento locale “no moschea” che ha scatenato la bagarre durante l’ultima seduta della giunta. Laurora è rimasto seduto durante lo svolgimento del minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’olocausto.

Immediate le polemiche con le opposizioni che hanno deciso di abbandonare l’aula in segno di protesta. La seduta è stata quindi momentaneamente sospesa. Al reintro in aula il consigliere si è scuisato ed ha affermato che, “anche per me la Shoah è una pagina terribile della storia dell’umanità che non deve ripetersi mai più. Mai avrei voluto che il mio atteggiamento suscitasse interpretazioni diverse dal mio pensiero che è quello di tutti voi.”

Dopo l’intervento di Laurora ha parlato il sindaco di Pisa Michele Conti che, dopo aver bollato quanto accaduto come un “incidente”, ha invitato il consigliere leghista ad abbandonare l’aula, di fatto ‘espellendolo’ dall’assemblea. “Quanto accaduto oggi – ha detto Conti – non si deve ripetere mai più. E’ un grave incidente ma credo che possiamo prender atto delle scuse del consigliere. Credo che Laurora debba comunque allontanarsi dall’aula, almeno per la giornata di oggi”.

“Ci dissociamo totalmente dal comportamento del consigliere Laurora che non riflette minimamente il nostro orientamento politico e morale, non essendo iscritto al nostro partito”. Lo affermano il segretario pisano della Lega e deputato, Edoardo Ziello, e il capogruppo in consiglio comunale, Alessandro Bargagna.

“Ci dispiace – aggiungono – che il suo gesto abbia dato adito a qualcuno di poter ritenere che il nostro partito disprezzi la memoria dell’olocausto. Laurora si è scusato pubblicamente, pertanto la richiesta di dimissioni ci appare pretestuosa, sennò anche noi potremmo invocare le dimissioni di Pizzanelli per essersi rifiutato di accettare il minuto di silenzio in conferenza dei capigruppo per la commemorazione dei morti nella strage di matrice terroristica islamica avvenuta lo scorso anno ai mercatini di Natale a Strasburgo.”

“È un gesto incompatibile con un’assemblea democratica – ha affermato Giuliano Pizzanelli, capogruppo del PD in consigglio comunale -. Per me le scuse di Laurora non hanno alcun valore. La Lega deva valutare il comportamento del suo consigliere”.

Nardini: “Cpr sbagliati. Ceccardi e Conti si prostrano a Salvini e vanno contro gli interessi di Pisa”

La politica dei rimpatri indiscriminati, la grande promessa di Salvini, è prima di tutto inumana, sbagliata, contraria al diritto internazionale” afferma la consigliera regionale PD, Alessandra Nardini.

“Va aggiunto che non è neppure il metodo più efficace, né quello più veloce e tantomeno quello più economico per gestire il fenomeno -aggiunge Nardini, intervenendo sulle ultime dichiarazioni rilasciate tanto dalla segretaria della lega in Toscana, sindaca di Cascina Susanna Ceccardi, quanto dal sindaco di Pisa Michele Conti-  il che non compenserebbe comunque il fatto di riportare degli esseri umani verso persecuzioni, violenze e morte. Insomma, è una colossale e cinica menzogna!.
Secondo la consigliera regionale del PD “questo vale ancora di più dopo il Decreto Sicurezza. Ad essere destinati ai cosiddetti Cpr saranno infatti, prevalentemente, i richiedenti asilo senza passaporto, per i quali valgono convenzioni internazionali che ne complicano molto la situazione. Dopo sei mesi queste persone entreranno in una paradossale situazione di irregolarità legale”.
“Dunque di cosa stiamo parlando a proposito della ennesima proposta di un Cpr a Coltano, sulla quale Ceccardi e Conti si sperticano tanto a compiacere il loro capo, Salvini? -sottolinea Nardini- Parliamo di un luogo, ad oggi fatiscente, su cui verrebbe fatto un grosso investimento di soldi pubblici per trasformarlo in un parcheggio di persone escluse da seri percorsi di inclusione, ferme lì in attesa di diventare irregolari e, prevedibilmente, darsi poi alla clandestinità”.
“È questa la bacchetta magica promessa dalla Lega pisana per risolvere il nodo immigrazione? Questo vuol dire fare gli interessi del territorio? Complimenti! Ma voi rispondete al bene dei cittadini che vi hanno eletto o ai bisogni di Capitan Salvini? Perché, ve lo dico, non coincidono affatto! ” conclude la consigliera. Che precisa : “già nel 2011 ci opponemmo a questa ipotesi e ne evitammo la realizzazione e oggi, con coerenza, ribadiamo il nostro no ai Cpr e all’idea di aprirne uno a Coltano, perché siamo per un’integrazione programmata, vera e diffusa e non per creare nuovi templi di emarginazione sul territorio. Se Salvini non sa gestire le conseguenze impreviste del suo Scellerato Decreto non deve essere Pisa a pagarne le consegueze. Ceccardi e Conti, state svendendo Pisa sull’altare dell’incompetenza del Ministro dell’Interno, questa è la verita!”

Pisa: centrodestra diviso su ipotesi CPR a Coltano

La sindaca leghista di Cascina, Susanna Ceccardi, si dice d’accordo. no del sindaco di Pisa Michele Conti: non è luogo adatto.

“Se quello di Coltano fosse il centro più adatto ad ospitare gli immigrati da rimpatriare non troverebbero la mia personale contrarietà”. Così Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina nonché segretaria regionale della Lega, sull’ipotesi di un centro per rimpatri a Coltano (Pisa).
L’area scelta, secondo quanto pubblicato nei giorni scorsi sulla cronaca di Repubblica, è ancora una volta quella dell’ex centro radar Usa, una vecchia caserma di proprietà del Demanio che già nel 2011 il governo Berlusconi individuò come possibile sede per una tendopoli dove collocare i profughi libici che all’epoca sbarcavano in massa a Lampedusa.

Per Ceccardi l’attuale gestione dei rimpatri avrebbe un costo troppo eccessivo e per questo la scelta di creare dei Cpr sarebbe più opportuna. “Si stanno individuando al ministero numerosi Cpr, almeno uno per regione, ed è chiaro che la Toscana dovrà individuare il proprio – spiega la segretaria regionale della Lega – finora c’è stata sempre la contrarietà, in particolare delle sinistra perché sono ideologicamente contrari al rimpatrio dei clandestini delinquenti. Noi invece abbiamo una percezione totalmente opposta, crediamo che servano quando favoriscono il rimpatrio dei clandestini e degli irregolari sul territorio”.

Ceccardi poi si rivolge al governatore della Toscana, Enrico Rossi che più volte si è detto contrario ai Cpr invitando, proprio ultimamente il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a realizzarli in comuni governati dalla Lega. “Leghisti o no vedo che i comuni leghisti stanno aumentando a dismisura sul territorio regionale – dice Ceccardi – quindi a contendersi il Cpr saranno in molti”.

“Leggo su alcuni organi di stampa che il Viminale starebbe valutando l’ipotesi di usare l’ex struttura militare di proprietà del Demanio a Coltano (Pisa) per ospitare un centro permanente per rimpatri per tutta la Regione Toscana. Pur essendo favorevole all’utilizzo dei Cpr, che garantiscono in modo più efficace il rimpatrio di clandestini irregolari che permangono senza titolo nelle nostre città, non sono convinto che l’ex struttura militare di Coltano sia la più idonea per accogliere il centro, visto che per funzionare avrebbe bisogno di un importante impegno di spesa da parte dello Stato per la ristrutturazione e l’adeguamento, essendo da anni fatiscente”. Questo quanto invece afferma il sindaco di Pisa Michele Conti.

“Certo sarebbe idonea dal punto di vista della logistica – aggiunge Conti in un nota -, essendo vicino al Galilei, il più grande aeroporto della Toscana, al porto di Livorno e alle strade di grande comunicazione della costa”. Per il sindaco, “se l’ipotesi prendesse corpo, e ad oggi non sono pervenute conferme ufficiali a Palazzo Gambacorti, sarei pronto a chiedere al Viminale garanzie per la gestione e un percorso da costruire insieme con l’obiettivo di spiegare alla cittadinanza modalità di utilizzo ed eventuali benefici che dovranno contestualmente pervenire al nostro territorio che, ospitando il Cpr, darebbe un contributo significativo al sistema di gestione dei flussi migratori dell’intera Regione”.

Pisa, Ghezzi (ex vicesindaco): anche figlio imam fu minacciato

La missiva risale a maggio e Ghezzi sporse querela senza però rendere pubblico il fatto per non alimentare tensioni, scrive oggi sul social network. il sindaco Conti sulle minacce al circolo PD: gesto vigliacco

Dopo le minacce ricevute da un circolo pisano del Pd per avere espresso posizioni favorevoli
alla costruzione di una nuova moschea in città oggi l’ex vicesindaco di Pisa, Paolo Ghezzi, ha reso nota sul suo profilo facebook una minaccia sostanzialmente analoga ricevuta durante la campagna elettorale per le scorse amministrative e il cui destinatario era il figlio dell’imam candidato con la lista civica dell’ex vicesindaco.
Ghezzi pubblica la foto della busta a lui indirizzata e del testo di minaccia, vergato con pennarello blu a margine di un articolo di un quotidiano locale che riporta la notizia della
candidatura del giovane. La missiva risale a maggio e Ghezzi sporse querela senza però rendere pubblico il fatto per non alimentare tensioni e per, scrive oggi sul social network,
“tutelare la serenità e la dignità di un giovane ragazzo pisano, studente di medicina alla Scuola Sant’Anna, musulmano, piuttosto che dare spazio a un mitomane farneticante è codardo”.
Sulla pagina del quotidiano l’autore della minaccia aveva scritto “tritolo” e disegnato una svastica aggiungendo la frase non vogliamo musulmani”. Secondo Ghezzi il biglietto ricevuto da lui “8 mesi fa” e quello inviato al Pd sarebbe stato scritto dalla “stessa acuta penna”. Per questo sempre attraverso facebook l’ex sindaco dem Marco Filippeschi invita a fare chiarezza e dice: “La città deve sapere e in Parlamento si deve dire ciò che si può sapere e dire di quanto è stato fatto per individuare e sanzionare l’autore delle minacce rivolte all’ex vicesindaco e a un candidato alle elezioni comunali”.

“Un gesto vigliacco”. E’ qeusta la  ferma condanna del sindaco di Pisa, Michele Conti, alla lettera minatoria inviata al circolo Pd Pisanova. “Recapitare una lettera anonima piena di minacce è un atto intollerabile per la città e per il confronto democratico –
sostiene Conti – Episodi purtroppo già avvenuti nel corso dell’ultima campagna elettorale quando a ricevere lettere del genere sono state la Lega e l’ex vicesindaco Ghezzi. Esprimo piena e totale solidarietà al Pd, ai suoi rappresentanti a Pisa e a tutti i soggetti citati per le
farneticanti intimidazioni contenute nella missiva recapitata al circolo di Pisanova. Nessuna posizione politica o ideale può giustificare minacce e violenza”.
“Un episodio inqualificabile che condanno con fermezza, auspicando che le forze dell’ordine riescano, quanto prima, a rintracciare l’autore di questo insano gesto”, aggiunge il sindaco Conti.

Normale, Barone: non mi hanno dato modo di spiegare progetto

Così Vincenzo Barone, intervistato dall’ANSA,  ricostruisce l’ultimo mese di polemiche interne alla Normale culminate con le sue dimissioni da direttore presentate oggi.

“Mi accusano di scarsa condivisione di un progetto, peraltro ideato completamente dal Governo, ma in meno di un mese era già tutto deciso e non mi hanno neppure dato
il tempo di spiegarlo”.
“Bastano le date – spiega – a comprendere l’inusuale accelerazione che c’è stata: l’11 dicembre ho illustrato alla conferenza d’Ateneo il provvedimento del governo” ma già alla
successiva conferenza d’ateneo, una settima dopo, “è stata avanzata la richiesta di dimissioni, condivisa anche dai docenti, da parte degli studenti. Tutto ciò mentre ho continuato a fare incontri al ministero per relazionare sull’intera vicenda. Nei giorni 20 e 21 dicembre sono stato male, lo testimoniano i certificati medici, e dunque si è arrivati alla
scadenza di oggi, che era la prima utile dopo la pausa natalizia. Non vedo come avrei potuto informare più tempestivamente di come ho fatto: lo statuto prevede che certi
passaggi si facciano negli organi preposti, l’ho rispettato”.
Barone parla anche delle “invasioni di campo della politica, con un attacco all’autonomia universitaria”: “Al Senato accademico ho inviato anche una lettera del ministro che
ripercorre l’intera vicenda e precisa che si tratta di una decisione sulla quale io non ho avuto alcuna influenza e non posso per questo essere attaccato se all’interno della Lega si
vive una gigantesca contraddizione interna e se in questo dibattito è del tutto sparito il M5s”.

“Ciò che è capitato a me – sottolinea – è quello che gli storici definiscono sommossa,
ovvero una coalizione di interessi tra loro anche contrastanti che per risolvere i propri malesseri decidono di abbattere il capo. Vedremo cosa succederà quando questi interessi torneranno a divergere tra loro”.
Infine Barone ribadisce che la soluzione finale della nuova Scuola superiore al sud, “di cui continuo a ritenere ce ne fosse assolutamente bisogno e ritengo di avere convinto tutti, tranne qualcuno alla Normale e al Comune” non è la migliore possibile perché “è la solita scuola superiore che nasce da una costola di una università, e per quanto auspico i migliori successi alla Federico II, senza avere come incubatore un’eccellenza assoluta
come la Normale che avrebbe potuto aiutarla nel corso di tre anni di sperimentazione a ritagliarsi uno spazio migliore, con fondi in nessun caso sottratti a Pisa perché vincolati a
progetti per il Sud, ho qualche perplessità in più che l’esperimento vada a buon fine”.

Il Senato accademico della Normale ha invece reso noto di aver ” preso  atto che il direttore ha ritenuto opportuno evitare, vista la netta presa di posizione di tutte le componenti della
Scuola a favore della mozione di sfiducia, un’ultima inutile prova di forza rassegnando le sue dimissioni”.
Il Senato accademico poi “deplora la tendenziosa e strumentale campagna mediatica orientata a interferire con la fisiologica dialettica interna della Scuola, condanna
l’ingerenza politica nelle scelte interne della Scuola, ribadendo il ruolo primario dell’autonomia universitaria” e  “confida che con questo atto la Normale possa chiudere una
pagina travagliata e senza precedenti nella sua storia, augurandosi al contempo che ciò rappresenti un primo necessario passaggio per recuperare armonia, condivisione e serenità
necessarie alla vita e sviluppo della Scuola”.

“Non spetta a me commentare le scelte interne della Normale o del suo direttore . La mia è stata una battaglia per la città di Pisa, troppo spesso in passato depauperata delle
proprie eccellenze”. Qeusto il commento del sindaco di Pisa  Michele Conti, le dimissioni del direttore Vincenzo Barone. Nelle scorse settimane Conti era stato insieme al deputato leghista Edoardo Ziello al Miur per esprimere contrarietà al progetto di una
Scuola Normale al Sud.
“La Normale è qui da 208 anni, rimane a Pisa continuando a portare avanti progetti di apertura e collaborazione con le università e con gli altri istituti di eccellenza – conclude il
sindaco -. Auspico per la Scuola Normale che dopo questa vicenda corpo docente, studenti e ricercatori sappiano ritrovare l’armonia necessaria per continuare a rappresentare
quell’eccellenza che caratterizza l’ateneo in tutto il mondo”.

Mi amareggiano molto le dimissioni del direttore della Scuola Normale di Pisa Vincenzo Barone che voglio ringraziare per la qualità e lungimiranza del lavoro svolto fino ad oggi” dice  in una nota dichiara la senatrice PD Valeria Fedeli.
“La ferma contrarietà della Lega, con il sindaco di Pisa in prima linea, alla fondazione di una Scuola Normale al Sud d’Italia con sede a Napoli ha purtroppo condizionato anche studenti e corpo docente. Da qui – aggiunge la parlamentare – la scelta di Barone di dimettersi. Ma tale opposizione non ha valide ragioni se non quelle di uno sterile campanilismo
cavalcato da un partito che, nonostante la propaganda, resta contro il Sud. Non solo il modello proposto da Barone è quello perfettamente funzionante in Francia dove convivono, con grandi vantaggi per la qualità dell’offerta formativa e del livello di
ricerca scientifica, ben quattro Scuole Normali Superiori, ma l’iniziativa aveva anche il grande pregio di portare una proposta concreta per la crescita culturale proprio del
Mezzogiorno”.

 

Normale Pisa: Barone si dimette “Per No a programma”

Dimissioni “inevitabili” per “il forte dissenso interno che si è immediatamente sviluppato su questo e altri elementi chiave del mio programma di mandato”, perché “non sono e non potrei mai essere un direttore che non cerchi di realizzare il mandato per cui è stato eletto”, e il progetto di una “Normale al Sud ha sempre fatto parte del mio programma di mandato”. E’ quanto afferma, nella lettera di dimissioni recapitata al Senato accademico, il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Vincenzo Barone.

Riferendosi al progetto di una Normale al Sud, Barone spiega che “la scuola così costruita doveva poi poggiarsi interamente sulle proprie gambe e camminare da sola: la Scuola Normale Superiore di Pisa doveva solo essere il miglior ‘incubatore’ possibile. Già l’articolo di legge approvato alla Camera non corrispondeva esattamente a questo progetto, ma, soprattutto, la versione finale approvata il 30 dicembre scorso rappresenta un completo stravolgimento dell’idea iniziale, ricondotta all’ennesima scuola locale, filiazione di un’università madre e senza nessuna autonomia”.

Infine, Barone sottolinea che “la mozione di sfiducia al direttore è stata introdotta da me per la prima volta nello statuto della scuola” ma segnala con amarezza “l’accelerazione inusuale dell’insoddisfazione generale, peraltro durante una mia assenza per malattia”.

“Non spetta a me commentare le scelte interne della Normale o del suo direttore che, a quanto si apprende, sarebbe dimissionario. La mia è stata una battaglia per la città di Pisa, troppo spesso in passato depauperata delle proprie eccellenze”. Commenta così il sindaco pisano Michele Conti, le dimissioni del direttore Vincenzo Barone. Nelle scorse settimane Conti era stato insieme al deputato leghista Edoardo Ziello al Miur per esprimere contrarietà al progetto di una Scuola Normale al Sud.

“La Normale è qui da 208 anni, rimane a Pisa continuando a portare avanti progetti di apertura e collaborazione con le università e con gli altri istituti di eccellenza – conclude il sindaco -. Auspico per la Scuola Normale che dopo questa vicenda corpo docente, studenti e ricercatori sappiano ritrovare l”armonia necessaria per continuare a rappresentare quell’eccellenza che caratterizza l”ateneo in tutto il mondo”.

“Le dimissioni del direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Vincenzo Barone, sono il giusto epilogo di una vicenda che rischiava di svuotare una delle identità più prestigiose del nostro territorio con progetti non concordati con i docenti, né con gli studenti. In ogni caso, massimo rispetto per Barone, pur non avendone condiviso i metodi da direttore. Rimango umilmente a disposizione del corpo docenti e degli studenti de la Normale per cercare di promuovere e valorizzare ancora di più la nostra eccellenza accademica territoriale”. Così il deputato pisano della Lega Edoardo Ziello.

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