Ue: Rossi, contro nazionalpopulismo unire tutti democratici

“Il nazionalpopulismo europeo lancia la sfida. Dobbiamo raccoglierla unendo tutti i democratici” queste le parole di Enrico Rossi, la sinistra “faccia della questione sociale e dell’eguaglianza il tema prioritario del suo impegno. Verrebbe da dire che questa è l’unica strategia sensata e possibile, oggi in Europa e domani in Italia” conclude il presidente della Toscana.

“Il nazionalpopulismo europeo lancia la sfida. Dobbiamo raccoglierla unendo tutti i democratici”. Lo scrive su facebook il presidente della Toscana, Enrico Rossi, all’indomani dell’incontro tra Salvini e Orban che, aggiunge “fa chiarezza”.

“Oggi in Europa e domani in Italia”, prosegue il governatore “Salvini e Orban hanno parlato di alleanze per le elezioni europee, con l’obiettivo di costruire una grande intesa politica di estrema destra xenofoba, nazionalista populista e illiberale, che va dai popolari fino ai neofascisti e alla Le Pen, e che, vincendo, possa “escludere i socialisti” dal governo dell’Europa e, ovviamente, i liberali e la sinistra”.

“Per battere questo disegno nefasto occorre un’ampia alleanza che vada dai socialisti, ai liberali, ai democratici fino a Tsipras e Podemos”, aggiunge Rossi convinto che debba avere come programma “di costruire un’Europa Federale, aperta, democratica e sociale, attenta ai diritti dei giovani e dei lavoratori. Un’Europa autonoma, libera dalle interferenze di Trump e di Putin, che vogliono distruggerla, e da eccessi di condizionamento dei cinesi, che vogliono comprarla”.

“Questa è la scelta politica da fare. Non capirlo è da miopi o peggio da idioti, nel senso, etimologico, di chi sta da sé, chiuso nel suo particolare, e quindi non capisce. Quando sono in ballo i valori fondamentali della nostra civiltà democratica europea, unirsi tra diversi e batterci insieme è un dovere morale a cui nessun democratico può sottrarsi”. sottolinea il presidente della Toscana.

“Solo così potremo provare a sconfiggere il nazionalpopulismo europeo o, in ogni caso, essere almeno all’altezza della sfida. La sinistra, dentro questa alleanza, faccia della questione sociale e dell’eguaglianza il tema prioritario del suo impegno, come in passato è stato e come deve tornare ad essere. Verrebbe da dire che questa è l’unica strategia sensata e possibile, oggi in Europa e domani in Italia”, conclude Rossi.

Vicofaro: “Il centro non è chiuso. Noi non ci fermiamo”

“Il centro non è chiuso. Stia tranquillo Salvini. Noi non ci fermiamo” queste la parole di don Massimo Biancalani ai microfoni di Radio Capital, sono in atto le verifiche per l’inizio dei lavori e  “l’accoglienza ai migranti e agli italiani senza fissa dimora prosegue”, sottolinea il sacerdote.

“Il centro non è chiuso. Stia tranquillo Salvini. Noi non ci fermiamo”. Lo ha detto don Massimo Biancalani, parroco e direttore del centro Vicofaro per i migranti a Pistoia, ai microfoni di Radio Capital.

“Abbiamo avuto un’ ingiunzione da parte della prefettura per la messa a norma del locale cucine del centro, dopo alcuni controlli dei vigili del fuoco”, ha precisato don Biancalani. 

“Per il rischio incendi abbiamo trasferito 12 ragazzi in un’altra parte della struttura”, continua Biancalani “Ma il centro non è chiuso, noi continuiamo con il nostro progetto”. Alla domanda, se è casuale che il ministro Salvini abbia detto ‘tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani’, il sacerdote ha risposto: “Salvini è solito dire stupidaggini. Faremo i lavori di messa in sicurezza della cucina e ripartiremo con più forza. Stia tranquillo Salvini. Noi non ci fermiamo”.

Successivamente don Biancalani ha spiegato che “la parrocchia non chiude, i locali rimangono aperti e continuano le attività” e che “l’accoglienza ai migranti e agli italiani senza fissa dimora prosegue”.

“Dopo le indicazioni dei vigili del fuoco abbiamo solo dovuto trasferire 12 migranti del programma Cas nella parrocchia di Ramini in raccordo con la prefettura di Pistoia”, ha precisato il sacerdote. “Sono i 12 che alloggiavano al primo piano, sopra la cucina a pianterreno che è da mettere a norma: secondo i vigili del fuoco c’è una condizione di pericolo di incendio”.

A Vicofaro adesso continuano a vivere una decina di homeless italiani e circa 75 migranti, in Italia a vario titolo e fuori dal programma Cas. “Sono ospitati nelle stanze del catechismo, ho anche aperto un corridoio del chiostro per alloggiarli”, ha ancora detto don Biancalani”. “C’è stato fatto un rilievo perché alcuni dormono su materassi a terra, ma ho finanziatori pronti ad acquistare arredi più efficienti come letti a castello”.

Sui lavori il parroco di Vicofaro ha riferito che “stiamo facendo verifiche con gli uffici tecnici competenti, credo che ci vorranno un paio di mesi per portarli a termine”. I vigili del fuoco non solo hanno rilevato l’inidoneità, per pericolo di incendio, della cucina e della caldaia, ma hanno anche segnalato che in una parte dell’ex convento “l’impianto elettrico non è completamente a norma, i solai non sono ignifughi in corrispondenza della sala grande, anche la scala per la chiesa vecchia non è a norma”.

Don Biancalani è in collegamento diretto con la diocesi di Pistoia mentre, ha detto lui stesso, “mi sarei aspettato maggiore attenzione da parte della Caritas diocesana, che più volte ho invitato qui ma di cui finora non ho visto nessuno”.

Vicofaro: Salvini esulta con Casa Pound, da sinistra arriva il sostegno a don Biancalani

“Tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani” tweetta il ministro degli interni. “Quasi una rivendicazione…” ribatte il presidente della giunta regionale

“Tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani, ancora un po” e la canonica scoppiava” sono passate da poco le 13 quando il ministro dell”Interno, Matteo Salvini, lancia il suo cinguettio commentando la notizia della chiusura del centro di accoglienza di Vicofaro. A Salvini, in perfetta consonanza, gli fanno eco , quelli di Casa Pound che, attraverso le parole del portavoce pistoiese Lorenzo Berti, si dicono “ felici per la decisione della Prefettura, augurandosi che questa azione “non rimanga isolata, magari consentendo la riapertura del centro tra pochi mesi”. E chiedendo l”uscita dal progetto Sprar di accoglienza migranti, in polemica con l’amministrazione di centrodestra, evidentemente stimata come troppo molle sul fronte immigrazione.

La capogruppo in Regione Toscana di Articolo Uno-Mdp, Serena Spinelli definisce invece vile e vergognoso l’atteggiamento di Salvini, rinnova la fiducia e il sostegno a don Biancalani, e chiede “una reazione unitaria da parte della societa’ civile”.

“Il ministro dell’Interno aggiunge un altro tassello di vergogna al suo mandato” le fa eco Andrea Maestri, di Possibile. Mentre per Massimo Baldi e Marco Niccolai, consiglieri regionali Pd eletti in provincia di Pistoia “l”attività di accoglienza e di integrazione nei confronti dei migranti da parte di Don Biancalani rappresenta un”esperienza da salvaguardare e da valorizzare, in sintonia con lo spirito di apertura che sempre ha contraddistinto Pistoia e la Toscana”.

E se la Lega parla di ‘situazione non più tollerabile”, il presidente della giunta regionale Toscana Enrico Rossi che stamani è andato a Vicofaro a portare la sua “vicinanza” a don Biancalani definisce ”Quasi una rivendicazione…” le parole di Salvini, ricorda di aver “giurato di rispettare la Costituzione della Repubblica e di svolgere la sua funzione nel rispetto delle leggi” .

A metà pomeriggio la risposta di Don Massimo: “Il centro non e’ chiuso abbiamo trasferito 12 ragazzi in un’altra parte della struttura per il rischio incendi. Ma noi continuiamo con il nostro progetto”, spiega il sacerdote. “Salvini stia tranquillo! Noi non ci fermiamo”.

Rossi a Vicofaro: “Versato mio contributo per lavori, lo facciano tutti”

“Questa mattina sono tornato a Vicofaro da don Massimo Biancalani per far sentire la mia vicinanza dopo la decisione della Prefettura di Pistoia di chiudere il centro accoglienza migranti con la richiesta di adeguarlo alle normative vigenti. Ho versato il mio contributo per sostenere la realizzazione dei lavori e invito tutti i cittadini a farlo”. Lo afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al termine dell’incontro con don Biancalani, parroco di Vicofaro, in provincia di Pistoia.

“L’esperienza di Vicofaro– prosegue- mi sta particolarmente a cuore perche’ non ha fini di lucro e perche’ negli ultimi tempi don Massimo e i ragazzi ospiti hanno subito attacchi ingiustificati e insulti”. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, avverte Rossi, “che si scomoda ancora una volta contro don Biancalani, svolga il suo incarico con la dignita’ richiesta ad una carica istituzionale e si adoperi affinche’ sia la Regione Toscana a gestire l’accoglienza”. Nel corso della crisi migratoria del 2011, “la Regione seppe affrontare l’emergenza proponendo, assieme ai sindaci e alle associazioni del territorio, un sistema di accoglienza diffuso che ha mostrato efficacia ed efficienza”. Il presidente della Regione assicura che mobilitera’ “le Asl, gia’ impegnate nei controlli, per avere la certezza che tutte le strutture di accoglienza individuate dalle prefetture siano a norma”.

Per i centri di accoglienza dei migranti “esiste un problema di regolarità”. Ha aggiunto Rossi. “Faccio presente che sono state spesso le prefetture a individuare le strutture che accolgono, spesso con una gara, ed è bene che si facciano queste verifiche in tutta la Toscana, e non solo, in modo che ci sia dovunque la certezza che siano a norma. La differenza tra questa e altre strutture è che Vicofaro non ha fini di lucro e quindi merita una particolare attenzione e apprezzamento”. Rossi ha portato un suo personale contributo economico a don Biancalani e ha chiesto ai cittadini toscani di fare altrettanto, “perchè si facciano i lavori e gli interventi chiesti dai tecnici” (il costo si aggirerebbe sui 100mila euro) e poi è tornato a chiedere al governo una gestione “autonoma” dei centri di accoglienza, “com’era in passato. Quando la gestivamo noi, in prima persona, non c’erano tutti i problemi di adesso, e il numero degli immigrati non era inferiore”.

“Il centro non è chiuso. Stia tranquillo Salvini. Noi non ci fermiamo”. Lo ha detto don Massimo Biancalani, ai microfoni di Radio Capital. “Abbiamo avuto un’ngiunzione da parte della prefettura per la messa a norma del locale cucine del centro, dopo alcuni controlli dei vigili del fuoco – ha precisato don Biancalani -. E per il rischio incendi abbiamo trasferito 12 ragazzi in un’altra parte della struttura. Ma il centro non è chiuso, noi continuiamo con il nostro progetto. Alla domanda, se è casuale che il ministro Salvini abbia detto ”tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani”, il sacerdote ha risposto: “Salvini è solito dire stupidaggini. Faremo i lavori di messa in sicurezza della cucina e ripartiremo con più forza. Stia tranquillo Salvini. Noi non ci fermiamo”.

Digiuno a Firenze, il governo delle “porte chiuse” va fermato

Digiuno domani, giovedì 23, sotto la Prefettura di Firenze.

Di seguito il comunicato di invito alla mobilitazione: 
Mentre a Catania l’associazionismo manifesta contro il governo con lo slogan “Facciamoli scendere” per chiedere che dalla nave “Diciotti” possano scendere i 177 migranti ostaggio della politica disumana e illegale del governo, a Firenze si tiene il digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti: tutto è pronto per domani, giovedì 23 agosto, dalle 13 alle 15 sotto la Prefettura in via Cavour con articoli, brani, poesie, pensieri da leggere a voce alta con intelligente e pungente fantasia.
L’appello alla partecipazione della Comunità delle Piagge, di Alessandro Santoro e dei digiunanti di giustizia è rivolto a tutti coloro che credono nell’importanza di mettere la faccia, il corpo e la propria umanità per contrastare la politica di non accoglienza dei migranti portata avanti dal ministro dell’interno Matteo Salvini.
Il digiuno a staffetta iniziato martedì 10 luglio davanti a Montecitorio prosegue e continua. Dopo il primo e il secondo giovedì di presidio, anche giovedì 23 agosto continua la testimonianza contro le politiche migratorie del governo, per ribadire che non è possibile accettare la politica delle “porte chiuse” che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di persone.
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