Ponte Vespucci: riscritta la targa in memoria di Idy Diene

Dopo il gesto vandalico che ha coperto con della vernice nera la targa dedicata a Idy Diene, il venditore senegalese ucciso dall’ex tipografo Roberto Pirrone il 5 marzo 2018, sul ponte Vespucci a Firenze, le parole in sua memoria e di condanna contro il razzismo sono riapparse in vernice bianca. Oltre alla condanna da parte di Anpi, Cgil, Arci, e della stessa amministrazione cittadina c’è anche chi attivamente ha risposto al gesto vile riscrivendo con della vernice bianca, il messaggio originario: “a Idy Diene assassinato da mano razzista”.

La targa era stata installata nel punto esatto in cui fu assassinato a colpi di pistola. L’11 settembre scorso Roberto Pirrone è stato condannato a 30 anni in appello. In primo grado, con il rito abbreviato, il 7 gennaio scorso era stato condannato a 16 anni. La Procura generale aveva chiesto l’ergastolo, ridotto, appunto, a 30 anni per lo sconto previsto dall’abbreviato. La Corte d’assise d’appello ha accolto la richiesta di condanna del procuratore generale.

L’omicidio di Idy Diene scatenò proteste della comunità senegalese a Firenze, rabbia che sfociò anche in momenti di tensione. Pirrone raccontò agli inquirenti di essere uscito di casa per togliersi la vita ma di non aver avuto il coraggio di farlo e di aver deciso di uccidere il primo che avrebbe incontrato. In realtà, secondo quanto documentato dalle riprese delle telecamere di videosorveglianza della zona, Pirrone evitò altri passanti e poi sparò al venditore senegalese.

“Qualcuno ha imbrattato la targa in ricordo di Idy Diene. Un gesto meschino e vergognoso che condanniamo con forza. Ne rimetteremo una nuova, per non dimenticare mai quell’evento tragico che ha sconvolto la nostra città, perché resti vivo il ricordo di Idy”: queste le parole di solidarietà del sindaco di Firenze Dario Nardella.

“Un anonimo benefattore restaurerà a sue spese la targa di Idy Diene”, ha annunciato la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi spiegando di essere stata contattata dopo la sua intervista a Rtv38.

Vandalizzata la targa in memoria di Idy Diene

Firenze, è stata imbrattata da ignoti che l’hanno totalmente coperta con della vernice nera, la targa in ricordo di Idy Diene, l’uomo senegalese ucciso a Firenze dall’ex tipografo Roberto Pirrone, il 5 marzo 2018.

La targa alla memoria di Idy Diene stata apposta alla ringhiera del ponte Amerigo Vespucci, nel punto esatto dove l’uomo venne barbaramente trucidato a colpi di pistola.

Lo rende noto Daniela Chironi, ex candidata al consiglio comunale con Firenze Città Aperta, su facebook scrivendo: “Qualcuno era così infastidito dalla targa in memoria di Idy Diene da averla coperta con la vernice. Idy aveva 53 anni quando il 5 marzo 2018 fu ucciso a Firenze con sei colpi di pistola. La targa gli era stata dedicata dalle cittadine e dai cittadini antirazzisti e affissa sul Ponte Vespucci, nel punto in cui Idy aveva trovato la morte, e diceva così: ‘a IDY DIENE assassinato da mano razzista, 5 marzo 2018’. L’avete vandalizzata? – conclude nel suo post Daniela Chironi – Noi la rimetteremo!”.

Omicidio Idy Diene: Pirrone condannato a 30 anni

L’ex tipografo Roberto Pirrone è stato condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio di Idy Diene, avvenuto il 5 marzo 2018 sul ponte Vespucci a Firenze. Il processo si è svolto con rito abbreviato davanti alla corte di assise di Appello di Firenze. In primo grado, sempre in rito abbreviato, l’uomo era stato condannato a 16 anni. Nella sentenza di secondo grado è stata contestata anche l’aggravante dei futili motivi che non stata riconosciuta nel primo processo. Confermati i risarcimenti alle parti civili, tra cui la moglie di Diene, i figli e altri parenti del senegalese.

La vittima è Idy Diene, 53 anni, venditore ambulante senegalese molto noto a Firenze. La  sua morte è avvenuta a causa dei colpi di pistola all’altezza del torace sparati da Roberto Pirrone. L’uomo era stato subito fermato da una pattuglia dell’Esercito, dichiarando di essere uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi a causa dei problemi economici e familiari. Solo in seguito ha deciso di sparare al primo che avesse incontrato. Dai filmati dalle telecamere però si era notato come, prima di aprire il fuoco, Pirrone abbia incrociato diverse persone. L’obiettivo era quello di finire in carcere in modo da liberarsi dalle pressione dei creditori.

Omicidio Idy: legale Pirrore, non fu razzismo, rimuovere cartello da P.te Vespucci

“Chiedo alle autorità competenti la rimozione di un cartello affisso sul P.te Vespucci di Firenze che attribuisce la morte del venditore Idy Diene a una questione di razzismo”. Lo afferma l’avvocata Sibilla Fiori, difesa di Roberto Pirrone, l’ex tipografo che il 5 marzo 2018 sparò sul ponte al senegalese Idy Diene, che non conosceva, e che è stato condannato a 16 anni per omicidio volontario.

Il cartello a cui l’avvocata fa riferimento è comparso su Ponte Vespucci e sotto l’immagine della vittima è riportata la scritta: ‘Assassinato da mano razzista’. L’avvocata Fiori spiega che “non è vero ed è gravissimo che, anche da parte di chi ha a cuore questi temi, si dia un messaggio falso, una mala informazione all’opinione pubblica”. “Oltre alla sentenza del giudice Sara Farini che esclude il movente razzista – spiega Fiori – in precedenza la matrice razzista era stata già esclusa prima da una qualificata perizia psichiatrica e poi dal pubblico ministero Giuseppe Ledda che non ha mai contestato l’aggravante di razzismo”.

“Questa scritta, che parrebbe comparsa alcuni giorni fa – prosegue il legale – è pericolosa perché non corrisponde al vero e trasmette un messaggio falsato”. L’avvocato chiede anche “l’individuazione dei responsabili dell’affissione, mi risulta che ci siano telecamere che coprono il ponte” e “a tutela del mio assistito mi riservo di agire in giudizio per la diffamazione”.

Intanto la corte di appello di Firenze ha fissato al prossimo 11 settembre la prima udienza del processo di secondo grado.

Firenze ricorda Idy ad un anno dall’omicidio

Il sindaco ha deposto un mazzo di fiori sul ponte Vespucci in ricordo di Idy Diene, il venditore ambulante senegalese ucciso un anno fa da Roberto Pirrone. Nel pomeriggio manifestazione e corteo antifascista.

Questa mattina alle ore 11 il sindaco di Firenze Dario Nardella ha deposto sul ponte Vespucci un mazzo di fiori in ricordo di Idy Diene, il senegalese ucciso dall’ex tipografo Roberto Pirrone l’anno scorso nello stesso giorno.

“Firenze è una città aperta, inclusiva – ha detto il sindaco -, che ha ben presente i valori della solidarietà: è una città che sa tenere insieme legalità e umanità”. Nardella ha sottolineato che è “sempre importante tenere alta l’attenzione verso ogni forma di intolleranza e di violenza anche verbale. Il nostro è un gesto di memoria e di vicinanza alla comunità senegalese, che ha dovuto vivere anche la tragedia dell’eccidio di piazza Dalmazia, deve fare i conti con una ferita profondissima e ha bisogno di sentire la città vicina”. Alla commemorazione erano presenti, tra gli altri, gli assessori Sara Funaro, Lorenzo Perra, Andrea Vannucci, oltre al presidente del Consiglio comunale Andrea Ceccarelli e a numerosi consiglieri. Nardella ha anche annunciato di aver deciso di “commissionare agli artigiani del quartiere dell’Oltrarno un’opera d’arte commemorativa di Diene, per avere una testimonianza materiale del legame tra lui e questo straordinario quartiere”. “Ora credo che sia il momento del ricordo, del raccoglimento e anche della commozione – ha concluso Nardella -. Il mio abbraccio va alla famiglia di Diene, alla comunità senegalese”.

Particolarmente commossa Funaro: “E’ un gesto simbolico – ha detto – ma anche concreto per dare un segnale di vicinanza alla famiglia, a tutta la comunità senegalese”. Funaro ha sottolineato che è necessario “costruire sempre di più una comunità che sia inclusiva”, per evitare “fatti drammatici come questo”.

Roberto Pirrone, l’omicida attualmente in carcere, sparò senza un motivo apparente con una pistola a Diene e per questo è stato condannato per omicidio volontario a 16 anni di reclusione in un processo in rito abbreviato concluso il 7 gennaio scorso.

In occasione dell’anniversario della morte di Idy Dyene, è in programma anche una manifestazione promossa dalla Comunità senegalese della Toscana ed a seguire corteo promosso da Rete antirazzista, Cpa, ColPol, Rete Collettivi studenteschi,  Basta morti nel Mediterraneo, Comitato fiorentino Fermiamo la guerra, Comunità delle Piagge contro ogni forma di razzismo.

 

Omicidio Idy Diene: ex tipografo condannato a sedici anni

Il giudice Sara Farini ha condannato a 16 anni l’ex tipografo Roberto Pirrone in rito abbreviato per l’omicidio del venditore senegalese Idy Diene il 5 marzo 2018 sul ponte Vespucci di Firenze.  Pirrone ha assistito in aula alla lettura del dispositivo in silenzio. Le motivazioni tra 60 giorni.

targaLa condanna è in linea con la richiesta del pm Giuseppe Ledda, che aveva indicato in 24 anni, che poi calano a 16 anni per la riduzione del rito abbreviato, la pena per Pirrone che uccise con più colpi di pistola Diene incrociandolo sul ponte Vespucci.
Nel dispositivo il gup non ha accolto l’aggravante per futili motivi chiesta dal pm e neppure ha riconosciuto le attenuanti generiche come auspicato dai difensori di Pirrone Sibilla Fiori
e Massimo Campolmi. 

“Vidi un’ombra, il ponte era vuoto, sparai, non so perché, io ero in realtà uscito di casa con l’intenzione di uccidermi”: queste parole di Roberto Pirrone, il tipografo in pensione che il 5 marzo scorso ha ucciso  il venditore ambulante Idy Diene, non hanno convinto il giudice Sara Farini che lo ha condannato a 16 anni così come chiesto dal pubblico ministero.  La casualità dell’incontro e del gesto omicida, più volte ribaditi dall’imputato non hanno retto sotto il peso delle domande del pm che durante il processo ha sempre sostenuto la  contraddizione di ipotizzare il suicidio e uscire di casa con un’arma col caricatore pieno di colpi e del dirigersi verso un ponte presumibilmente affollato di persone e macchine come il Vespucci invece che  in un luogo appartato.

Tuttavia nonostante le testimonianze di alcuni passanti e la scelta di Pirrone di risparmiare alcune persone piuttosto che Idy non sono valse a considerare né nell’inchiesta della procura di Firenze né nella sentenza l’aggravante dell’odio razziale alla base del gesto. Alcuni giorni dopo l’omicidio a Firenze in 10mila marciarono pacificamente in corteo sui lungarni e nel centro per ricordarlo e per dire ”no” al razzismo.

Pirrone, che una perizia psichiatrica acquisita in incidente probatorio ha definito “capace di intendere e di volere”, è stato descritto dalla difesa come “una persona che proviene da un situazione di disperazione, con una grande sofferenza interiore, repressa”. Una sofferenza che in base alla sentenza del processo con rito abbreviato, l’uomo avrebbe scaricato su un altro essere umano ponendo fine alla sua esistenza. Il gup del Tribunale di Firenze non ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi (contestata dalla pubblica accusa)  ma  non ha concesso nemmeno  le attenuanti generiche.  L’imputato ha assistito in aula alla lettura della sentenza in silenzio.

Le motivazioni tra 60 giorni. Presumibilmente proprio nei giorni dell’anniversario della morte di Idy che in questi mesi è stato ricordato e commemorato con varie iniziative, da momenti di preghiera, a tornei di calcetto, da concerti a manifestazioni anche volte a raccogliere fondi a sostegno della famiglia alla quale la sentenza attribuisce dei risarcimenti   di 100mila euro a favore di una moglie di Diene che abita in Toscana, e altri due da 75mila e 50mila euro per i figli e per altri parenti del cittadino senegalese.

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