Tenax Theatre: “CorpoImmaginE”, produzione TS Krypton

Si conclude con una produzioe TS Krypton il ciclo di performance “CorpoImmaginE”, giovedì 6 dicembre al Tenax Theatre di Firenze

Giovedì 6 dicembre al Tenax Theatre si conclude con una nuova produzione di TS Krypton  il ciclo di performance “CorpoImmaginE”, un’esperienza iniziata ad aprile 2018 che è stata occasione di ricerca, confronto e maturazione per un gruppo di giovani , diretti da Massimo BevilacquaMargherita Landi e Cecilia Lentini, che ha scelto di approfondire il proprio lavoro nel campo dell’arte performativa.

Il progetto ideato da Giancarlo Cauteruccio ha coinvolto 18 giovani under 25 in un percorso di creazione basato sul rapporto tra identità del corpo e nuove tecnologie applicate all’arte, da cui è scaturita un’opera di teatro immersivo dove i confini tra osservatore e osservato diventano labili fino ad annullarsi e in cui lo spettatore è chiamato ad interagire diventando parte attiva e protagonista della scena.

CorpoImmaginE è uno spazio fortemente estetico e al tempo stesso deviato che lascia emergere le criticità dei comportamenti relazionali nel mondo reale e virtuale, nella cosiddetta era dell’immagine, ponendole in conflitto con i linguaggi dell’arte.

CorpoImmaginE è occasione di indagine per i giovani performer che lasciano da parte il loro essere meri e abili esecutori della danza, del teatro e della musica, per proiettarsi in un’esperienza di creazione totale che mette in gioco la loro sensibilità e la loro verità in palcoscenico e divenire così “artisti” della scena.

Grazie alla sua particolare architettura il Tenax offre nuove modalità di fruizione per il pubblico e dà alla compagnia la possibilità di muoversi in nuovi territori di ricerca e produzione.

Dopo la performance  CorpoImmaginE seguirà un dj-set a cura di Dj Blasy

Il progetto di TS Krypton è realizzato con il sostegno di Regione Toscana, Città Metropolitana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, in collaborazione con Tenax, Opus Ballet, Sponsor Unicoop.

Fai la Casa giusta! La fotografia  dell’housing sociale in Toscana

Al convegno promosso da Fondazione Cr Firenze e Fondazione Giovanni Michelucci la presentazione della ricerca ‘Percorsi abitativi  per l’emancipazione’ e la condivisione di esperienze per la creazione del bando 2019 sulla fragilità abitativa.

Incremento del disagio abitativo, affitti alti e aumento incontrollato delle residenze turistiche. Sono alcuni dei problemi alla base della precarietà abitativa che la popolazione toscana deve oggi fronteggiare e che portano alla necessità di ricercare pratiche innovative di housing sociale. È questo il tema del convegno ‘Fai la casa giusta – Percorsi di Abitare Solidale’ promosso da Fondazione CR Firenze in collaborazione con la Fondazione Michelucci e il supporto di Sociolab. E’ stata anche l’occasione per raccogliere esperienze e suggerimenti per l’elaborazione del nuovo bando 2019 della Fondazione CR Firenze sulla fragilità abitativa.

Secondo la ricerca ‘Percorsi abitativi per l’emancipazione’ presentata oggi e  realizzata dalla Fondazione Michelucci in collaborazione con la Fondazione CR Firenze, le difficoltà abitative investono una porzione sempre più ampia di popolazione. Si tratta di persone che stanno in una ‘fascia grigia’ ovvero hanno un reddito troppo elevato per accedere all’edilizia residenziale pubblica ma tuttavia non riescono a pagare i canoni di mercato.

Ad esempio, lavoratori precari, giovani che non riescono ad andare via di casa, single o separati. Sono più di 2 milioni gli immobili presenti nella regione Toscana (dati Istat), un numero importante. E’ infatti un’offerta superiore del 22% rispetto al fabbisogno anche a fronte della riduzione significativa di nuove abitazioni. Il dato toscano del 22% diminuisce nei centri urbanizzati come Firenze, in cui la percentuale è pari al 12,3 %, con una disponibilità di  514.456 immobili residenziali a fronte di 451.407 nuclei familiari. Esiste però un problema di accessibilità in Toscana poiché il costo di una casa è il 25% in più rispetto alla media italiana. Per questo a dare sostegno alle famiglie che non riescono a sostenere l’intero canone esiste il Fondo nazionale a sostegno all’accesso in locazione. A Firenze vengono presentate in media 1.500 domande, di cui vengono accolte 800-900 da parte delle istituzioni preposte.

Altro problema che interessa l’intera regione sono gli sfratti. Secondo i dati SUNIA, la Toscana è una delle regioni con il peggior rapporto tra numero delle famiglie residenti e numero degli sfratti eseguiti (1 ogni 356 famiglie), di cui il 35% coinvolgono italiani e il 65% stranieri. A questo primato si aggiunge, in particolare a Firenze, l’abbandono delle case da parte dei fiorentini e l’aumento incontrollato delle residenze turistiche. Tanto che Firenze è al primo posto tra le città italiane per la percentuale più alta di affittuari Airbnb in base alla popolazione che insiste sul territorio e non solo i residenti e che è calcolata in circa 800.000 unità (1%), con oltre 8.000 alloggi sulla piattaforma, di cui oltre il 20% sono nel centro storico. I proprietari considerano l’affitto turistico più sicuro e remunerativo, può infatti fruttare fino a 1.000 euro a settimana. Un problema che tocca anche i giovani e in particolare gli studenti; a Firenze, infatti, il numero dei fuori sede è fra i più alti in Italia. Secondo i dati forniti dall’Agenzia per il diritto alla studio della Toscana, il 55% degli studenti intervistati paga un canone da 300 a 399 euro, il 29% da 200 a 299 euro, il  7% da 400 a 499 euro, il 4% oltre 600 euro, il 3% da 500 a 599 euro e il 2% meno di 200 euro. Il sostegno fornito dalle residenze universitarie diventa dunque importantissimo: nel bando 2016/2017 a Firenze sono stati assegnati 1.666 alloggi.

In Toscana esiste un patrimonio di Edilizia residenziale pubblica ERP che rappresenta il 7% dell’intero stock nazionale, il 2,4 % degli immobili presenti nella regione (contro una media nazionale del 2,1%). Negli ultimi bandi dei Comuni toscani hanno fatto domanda 30.000 famiglie di cui 26.000 sono state ammesse. Nel 2012, (con la durata di 24 anni), è stato creato da cooperative locali e imprese di costruzione, il Fondo Housing Toscano con lo scopo di realizzare interventi abitativi di social housing nel territorio toscano, in particolare a Firenze e a Prato. Attualmente il Fondo è composto da 11 immobili per un totale di 330 unità abitative e due terreni da edificare per i quali sono previste la realizzazione di 157 unità abitative.

“La Fondazione crede fortemente nella necessità di affrontare il tema dell’abitare e quello dell’accesso all’abitazione – ha affermato Gabriele Gori, Direttore Generale della Fondazione CR Firenze – poiché viviamo in periodo storico caratterizzato dalla precarietà e dall’instabilità economica. La casa è un bisogno primario per l’inclusione socio-economica. E’ oggi fondamentale rileggere il problema tenendo presente che l’accessibilità alla casa è condizione che richiede un approccio multidimensionale che include lavoro e servizi. L’ascolto del territorio è strategico per ideare modelli e soluzioni in linea con i bisogni della comunità”.

“L’Housing Sociale – ha spiegato Massimo Colombo, collaboratore della Fondazione Michelucci – come specchio di una realtà urbana in continua mutazione: dagli studenti fuori sede, ai nuovi cittadini provenienti da lontano, da avamposti per la rigenerazione urbana alle esperienze di coabitazione e cogestione, da soluzione per i ‘nuovi’ poveri a luogo di accoglienza per l’esclusione, da luogo di sperimentazione di nuove tecnologie alla definizione di spazi ad uso collettivo, dalla casa come patrimonio da possedere alla casa come servizio da usare a favore della collettività.  Come Fondazione Giovanni Michelucci siamo grati alla Fondazione CR Firenze per averci affidato questa ricerca, consentendoci  di poterci di nuovo confrontare con una tematica sempre di più attuale e pressante, al fine di sottolineare l’importanza che la questione abitativa torni ad essere un elemento fondante del sistema di protezione sociale e delle garanzie di cittadinanza”.

La diretta a cura di Chiara Brilli con la responsabile dei progetti in ambito abitativo della Fondazione, Chiara Mannoni e Massimo Colombo, collaboratore di  Fondazione Michelucci. 

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/11/181130_01_Failacasagiusta-speciale.mp3?_=1

3a stagione di ‘IL TEATRO? #BellaStoria!’

?Firenze, presentata la terza stagione di ‘IL TEATRO? #BellaStoria!’, progetto della Fondazione CR Firenze dedicato alla formazione di nuovo pubblico fra i giovani tra i 14 e i 19 anni.

Il Teatro? #BellaStoria! offre ai ragazzi 8 spettacoli negli 8 teatri fiorentini coinvolti e un concerto pop a scelta fra Maneskin, The Giornalisti, Irama, gli 8 spettacoli potranno essere scelti all’interno di un cartellone di 19 proposte di vario genere, dalla prosa alla musica classica, dall’opera al musical e al pop.

Il programma è sempre più ricco e variegato: Madama Butterfly e Il Barbiere di Siviglia le opere proposte al Teatro del Maggio Fiorentino; La Bisbetica Domata e Infanzia felice, nuovo spettacolo di Antonella Questua sulla famiglia e la scuola di oggi, al Teatro di Rifredi; gli Oblivion in un vero e proprio musical comico, e il nuovo spettacolo di Elio Germano che è anche autore oltre che interprete di La mia Battaglia al Teatro Puccini; al Teatro della Pergola Don Chisciotte e Io e Pirandello; L’Orchestra della Toscana propone due enfant prodige della musica classica: la violoncellista Erica Piccotti, diplomata a 14 anni, entrata da poco nella maggiore età, già una star diretta da Federico Maria Sardelli e il pianista russo Alexander Malofeev, 17 anni, vero fuoriclasse della musica, ha suonato nei teatri di tutto il mondo, mette le mani sul Concerto n. 3 di Prokof’ev; al Teatro Verdi due nuove produzioni We Will Rock you il musical dedicato ai Queen e School of Rock, il film cult diventa musical con la comicità di Lillo, alias Pasquale Petrolo, del duo Lillo & Greg, diretto da Massimo Romeo Piparo e con le musiche di Andrew Lloyd Webber.

Gli Amici della Musica al Teatro Niccolini propongono due solisti d’eccezione il percussionista ventiquattrenne Simone Rubino in un concerto dalla ritmica dirompente e Giovanni Sollima un vero virtuoso del violoncello, amato da un pubblico variegato e trasversale, dagli estimatori di musica colta ai giovani “metallari” esegue insieme alle sue composizioni, musiche di Bach, Hendrix, Nirvana.

Al Teatrodante Carlo Monni due opere dirette dal regista Andrea Bruno Saveli Maratona di New York, l’allenamento alla corsa come metafora della vita in una pièce dove si corre dall’inizio alla fine con la due volte campionessa mondiale di salto in lungo Fiona May; Shakespeare in facebook, un inedito intreccio tra le tragedie Shakespeariane più celebri: Romeo e Giulietta e Otello in una guerra a colpi di like.

La scelta pop va verso i beniamini degli adolescenti dagli emergenti Maneskin band pop rock di successo dopo la loro partecipazione a X Factor nel 2017 a Irama, cantautore lanciato quest’anno dal programma Amici di Maria De Filippi di cui è stato vincitore e Thegiornalisti al loro quinto album Love che li ha consacrati esponenti del nuovo pop italiano. Tre concerti fra cui scegliere, ai primi 50 che porteranno un amico un ingresso omaggio per il concerto del rapper Salmo (basta inserire il suo codice fiscale nel momento dell’acquisto su www.ilteatrobellastoria.it)

Gimmy Tranquillo ha intervistato la responsabile del settore arte attività culturali Alessandra Bandini e Gabriele Gori direttore generale di Fondazione CR Firenze, e la Vicesindaca del Comune di Firenze Cristina Giachi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/11/181128_TEATRO-BELLA-STORIA_BANDINI-GORI-GIACHI.mp3?_=2

Firenze: 1 milione da Fondazione CR Firenze per recupero patrimonio abitativo

È di un milione di euro (dei quali 500.000 erogati quest’anno) la somma stanziata nel triennio 2016-2018 dalla Fondazione CR Firenze per il recupero del patrimonio abitativo collocato nel comune di Firenze. Questo ingente stanziamento ha consentito e consentirà di ristrutturare e mettere a disposizione della comunità complessivamente 55 alloggi capaci di ospitare circa 250 persone.

Lo ha annunciato stamani in Palazzo Vecchio il presidente della Fondazione CR Firenze Umberto Tombari che, assieme al sindaco Dario Nardella, all’assessore comunale alla Casa Sara Funaro e alla Responsabile dei progetti in ambito abitativo della Fondazione Chiara Mannoni, ha illustrato gli interventi messi in atto in questo ambito dalla Fondazione.

A livello di edilizia residenziale pubblica (erp) la Fondazione ha stipulato negli anni 2015 e 2016 una convenzione con la Fondazione Comitato case ad uso degli indigenti di Firenze del valore di 300.000 euro che ha permesso di recuperare un primo lotto di 17 alloggi per famiglie numerose, assicurando l’accoglienza a 80 persone. Una nuova convenzione è stata stipulata ora tra Fondazione, Comune e Casa spa, sempre finalizzata al recupero di alloggi erp e del valore di 200.000 euro che permetterà di recuperare un secondo lotto di 15 alloggi, assicurando quindi l’accoglienza a oltre 55 persone.

In parallelo la Fondazione CR Firenze è anche intervenuta per venire incontro a disagi temporanei di singoli e famiglie, attivando un programma del valore di 300.000 euro per il ripristino di alloggi definiti Servizio di accoglienza temporanea (accoglienza di secondo livello). In questo caso è stata attivata da poco una convenzione tra Fondazione, Comune e ASP Firenze Montedomini che ha permesso di recuperare otto appartamenti, terminati da poco, che potranno accogliere nove famiglie per un totale di 35 persone. Uno di questi appartamenti sarà dedicato al co-housing ovvero alla residenza di persone in situazioni di disagio che usufruiscono di servizi comuni.

Fondazione CR Firenze ha infine destinato ulteriori 200.000 euro, attraverso una convenzione con Fondazione solidarietà Caritas, per il recupero di altri appartamenti di accoglienza di secondo livello destinati alle persone e alle famiglie segnalate dai Servizi sociali comunali. È stato così individuato un insieme di immobili che rispondono a queste esigenze e che sono messi a disposizione della Direzione Servizi sociali del Comune di Firenze.

Nella sua strategia di iniziative per contrastare la precarietà abitativa Fondazione CR Firenze ha anche promosso, assieme alla Fondazione Michelucci, un momento di studio e di approfondimento col convegno ‘Fai la casa giusta. Percorsi di Abitare Solidale’ che si terrà venerdì 30 novembre dalle 9 alle 13.30 alla Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio di Firenze (via Bufalini, 6). In quella occasione saranno messi a confronto alcuni progetti innovativi per rispondere alle nuove esigenze del disagio abitativo dovute alla crisi economica, all’emersione di nuove forme di povertà e all’invecchiamento della popolazione.

“La Fondazione CR Firenze continua a dimostrare una grande sensibilità verso la città e i fiorentini che hanno più bisogno e che necessitano di una casa – ha detto il sindaco Dario Nardella -. E noi non possiamo che ringraziarla per gli importanti investimenti che fa per recuperare il patrimonio abitativo cittadino, dando risposte importanti a chi sta vivendo sulla propria pelle l’emergenza abitativa. Insieme al nostro piano casa del valore complessivo di 56,1 milioni di euro e che interesserà 1.664 famiglie, gli interventi della Fondazione CR Firenze sono un ulteriore tassello con cui cerchiamo di far fronte al problema casa che purtroppo riguarda anche i nostri cittadini”.

“Come è evidente da questi dati – ha dichiarato il presidente di Fondazione CR Firenze Umberto Tombari – e dalle tante iniziative che stiamo svolgendo, anche a livello di studio e di elaborazione socio-culturale, l’impegno della nostra Istituzione in campo abitativo risponde ad una precisa strategia che ci siamo dati fin dall’inizio del nostro mandato. La volontà è quella di intercettare un bisogno primario della collettività con politiche mirate che sviluppano la collaborazione pubblico-privato che stiamo attuando, con successo, anche in altri ambiti. Crediamo che una emergenza come quella abitativa possa essere affrontata efficacemente soprattutto con un lavoro di squadra e con una precisa individuazione delle priorità e della loro capacità di rispondere nella maniera migliore e rapida ad una urgenza che non accenna a calare anche sul nostro territorio”.

“Grazie alla Fondazione CR Firenze per gli investimenti che fa in campo abitativo e sociale – ha detto l’assessore alla Casa Sara Funaro -. Si tratta di interventi con cui riusciamo a dare maggiori risposte ai bisogni di molti fiorentini. La collaborazione tra enti pubblici e soggetti privati è molto utile anche nel settore abitativo e sociale per dare risposte ai cittadini su fronti importanti per la loro vita”.

La Compagnia di Babbo Natale regala 105 assegni da 300 euro per pagare le utenze domestiche

Consegnati stamani nella sede di Fondazione Cr Firenze, 105 assegni da 300 euro per aiutare gli anziani di Firenze, segnalati dai Servizi sociali del Comune, a pagare le utenze domestiche

Dalla Compagnia di Babbo Natale 105 assegni da 300,00 euro ciascuno (per un importo complessivo di 31.500 euro) per aiutare gli anziani di Firenze, segnalati dai Servizi sociali del Comune, a pagare le utenze domestiche. Li ha consegnati stamani, nella sede della Fondazione CR Firenze, il fondatore e presidente della Compagnia Roberto Giacinti all’Assessore al welfare del Comune di Firenze Sara Funaro alla presenza del Direttore generale della Fondazione Cr Firenze Gabriele Gori. L’iniziativa si colloca infatti all’interno del Bando welfare promosso dalla Fondazione per contrastare la povertà e la fragilità sociale.

 

“Il nostro sodalizio – ha spiegato Giacinti – è una Onlus che normalmente opera per raccogliere fondi per i bambini che si trovano in stato di bisogno, ma per questo Natale ha voluto pensare anche ai tanti anziani, magari che vivono anche soli, che purtroppo si sostengono con risorse modeste e talvolta addirittura insufficienti. Abbiamo così partecipato al Bando welfare della Fondazione CR Firenze che ci ha consentito di aggiungere al nostro importo (che deriva dalle donazioni dei nostri associati) il contributo della Fondazione per consentire di raggiungere 105 assegni da 300,00 euro che saranno destinati alle situazioni di maggiore emergenza valutate dai Servizi sociali del Comune”.

 

Giacinti ha precisato che l’erogazione di fondi è stata pensata anche per alleggerire la pressione psicologica e finanziaria dovuta a situazioni di morosità talvolta legate anche al ritardato pagamento delle utenze e ha sottolineato la necessità di informare gli anziani delle agevolazioni tariffarie, previste peraltro da tutte le tipologie contrattuali delle società incaricate della somministrazione di servizi di utilità sociale, perché non tutti gli anziani ne sono sufficientemente informati. Gli anziani residenti nel Comune di Firenze sono circa 98.000 pari al 26% della popolazione.

 

“Il bonus elettrico – ha proseguito – è previsto anche nel caso di utenti in gravi condizioni di salute, costretti ad utilizzare apparecchiature elettromedicali necessarie per il mantenimento in vita; altrettanto dicasi per il bonus idrico. Dai dati riferiti al nostro Paese emerge che su circa 4 milioni di famiglie potenzialmente beneficiarie della misura, ad oggi ne hanno usufruito almeno una volta solo circa 2 milioni. Dunque c’è ancora molto da fare”.

“Siamo orgogliosi di poter partecipare anche a questa campagna – ha dichiarato il Direttore Gori – che ci vede collaborare con una istituzione benemerita di Firenze e che si inserisce in una sempre più fitta rete di interventi a sostegno delle tante situazioni di marginalità sociale. Gli anziani sono una risorsa preziosa ed è importante dimostrare loro la nostra vicinanza non solo con le parole ma con fatti concreti come questo”.

“Vorrei ringraziare la Compagnia di Babbo Natale e la Fondazione CR Firenze – ha detto l’Assessore Funaro -, due importanti realtà sempre molto attente ai bisogni dei nostri cittadini più fragili e bisognosi. Con il loro impegno attento e costante tendono sempre la mano e offrono aiuti preziosi ai fiorentini che hanno maggiori difficoltà”. “A beneficiare di questa iniziativa sono i nostri anziani – ha spiegato l’assessore -, che con gli assegni che riceveranno potranno pagare le utenze domestiche che spesso riescono a saldare con fatica. Per la nostra amministrazione gli anziani sono un patrimonio di immenso valore e il loro benessere, cura e salute ci stanno a cuore e sono al centro del nostro operato”.

Pergola: Marco Sciaccaluga dirige “John Gabriel Borkman”

Al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 20 a domenica 25 novembre, Marco Sciaccaluga dirige Gabriele Lavia, Laura Marinoni, Federica Di Martino, in John Gabriel Borkman di Henrik Ibsen

Un’analisi lucida, filosofica e poetica, ma anche concretamente feroce e tragicomica, del destino che fa di ognuno un prevaricatore, un umiliato e offeso, che fa di ogni affermazione vitale anche un gesto di violenza. Una produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Teatro della Toscana. “Mi sono soffermato su un’ambientazione di stampo contemporaneo – afferma Sciaccaluga – con l’illusione di riuscire a parlare con più veemenza al tempo presente. Inoltre, mi sono concentrato sul rapporto tra i vari personaggi, cercando di togliere ogni tipo di pateticismo o di melodramma. Credo che sia uno spettacolo – continua – basato su un’idea molto antica: l’uomo è crudele all’uomo, ovvero ogni essere umano è nemico di ogni altro essere umano.”

In scena ci sono anche Roberto Alinghieri, Giorgia Salari, Francesco Sferrazza Papa, Roxana Doran. La versione italiana è di Danilo Macrì, le scene e costumi di Guido Fiorato, le musiche di Andrea Nicolini, le luci di Marco D’Andrea.

Giovedì 22 novembre, ore 18, Gabriele Lavia, Laura Marinoni, Federica Di Martino e la Compagnia incontrano il pubblico. Coordina Matteo Brighenti. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Inoltre, sabato 24 novembre, ore 10:30, Gabriele Lavia dialoga con Marco Giorgetti, direttore generale del Teatro della Toscana, su Dignità e Teatro, all’interno del ciclo Sulla scia dei giorni, ideato e promosso alla Pergola da Fondazione CR Firenze, mentre lunedì 26 novembre, ore 21:30, Lavia incarna Amleto in AmletOHamlet. In ambiente elettronico diretto da Giancarlo Cauteruccio al Tenax Theatre.

 

Edvard Munch lo definì “il più potente paesaggio invernale dell’arte Scandinava”. Ma il freddo dell’inverno, nella vicenda scabrosa e claustrofobica di John Gabriel Borkman, scritto da Henrik Ibsen nel 1896, è tutto interiore, dell’anima. Un’opera complessa, austera, inquieta, e di raffinata bellezza, per quei ritratti umani, per i dialoghi che possono essere attuali e al tempo stesso eterni.

Affidato all’interpretazione di tre grandi attori, a partire da Gabriele Lavia come protagonista, con Laura Marinoni e Federica Di Martino, il Borkman diretto da Marco Sciaccaluga al Teatro della Pergola di Firenze da martedì 20 a domenica 25 novembre fa esplodere le ambizioni di un secolo, l’Ottocento, intriso di superomismo e idealismo, di simbolismo e psicopatologia, ma che già svela, in nuce, i grandi traumi del Novecento. E forse di oggi. Una produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Teatro della Toscana.

 

“Non ci troviamo davanti a una tragedia, piuttosto si tratta di un dramma grottesco: John Gabriel Borkman – afferma Marco Sciaccaluga ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo – è un super uomo ridicolo e con certe caratteristiche perfino nietzschiane, si può dire; in realtà, lui è un uomo ossessionato da una mitologia assurda che si identifica con una produzione di tipo venale: la corsa economica, con la convinzione di creare felicità nell’uomo, rinunciando, invece, a ciò che è davvero essenziale nella vita: l’amore.”

 

Borkman è un self-made man: per lui conta la carriera, a tutti i costi. Brillante banchiere incorso in un fallimento finanziario di grandi dimensioni, da genio della finanza si ritrova a essere un fallito. Toccato dal disonore di otto anni di carcere, dissolta la stima degli altri nei suoi confronti, non sembra però disposto a considerarsi un vinto e continua a non avere dubbi sul valore demiurgico di quella che lui considera la sua missione. Si sente un creatore finanziario, quasi un artista della finanza, per la potenza visionaria del suo intendere. Ha rubato, sì, ma non per sé. Lo ricorda lo storico del teatro Roberto Alonge: Borkman ruba “perché si sente il portavoce del progresso, è l’angelo sterminatore del vecchio mondo precapitalistico”. In scena ci sono anche Roberto Alinghieri, Giorgia Salari, Francesco Sferrazza Papa, Roxana Doran.

 

“È un testo contro i totalitarismi dell’anima – riflette Sciaccaluga – tutti i personaggi sono talmente tormentati dalla realizzazione dei propri insensati desideri che vengono portati a negare un principio fondamentale dell’essere: la libertà e quindi l’ascolto degli altri. Certamente il contrasto tra maschile e femminile in questo testo è molto forte; la narrazione, per citare Bergman, è costituita da tante “scena da un matrimonio” dove il conflitto è l’unica forma di comunicazione che possa esistere tra l’uomo e la donna.”

 

Borkman si è chiuso in casa, in attesa della “grande occasione”. Piero Gobetti descrisse il teatro di Ibsen come “l’itinerario dell’eroe in cerca del suo ambiente”: e qui l’ambiente è condiviso da due sorelle, entrambe presenti nella vita dell’uomo. La moglie, Gunhild Borkman (Laura Marinoni), in un matrimonio freddo, aspro e irrisolto; e il primo amore, Ella Rentheim (Federica Di Martino), cui Borkman ha rinunciato per interesse. È uno scontro, è un abisso. Afferma ancora Alonge: “è l’universo della Cultura (che vuol dire repressione) contro la vita dell’istinto, della carne, della felicità”. La versione italiana è di Danilo Macrì, le scene e costumi di Guido Fiorato, le musiche di Andrea Nicolini, le luci di Marco D’Andrea.

 

Conclude Marco Sciaccaluga: “Mi sono soffermato su un’ambientazione di stampo contemporaneo, rinunciando alle atmosfere tipiche del mondo ottocentesco, proprio con l’illusione di riuscire a parlare con più veemenza al tempo presente. Le scelte musicali sono quasi provocatorie, nel senso che, per esempio, si sente la musica di un artista come Tom Waits e lui sa raccontare bene il lato grottesco dell’animo umano. Inoltre – prosegue – mi sono concentrato sul rapporto tra i vari personaggi, cercando di togliere ogni tipo di pateticismo o di melodramma. Credo sia uno spettacolo basato su un’idea molto antica: l’uomo è crudele all’uomo, ovvero ogni essere umano è nemico di ogni altro essere umano.”

Federica Di Martino, Gabriele Lavia, Laura Marinoni

 

Intervista a Marco SCIACCALUGA

di Angela Consagra

 

Che tipo di eroe è, secondo Lei, John Gabriel Borkman?

“È un eroe ridicolo… Abbiamo lavorato insieme a Gabriele Lavia, Laura Marinoni, Federica De Martino e il resto della compagnia su questo grande capolavoro di Ibsen, accorgendoci di quanto possa essere stupefacente il confronto tra il testo e la nostra contemporaneità. Alla fine non ci troviamo davanti a una tragedia, piuttosto si tratta di un dramma grottesco: Borkman è un super uomo ridicolo e con certe caratteristiche perfino nietzschiane, si può dire; in realtà, lui è un uomo ossessionato da una mitologia assurda che si identifica con una produzione di tipo venale: la corsa economica, con la convinzione di creare felicità nell’uomo, rinunciando, invece, a ciò che è davvero essenziale nella vita: l’amore. Nel testo è presente una battuta lancinante: Borkman dice alla sua ex amante, forse l’unico amore della sua vita, che “se c’è una buona ragione per farlo, una donna può essere sempre sostituita con un’altra…” Ecco perché Borkman può dirsi ‘un eroe ridicolo’ o meglio ‘grottesco’, questa è la definizione più corretta.”

 

Forse l’aspetto più affascinante è che John Gabriel Borkman si identifica come un testo sul potere e le sue implicazioni, ma allo stesso tempo costituisce anche una fonte di riflessione sul rapporto tra femminile e maschile…

“Sì, non c’è dubbio; il testo è caratterizzato da un totale fraintendimento del destino identitario dell’uomo che acquista un senso solo quando è capace di raggiungere il potere e il comando, un’autorevolezza totalitaria dell’essere. E ciò vale anche per le donne: nonostante Ibsen sia stato un autore quasi protofemminista – Ibsen ha scritto dei personaggi femminili straordinari – in quest’opera vige comunque nelle donne un’ossessione legata al potere. Questo discorso, per esempio, si ritrova nella figura della madre in rapporto con il figlio, attraverso il quale lei sogna insensatamente di riscattare le colpe del padre, oppure nel personaggio dell’amante e seconda madre che ha il desiderio altrettanto insensato di possedere Borkman affettivamente. È un testo contro i totalitarismi dell’anima, tutti i personaggi sono talmente tormentati dalla realizzazione dei propri insensati desideri, che vengono portati a negare un principio fondamentale dell’essere: la libertà e quindi l’ascolto degli altri. Certamente il contrasto tra maschile e femminile in questo testo è molto forte; la narrazione, per citare Bergman, è costituita da tante “scena da un matrimonio” dove il conflitto è l’unica forma di comunicazione che possa esistere tra l’uomo e la donna.”

 

John Gabriel Borkman è un classico; in che modo questo testo è capace di ricondurci alla nostra attualità?

“Noi viviamo in una società allarmante in cui abbiamo, soprattutto attraverso l’uso dei social media, l’illusione di parlarci gli uni con gli altri. In realtà, questo nostro mondo rappresenta la mitologia dell’individualismo: non viviamo in una società che comunica, anzi, nella nostra collettività ognuno individualmente, e anche un po’ apocalitticamente, emana i propri editti. In questo senso, un’opera come John Gabriel Borkman costituisce un ritratto assai amaro del mondo attuale.”

 

E dal punto di vista della regia, qual è l’idea che ha perseguito?

“Mi sono soffermato principalmente su un’ambientazione di stampo contemporaneo, rinunciando così alle atmosfere tipiche del mondo ottocentesco, proprio con l’illusione di riuscire a parlare con più veemenza al tempo presente. Le scelte musicali sono quasi provocatorie, nel senso che, per esempio, si sente la musica di un artista come Tom Waits e lui sa raccontare bene il lato grottesco dell’animo umano. Inoltre mi sono concentrato anche sul rapporto tra i vari personaggi, cercando di togliere ogni tipo di pateticismo o di melodramma. Credo sia uno spettacolo basato su un’idea molto antica: l’uomo è crudele all’uomo, ovvero ogni essere umano è nemico di ogni altro essere umano.”

 

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