Moschea Firenze, presidio dei residenti per chiedere un’altra collocazione

La vicenda della moschea di Firenze ha riempito a lungo le cronache nei mesi scorsi, ma anche ora che una soluzione sembra arrivare, non tutti sono d’accordo. Nella giornata di ieri, infatti, c’è stato un presidio in piazza dei Ciompi.

Alcune decine di persone si sono trovate a Firenze per chiedere una sistemazione diversa per la moschea. A breve la comunità islamica si trasferirà in una ex filiale di banca poco distante dalla sede attuale di piazza dei Ciompi: una soluzione che comunque non piace a qualche residente.

“Per la comunità islamica è giusto avere un locale per pregare – ha spiegato Matteo Innocenti, uno dei promotori del presidio che si è svolto ieri a proposito della nuova collocazione della moschea di Firenze -. Tuttavia non riteniamo che la nuova sede sia adeguata, per un problema di spazio: è più piccola della precedente e c’è il rischio che i fedeli siano costretti a stare fuori. C’è un problema di agibilità”.

Prosegue Innocenti. “Oggi abbiamo raccolto una trentina di firma, appena ne avremo 150 andremo in Comune a parlare, per capire se si può trovare un’altra situazione. Ripeto: siamo favorevoli alla moschea a Firenze, ma quello di piazza dei Ciompi è uno spazio troppo piccolo, non va bene”.

Maggio musicale, Pereira accusato di malagestione

Secondo quanto emerso, l’ex sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio musicale fiorentino, Pereira, è stato accusato di peculato. 126mila euro mancanti dalle casse della Fondazione che gli sono stati sequestrati dalla guardia di finanza.

Le contestazioni della magistratura rivelano scenari inquietanti sulla gestione dell’ex sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio musicale fiorentino, Alexander Pereira.  Il sottosegretario alla cultura, Gianmarco Mazzi, leggendo di questi sprechi assurdi, ha affermato: “ci domandiamo come sia possibile che nulla sia mai stato fatto prima dell’intervento del ministero, il quale, nonostante le resistenze locali, ha commissariato Pereira dopo poche settimane”.

Ha, inoltre, sottolineato che “oggi tutto il nostro impegno è per i 300 lavoratori a rischio e per le loro famiglie e nei prossimi giorni, al ministero, sarà convocato un tavolo con Regione e Comune. Il risanamento dovrà andare di pari passo con l’accertamento di tutto quello che è accaduto”.

A riguardo si è espresso anche il presidente della Toscana, Eugenio Giani, il quale si dice allibito dalla notizia del sequestro della somma di 126mila euro, e afferma che “se avessimo lasciato il sovrintendente Chiarot, oggi anche la situazione del Maggio sarebbe diversa, in positivo”.

Leggendo i dispositivi del magistrato e la conferma da parte del tribunale del riesame, Giani si è chiesto in maniera ironica, “quale grave indigenza abbia portato un tecnico della musica, un sovrintendente, “a richiedere un rimborso di 126mila euro?”

Sulla crisi economica della Fondazione del teatro del Maggio musicale fiorentino, la Slc Cgil di Firenze, Prato e Pistoia e la Fistel Cisl ritengono “di dovere dare mandato ai propri legali perché si valutino le condizioni per procedere ad una azione di responsabilità e di richiesta di risarcimento del danno che i lavoratori dovessero subire”.

“Costringere chi lavora a doversi tutelare per via legale sarebbe profondamente deprecabile”, aggiungono i sindacati.

Da mesi, continuano, “abbiamo richiesto e auspicato cooperazione tra ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Firenze. E da mesi, tutti noi, abbiamo potuto apprezzare le innumerevoli dichiarazioni volte alla tutela dei lavoratori del Maggio, ma al momento l’unica cosa certa è che l’annunciato tavolo istituzionale, necessario per il salvataggio del Teatro, non pare essere stato nemmeno convocato”.

Allora, proseguono i sindacati, “è necessario ricordare che la crisi del Maggio non è stata causata da un evento improvviso ed inevitabile, ma da un singolo individuo perseguibile, che risponde al nome di Alexander Pereira“.

Allerta meteo, a Firenze domani chiusi parchi e aree verdi

Parchi, giardini ed aree verdi pubbliche chiusi nella giornata di domani e fino alle 8 di sabato a Firenze alla luce dell’allerta meteo arancione e del rischio di temporali, nubifragi e grandinate che potrebbero abbattersi sulla città.

Secondo quanto si apprende da un’ordinanza firmata dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, “vista la previsione particolarmente critica” diramata attraverso l’allerta meteo regionale, “si ritiene necessario procedere alla chiusura di giardini, parchi ed aree verdi pubbliche ad accesso regolamentato nella giornata di venerdì 30 giugno e fino alle 8 di sabato 1 luglio”. Si specifica infatti che i fenomeni potranno risultare forti e localmente persistenti e potrebbero essere accompagnati da intense raffiche di vento e grandinate.

L’obiettivo è evitare pericoli, specialmente nelle aree verdi dove ci sono alberi e rami che potrebbero staccarsi e cadere. In questi giorni ci sono diversi eventi in città legati all’Estate Fiorentina e per questo, sempre all’interno del testo dell’ordinanza, si specifica anche il divieto di “qualunque attività all’aperto nei giardini-parchi pubblici ed aree verdi della Città di Firenze”

Alle persone viene inoltre raccomandato di non frequentare parchi e aree verdi liberamente accessibili, mentre ai gestori delle attività economiche presenti all’interno di questi ultimi viene ordinato di garantire le condizioni di sicurezza delle aree di loro pertinenza.

Inoltre, si legge dall’ordinanza, verrà sospesa anche la fermata della Tramvia ‘Cascine’ della linea T1, ubicata nell’omonimo parco.

Firenze, Nardella insiste sulla viabilità green

Il sindaco di Firenze Dario Nardella invita i cittadini fiorentini dotati di vetrofania a limitare l’uso del veicolo privato

La lettera inviata da Dario Nardella ai cittadini fiorentini recita: “Gentile concittadina, gentile concittadino, desidero informarla che la giunta comunale ha deciso di prorogare fino alla data del 30 settembre 2024 la validità della vetrofania in suo possesso”.

E aggiunge: “a fronte di questa importante agevolazione vorrei anche ricordarle l’importanza di limitare l’uso del veicolo privato ai casi di effettività necessità, preferendo se possibile la mobilità pedonale e ciclabile, la sharing mobility e i trasporti pubblici, in favore di una mobilità fiorentina più pulita”.

La lettera inviata ai fiorentini che sono in possesso della vetrofania, cioè il ‘bollino’ che consente di sostare anche nelle strisce blu di sosta promiscua delle Zcs diverse dalla zona di residenza, è volta ad avvisare la popolazione della decisione che “è stata presa per venire incontro alle necessità dei residenti” pur ribadendo la necessità di limitare l’uso del veicolo privato”.

Quale ulteriore segno dell’impegno e dell’attenzione che la città di Firenze e i suoi residenti dimostrano nei confronti della tutela ambientale, ha concluso Nardella, “si ricorda la possibilità di usufruire degli incentivi offerti tramite l’operazione ‘aria pulita’, finalizzata alla sostituzione dei veicoli inquinanti fino a euro 5 diesel”.

Riconsegnata lettera del Vasari trafugata nel 2001

Una lettera del Vasari datata 1566 sarebbe stata restituita dall’Arma dei carabinieri di Firenze dopo più di vent’anni dalla sua sparizione

Il comandante del Nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Firenze Claudio Maut ha oggi riconsegnato una lettera di Giorgio Vasari datata 18 marzo 1566. Trafugata nel 2001 ad Arezzo, la lettera è stata restituita alla Fraternita dei laici, presso il cui archivio era conservata.

L’opera, recuperata a Londra, avrebbe un valore stimato di circa 20mila euro.

Il furto è stato denunciato presso l’Arma dei carabinieri di Arezzo nel 2008, ha spiegato il comandante Claudio Mauti, nel corso di una conferenza stampa. “Una studiosa stava consultando il faldone che avrebbe dovuto contenere la lettera e disse ai responsabili che mancava quel documento”

Secondo quanto ricostruito, si presume che la lettera “sia stata asportata prima del 2001”. Da lì sono partite le indagini, che hanno condotto nel 2020 a nuovi ed interessanti risvolti: la casa d’aste Sotheby’s di Londra e Bruxelles, infatti, avrebbe avuto mandato dagli eredi di un noto collezionista di “avviare un’asta per vendere il bene non conoscendone la provenienza”.

Mauti ha spiegato ancora che “Sotheby’s si era interessata presso la Fraternita dei Laici per vedere la legalità o meno della lettera. Chi voleva mettere in vendita il bene, una volta scoperta l’origine, ha accettato di restituirlo”.

Nonostante il ritrovamento della lettera, al momento risulta impossibile ai carabinieri indicare, anche vagamente, una pista per individuare lo sconosciuto colpevole.

In occasione della cerimonia di riconsegna alle Gallerie degli uffizi, il direttore Eike Schmidt ha celebrato il lavoro del comando Tpc dei carabinieri che ha sede a Palazzo Pitti: “c’è una collaborazione continua non solo per il recupero delle opere nostre o di altre istituzioni nazionali, ma anche per il recupero di beni librari archivistici e culturali nel senso più largo”.

Si è espressa al riguardo anche Marianna Lora della casa d’aste Sotheby’s ed ha sottolineato che “c’è stata una bella collaborazione perché la lettera è stata consegnata al nostro ufficio per una eventuale asta e, facendo delle ricerche, abbiamo scoperto che il documento era stato trafugato”.

Kata, nuove perquisizioni. Scalfarotto (Iv): “Perché l’Astor non è stato sgomberato prima?”

Sono in corso in queste ore nuove perquisizioni dei carabinieri a Firenze nell’ambito delle ricerche della piccola Kata, la bimba peruviana di cinque anni scomparsa dal 10 giugno. I carabinieri si stanno concentrando sui garage di un condominio di via Monteverdi che confina con l’ex hotel Astor.

Presenti anche i carabinieri della scientifica che svolgono i rilievi nei box e anche in una vicina cabina dell’Enel. La piccola Kata è scomparsa dal 10 giugno e da allora non si hanno più notizie di lei.

Nei giorni scorsi sono state nuovamente scandagliate le immagini delle telecamere che si trovano nei pressi dell’ex Astor, ma della piccola Kata al momento non c’è traccia.

Da stamattina i genitori di Kata vengono ascoltati al comando dei carabinieri. È stata la stessa coppia a chiedere di essere nuovamente ascoltata dagli investigatori.

Le perquisizioni, fanno sapere i carabinieri, hanno interessato i locali di una ditta, ed alcuni garage, adiacenti al cortile dell’ex hotel Astor. L’attività è finalizzata alla ricerca (anche mediante impiego del luminol) di eventuali tracce utili alle indagini, volte a ricostruire le possibili vie di fuga attraverso cui la piccola Kata potrebbe essere stata fatta uscire dal complesso occupato, in cui dimorava sino al 10 giugno scorso. L’azienda oggetto di perquisizione è di proprietà di due fratelli italiani, terzi non indagati.

Aggiornamento ore 15.26 – Della sparizione di Kata si è parlato durante il Question Time al Senato. “Chiediamo di comprendere perché la Procura di Firenze non abbia ritenuto di disporre e procedere allo sgombero dei locali occupati nell’ex hotel Astor di via Maragliano, a Firenze, nonostante le segnalazioni della Digos e le protratte situazioni di illegalità più volte e da più parti denunciate negli ultimi mesi”. E’ questa la richiesta del senatore di Iv-Az, Ivan Scalfarotto, rivolta al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. In particolare Scalfarotto chiede perché “il provvedimento di sgombero sia stata messo in atto solo dopo la sparizione di una minore. La situazione era sconosciuta al grande pubblico, ma non a chi abitava vicino. La domanda è se la decisione fosse stata presa prima si poteva evitare la sparizione di Kata? e se questa sparizione “possa in qualche modo ascriversi alla permanenza, sua e della sua famiglia, all’interno dello stabile occupato”.

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