Toscana: antifascismo entra in statuto regionale

La norma prevede che alla fine del comma 1 dell’articolo 3 dello statuto della Regione Toscana siano aggiunte le parole: “promuove, difende e pratica la memoria della Resistenza e l’antifascismo quale principio costitutivo del proprio ordinamento”.

“L’antifascismo e la Resistenza costituiscono le radici della Regione Toscana, che ha nel proprio stemma il Pegaso alato che fu del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale. Oggi il voto favorevole del Consiglio regionale a quella che era stata una proposta che abbiamo ritenuto giusto e necessario avanzare, sancisce con maggiore forza questa connotazione profondamente democratica e antifascista delle nostre istituzioni e ci impegna ancora di più sul fronte della diffusione della cultura della Memoria”.

Lo hanno dichiarato il presidente della giunta Regionale Eugenio Giani, e l’assessora con delega alla memoria, Alessandra Nardini, commentando il fatto che nello statuto della Regione Toscana entra il richiamo al principio dell’antifascismo come “valore fondante dell’azione regionale”.

Per Giani e Nardini è “cruciale ribadire questi concetti nell’attuale fase storica perché vogliamo dire con estrema chiarezza che in Toscana non c’è e non ci potrà mai essere nessuno spazio per rigurgiti nazifascisti. Nessuna sottovalutazione rispetto a episodi vergognosi accaduti nel nostro Paese e anche nei nostri territori: saluti romani, sfregi con svastiche alle lapidi in ricordo di partigiane e partigiani, attacchi alle sedi del sindacato come quelli a cui abbiamo assistito recentemente, una lista che purtroppo potrebbe essere ancora più lunga”.

Sempre a proposito di antifascismo, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo ha detto che “la Toscana è antifascista da sempre. Da oggi è scritto nero su bianco anche nel suo statuto. Il nostro simbolo, il Pegaso alato era il simbolo del Comitato toscano di Liberazione nazionale e rappresentava della libertà del popolo italiano. Essere antifascisti oggi vuol dire riconoscersi nei valori della dignità, della libertà e dell’uguaglianza scritti nella nostra Costituzione, nata proprio dalla lotta antifascista”.

🎧 Toscana: al via corso formazione contro stereotipi di genere

Iscrizioni aperte dallo scorso 22 settembre. Hanno già aderito in circa 400. PARtime, è rivolto a  docenti, educatori e personale Ata, ed è  pensato da Regione  Toscana e Indire per educare alle differenze.

Educazione alle  pari opportunità e dell’uguaglianza di diritti,  rispetto delle differenze,   contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. sono questi gli obiettivi del corso di formazione  PARtime, organizzato da Regione Toscana e Indire  per servizi per l’infanzia e per le  scuole.

PARtime,  è  un percorso di formazione e ricerca sulla cultura del rispetto e della parità, grazie alla collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e Anci Toscana. Si si rivolge in particolare a  docenti, dirigenti scolastici, personale Ata delle scuole di ogni ordine e grado e a educatrici ed educatori dei servizi per l’infanzia (0-6) del territorio toscano.

Il progetto è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa in Palazzo Strozzi Sacrati dall’Assessora a Istruzione e Pari Opportunità della Regione Toscana Alessandra Nardini, da alcuni rappresentanti del gruppo di ricerca Indire Maria Teresa Sagri e Daniela Bagattini, dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Ernesto Pellecchia e da Eleonora Ducci, responsabile Anci Toscana per politiche sulla parità di genere e Sindaca di Talla.

PARtime è organizzato su piattaforma moodle per una “frequenza” in piena autonomia, attraverso videolezioni on demand e kit didattici scaricabili. Al termine, iscritte e iscritti, che potranno partecipare gratuitamente, conseguiranno un attestato che riconoscerà 25 ore di formazione. Il percorso è stato curato da esperte/i di Indire e del mondo dell’Università, dei Centri antiviolenza, della Giustizia.

Sono previste lezioni teoriche e laboratoriali. Le prime permettono di avere un quadro sintetico ma completo sul tema dell’educazione di genere, con particolare riguardo alla didattica curricolare e al ruolo della scuola nella prevenzione degli stereotipi e della violenza di genere, come previsto dalla Convenzione di Istanbul. Le lezioni teoriche sono obbligatorie al fine del conseguimento dell’attestato e sono suddivise in quattro moduli composti da videolezioni.

Le lezioni laboratoriali sono specificamente declinate per le scuole di ogni ordine e grado, offrono idee, suggerimenti e materiali da adottare nella didattica quotidiana.Le iscrizioni sono aperte dallo scorso 22 settembre al seguente link: https://partime.indire.it/.

L’educazione alle differenze e alla parità di genere – afferma l’assessora a istruzione e pari opportunità della Regione Toscana Alessandra Nardini – riveste un ruolo cruciale per destrutturare gli stereotipi e combattere i pregiudizi, tra le principali cause di molti fenomeni: dalla segregazione orizzontale e verticale delle donne nel mondo del lavoro, al divario retributivo, fino alla violenza di genere”. “Per questo – prosegue Nardini – stiamo rafforzando il nostro impegno nel promuovere, a partire dall’educazione dalle bambine e dei bambini, la cultura del rispetto e della parità, nel solco tracciato dalla legge regionale 16 del 2009 sulla cittadinanza di genere, con cui la Toscana si è posta all’avanguardia su questi temi. In questa legislatura abbiamo potenziato il nostro impegno sul fronte dell’educazione anche attraverso i PEZ, i Progetti Educativi Zonali, nelle cui linee guida, dallo scorso anno, abbiamo voluto inserire un’attenzione particolare riservata al contrasto degli stereotipi di genere, che dovrà permeare tutti i progetti, nella prospettiva della promozione delle pari opportunità. Con PARtime ci impegniamo sul fronte della formazione di docenti, educatrici e educatori e di tutte e tutti coloro che lavorano nei servizi per l’infanzia e nelle scuole toscane. Ringrazio Indire per la competenza del gruppo di lavoro impegnato in questo progetto, l’Ufficio Scolastico Regionale e Anci, con cui stiamo cercando di favorire la massima partecipazione”.

“È importantissimo che la decostruzione degli stereotipi di genere inizi in tenera età, come ci dice la stessa letteratura scientifica – ha commentato Eleonora Ducci, responsabile Anci Toscana per politiche sulla parità di genere e sindaca di Talla -. Intervenire anche nei nidi, che tra l’altro sono di più stretta competenza comunale, diventa fondamentale. Ringrazio la Regione e l’Ufficio scolastico regionale perché la regia generale che sono in grado fornire consente di annullare le differenze tra i territori, poiché non da tutte le parti c’è la stessa sensibilità sui temi della parità. Questa regia è anche un modo per ribadire che il contrasto agli stereotipi è una questione che non può essere messa in discussione a seconda degli orientamenti politici che possono avvicendarsi nelle nostre istituzioni”.

A oggi sono in circa 400 tra docenti, educatori e educatrici, personale Ata, ad aver aderito. Sarà possibile iscriversi fino all’8 ottobre prossimo mentre la piattaforma on line sarà attiva dall’11 ottobre. Nei prossimi mesi, è in programma la riapertura dei termini per le adesioni.

La partecipazione alla formazione prevede la compilazione di due questionari: uno propedeutico all’iscrizione, uno a conclusione della formazione, al fine di rilevare aspettative e bisogni del personale educativo e scolastico su queste tematiche e una valutazione del corso.

NELL’AUDIO L’ASSESSORA ALLE PARI OPPORTUNITA’ DELLA REGIONE TOSCANA, ALESSANDRA NARDINI

Regione Toscana triplica risorse per politiche parità di genere

Lo ha detto l’assessora regionale a lavoro e pari opportunità della Toscana Alessandra Nardini,  nel suo intervento pomeridiano alla Fiera Toscana del Lavoro.

Superare le disuguaglianze di genere e la segregazione orizzontale e verticale, che ancora persiste nel mondo del lavoro è un obiettivo prioritario per la Regione Toscana. Per qeusto le risorse FSE+ a favore della parità di genere nel periodo 2021-2027 saranno triplicate rispetto alla programmazione precedente.

Lo ha detto l’assessora al lavoro e alle parti opportunità, Alessandra Nardini,  che, nel corso del suo intervento pomeridiano alla Fiera Toscana del Lavoro, ha voluto ribadire l’impegno della Giunta regionale toscana sul fronte delle politiche di welfare ma anche sul quello delle politiche educative, a partire dal progetto “nidi gratis” che sarà finanziato appunto con il Fondo Sociale Europeo e sosterrà l’accesso al nido delle bambine e dei bambini provenienti da famiglie economicamente più in difficoltà, con l’obiettivo fondamentale di combattere la povertà e le disuguaglianze educative. Saranno inoltre destinati circa 36 milioni di euro dell’FSE al progetto ATI, che prevede specifici interventi di sostegno dell’occupazione femminile e promozione della parità di genere.

A questo riguardo l’assessora ha ricordato il rifinanziamento, già a partire da quest’anno grazie ai residui FSE 2014-2020 della legge regionale  toscana 16/2009, la legge sulla cittadinanza di genere, che ha destinato 800.000 euro alle Province toscane e alla Città Metropolitana per interventi di contrasto agli stereotipi di genere nelle scuole, redazione di bilanci di genere, azioni di sostegno all’occupazione femminile e sostegno alle studentesse che scelgono le cosiddette materie STEM.

L’assessora ha ricordato che la pandemia ha acuito disuguaglianze già esistenti, rendendole ancora piu’ drammatiche e urgenti da affrontare. Ha sottolineato anche la necessità di un grande cambiamento culturale che porti ad una più equa distribuzione del tempo di cura all’interno della coppia, ancora oggi quasi esclusivamente sulle spalle delle donne. ‘Rompere i soffitti di cristallo’ quindi, ma anche contrastare stereotipi e retaggi culturali che continuano a relegare le donne principalmente solo in alcuni ambiti.

 

Firenze: al via Fiera Toscana del Lavoro, 7000 candidati in cerca

Ha preso il via stamattina alla Fortezza da Basso di Firenze, e si concluderà il 21 settembre, la seconda edizione della Fiera Toscana del Lavoro, promossa da Regione Toscana e da Arti (Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego) per favorire il contatto diretto tra le persone in cerca di occupazione e le imprese alla ricerca di candidate e candidati.

Sono circa 7mila le candidature pervenute, 400 i profili ricercati e 1.000 le opportunità di lavoro offerte. “Arti sta sviluppando un’azione molto importante di avvicinamento delle politiche dell’offerta e della domanda, e sta creando le condizioni perché la Toscana sia un esempio”, ha affermato il presidente della Regione Eugenio Giani, secondo cui “non vi sono settori sui quali dover puntare di più: si tratta semplicemente di creare le condizioni in ogni settore per offrire quel personale specializzato che possa far crescere l’occupazione e l’economia”.

L’attenzione al superamento del disallineamento tra domanda e offerta, spiega Alessandra Nardini, assessora regionale alla formazione e al lavoro, è centrale nelle politiche della Toscana: la fase attuale “è molto complessa anche per quanto riguarda l’occupazione”, ma “questo è un periodo di straordinarie opportunità per risorse e strumenti a disposizione”, come ad esempio “il nuovo Programma Gol (Garanzia Occupabilità Lavoratori): per la Regione Toscana solo la prima tranche vale oltre 50 milioni (prima annualità); a questi si sommano i quasi 54 milioni delle risorse residue degli ammortizzatori in deroga che la Toscana è riuscita sbloccare e il nuovo settennato del Fondo Sociale Europeo, Fse”. Proprio per utilizzare al meglio queste risorse sono stati messi in campo percorsi di concertazione sia a livello regionale che provinciale con le parti sociali che compongono la Commissione Regionale Tripartita, condividendo strumenti e priorità e provando a rispondere, anche grazie ai Protocolli territoriali sulla formazione, ai fabbisogni formativi dei singoli territori, molto eterogenei per vocazioni e peculiarità. La parola d’ordine, ripete l’assessora, deve essere complementarietà, per riuscire ad allargare la platea dei beneficiari e dare risposte adeguate, grazie al nostro modello toscano. Un modello che vede al centro i servizi pubblici per l’impiego – sui quali si sta investendo dal punto di vista del personale, delle sedi e delle infrastrutture digitali e tecnologiche – In sinergia con i privati accreditati. Questa è la complementarità, la logica di cooperazione, che caratterizza il modello toscano, sul quale vogliamo continuare ad investire.

Tra gli altri è intervenuto il commissario straordinario di Anpal (l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), che ha sottolineato come la Toscana sia tra le prime Regioni Italiane a raggiungere con tre mesi di anticipo i target fissati dall’Unione europea per l’attuazione dei programmi previsti nell’ambito del Pnrr sul fronte delle politiche attive del lavoro e della formazione.

La Fiera Toscana del Lavoro è promossa e realizzata da Regione Toscana e ARTI (Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego) ed è finanziata dal Fondo Sociale Europeo.

🎧Salute: accordo Regione Toscana Ufficio Scolastico per promozione in istituti

Siglato l’accordo di collaborazione tra Ufficio scolastico regionale, che fa capo del Ministero dell’istruzione, università e ricerca, e la Regione Toscana per la promozione della salute a scuola, come previsto dal Piano regionale della prevenzione 2020-2025.

Favorire  proposte educative continuative e integrate lungo tutto il percorso scolastico, affinché il rapporto tra i due sistemi, quello della scuola e quello sanitario, possa prevedere e operare attraverso una programmazione congiunta e partecipata, rispondere ai bisogni manifestati dalle scuole, prevenire comportamenti non salutari; adottare azioni volte all’equità nella salute.

Sono questi gli obiettivi del protocollo firmato oggi tra Regione toscana e Ufficio Scolastico Regionale.

Partendo, inoltre, dall’analisi condivisa dei bisogni, saranno garantiti gli elementi essenziali per una programmazione partecipata che consenta il superamento delle singole progettualità a favore di azioni concordate e attivabili in 6 macro aree di intervento: relazioni, accoglienza ed emozioni per star bene a scuola; affettività e sessualità consapevole; prevenzione delle dipendenze e comportamento a rischio; cultura della sicurezza; cultura della donazione e della cittadinanza consapevole; alimentazione e movimento.

Per condividere attività ed esperienze sarà realizzata una pagina web dedicata alla “Rete delle Scuole che promuovono Salute” e sarà adottato un apposito logo per le scuole che entreranno a far parte di questo percorso.

Soddisfatto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani,  che ha sottolineato come per i prossimi cinque anni l’accordo consentirà di rafforzare ulteriormente la stretta alleanza tra la Regione e l’Ufficio scolastico della Toscana, per fare prevenzione e per promuovere salute a scuola, ma anche nei luoghi di aggregazione giovanile, contesti dove si acquisiscono adeguate competenze di vita, attraverso il confronto fra pari e l’interazione con gli adulti di riferimento. Le evidenze scientifiche mostrano, peraltro, come salute e rendimento scolastico siano fortemente connessi, ha aggiunto il presidente. Lavorare insieme, in rete, non solo è indispensabile, ma anche la nuova modalità per raggiungere obiettivi duraturi e di qualità.

Per l’assessore regionale al diritto alla salute la scuola rappresenta il luogo di confronto imprescindibile per il mondo sanitario in quanto, più di qualsiasi altra Istituzione, può istruire e formare per vivere in modo più sano, rendere possibile un’efficace attività di promozione della salute a beneficio delle studentesse, degli studenti e di tutto il personale che in essa opera. La collaborazione tra sanità e scuola attraverso l’Ufficio scolastico regionale è fondamentale per fare sempre più rete.

La scuola, ha commentato l’assessora regionale all’istruzione nel ringraziare l’Ufficio scolastico regionale e l’assessorato alla sanità per la preziosa collaborazione, ha la capacità di costruire reti e connessioni e la sua missione educativa deve mirare a obiettivi comuni per il raggiungimento di un migliore stato di salute e di qualità della vita, e per la promozione della salute e dell’equità nella salute, che necessitano di interventi lungo tutto il corso della vita, secondo un approccio life course, per assicurare a ogni bambina e bambino un buon inizio, ma anche per prevenire comportamenti non salutari, che si instaurano spesso nell’infanzia e nell’adolescenza e, quindi, per consolidare uno stile di vita sano.

Per Roberto Curtolo dell’Ufficio scolastico regionale la firma dell’accordo di collaborazione tra Usr Toscana e Regione è il primo passo di un susseguirsi di alleanze e sinergie intersettoriali che intendono condividere una progettualità mirata alla promozione della salute. Questo accordo sigla l’impegno delle istituzioni e della Scuola in riferimento a un diritto fondamentale il cui valore sociale racchiude l’essenza del benessere di un territorio. La salute è responsabilità di tutti, ha ricordato ricorda Curtolo, e non può essere declinata in maniera settoriale e riduttiva agli interventi da mettere in atto una volta che si evidenza il malessere o la malattia. Nelle azioni concrete che la rete di Scuole che promuovono salute intraprenderà a partire dalla firma di questo protocollo si evidenzierà la duplice accezione del concetto di salute. Da una parte le istituzioni scolastiche si adopereranno per educare i giovani alla difesa della salute nella sua dimensione individuale. Dall’altra, la scuola diventerà l’attore principale nella costruzione di una comunità consapevole dell’importanza della prevenzione, che si riflette sui comportamenti e sulle scelte salutari e che favorisce il miglioramento della qualità della vita.

Il richiamo a partecipare alla rete Scuola che promuove salute rivolto dall’Usr alle istituzioni scolastiche toscane si articolerà in diversi step programmatici che si svilupperanno in sequenza, con l’auspicio di Curtolo che la durata quinquennale dell’attuale Accordo diventi un volano che stimoli verso un autentico cambio di mentalità e che veda coinvolte sempre un numero maggiore di studenti e di istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

NELL’AUDIO- il presidente Giani e l’assessora Nardini

 

L’Università di Pisa inaugura bagni genderless, senza distinzione di genere

Passo avanti per l’Università di Pisa: oggi al Polo Piagge sono stati inaugurati due degli 86 bagni ‘genderless’, ovvero senza distinzione di genere, distribuiti in tutto l’ateneo pisano. Una scelta inclusiva che punta a eliminare le discriminazioni.

Quella dei bagni genderless è una battaglia che molti studenti nei vari atenei di tutta Italia stanno portando avanti: una necessità che all’Università di Pisa è stata ascoltata e accolta e che ha portato all’inaugurazione che si è tenuta oggi. Il rettore Paolo Mancarella ha sottolineato che l’ateneo “è il primo in Toscana e tra i primi in Italia a fare questa scelta di civiltà per dichiarare con fermezza che nella nostra università non troveranno spazio le discriminazioni”. “Le rivoluzioni culturali iniziano, molto spesso, con un piccolo gesto – ha aggiunto Mancarella – e la targhetta che da oggi compare su circa un centinaio dei bagni del nostro ateneo rientra in questa categoria”.

Presente alla cerimonia inaugurale anche l’assessore regionale all’università e alle pari opportunità Alessandra Nardini che ha definito quel dell’ateneo pisano “una decisione di grande civiltà e coraggio in un Paese dov’è certe azioni sono purtroppo ancora troppo difficili d compiere”. Nardini ha inoltre ricordato che “la Toscana è stata la prima regione a dotarsi di una legge regionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e di questo siamo orgogliosi: siamo stati, siamo e vogliamo essere sempre più, terra di diritti e pari opportunità e l’Università di Pisa ne è un ottimo esempio, anche grazie a un regolamento per le carriere alias tra i più all’avanguardia”.

Non sono tuttavia mancate le critiche: il rappresentante degli studenti, Luca Giannoccaro ha criticato il gesto dell’ateneo, definendo questa scelta “solo di facciata e per accaparrarsi qualche titolo di giornale: perché in questo percorso le persone non binarie e trans sono state completamente ignorate e, a solo titolo esemplificativo, infatti, è stato utilizzato un simbolo che è comunemente usato per usare l’orientamento bisessuale e che nulla ha a che vedere con l’identità di genere”.

Il simbolo scelto per indicare il bagno genderless è uno tra quelli che viene riconosciuto a livello internazionale per indicare il genere neutro e che graficamente vuole dare l’idea di fluidità e superamento del binarismo: “La scelta di creare dei bagni genderless utilizzabili da chiunque, indipendentemente dalla propria identità o espressione di genere – afferma il delegato del rettore alle pari opportunità e questioni di genere, Arturo Marzano – recepisce una richiesta proveniente dalla componente studentesca per garantire uno spazio a chi non si identifica in un genere specifico, a soggetti non binari, a persone transgender, confermando lo spirito di inclusività e rispetto che ha plasmato l’intero mandato rettorale di Mancarella che si sta concludendo”.

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