Mer 8 Mag 2024

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Rifiuti e ‘ndrangheta in Toscana: sequestro di 5 mln a imprenditore

Rifiuti e ‘Ndrangheta in Toscana:  Dia, carabinieri del Noe e forestali di Firenze, nell’ambito di un’attivita’ congiunta e coordinata dalla procura del capoluogo toscano, hanno sequestrato beni per oltre 5 milioni di euro nei confronti di un imprenditore calabrese operante in Toscana nel settore dei rifiuti, gia’ arrestato lo scorso aprile nell’operazione denominata ‘Keu’, rifiuto derivante dall’attivita’ concia delle pelli che nonostante presentasse particolari criticita’ ambientali sarebbe stato riutilizzato per sottofondi stradali, terreni agricoli e opere pubbliche.

I beni sono stati sequestrati in esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale disposta dal tribunale fiorentino su richiesta della procura: per l’accusa l’imprenditore avrebbe accumato nel corso degli anni “un ingente patrimonio di origine delittuosa”. Comprende vari terreni e abitazioni nelle province di Arezzo e Pisa, e nel Crotonese, conti correnti, societa’ e auto facenti capo all’indagato e al suo nucleo familiare.

Le indagini dei carabinieri di Noe, Nipaaf e sezione di polizia giudiziaria di Firenze sullo smaltimento del keu avevano anche consentito di acquisire riscontri, si spiega in una nota dell’Arma, circa “la vicinanza del proposto a famiglie ‘ndranghetiste crotonesi riconducibili alla cosca Grande Aracri di Cutro (Crotone).

Tale circostanza peraltro è emersa in ulteriori recenti indagini coordinate dalla DDA fiorentina e condotte dalla sezione anticrimine del ROS di Firenze. La DIA, il NOE e il NIPAAF di Firenze, in particolare, hanno effettuato anche accertamenti patrimoniali sul conto dell’imprenditore, scaturiti dal sospetto dei suoi legami con la ‘ndrangheta, mediante l’analisi dei beni personali, delle società e dei conti bancari a lui riconducibili. Il patrimonio sequestrato comprende numerosi terreni e abitazioni in Toscana, nelle province di Arezzo e Pisa, e in Calabria, nel crotonese, oltre a conti correnti, società e automezzi facenti capo all’indagato e al suo nucleo familiare.

Il destinatario della misura di prevenzione e’ l’imprenditore calabrese Francesco Lerose, titolare di due impianti di riciclaggio inerti, uno a Pontedera (Pisa) e uno a Bucine (Arezzo), gia’ sequestrati nell’ambito dell’inchiesta penale e oggi oggetto di un nuovo sequestro ai fini della confisca. In particolare, secondo le indagini che hanno portato all’arresto dell’imprenditore lo scorso aprile, nell’impianto di Pontedera le ceneri inquinanti derivanti dal trattamenti dei rifiuti delle concerie, dette Keu, venivano miscelate abusivamente con altri inerti e poi classificate come materiale per l’edilizia. Oltre che per i due impianti, il sequestro oggi e’ scattato per alcune societa’ riferibili a Lerose, rapporti finanziari, beni mobili tra cui auto e camion, abitazioni, garage e terreni intestati sia all’imprenditore che ai suoi familiari.

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