Ieri dopo avere esaminato i ricorsi pervenuti dall’ala riformista, la commissione provinciale di garanzia del PD pisano ha certificato la violazione dello statuto del partito relativamente alla validità dell’anagrafe degli iscritti. Ceccanti: ’a Pisa nascono i dem per Trump’
Il congresso del Pd per eleggere il segretario dell’unione comunale di Pisa si inceppa e rischia di finire sotto la lente degli organismi di vigilanza interni fino al Nazareno. Ed è scontro tra schleiniani e riformisti. La commissione provinciale di garanzia ha deciso di “inibire ogni uso delle anagrafi antecedentemente approvate a ogni organo del partito, per qualsiasi finalità, specie se produttive di effetti giuridici o di composizione degli organi” inviando il dispositivo anche al presidente della commissione congresso, incaricata di organizzare il voto nei singoli circoli.
“Invito Marco Biondi a fermarci insieme – ha affermato in una nota il candidato dei rifomistidel PD , Mario Iannella rivolgendosi al suo sfidante – perché non ci sono le condizioni per andare avanti, rischiamo una frattura insanabile. Facciamo entrambi un passo indietro, per permettere al partito di ripartire davvero. Se ciò non accadrà, non parteciperemo a un processo profondamente viziato. Ma continueremo, in ogni sede, a chiedere che sia rispettato e garantito il diritto degli iscritti a un congresso democratico, vero, legittimo”.
Iannella ha anche ricordato che fin “dalla prima assemblea, svolta contro le indicazioni degli organi di garanzia non abbiamo mai partecipato e non parteciperemo a un congresso che si sta svolgendo in un clima di evidente illegittimità e irregolarità”.
Ora, conclude il candidato dei rifomisti PD , “la commissione di garanzia ha certificato che non esiste un’anagrafe univoca e stabilizzata degli iscritti e i responsabili dell’anagrafe hanno escluso la possibilità di utilizzare questi dati per il voto, mentre le richieste di chiarimento della commissione sono rimaste senza risposta: la commissione di garanzia sta conducendo approfondimenti sulle condotte di entrambi i candidati, adottando anche provvedimenti cautelari per garantirsi il tempo necessario a tali verifiche e continuerò a partecipare alle audizioni, convinto che da esse emergerà la correttezza del mio comportamento”.
“Pisa è un posto interessante. Sembra nata una nuova curiosa area politica, i Democratici per Trump”. Sceglie l’ironia l’ex deputato PD e costituzionalista Stefano Ceccanti per commentare il caos che ha investito il Pd pisano e di cui è stato indirettamente protagonista essendo stato tra i primi a denunciare agli organismi dirigenti locali del partito di non aver potuto “esercitare correttamente il suo diritto di voto” nel circolo in cui è regolarmente iscritto.
“La commissione di garanzia provinciale – osserva Ceccanti – approva due delibere che incidono sull’iter congressuale portandolo di fatto alla sospensione (come procedere se l’anagrafe degli iscritti viene ritenuta inaffidabile?) e qualcuno trumpianamente sostiene che si deve andare avanti lo stesso prescindendone del tutto e delegittimando gli organi di garanzia. Se ci sono arbitri finalmente si sveglino”.