E’ quanto sostengono i pm di Firenze descrivendo al gip i motivi delle esigenze cautelari nella richiesta di arresto della sindaca Bugetti che il 19 giugno sarà oggetto di un interrogatorio per entrambi gli indagati
Ilaria Bugetti (Pd) non garantisce alla cittadinanza di Prato l’indipendenza e la terzietà che deve dare un sindaco in quanto ricattabile e asservita alle richieste dell’industriale Riccardo Matteini Bresci, e anche per questo motivo entrambi devono essere arrestati per corruzione. E’ quanto sostengono i pm di Firenze descrivendo al gip i motivi delle esigenze cautelari nella richiesta di arresto che il 19 giugno sarà oggetto di un interrogatorio per entrambi gli indagati.
Per gli inquirenti c’è una duratura reiterazione di illeciti nello schema tenuto dai due indagati, vale a dire il sostegno elettorale in cambio di interventi nelle istituzioni a favore degli interessi di Matteini. Ciò, a partire da quando Bugetti venne eletta al Consiglio regionale della Toscana fino all’elezione come sindaco di Prato.
La procura di Firenze ha chiesto gli arresti per Ilaria Bugetti (domiciliari) e per Riccardo Matteini Bresci (il carcere) non solo per reiterazione del reato ma anche per inquinamento delle prove.
Gli inquirenti hanno riscontrato un rapporto patologico risalente nel tempo fra i due. Bugetti in passato era stata pure dipendente di un’azienda del gruppo Colle controllato dall’imprenditore e una volta passata alla politica avrebbe asservito la sua funzione, prima di consigliere regionale della Toscana e poi di sindaca, agli interessi di Matteini Bresci.
L’industriale in un’intercettazione ne garantiva agli interlocutori la fedeltà parlandone come di un suo “attrezzo”, di averla a disposizione dentro le istituzioni.
Matteini Bresci, è la convinzione della procura, condiziona tuttora Ilaria Bugetti su scelte fatte nell’esercizio del suo ruolo di pubblico ufficiale. E Bugetti ha continuato a mostrarsi sensibile alle richieste dell’industriale nonostante che nel frattempo lui abbia patteggiato, in altra vicenda, una condanna per corruzione e per tentata concussione in uno scambio di favori con l’ex comandante dei carabinieri di Prato.