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Dom 1 Giu 2025
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Referendum: Schlein a Firenze, ‘Meloni dica chiaramente se andrà a votare’

Referendum – “Noi invitiamo tutte e tutti ad andare a votare e vorremmo sapere se lo farà anche la presidente del consiglio Meloni che continua a ignorare e a tacere su questi referendum”. La presidente del  Consiglio “si è rifugiata dietro la posizione del suo partito che è quella dell’astensione”. A dirlo la segretaria nazionale del Partito democratico Elly Schlein, oggi a Firenze per una iniziativa referendaria.

“Giorgia Meloni – insiste – ci deve dire che cosa fa l’8 e il 9 giugno, se e come andrà a votare”. I partiti del centrodestra “hanno paura della partecipazione, del riscontro democratico delle cittadine e i cittadini che trasversalmente vogliono dire basta alla precarietà e dire sì a una migliore legge sulla cittadinanza”, insiste ancora Schlein, che, con riferimento al presidente del Senato Ignazio La Russa, attacca: “E’ molto grave che la seconda carica dello Stato dichiari che farà campagna per il non voto”.

“L’8 e il 9 giugno l’Italia può sorprenderci con una grande partecipazione al voto, cinque sì”. Così la segretaria del Partito democratico.
Cinque sì ha spiegato, “per dire basta alla precarietà, per dire che non si possono licenziare illegittimamente i lavoratori”, “per dire sì alla della sicurezza sul lavoro in un Paese dove purtroppo ancora ci sono tre morti al giorno.
Per dire anche che bisogna ridurre drasticamente i contratti precari e quindi chi vuole fare un contratto a tempo deve indicare una motivazione. Si dice tanto che sono quesiti tecnici, ma li ho spiegati in 10 secondi”.
L’altro tema riguarda la cittadinanza, “il diritto di chi nasce o cresce in Italia a vedersela riconosciuta a chi risiede qui da cinque anni – ha sottolineato -. A troppe persone è stata negata. E a chi vuole chiudere le scuole agli stranieri, dico che nelle classi non ci sono stranieri, ma bambine e bambini. E hanno tutti gli stessi diritti”.

Affitti brevi a Firenze: entra in vigore il regolamento

Il conto alla rovescia è finito: a Firenze è entrato in vigore il regolamento sugli affitti brevi, prima città in Italia. Provvedimento approvato dal consiglio comunale lo scorso 5 maggio.

Le nuove regole valgono però solo per chi ha avviato l’attività nel 2025, per gli altri è prevista una moratoria di tre anni. Nel dettaglio, oltre alla conferma del blocco di nuove autorizzazioni in area Unesco, viene stabilita anche una superficie minima per le abitazioni destinate agli affitti brevi, 28 metri quadri. Le camere dovranno essere almeno 9 metri quadri se singole (come le cucine) e 14 se doppie. Le autorizzazioni restano valide cinque anni e sono legate sia al proprietario che all’abitazione, perciò se l’immobile viene venduto, l’autorizzazione decade. E’ inoltre obbligatoria l’iscrizione dell’attività nel registro comunale delle locazioni turistiche.

Le sanzioni per chi non rispetta il regolamento vanno da 1.000 a 10.000 euro, prevista anche la decadenza dell’autorizzazione, ad esempio dopo tre sanzioni o se viene accertata una evasione della tassa di soggiorno.
Le misure entrate in vigore si sommano al divieto, scattato lo scorso febbraio, di installare keybox sulle facciate degli edifici, sebbene martedì scorso il Tar del Lazio abbia annullato la circolare del ministero dell’Interno del novembre 2024 che introduceva l’obbligo di riconoscimento in presenza degli ospiti. Palazzo Vecchio sul tema si era però lasciata aperta una doppia strada: il divieto non era solo per ragioni di sicurezza ma anche per il decoro in area Unesco.

“La notizia non è l’entrata in vigore del nuovo regolamento, la notizia è se ci saranno i controlli – commenta Massimo Torelli del comitato Salviamo Firenze per viverci – . Le statistiche dicono che nel 2024 erano uno al giorno, nel primi mesi del 2025 tra i due e i due e mezzo. I controlli, inoltre, non devono essere solo sul regolamento, ma sul totale delle norme che riguardano il settore, dal Cin ai sensori di sicurezza o alla presenza di estintori. Finora il Comune è andato avanti sulla base di esposti e segnalazioni, ma in realtà hanno un database strada per strada, piano per piano, di 18.000 appartamenti: possono cominciare da una via a fare un lavoro sistematico”.

Da Palazzo Vecchio ribadiscono che i controlli vengono già effettuati regolarmente per quanto riguarda abusivismo, evasione tassa di soggiorno e Tari, Cin e Cir e rispetto delle norme igienico sanitarie. Adesso riguarderanno anche il rispetto del regolamento e per questo sarà rafforzata la task force coordinata dalla polizia municipale.

Schlein, Bindi e Renzi ai funerali dell’ex sindaco di Firenze Primicerio

Da Elly Schlein a Matteo Renzi, da Rosy Bindi alla sindaca Sara Funaro e al governatore toscano Eugenio Giani, chiesa di Santo Stefano in Pane a Firenze gremita per i funerali di Mario Primicerio, ex primo cittadino del capoluogo toscano dal 1995 al 1999.

A concelebrare le esequie l’arcivescovo fiorentino Gherardo Gambelli, il cardinale e suo predecessore Giuseppe Betori, e l’ex presidente della Cei Gualtiero Bassetti.
Presenti, tra gli altri, anche l’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici, il segretario del Pd fiorentino Andrea Ceccarelli, e l’ex parlamentare Rosa Maria Di Giorgi, la vicesindaca di Firenze Paola Galgani. Alle spalle dell’altare è stato posizionato anche il gonfalone di Firenze in onore di Primicerio, professore e storico collaboratore di Giorgio La Pira, che per molti anni ha presieduto la fondazione dedicata al ‘sindaco santo’. A prendere la parola per un ricordo istituzionale di Primicerio la sindaca Sara Funaro e il governatore Eugenio Giani.

2 giugno: a Prato sfila bandiera della pace lunga un chilometro

2 giugno – Dopo 22 anni, la bandiera della pace più grande del mondo tornerà a sfilare per le strade di Prato, “risvegliando un simbolo di speranza e unità in occasione della Festa della Repubblica”, così il Comune di Prato. Lunga un chilometro e larga 13 metri, la bandiera era stata realizzata per essere srotolata il 25 aprile 2003 sulla Calvana per la manifestazione contro la guerra in Iraq.

La bandiera fu cucita, ricorda il Comune, “con le stoffe pratesi da Ob Stock perché diventasse non solo un simbolo di pace, ma un segno tangibile di unità, di impegno collettivo e dell’anima stessa della città. Da allora se ne sono perse le tracce, fino a qualche mese fa, quando è stata ritrovata all’interno di un magazzino a Vergaio”. Una volta recuperata, grazie anche all’intervento della sindaca Ilaria Bugetti, la bandiera è stata riaffidata ai proprietari, il circolo “I risorti” de La Querce, che hanno provveduto a restaurarla. Ora, grazie ai tanti volontari che ruotano attorno al gruppo ‘Passeggiate tra storia e natura’ dello stesso circolo, il bandierone tornerà a colorare le strade di Prato per mandare un messaggio di speranza e solidarietà al Paese e al mondo. L’appuntamento è per il 2 giugno alle 16:30 in via Magnolfi – lato ferrovia. Alle 17 partirà il corteo che porterà il bandierone fino a piazza del Duomo, passando dietro la fontana del Papero e la statua del Mazzoni, per poi tornare verso via Magnolfi, disegnando una grande ‘P’ di Prato e di Pace. L’iniziativa è promossa dal circolo I risorti de La Querce, il gruppo Passeggiate tra storie e natura, con il patrocinio e il gonfalone del Comune.

Ponte 2 giugno, in Toscana primo test per stagione estiva 2025

Per il ponte della Festa della Repubblica in Toscana è atteso un flusso consistente di turisti, e non solo italiani, anche se il movimento sarà maggiormente percepito nelle città/centri d’arte e nelle località marine e collinari.

Sono attesi circa 810mila pernottamenti nelle strutture ricettive della regione. Queste le stime sul ponte del 2 giugno del Centro studi turistici per Confesercenti Toscana.
“I dati del Centro Studi Turistici per questo ponte sono incoraggianti e la Toscana si conferma come una delle destinazioni più amate – ha detto Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana -. È il primo vero test in vista della stagione estiva e i numeri indicano che siamo sulla buona strada. Le città d’arte sono le mete preferite, seguite dalle località di campagna e collina, e da quelle marine”.
In base ai risultati dell’indagine del Centro studi turistici sui portali di prenotazione online, le strutture ricettive delle città d’arte registrano una saturazione del 90%. Stesso trend per le località di campagna e collina che presentano una saturazione della disponibilità pari all’87%. Valori leggermente inferiori sono stati rilevati per le strutture delle località marine (84%), mentre il flusso delle prenotazioni verso le località termali ad oggi risulta del 76% e del 68% quello delle località di montagna. Il trend positivo del mercato è stato rilevato in tutte le aree della regione. In particolare, i risultati fanno emergere valori molto elevati per la Val d’Orcia (94%) e il Chianti (90), ma un discreto movimento è atteso anche per la Val di Chiana (84), la Val d’Elsa (84) e il Mugello (81). In generale, la saturazione dell’offerta ricettiva delle località della fascia costiera raggiunge valori in linea con il dato medio regionale, mentre tassi leggermente inferiori sono stati rilevati per la Garfagnana (73%), la Lunigiana (78) e il Valdarno (78).

Libera, per le mafie nei porti il primato è di Livorno e Liguria

Libera – In Toscana il porto di Livorno nel corso del 2024 ha fatto registrare 16 casi di criminalità, conquistando la maglia nera a livello nazionale. Nel 2024 sono cinque le new entry di porti coinvolti in casi di criminalità tra questi il porto di Carrara.

Nel 2024 all’interno dei porti italiani si sono registrati 115 casi di criminalità (+4,5% rispetto al 2023) con il coinvolgimento di 30 porti (erano 28). Primato per il porto di Livorno (16 casi), seguono il porto di Genova e Bari con 10 casi, mentre la Liguria con 18 casi è la regione con il maggior numero di casi di criminalità all’interno dei porti, seguita dalla Toscana con 17.

Lo rende noto l’associazione Libera col rapporto ‘Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani’. In particolare, per le ‘mafie in porto’ tra il 1994 e il 2023, in Toscana sono 10 i clan che hanno operato in attività di business illegali e legali nel porto di Livorno.

A livello regionale la Liguria con 18 casi è la regione con il maggior numero di casi di criminalità all’interno dei porti, seguita dalla Toscana con 17. Rispetto al 2023, la Liguria conferma la prima posizione, sale la Toscana (era quinta nel 2023 con 11 casi). Nel porto di Livorno sono avvenuti 16 episodi criminali nel corso del 2024. Tutti casi di importazione, tranne uno relativo al traffico di rifiuti diretti in Senegal. Da notare i sette casi di importazione di stupefacenti, tutti di cocaina e per ingenti quantità tranne uno di marijuana. La droga arrivava dal Sud America, dall’Ecuador, dalla Spagna in due casi. Il traffico di merce contraffatta (sei eventi) riguarda in modo diffuso differenti Paesi: Marocco, Senegal, Cina e Stati Uniti. Due casi, invece, riguardano attività di contrabbando da Nicaragua e Ghana.