Lo dice all’ANSA Rino Casella, il docente che stava facendo la lezione all’Ateneo di Pisa interrotta da un blitz di studenti pro Pal
“Mi accusano di essere un sionista solo perchè non sono pro Pal e perché, insieme a un’altra collega, sono l’unico a essersi opposto alle scelte dell’Ateneo di Pisa di non restare neutrale in questa vicenda”. Lo dice all’ANSA Rino Casella, il docente che stava facendo la lezione all’Ateneo di Pisa interrotta da un blitz di studenti pro Pal. “Non mi è stato solo impedito di fare lezione – ha spiegato – ma sono stato anche aggredito fisicamente, soprattutto perché mi sono preso calci e pugni quando ho cercato di fare da scudo a uno studente picchiato solo per avere tentato di strappare di mano ai manifestanti una bandiera palestinese”.
“Quanto accaduto all’università di Pisa conferma il carattere intollerante del movimento Pro Pal. Questi attivisti strumentalizzano il dramma di Gaza come pretesto per le loro azioni di violenza politica. Quando si mette a repentaglio il diritto allo studio, base della conoscenza, siamo a un livello di contrapposizione preoccupante. Solidarietà al docente finito al pronto soccorso e agli studenti. Bene che il ministro Bernini si sia immediatamente attivata per approfondire quanto accaduto. Di fronte alla gravità di quanto successo è doverosa una presa di posizione netta anche dal Presidente della Regione Giani”. Lo dichiara Deborah Bergamini, vice segretario nazionale di Forza Italia.
“Non è certamente interrompendo o impedendo una lezione che si difende la causa palestinese o si protesta contro il genocidio a Gaza. Né certamente così si sostiene la libertà di pensiero e di manifestazione all’interno degli atenei. Quello che è avvenuto oggi all’Università di Pisa è inaccettabile. Bene ha fatto il Rettore Zucchi a condannare l’episodio con parole nette e inequivoche”. Così in una nota Alfredo D’Attorre, responsabile Università nella segreteria nazionale del PD