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Mar 16 Set 2025
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Pisa, Aggressione Università, prof: io accusato di sionismo perché unico a essersi opposto alle scelte dell’Ateneo di non restare neutrale in conflitto

Lo dice all’ANSA Rino Casella, il docente che stava facendo la lezione all’Ateneo di Pisa interrotta da un blitz di studenti pro Pal

“Mi accusano di essere un sionista solo perchè non sono pro Pal e perché, insieme a un’altra collega, sono l’unico a essersi opposto alle scelte dell’Ateneo di Pisa  di non restare neutrale in questa vicenda”. Lo dice all’ANSA Rino Casella, il docente che stava facendo la lezione all’Ateneo di Pisa interrotta da un blitz di studenti pro Pal. “Non mi è stato solo impedito di fare lezione – ha spiegato – ma sono stato anche aggredito fisicamente, soprattutto perché mi sono preso calci e pugni quando ho cercato di fare da scudo a uno studente picchiato solo per avere tentato di strappare di mano ai manifestanti una bandiera palestinese”.

“Quanto accaduto all’università di Pisa conferma il carattere intollerante del movimento Pro Pal. Questi attivisti strumentalizzano il dramma di Gaza come pretesto per le loro azioni di violenza politica. Quando si mette a repentaglio il diritto allo studio, base della conoscenza, siamo a un livello di contrapposizione preoccupante. Solidarietà al docente finito al pronto soccorso e agli studenti. Bene che il ministro Bernini si sia immediatamente attivata per approfondire quanto accaduto. Di fronte alla gravità di quanto successo è doverosa una presa di posizione netta anche dal Presidente della Regione Giani”. Lo dichiara Deborah Bergamini, vice segretario nazionale di Forza Italia.

“Non è certamente interrompendo o impedendo una lezione che si difende la causa palestinese o si protesta contro il genocidio a Gaza. Né certamente così si sostiene la libertà di pensiero e di manifestazione all’interno degli atenei. Quello che è avvenuto oggi all’Università di Pisa è inaccettabile. Bene ha fatto il Rettore Zucchi a condannare l’episodio con parole nette e inequivoche”. Così in una nota Alfredo D’Attorre, responsabile Università nella segreteria nazionale del PD

Magona: ‘c’è gruppo interessato a acquisto Magona’

Lo riferiscono in una nota Fim, Fiom e Uilm al termine dell’incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy, sulla vertenza dell’industria siderurgica Magona che interessa circa 500 lavoratori.

Secondo quanto riportato dai sindacati l’imprenditore disposto a rilevare la Magona di Piombino sarebbe  Trasteel, che avrebbe “confermato il proprio interesse a concludere positivamente l’acquisizione, anche attraverso un sostegno temporaneo alla produzione e alle forniture, così da mantenere in vita lo stabilimento”.

Lo riferiscono in una nota Fim, Fiom e Uilm al termine dell’incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy, sulla vertenza dell’industria siderurgica Magona che interessa circa 500 lavoratori. Presenti Giampietro Castano per il ministero, Ozcan Toker ceo di Liberty Steel, e Lino Iallorenzi direttore dello stabilimento. Come sottolineano i sindacati, che rivelano che al ministero non è ancora pervenuta alcuna risposta ufficiale dal gruppo, era presente a Roma anche una folta delegazione di lavoratori della Liberty Magona che ha manifestato la propria rabbia contro l’atteggiamento dell’azienda.

L’incontro ha avuto come obiettivi principali la definizione delle tempistiche certe per il pagamento degli stipendi e la chiarezza sullo stato della procedura di vendita.
“Liberty Magona – si legge nella nota – ha dichiarato che intende procedere al pagamento degli stipendi entro il 25 settembre e si è detta disponibile a rimodulare l’accordo sulla cassa integrazione per favorire il pagamento diretto da parte dell’Inps”. ll ministero, spiegano i sindacati, nel corso dell’incontro ha ribadito tre richieste fondamentali: identificare un unico interlocutore per la trattativa; attivare tutte le procedure previste dalla legge senza ulteriori ritardi; definire un calendario stringente di incontri per monitorare costantemente lo stato di avanzamento.

L’azienda, secondo i sindacati, prevede che le retribuzioni dei mesi da settembre e successivi saranno pagate nelle date abituali ma Fim, Fiom e Uilm hanno evidenziato la necessità di risposte rapide e concrete da parte del gruppo, per garantire sia la tutela dei lavoratori sia la continuità industriale dello stabilimento, chiedendo la sottoscrizione congiunta di tali impegni da tutte le parti in causa, ministero, organizzazioni sindacali e Liberty Magona. Contestualmente è stata fissata una nuova convocazione per l’8 ottobre alle ore 10. Nel frattempo il ministero e le parti sociali si impegneranno a fare tutto il possibile per anticipare al massimo, da parte dell’Inps, il pagamento della cassa integrazione.

UniPisa, studenti Propal interrompono lezione, Bernini: ‘intollerabile”

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Un gruppo di studenti pro Pal ha fatto irruzione stamani in un’aula del polo Piagge all’Università di Pisa interrompendo una lezione del dipartimento di scienze politiche, tenuta dal professor Rino Casella, docente associato di diritto comparato.

Il professor Casella è definito sui social degli studenti per la Palestina, che hanno postato foto e video dell’accaduto, come “professore sionista”.  L’insegnante ha provato a opporsi senza riuscirvi e l’aula, che si trova al polo piagge dell’Università di Pisa  è stata occupata.

Stando a quanto si è appreso, Casella è andato al pronto soccorso dell’ospedale di Pisa  per alcune contusioni subite nel tentativo di impedire il blitz e poi si è recato in questura a sporgere denuncia.

Sul profilo instagram degli studenti per la Palestina di Pisa si legge: “Stamattina le lezioni non sono iniziate nella tranquillità della routine, perché non c’è niente per cui stare tranquilli. Con le bandiere della Palestina, i pugni stretti per la rabbia dettata dalle notizie che ci arrivano da Gaza e la voce alta siamo entrate nelle aule del Polo Piagge. Abbiamo fermato le lezioni” e “mentre entravamo nelle aule per informare di quanto accaduto nelle ultime ore a Gaza City ci siamo imbattutə in un professore sionista che in ogni modo ha tentato di non far entrare la voce solidale con la Palestina nella sua aula. Abbiamo deciso di occupare la sua lezione, annullandola, e prendere tutto lo spazio di cui la Palestina ha in questo momento bisogno”. Gli studenti hanno annunciato per stasera alle 20 in piazza XX settembre un corteo cittadino “e ci prepariamo a scioperare ovunque il 22 settembre per bloccare tutto”.

La ministra  dell’Università Anna Maria Bernini ha telefonato al rettore dell’Ateneo di Pisa, Riccardo Zucchi, allo stesso professore, Rino Cascella, e al prefetto di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro.

“Le Università – afferma Bernini dopo il blitz degli studenti pro Pal durante una lezione – non sono zone franche dove è consentito interrompere lezioni o aggredire professori. Quanto accaduto all’ateneo di Pisa è intollerabile per una società che si riconosce nei valori della democrazia e irricevibile per una comunità accademica, come quella pisana e italiana tutta, aperta, libera e inclusiva”.

“Quel che è successo all’Università di Pisa è proprio l’escalation che da tempo temiamo e avvertiamo come deriva della violenza già lungamente tollerata, in nome della ‘dialettica democratica’, e come appiattimento sulla narrativa propagandistica di Hamas. È rimasto solo l’abuso di aule e spazi pubblici. Va ricordato che i palestinesi sono strumentalizzati da chi li considera scudi umani e nessuna irruzione nelle aule potrà mai soccorrerli. Anzi così si continua a legittimare il terrorismo”. Lo dice all’ANSA la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. “Noi speriamo che l’anno accademico si avvii invece con ben altre capacità di comprendere la complessità escludendo giudizi arbitrari e violenza verbale e fisica”, aggiunge la presidente dell’Ucei.

In video esaltava Hamas e l’11 settembre, l’uomo verrà espulso dall’Italia

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Un cittadino siriano di 63 anni è stato denunciato dalla digos di Firenze per propaganda e istigazione a delinquere per: “motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, con l’aggravante della finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso.” in un video che aveva pubblicato su Instagram.

Da quanto spiegato dalla questura fiorentina l’uomo, già noto alle forze dell’ordine e rintracciato a Firenze, avrebbe postato sul suo profilo instagram video “di esaltazione dell’operato del gruppo terroristico di Hamas e di incitamento a ripetere azioni terroristiche come quella dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti”, oltre ad altri tra cui “era ben visibile una pistola riposta in una fondina e appoggiata su un letto all’interno di un’abitazione”.
Il 63enne è stato trasferito in un Cpr in attesa di poter procedere alla sua espulsione dall’Italia.

Aggrediti operai in sciopero a Montemurlo, uno di loro portato in ambulanza

Operai della stireria L’Alba a Montemulo (Prato) aggrediti durante lo sciopero con presidio davanti allo stabilimento di via delle Lame: il sindacato Sudd Cobas parla di “gazebo distrutti” e “pugni e calci agli operai”. Sono 18 i lavoratori che stavano protestando, in gran parte bengalesi ma anche afghani e pakistani: uno di loro è stato portato in ambulanza. Sul posto sono intervenuti i carabinieri.

Operai della stireria L’Alba a Montemulo (Prato) aggrediti durante lo sciopero con presidio davanti allo stabilimento di via delle Lame. è quanto denuncia il sindacato Sudd Cobas che parla di “gazebo distrutti” e “pugni e calci agli operai”. Sono 18 i lavoratori che stavano protestando, in gran parte bengalesi ma anche afghani e pakistani: uno di loro è stato portato in ambulanza. Sul posto sono intervenuti i carabinieri.
“Ad un anno dall’assalto a bastonate al presidio di Seano, ancora scene di violenza contro chi esercita il diritto di sciopero – dicono i Sudd Cobas -. Gli operai presi a cazzotti non lavorano per una confezione cinese, ma cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio. Diritti negati, società che chiudono e riaprono sotto altri nomi e violenza contro chi protesta: succede questo nella giungla di appalti e subappalti della moda Made In Italy”.
I Sudd Cobas si appellano ai brandi committenti, “non pensino di essere estranei. Quello che è accaduto all’Alba Srl li riguarda direttamente. Prato non può più essere la citta dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera” e invitano cittadinanza, società civile e istituzioni a reagire. “Noi – concludono – siamo pronti alla mobilitazione”.

Killer Denisa, pm ‘vada a processo anche per delitto Ana’

Per l’inchiesta sulla morte di Ana Maria Andrei, 27enne romena, la procura di Pistoia ha chiesto il giudizio immediato per Vasile Frumuzache, la guardia giurata 32enne originaria della Romania e residente a Monsummano, che ne ha confessato il delitto dopo il ritrovamento dell’auto della giovane, scomparsa nell’estate 2024, a casa dell’uomo, perquisito perché indagato per l’omicidio di Maria Denisa Adas, la trentenne romena residente a Roma, uccisa dal vigilante nella notte tra il 15 e il 16 maggio scorsi a Prato. A riportare la notizia della fine delle indagini e della richiesta del processo con rito alternativo Il Tirreno e La Nazione stamani.
Anche per Denisa, i cui resti sono stati rinvenuti in un campo a Montecatini dove poi è stata trovata anche la salma di Ana, sono state chiuse le indagini da parte della procura di Prato. Quest’ultima ha ipotizzato che il 32enne avrebbe agito in concorso con altri soggetti al momento non identificati e avrebbe ucciso Denisa per non subire un ricatto da 10.000 euro. Secondo quanto riporta la stampa oggi, la procura Pistoiese escluderebbe nel delitto di Ana Maria Andrei il concorso di altre persone. Quanto al movente Frumuzache avrebbe agito con l’aggravante dei futili e abietti motivi.