Gio 18 Apr 2024

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PescAgri: in Toscana 25 impianti di pesca e acquacoltura

PescAgri, in Toscana sono 25 gli impianti di pesca e acquacoltura. La sostenibilità e la produzione sono in crescita.

Pesca e acquacoltura in Toscana, con 25 impianti la sostenibilità e la produzione sono crescita. Il mercato ne apprezza la qualità. Sono queste le informazioni emerse dal convegno organizzato da PescAgri a Firenze.

Gli impianti di pesca e acquacoltura presenti nel territorio, sono distribuiti fra Garfagnana e Lunigiana, Casentino (specie acqua dolce), Orbetello (spigole e orate in allevamenti in laguna), e costa livornese, con impianti sia a terra sia off-shore (maricoltura) con realtà in forte crescita (impianti a Capraia e nel golfo di Follonica), così come la miticoltura con due impianti operativi nel golfo di Follonica.

Orate, spigole, trote e cozze, la produzione toscana annua da impianti a terra, sia di acqua dolce che salata, è di 4mila tonnellate di pesce. La produzione può considerarsi raddoppiata se si prende in considerazione anche lo sviluppo dell’off-shore. Altro dato importante arriva dalla pesca in mare, con la presenza (al 2020) di 570 battelli che valgono il 4,8 del totale nazionale.

I dati sono venuti alla luce durante il convegno, tenuto a Firenze, di “Pesca e acquacoltura risorse da valorizzare”. Evento organizzato da PescAgri, Associazione Pescatori Italiani promossa da Cia-Agricoltori Italiani, in collaborazione con la Cia Toscana.

Si tratta di un settore, quello della pesca e dell’acquacoltura, in forte espansione in Toscana e con prodotti ittici apprezzati sui mercati. Per il pesce toscano il mercato di riferimento è prima di tutto quello nazionale della grande distribuzione organizzata.

Nata nel 2020, PescAgri rappresenta già oltre cento aziende ed è presente in Veneto, Emilia Romagna, Campagna, Puglia e appunto Toscana. Il suo obiettivo è sempre stato quello di aumentare l’autosufficienza alimentare, utilizzando meglio i fondi stanziati dall’UE per sviluppare l’allevamento ittico sostenibile e renderlo competitivo. In questo modo si possono ridurre le importazioni di pesce dall’estero, che coprono l’80% della domanda dei consumatori italiani.

Con un giro d’affari di 510 milioni di euro, suddivisi in 259 milioni per piscicoltura e 215 per la molluschicoltura, e con 900 aziende sul territorio, anche in Italia il comparto è sempre più in crescita. La produzione è di circa 165.000 tonnellate di trenta specie diverse di pesce.

Valentino Berni, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana, ha sottolineato: “Ci sono enormi potenzialità di crescita e di reddito da pesca e acquacoltura in Toscana. L’acquacoltura viene, infatti, definita ‘agricoltura di mare’: allevamenti ittici sia in acqua salata che dolce, finalizzati alla raccolta di pesci, molluschi e crostacei, che possono essere realizzati in mare, nei fiumi, nei laghi o nelle lagune. Ma come il resto dell’agricoltura, anche il comparto pesca, che è strategicamente rilevante per il settore primario, è colpito dai rincari dei costi energetici, servono interventi ed incentivi agli investimenti per produrre di più utilizzando al meglio i fondi del Feampa (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca)”

A margine dell’evento, la presidente PescAgri. Rosa Giovanna Castagna, ha detto che: “Con una crescente domanda e il sovrasfruttamento degli stock ittici, l’acquacoltura non può più essere considerata ancillare alle attività di cattura. Dal 2013 la crescita di produzione è stata dell’8% e il prodotto ittico d’allevamento è destinato entro il 2030 a superare quello pescato, arrivando a coprire il 70% della domanda”.

La priorità per PescAgri è quindi quella di promuovere l’itticoltura sotto il profilo ambientale, economico e sociale, oltre che alla conservazione delle risorse biologiche acquatiche, contribuendo alla sicurezza alimentare europea e consentendo una blue economy sostenibile nelle aree costiere, insulari e interne.

Sulla sia di questo si è espressa anche Marilena Fusco, segretario PescAgri: “Le potenzialità del settore passano dalla formazione professionale degli operatori del settore della pesca e gli imprenditori ittici, traghettando il comparto verso gli obiettivi europei di transizione ecologica grazie all’innovazione tecnologica. Dobbiamo lavorare per non far abbandonare la pesca, vogliamo che i nostri figli continuino l’attività”.

Altro obiettivo di PescAgri è quello d’intensificare il dialogo con le istituzioni nazionali per il superamento dei troppi ostacoli amministrativi e delle difficoltà burocratiche che lo hanno frenato in passato. L’associazione punta quindi alla crescita economica degli allevamenti ittici attraverso una progressiva semplificazione dell’apparato normativo e delle norme vigenti, grazie anche a una maggiore digitalizzazione.

A conclusione dell’evento, Rosa Giovanna Castagna, dice: “PescAgri auspica infine una campagna di promozione che sostenga e incentivi il settore dell’acquacoltura, così come accadde in passato con gli agriturismi, nell’ottica di una multifunzionalità che garantisca nuove opportunità di reddito alle aziende agricole, favorendo lo sviluppo di attività di allevamento sia di acqua dolce che salata”.

Ricordiamo che tra i vari interventi della giornata dedicata all’acquacoltura in Toscana, si sono espressi anche Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana, Giovanni Maria Guarnieri Regione Toscana; Giuliana Parisi Ordinario Acquacoltura Università di Firenze; Pierpaolo Gibertoni, ittiologo e Carlo Chiostri, Accademia dei Georgofili.

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