Gio 25 Apr 2024

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Monte dei Paschi, accordo sul consorzio vicino?

Monte dei Paschi arriva ad un bivio con l’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. Nelle prossime ore si riunirà il consiglio di amministrazione del Monte. Quest’ultimo è chiamato a fare il punto su un’operazione indispensabile per rimpolpare gli striminziti cuscinetti di capitali della banca e finanziare con 800 milioni di euro i costi che dovrà sostenere, entro il 30 novembre, per l’uscita anticipata di almeno 3.500 dipendenti.

L’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha l’obiettivo di far partire l’operazione lunedì 17 ottobre. Per farlo dovrà chiudere l’accordo sul consorzio di garanzia, senza il quale andare sul mercato potrebbe rivelarsi proibitivo. Se verrà trovata la quadra con le otto banche del consorzio di pre-sottoscrizione, con cui le trattative proseguono ad oltranza, il cda eserciterà la delega e fisserà il prezzo di emissione delle nuove azioni (il cui sconto non potrà superare l’8% a causa delle quotazioni depresse di Siena) consentendo alla Consob di approvare il prospetto giovedì prossimo.

Secondo una fonte vicina all’operazione, citata da Bloomberg, l’aumento dovrebbe partire in quanto i programmi e l’intesa con le banche sarebbero vicini. Perché si formalizzi occorre che il rischio di inoptato sui 900 milioni di euro dell’aumento riservati al mercato (1,6 miliardi arriveranno dal Mef) sia ragionevolmente contenuto, in virtù degli impegni di sottoscrizione, più o meno formali, che Lovaglio sarà riuscito ad assicurarsi dagli investitori.

Fino ad ora si è parlato di un centinaio di milioni che dovrebbero arrivare da Axa, partner della banca nelle polizze. Un altro centinaio potrebbero essere versati da fondazioni e cassa di previdenza e un numero imprecisato da fondi e investitori privati, tra i quali potrebbero esserci alcuni compagni di viaggio di Lovaglio ai tempi del Creval.

È ancora congelato il negoziato con il partner nel risparmio gestito, Anima, disponibile a mettere fino a 250 milioni in cambio di un rafforzamento degli accordi commerciali che Monte dei Paschi sembra restia a concedere. Se l’accordo non dovesse arrivare l’operazione dovrà essere rinviata al 2023 con Monte dei Paschi che avrà bisogno di chiedere una nuova delega ai soci, visto che quella in mano al consiglio si esaurirà il 12 novembre, e i destini di Siena che torneranno in mano alla Bce.

Il rischio di un nuovo salvataggio statale continua a riflettersi nelle vendite sui bond subordinati, le cui valutazioni, dimezzate rispetto al valore nominale, scontano il rischio di burden sharing. Anche tra i loro sottoscrittori Lovaglio starebbe cercando risorse per condurre in porto un’operazione difficile, alle luce delle impervie condizioni del mercato e del track record negativo della banca, giunta al quinto aumento dal 2011 dopo aver bruciato 18,5 miliardi di euro in Borsa.

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