Gio 25 Apr 2024

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Lonzi: ‘ci sono anomalie’, famiglia chiede nuove indagini

Marcello Lonzi morì in cella l’11 luglio 2003. Aveva 29 anni. Venne stabilito che il decesso fu causato da un infarto cui seguì una caduta in cui riportò lesioni alle testa e al corpo. Ma la famiglia sospetta che il 29enne sia stato vittima di un pestaggio

Il gip di Livorno si è riservato la decisione sulla richiesta di nuove indagini per la morte di Marcello Lonzi nel carcere di Livorno la cui famiglia, assistita dall’avvocato Serena Gasperini, ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione del caso chiesta dalla procura.

“La procura aveva avanzato una richiesta di archiviazione – ha spiegato l’avvocato Gasperini – ma ci siamo opposti chiedendo di espletare due tipi di accertamenti. Il primo sullo studio delle tracce ematiche che sono visibili sulla scena e che quindi possono essere analizzate, e poi abbiamo chiesto anche l’ulteriore accertamento di una valutazione in ambito medico-legale”.

Lonzi morì in cella l’11 luglio 2003. Aveva 29 anni. Venne stabilito che il decesso fu causato da un malore, un infarto cui seguì una caduta in cui riportò lesioni alle testa e al corpo.
Ma la famiglia sospetta che il 29enne sia stato vittima di un pestaggio e col suo legale ha chiesto al gip che si faccia un approfondimento delle indagini da svolgere anche con la ‘bpa’, cioè l’analisi delle tracce di sangue per capire se le ferite sul corpo se le sia procurate cadendo, mentre stava morendo, oppure no”.

“Ci sono lesioni che per noi sono incompatibili rispetto alla dinamica quello che è stato descritto sulla morte di Marcello, che la procura ritiene sia morto per cause naturali, per un problema cardiaco, un infarto – aggiunge l’avvocato Serena Gasperini -. Ebbene siccome ci sono evidenze strane, di rotture di costole, ematomi sul dorso e ferite sulla fronte e labbro, noi abbiamo chiesto, lette le dichiarazioni dei soggetti che lo avevano visto stare male e poi cadere, di sapere sotto il profilo medico legale e con l’analisi dello studio delle tracce di sangue, com’è la dinamica. Perché per noi non è chiara”.
“Devo dire con gran piacere che la procura oggi in aula – ha concluso – non si è opposta alle mie richieste di approfondimento investigativo. Quindi non penso che il giudice rigetterà perché adesso ha trovato in aula due parti che hanno detto: ok, approfondiamo questa cosa”.

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