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Ven 7 Nov 2025
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ToscanaCronacaInchiesta bancarotta, un arresto e sequestro beni per 1,6 mln

Inchiesta bancarotta, un arresto e sequestro beni per 1,6 mln

L’inchiesta sul fallimento di una società pistoiese operante nel settore della fabbricazione di oggetti in ferro, in rame e altri metalli avrebbe svelato una “spirale di apertura/chiusura di società con posizioni debitorie, emergendo fatti di bancarotta” e presunti reati fiscali.

E’ quanto si spiega in una nota della Guardia di finanza di Pistoia le cui indagini, coordinate dalla procura della città toscana, hanno portato a una misura di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’amministratore della società fallita e al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di beni per di 1.600.000 euro nei confronti di tre indagati, quale somma “fraudolentemente” sottratta “al pagamento delle imposte a seguito degli accertati fatti di bancarotta fraudolenta”, afferma la Gdf.

Indagando sulle vicende che avevano condotto al fallimento dell’azienda pistoiese, i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Pistoia, si spiega, “si concentravano, fin da subito, sulla ricostruzione del profilo soggettivo di un soggetto di origini campane che appariva il reale dominus della società fallita, peraltro gravato” da numerose segnalazioni precedenti. Sarebbe così emerso che l’indagato, “oltre dieci anni prima”, avrebbe iniziato “la carriera imprenditoriale con la costituzione di un’impresa individuale con la quale aveva maturato debiti con l’erario per oltre 2 milioni di euro. Di qui, quindi, una prima evoluzione nei comportamenti delittuosi, allorché l’indagato costituiva una seconda società, schermando i propri interessi dietro una fiduciaria, e da cui, parimenti, distraeva fraudolentemente risorse finanziarie per quasi 1 milione di euro, a fronte di altrettanti debiti tributari maturati nel tempo e rimasti non onorati al momento della dichiarazione di liquidazione giudiziale (fallimento).

Successivamente, quindi, sempre schermato da prestanomi, avviava un’ulteriore società, svolgente la stessa attività d’impresa della precedente, con dipendenti coincidenti ed utilizzando perfino la medesima sede per l’esercizio dell’impresa, pure risultata gravata da plurime posizioni debitorie e di cui, stavolta, tuttavia, la procura della Repubblica proponeva la liquidazione giudiziale, che il tribunale di Pistoia avviava a marzo scorso. Le conseguenti indagini così avviate ponevano fine a questa spirale di apertura/chiusura di società con posizioni debitorie, emergendo fatti di bancarotta anche per tale ultima realtà aziendale, quantificati in circa 600 mila euro”.