Rahed Al Salahat, 48 anni, nato in Kuwait, arrestato stamani a Firenze nell’inchiesta sui finanziamenti ad Hamas, era il referente per la Toscana per la raccolta di offerte di denaro tra i fedeli delle moschee della regione.
Attività che gli investigatori di Gico e polizia di Stato ritengono abbia svolto in modo capillare. I fondi negli ultimi tempi venivano spostati dall’Italia in Palestina tramite una triangolazione dalla Turchia. Altri indagati svolgevano analoga attività di ‘collettori’ di finanziamenti nelle altre città coinvolte dall’inchiesta.
Delle nove misure cautelare ottenute dalla procura di Genova nei confronti di presunti finanziatori di Hamas, solo sette sono state eseguite. Due degli indagati si trovano all’estero, uno in Turchia e uno a Gaza. Lo ha reso noto il procuratore capo di Genova, Nicola Piacente.
“Abbiamo fiducia nella nostra magistratura, mi dispiace solo che una cosa del genere avvenga nei confronti di persone che lavorano per aiutare gli ultimi e i bisognosi”. Così Izzedin Elzir, imam di Firenze, commenta l’inchiesta sui finanziamenti ad Hamas con un arresto anche nel capoluogo toscano. “Sì, lo conoscevo”, aggiunge su Raed Al Salahat, l’uomo fermato questa mattina in via del Campuccio. “E, conoscendo la nostra realtà, per me è una bolla di sapone. A Firenze anni fa ci fu un’altra operazione del genere e anche quella si concluse in una bolla di sapone”, “io – ripete – ho fiducia nella nostra magistratura”.

