“Il Soggetto Imprevisto, 1978 Arte e Femminismo in Italia” è una mostra importante. Rimane aperta a Milano fino al 26 maggio 2019.
A cura di Raffaella Perna e Marco Scotini, “Il Soggetto Imprevisto” documenta cosa successe nel mondo dell’arte durante gli anni Settanta del Novecento. E cosa successe?
Successe che quel decennio vide la grande diffusione del pensiero femminista in Italia. Fu una vera e propria rivoluzione che produsse una nuova coscenza critica in moltitudini di donne, giovani e meno giovani. In quegli anni cominciò a cambiare tutto, nella società e nell’arte.
Il cambiamento fu radicale. Bastano tre date: nel 1974 passava il referendum sul divorzio; poi nel 1975 la riforma di famiglia; infine nel 1978 arrivava la legge 194, che legalizzava e regolava l’interruzione volontaria di gravidanza.
Nell’arte avveniva una rivoluzione simile, grazie a gruppi di artiste che hanno voluto e saputo lavorare con determinazione ferrea a sovvertire gli stereotipi di un sistema patriarcale monolitico.
Una lotta contro i mulini a vento? No. Adesso grazie a “Soggetto Imprevisto” chiunque lo può vedere bene. In Italia ci sono state artiste che hanno prodotto moltitudini di bei lavori. Che il canone della storia dell’arte ha ignorato fino ad adesso ma che è ora di riscoprire. Se non ora quando?
Da qualche tempo è partita infatti una vera e propria riscoperta dell’operato di queste tostissime artiste, sia a livello internazionale (grazie, #MeToo) che nazionale (grazie, Non Una di Meno). Come si è visto recentemente anche al Centro Pecci di Prato. “Il Soggetto Imprevisto” offre adesso l’ occasione di situare nel contesto storico circa 100 lavori di artiste italiane, alle quali é finalmente l’ora di tributare il giusto riconoscimento.
“Riconosciamo in noi stesse la capacità di fare di questo attimo una modificazione totale della vita. Chi non è nella dialettica servo-padrone diventa cosciente e introduce nel mondo il Soggetto Imprevisto“. Cos’ scriveva Carla Lonzi nel suo Sputiamo su Hegel, del 1974.
Il titolo della mostra viene da queste parole lucidissime. La mostra, ospitata ai Frigoriferi Milanesi, è davvero bella e interessante. E’ piena di tesori. Racconta come tante donne abbiano lavorato per affrancarsi da canoni estetici che erano tutti declinati al maschile, per inventare un linguaggio capace di esprimere le differenze.
E anche per dare voce ed espressione al corpo, alla sessualità, all’affettività e al desiderio delle donne. Con pitture, sculture, istallazioni, fotografie, performances, mail art, sound pieces…
Questa rivoluzione teorica, critica, e pratica avveniva contemporaneamente negli Stati Uniti e nell’Europa del Nord. Dobbbiamo essere fiere e fieri che avvenisse anche in Italia.
Il dialogo delle donne era internazionale. Le loro opere, anche. Il “Soggetto Imprevisto” seppe spalancare le porte alle sperimentazioni, alle invenzioni e alle ricerche di donne straordinarie. Dobbiamo tutti tanto a queste artiste. Soprattutto dobbiamo ringraziarle per averci salvato dalla mediocrità. E avere aperto il cammino a tante di noi.
Margherita Abbozzo. Tutte le fotografie sono mie.
Info pratiche per visitare la mostra qui. Non perdete questa mostra destinata a rimanere nella storia.