Ven 19 Apr 2024

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Giulio Picchi del Cibreo: “Il tema vero non è riapertura adesso, ma non chiusura dopo”

Firenze, Giulio Picchi, proprietario del celebre ristorante Cibreo, fondato dal padre Fabio, accoglie la notizia che, con la Toscana in giallo, dal 26 aprile anche a Firenze i ristoranti potranno servire al tavolo sia a pranzo e a cena ma solo se ha spazi all’aperto, commenta: “Il tema vero non è la riapertura adesso, è la non chiusura dopo”.

“Premesso che prima o poi bisognava riaprire – spiega Giulio Picchi – e di questo siamo contenti, se queste aperture rimangono collegate all’oscillazione dei colori delle regioni si rischia di ripetere quanto ci è successo a San Valentino con la zona arancione: con 130 prenotazioni, i dipendenti al lavoro, le sanificazioni fatte, e i frigoriferi pieni, abbiamo dovuto buttare via tutto. Eppure, coi ristoranti chiusi in Toscana i contagi hanno continuato a salire: è illusorio credere che la gente non si riunisca, lo hanno fatto anche nelle proprie case. L’altra sera mi sono affacciato sotto casa mia, e c’erano almeno 500 ragazzi”.

L’appello del proprietario del Cibreo è a lasciare ai ristoratori “la possibilità di gestire la questione dei distanziamenti e delle fasce orarie: la fascia oraria limitata derivante dal coprifuoco alle 22, dal nostro punto di vista, non è migliorativa per gli assembramenti, anzi, è peggiorativa, perché il servizio sarà concentrato in un arco di tempo più breve. La gente dovrebbe poter cenare a tutte le ore: e gli italiani mangiano alle 20 o alle 21.30, tutti i ristoratori lo sanno”.

Per quanto riguarda Firenze, secondo Picchi con le chiusure “il centro storico ha avuto un colpo durissimo, e il 70% dei ristoranti nel centro storico non ha le aree all’aperto. E’ vero che il Comune farà un’ordinanza per gli spazi aggiuntivi: ma c’è chi, come una pizzeria qui vicino, che non ha nemmeno lo spazio davanti”.

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