Ven 29 Mar 2024

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Elezioni: 51 mln al voto nella tornata delle “prime volte”

Elezioni. Domani in oltre 51 mln al voto nella tornata delle “prime volte”. Prime elezioni repubblicane in autunno, 18enni al debutto per scelta Senato, si elegge il primo Parlamento smart.

E’ la tornata elettorale delle prime volte. E’ la prima volta del voto in autunno, è la prima volta in cui verrà eletto il nuovo Parlamento disegnato dalla riforma costituzionale che taglia di un terzo i parlamentari. La Camera passerà da 630 a 400 seggi, il Senato da 315 a 200. E ancora: è la prima volta che, in virtù dell’approvazione di un’altra riforma di modifica costituzionale, si potrà votare per il Senato già a 18 anni e non a 25 come è sempre stato.

E’ la prima volta che alla variabile “”generazione Z“” – i nati tra il 1997 e il 2012 – si aggiungono per entrambe le Camere i nati nel 2014 andando a rappresentare una fetta di elettorato più ampio e fino all’ultimo, stando alle rilevazioni prima del black out dei sondaggi, molto incerto su chi e cosa votare. Forse perfino tentato dall’astensionismo. E’, a ben guardare, è anche la prima volta – in una campagna elettorale sotto l’ombrellone che, dopo due anni di pandemia, è tornata anche nelle piazze e non solo sui social – dello sbarco di alcuni politici, in testa l’ottantacinquenne Silvio Berlusconi, su Tik Tok, alla conquista, appunto, del “voto giovane”.

Negli oltre 61mila seggi allestiti in tutta Italia, con al lavoro almeno 180mila scrutatori, domani dalle 7 alle 23 votano oltre 51 milioni e mezzo di italiani. Per quasi tre milioni sarà la prima volta alle Politiche, mezzo milione i neo diciottenni nel 2022 e 4,8 milioni gli elettori italiani residenti all’estero.

Due le schede, con modelli identici, che gli elettori si trovano tra le mani domani: unico giorno in cui si vota, con seggi aperti dalle 7 alle 23, una scheda rosa per la Camera e una gialla per il Senato. Le schede riportano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o i contrassegni delle liste in coalizione ad esso collegate. A fianco dei contrassegni delle liste sono stampati i nominativi dei relativi candidati nel collegio plurinominale.

La legge elettorale, già sperimentata nel 2018, è il Rosatellum, dal nome di Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, che l’ha tenuta a battesimo, e si presenta come un sistema elettorale misto: all’incirca un terzo dei seggi sono assegnati in modo maggioritario con collegi uninominali e i restanti due terzi con metodo proporzionale. Con il taglio dei parlamentari 147 dei 400 seggi della Camera e 74 dei 200 del Senato si conquistano negli uninominali: vince chi prende un voto in più. La soglia di sbarramento per entrare in Parlamento è del 3% per le liste singole e del 10% per le coalizioni. E poi c’è il cosiddetto “effetto flipper” che fa in modo che non sia automatico capire dove i partiti vedranno scattare i seggi a causa di “aggiustamenti” tra circoscrizioni in base ai risultati ottenuti su base nazionale.

Se si vince nell’uninominale il seggio scatta automaticamente, ma se si viene eletti nel proporzionale si rischia di esserlo, proprio per questi aggiustamenti, dove la lista ha fatto la performance peggiore, non la migliore. Per esprimere il voto ci sono tre possibilità: tracciare un segno Per esprimere il voto ci sono tre possibilità: tracciare un segno sul nome del candidato uninominale (il voto si estende anche alla lista) oppure tracciarlo sul simbolo della lista prescelta del collegio plurinominale (voto va in automatico anche al collegio uninominale), oppure tracciarlo sul nome del candidato uninominale e sul simbolo della lista o delle liste a cui si collega nel plurinominale (anche in questo caso il voto va sia alla lista che al candidato). Non è previsto il cosiddetto voto disgiunto per cui se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo. Possono votare tutti coloro che sono in possesso di un documento di identità (anche scaduto si legge nelle Faq del ministero dell’Interno) e della tessera elettorale (si può rinnovare agli uffici elettorali del comune di residenza che saranno aperti dalle ore 9 alle ore 18 il 23 e il 24 settembre e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di votazione, e quindi dalle ore 7 alle ore 23) e si vota anche negli ospedali (compresi i reparti Covid) e nelle carceri, se gli elettori interessati hanno comunicato di volere avvalersi del loro diritto in questa particolare condizione.

Possibile il voto anche per i giovani che si trovano all’estero per l’Erasmus o comunque per studio. Niente cellulari alle urne e i bambini non potranno accompagnare i genitori nella cabina elettorale. Solo per le persone ricoverate in ospedale e case di cura, per militari, naviganti, componenti dell’Ufficio elettorale di sezione e le forze dell’ordine e ai rappresentanti di lista, designati dai partiti è consentito il voto in un Comune diverso rispetto a quello di residenza. Tutti gli altri dovranno raggiungere la propria città e per questo ci sono tariffe di trasporto agevolate. Chi, infine, si rende conto di aver sbagliato a votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. /Fonte Askanews

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