Ven 29 Mar 2024

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🎧 Economia della Toscana, il rapporto di Banca D’Italia

Firenze, secondo un rapporto di Banca D’Italia dal titolo, “Economie Regionali – L’economia della Toscana”, dopo le forti ripercussioni della pandemia di Covid-19 dello scorso anno, nella prima parte del 2021, con l’implementazione del piano vaccinale e l’allentamento delle restrizioni, l’attività economica in Toscana ha mostrato una sostenuta ripresa.

Per il primo semestre, l’indicatore trimestrale dell’economia della Toscana (ITER), sviluppato dalla Banca d’Italia, segnala un recupero del prodotto di oltre il 6 per cento, inferiore di circa un punto percentuale rispetto a quello stimato per l’intero Paese.

©Controradio

In podcast l’intervista al direttore della sede di Firenze di Banca D’Italia, Mario Venturi, a cura di Gimmy Tranquillo.

Nei primi tre trimestri del 2021 l’attività industriale ha segnato una decisa ripresa: il fatturato è aumentato diffusamente, specie per le piccole e medie imprese e per quelle più aperte al commercio estero.

Nel primo semestre anche la produzione industriale è tornata a salire, sebbene non siano ancora stati recuperati i livelli precedenti la crisi pandemica. La progressiva ripresa della domanda globale ha inciso favorevolmente sul commercio estero: le esportazioni toscane hanno mostrato una forte crescita, con un pieno recupero dei livelli raggiunti nel periodo pre-crisi; l’aumento è stato consistente soprattutto nei settori della moda e della meccanica, di tradizionale specializzazione regionale. In un contesto di migliorate prospettive economiche, l’attività di investimento ha mostrato un deciso recupero.

Dopo la brusca flessione connessa con la chiusura dei cantieri, nella prima parte dell’anno anche le attività del settore delle costruzioni sono state interessate da un’intensa crescita; vi hanno contribuito gli interventi di ristrutturazione del patrimonio immobiliare legati alle nuove agevolazioni fiscali. Hanno ripreso a salire le compravendite sia di abitazioni sia di immobili non residenziali.

Con il miglioramento del quadro sanitario e l’allentamento delle misure di distanziamento sociale, l’attività del terziario si è rafforzata, determinando un parziale recupero del fatturato e degli investimenti. Nel comparto del turismo, tra i settori più duramente colpiti dalle misure di contenimento, si è registrata una ripresa delle presenze, sostenuta dalla componente domestica; i livelli permangono tuttavia ancora al di sotto di quelli pre-pandemia.

La redditività del settore produttivo è risultata in progressivo miglioramento e la liquidità è rimasta elevata, per effetto sia della ripresa delle vendite sia della proroga delle misure di sostegno al credito.

Nei primi otto mesi dell’anno, i dati delle comunicazioni obbligatorie segnalano una crescita delle assunzioni nette nel settore privato non agricolo; l’aumento delle posizioni lavorative è stato trainato dai contratti a tempo determinato e si è concentrato nei settori legati al turismo. L’indebitamento delle famiglie ha registrato un’ulteriore espansione, sospinto sia dalla componente dei prestiti al consumo sia dall’erogazione di nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni.

Nella prima parte dell’anno il credito all’economia regionale è risultato in crescita, mostrando tuttavia un moderato rallentamento a partire dal secondo trimestre nella componente dei prestiti alle imprese, in relazione anche alle minori richieste di finanziamenti assistiti da garanzie pubbliche.

In tale quadro, le politiche di offerta sono rimaste distese, con un’ulteriore lieve riduzione dei margini applicati alla clientela. La qualità del credito è rimasta sostanzialmente invariata, con tassi di deterioramento su livelli ancora contenuti, grazie anche alle moratorie volte a posticipare i rimborsi e all’utilizzo della flessibilità insita nelle regole sulla classificazione dei prestiti.

Le aspettative a breve termine sulle vendite e sugli investimenti, formulate dalle imprese a inizio autunno, prefigurano un ulteriore miglioramento. Nelle attese delle banche le condizioni di offerta dovrebbero permanere distese per tutta la seconda parte dell’anno e, in prospettiva, non vi sono segnali di un significativo deterioramento della qualità del credito.

Tuttavia, sull’intensità del recupero, oltre all’evoluzione del quadro epidemiologico, grava l’incertezza circa il perdurare delle difficoltà di reperimento di materie prime e semilavorati che le principali economie manifatturiere stanno attualmente sperimentando.

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