Gio 28 Mar 2024

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Disturbi alimentari: Careggi e Asl Toscana, azzerata mortalità pazienti

Disturbi alimentari, azzerata la mortalità dei pazienti seguiti da Careggi e Asl Toscana Centro

Lo studio sui disturbi alimentari e la mortalità è stato pubblicato sulla rivista Acta Psychiatrica Scandinavica. La ricerca è stata condotta su un campione di 1277 donne, seguite tra il 1994 e il 2018.

Da questo studio si è confermata la validità ospedaliera della toscana per la cura dei disturbi alimentari, quali anoressia e bulimia. Il risultato raggiunto è stato possibile grazie all’impegno congiunto della Asl Toscana Centro e dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi.

Dallo studio è emerso che le azioni messe in campo dagli esperti abbiano portato alla riduzione delle complicanze mediche e della mortalità. Il risultato ottenuto, come sottolineato dal presidente della Regione Eugenio Giani e dall’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, “Il ‘fare squadra’, la collaborazione e il coordinamento tra strutture diverse porta sempre ad ottimi risultati. Anoressia e bulimia sono autentici drammi per chi le vive e per le famiglie di chi è vittima. Servono spesso approcci multidisciplinari e personalizzati per uscirne e la ricerca condotta conferma che le azioni messe in campo in Toscana, con l’esempio virtuoso di Careggi e dell’Asl Toscana centro, vanno nelle direzione giusta. Dall’azione messa in campo emergono tre elementi che hanno portato a risultati così importanti: la grande professionalità degli operatori, la multidisciplinarità con una presa in carico integrata e spesso personalizzata e la sinergia e capacità, per l’appunto di fare squadra”.

Dati emersi dalla ricerca pubblicata su Acta Psychiatrica Scandinavica

L’8% delle donne si trova, purtroppo, nel corso della propria vita a dover affrontare problemi di origine alimentare. I casi di disturbi alimentari, come spiegano i medici, sono in aumento e non riguardano più solo le adolescenti, ma stanno coinvolgendo anche un numero sempre maggiore di uomini. Si tratta di patologie molto difficili e che richiedono un lungo percorso di guarigione con relativi costi elevati per i singoli e per la collettività.

Tuttavia, dai dati emersi dall’analisi che si è svolta in quasi trent’anni, e che riguarda le pazienti prese in carico dall’ospedale di Careggi e dall’Asl Toscana Centro sono venuti alla luce due elementi: l’assenza di suicidi e l’assenza di morti legate a complicazioni derivate dalla malattia.

Altro dato rilevante che è emerso riguarda il tasso di remissione dei sintomi che va, in un periodo di distanza di venti anni dalla presa in carico, tra i 40% e il 50%. Sono numeri decisamente migliori rispetto a quelli certificati dalla letteratura medica e unici in certi casi.

Come spiega il professor Valdo Ricca, direttore della Psichiatria dell’ospedale di Careggi, nonchè coordinatore dello studio che è stato realizzato: “l’assenza di suicidi e patologie letali fra le persone in cura è da attribuire con ogni probabilità all’efficienza del modello di assistenza, basato sulla collaborazione fra azienda ospedaliera e Asl Toscana centro”.

Stefano Lucarelli, direttore del reparto Disturbi alimentari della Asl Toscana Centro ha dichiarato che “Il progetto è riuscito a garantire l’accessibilità ad una diagnosi precoce, una presa in carico reale del paziente e dei suoi familiari in tutte le fasi del trattamento attraverso la realizzazione di un percorso terapeutico multidisciplinare ed integrato, in una rete omogenea di sinergie tra Ufsd Disturbi Alimentari (Ausl Toscana Centro) e Sodc Psichiatria (Azienda ospedaliera universitaria Careggi). Inoltre setting di cura multipli hanno permesso di erogare prestazioni differenziate e personalizzate sulla base della gravità e fase della malattia. Considerata l’importanza ampiamente sottolineata in letteratura della continuità terapeutica, della multidisciplinarità e della personalizzazione delle cure, si può ipotizzare che il modello di trattamento dei disturbi dell’alimentazione messo in atto dal network toscano possa avere un impatto significativo nel determinare una riduzione della mortalità precoce in questi pazienti”.

Ciò che ha contribuito inoltre al primeggiare della Toscana nel campo dei disturbi alimentari sono stati anche gli approcci ed i percorsi, spesso personalizzati, offerti ai pazienti. Come ha dichiarato il professor Giovanni Castellini della psichiatria dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggi: “l’esistenza di una rete permette di seguire la persona in cura con continuità in tutte le fasi della malattia e di offrire un percorso terapeutico personalizzato. In particolare, dopo la prima valutazione, le pazienti sono indirizzate alle visite psichiatriche, nutrizionali e ad una psicoterapia cognitivo-comportamentale. Quando necessari sono previsti interventi di terapia dialettico-comportamentale per la gestione della disregolazione emotiva o percorsi di psicoterapia specifici per le conseguenze di eventi traumatici di abuso. Per i genitori delle pazienti, sono previsti gruppi di psico educazione incentrati sull’informazione e coinvolgimento dei familiari relativamente ai percorsi terapeutici”.

Tipi di interventi terapeutici

A seconda della gravità del paziente e della complessità del quadro clinico, gli gli interventi terapeutici di tipo psichiatrico e psicoterapeutico che vengono offerti possono essere esercitati a livello ambulatoriale, in day hospital, con ricovero presso i servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) della Asl, quando vi è un elevato rischio di suicidio, oppure attraverso una degenza terapeutico-riabilitativa. Questa degenza si svolgerà presso la Casa di cura Villa dei Pini a Firenze, convenzionata con l’Asl Toscana centro.

Il Dottor Brunetto Alterini, direttore della medicina interna a indirizzo cardiovascolare e perioperatorio di Careggi, sottolina che “per quanto riguarda la componente internistica legata alle complicanze mediche dei Disturbi dell’Alimentazione sono previste visite mediche specialistiche per la gestione delle complicanze internistiche ed esami diagnostici per accertare le condizioni mediche generali. Il ricovero nel reparto di medicina interna di Careggi è previsto in particolare per le pazienti con gravi complicanze mediche secondarie alla patologia anoressica o bulimica”.

 

Lasciamo qui sotto il link dello studio pubblicato sulla rivista Acta Psychiatrica Scandinavica: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/acps.13487

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